È un racconto della serie “questa non mi era mai capitata”, fuori dal “pezzo” del giorno, ma in realtà intimamente connesso con quanto sta accadendo dentro le mura della Cappella Sistina. Un episodio molto significativo dello stato confusionale grave e del dileguamento della Fede a cui è giunta la parte terrena della Chiesa di Nostro Signore e che contiene, nella sua spontanea, apparentemente ingenua, espressione, la perfetta sintesi della situazione.
Mi trovavo sabato scorso, 3 maggio, a Genova con mia moglie, attorno a mezzogiorno. Dopo aver visitato la bellissima cattedrale di San Lorenzo, in pieno centro, siamo entrati nella vicina chiesa dei Santi Ambrogio e Andrea, la chiesa dei gesuiti. Dopo aver ammirato il meraviglioso interno, impreziosito dalle pale d’altare di Rubens e Guido Reni, siamo rimasti per assistere alla Messa che stava iniziando. Confesso di essere rimasto anche per curiosità, che difatti è stata decisamente soddisfatta.
Tralasciando le solite stravaganze della liturgia della parola, mi sono accorto, con grande sconcerto, che dopo il “Santo” il celebrante saltava completamente la Preghiera Eucaristica, passando direttamente alle preghiere dopo la Consacrazione, al Padre Nostro e, ovviamente, allo “scambio della pace”, quindi alla distribuzione della Eucarestia. Poi, visto che mi sembrava che nessuno se ne fosse accorto, ho pensato di assistere ad una di quelle liturgie in cui la Messa viene sostituita da un rito celebrato dal diacono, con la distribuzione delle ostie precedentemente consacrate. Allo scopo di chiarirmi questo dubbio, all’uscita dalla sagrestia, ad un tale in maglietta e pantaloni casual, che assomigliava al celebrante, ho chiesto:
«Mi scusi, è lei il sacerdote celebrante ?».
«Sì» risponde, «ahh, capisco che cosa vuole chiedermi. È vero, mi sono scordato la preghiera di consacrazione !».
Gli ribatto: «no, lei non si è “scordato” la preghiera della consacrazione, lei si è scordato di “fare la consacrazione”».
La breve conversazione è poi proseguita ma mi astengo dal riportare il seguito.
Tralascio ogni commento, perché sarebbe superfluo; dico solo che, facendo spesso il pane in casa, penso sia impossibile “scordarsi” della farina.
Claudio Gazzoli
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