domenica 21 giugno 2020

COME LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO







Caro Fr. Igino,
riprendo alcuni pensieri che le avevo inviato qualche anno fa’ perché ultimamente l’ho vista spesso in televisione e in qualche articolo di giornale, per il progetto di trasformare uno dei luoghi più “ambiti” di Torino in centro residenziale.
Sono passati quasi 50 anni da quando, assieme a due miei compagni di “matricola”, dai bassifondi di via Nizza, giungevo a Villa San Giuseppe. Conservo ancora il ricordo di quel primo contatto, l’aria leggera e familiare della collina prendeva il posto di quella umida e indifferente del piano, troppo vicino alla stazione, troppo lontano dalla mia natura. Provo, ora, un certo pudore nel ricordare quel ragazzo pieno di inquietudini, smarrito in una città dissonante dalle corde di chi era cresciuto in una cultura paesana, bucolica ma primordiale, che, fino ad allora aveva incontrato la modernità, quella vera, caotica e spregiudicata, omogeneizzante e relativistica, non quella consumistica appena iniziata, solo in qualche pagina di Pasolini (ahimé quanto profetico!), in un paio di film di Fellini e in qualche canzone di De Andrè. E poi non avevo capito niente della città. Bisognava immedesimarsi, togliersi l’abito da provinciale, cercare di capire e vivere. Ma per questo non serve a niente essere bravo a scuola, serve capire, comprendere la ragione delle cose, entrare nell’intimo dell’animo delle persone, avere la forza intellettuale e morale che un grande Torinese, Carlo Levi, aveva avuto, in un contesto quasi speculare. Bisognava semplicemente essere naturali. Qualcosa avevo percepito, aiutato da quel poco istinto paesano rimasto non artefatto: il vero contenuto di quegli anni cruciali a ridosso del '68, le aule occupate da compagni di corso (non in senso politico) molto confusi ma accomunati di sicuro dalla scarsa voglia di studiare e dal superamento di quel principio che a me avevano impresso fin da bambino che nulla si ottiene senza sudore. Ma certo non immaginavo il disegno di chi sfruttava quei malumori alimentati dall'invidia sociale e intellettuale, per realizzare la società dove tutto è sempre relativo a qualcos'altro, dove l'estetica dà regolarmente forma alla nullità, dove l'affermazione di sé è sempre inversamente proporzionale alla competenza, dove il valore della verità farebbe arrossire persino Pilato, dove l'ipocrisia che si respira, ora diventata strutturale, ha quasi sostituito l'ossigeno.
Sono passati 50 anni e tutto è cambiato, fuori di me e, apparentemente, dentro di me. Ora considero una fortuna non avere mai perso la capacità di confrontare ogni cambiamento con i principi basilari della mia formazione, alla quale Lei ha contribuito in misura decisiva: l’osservanza delle regole, tutte, anche quelle secondarie o non condivise, quale principio di convivenza, il rigore nel rispettare la gerarchia degli interessi personali, la caparbietà nel raggiungere gli obiettivi, il distacco abissale da porre tra valori fondamentali e tutto ciò che inevitabilmente e, a volte, in modo superfluo, riempie la propria vita, l'ascolto e la comunicazione quale alimento della stessa esistenza e ultimo, ma più importante, il costante riferimento al modello della nostra comune formazione religiosa.
Ho raggiunto tardi l’età della consapevolezza, nei ripensamenti e nelle riscoperte di quei principi. Adesso, anche se con una punta di presunzione intellettuale, non ho più pudore di appartenere alla generazione a cavallo tra l'epoca dell'aratro trainato dai buoi e quella dell'iPhone, desideroso di affrancarsi dalla prima ma che, ora, in questo tempo di scemenza globalizzata, al di là della facile nostalgia e consapevole di quanto è cambiato in meglio, ne rimpiange il contenuto di genuinità, ricchezza interiore, dignità, rettitudine, singolarità. Non rimpiango la “goliardia” da lei incoraggiata che, irretita dal “non consentito” perché propugnata dall’alto, perde la sua spontaneità e diventa parodia di sé stessa. Eppure quella vera aveva un senso, come il carnevale prima della manipolazione modernista, il rito di passaggio verso la vera maturità, la preparazione ad un mondo cinico nel quale è necessario schernire, per sopravvivere, ogni purezza esteriore, per rimanere puri dentro. Ora la realtà supera di gran lunga la finzione poiché la goliardia stessa è al potere.
Quel luogo, Villa San Giuseppe, lei lo ha plasmato con la sua carne, vi ha messo tutta la sua anima contadina, quella di una volta, austera, ruvida ma pietosa, inflessibile ma comprensiva, vi ha costantemente onorato la regola del fondatore del suo ordine religioso e assolto in pieno il desiderio dei donatori di quel bellissimo terreno e delle risorse per edificarvi la villa. Perché giustamente convinto che un uomo si deve plasmare attraverso la storia delle mille generazioni precedenti di cui lei è un portatore autentico.
Ora quella “scuola di vita” non serve più, semplicemente perché non c’è più la materia prima, non ci sono più gli allievi, tutti indottrinati e formati, pieni di sé già a undici anni, dal sistema educativo centralizzato, aculturale, perché monoculturale, costruttore del “nuovo ordine” senza Dio.
Lasci la nave che stanno per demolire, ora altre navi solcano gli oceani, piene di balocchi e di virus letali programmati per uccidere le nostre radici. Ora “quel mare scuro” non fa più paura, perché liquido come le nostre incertezze, scivoloso come gli ideali della nuova "civiltà".
Se ne deve fare una ragione, lei è vittima della metamorfosi del suo stesso ordine religioso di appartenenza che, come altri ordini religiosi, ha completamente accolto la “nuova religione”.
Se ne deve fare una ragione perché, in fondo, lei condivide la sua solitudine con quella di Chi, ritrovandosi solo la sera di quel giovedì, continua ancora oggi, più che mai, ahimé, a ritrovarsi solo.
Se ne deve fare una ragione perché quel che conta è che lei sarà sempre nei nostri pensieri, nei pensieri di tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerla, baluardo inattaccabile nei più reconditi anfratti della nave della nostra anima, che stanno tentando ostinatamente di inabissare.

Claudio Gazzoli, in Villa San Giuseppe dal 1971 al 1975.





venerdì 12 giugno 2020

PERSECUZIONE



Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.   Mt 5,11


Uno dei pochi religiosi, di questa oscura diocesi di Fermo, un tempo tra le più feconde, importanti d'Italia, che mostra, di lontano, la sua grande fede. È un sacerdote normale, come tutti dovrebbero esserlo, che celebra in modo decoroso la liturgia, senza aberrazioni sociopolitiche, senza fronzoli mondani, senza esaltazioni ridicole, senza protagonismi, senza profanazioni. È un sacerdote che richiama costantemente al cielo, non si rotola nel limo delle questioni terrene, proclama unicamente la Parola, non predica la rivoluzione permanente come un  militante neo trotskista, è attento alle preoccupazioni spirituali dei fedeli che vogliono affidarsi a lui, si occupa delle anime, non dei corpi. È un sacerdote Cattolico Romano che diffonde la nostra religione, senza tentennamenti, senza paura di fare “proselitismo”, senza l’apprensione di offendere quelli di altre religioni. Nel celebrare la Messa si raccoglie in modo profondo sul momento culminante della Liturgia Eucaristica, quasi indugiando perché assorto, dilatando il tempo che normalmente vi viene dedicato. Poi offre la comunione in bocca, anche in questo periodo maledetto.
Tuttavia queste sue qualità, che sarebbero indiscusse in altri tempi, fanno irritare i suoi superiori e il popolo. A parte alcune persone di grande fede, lo criticano perché troppo all’antica, troppo rigido. Oggi la gente vuole vivere bene, non vuole sentir parlare della finitezza del tempo che ci è assegnato, vuole la certezza del perdono senza riparazione, la ricompensa senza sacrificio, non ne vuole sapere di fuoco eterno, pensa che questo sia “medioevo”. Vuole una Chiesa che assecondi la sua voglia di godere, perché la vita è breve e “di doman non v’è certezza”, vuole sacerdoti comprensivi, indulgenti, vestiti come noi, simpatici, trasgressivi, compagnoni (o compagni…), flessibili, che proclamino il vangelo della nostra vanagloria. Tale persuasione è talmente consolidata da poterla considerare, ormai, strutturale, irreversibile. Sarebbe come provare a togliere l’abitudine della siesta al gatto di casa. Pertanto, anche con tante buone intenzioni, questo non è più il luogo della evangelizzazione. Questo non è più il luogo della testimonianza. La civiltà occidentale non brucia più del fuoco inestinguibile, il carbone che produce non può ritornare legna. Ha deciso di lasciare la parrocchia, ha chiesto di avere un altro incarico, anche fuori dall'Italia, paese ormai de-evangelizzato.
La gente “pensa” così come è stata ammaestrata a pensare in questi sessanta anni di inculturazione televisiva, rafforzati, in modo decisivo, dagli ultimi venti di “social network”, assecondati dalla Chiesa postconciliare. Quei pochi, refrattari alla omologazione, che hanno conservato la vera fede, vengono emarginati e perseguitati. Una persecuzione, sottile ma evidente, del pensiero e poi delle anime, che, almeno per ora in occidente, non comprende, la persecuzione dei corpi, come ai tempi di Diocleziano o come ai tempi nostri con i migliaia di cristiani uccisi in varie altre parti del mondo. Questa persecuzione è strisciante, subdola, ma altrettanto devastante. E, quel che è peggio,  paradossale e tragico, viene messa in atto con la partecipazione determinante della stessa Chiesa, che si è alleata con il nemico di sempre e con i suoi scherani.
Ho negli occhi il video di quella donna anziana, molto devota, ma oggi pare una colpa grave, che si mette in ginocchio, per ricevere la comunione in bocca. Il prete, agitando la mano e brandendo l’ostia, le intima di alzarsi, con l’intento di dargli la comunione sulle mani. Poi, davanti al diniego di quella donna, la scarta come fosse il birillo di una gincana, la mortifica, offendendo impunemente l’Altissimo tra le dita. Una sequenza assolutamente al contrario di quella che dovrebbe essere: il sacerdote che si rifiuta di dare l'ostia consacrata  ad una persona in piedi che pretende di riceverla sulle mani... una chiesa assolutamente alla rovescia... La persecuzione dell’anima. Ma l’anima ricolma di fede non si può sopprimere.
Chi non si adegua al mondo è PERSEGUITATO e lo sarà sempre di più.
Si parla della prossima approvazione della legge sulla cosiddetta “omofobia”, termine quanto mai inappropriato, per quanto mi riguarda non ho alcuna paura degli “omo”… ho semplicemente qualcos’altro. La demolizione della legge naturale a colpi di maggioranza è pura BARBARIE della cosiddetta democrazia, come i sacrifici umani, il cannibalismo, la strage dei contadini di Stalin, la repressione della Vandea, le camere a gas, i gulag, la sottrazione "legittima" dei bimbi ai genitori, i fatti di Bibbiano, l’invasione islamica programmata, i metodi educativi basati sul gender, il terrorismo, la pedofilia, l’aborto. L’intento, perseguito con il silenzioso beneplacito dei vertici della Chiesa, nonostante alcuni mugugni incomprensibili, è quello di rendere illegittima la religione che condanna, in modo inequivocabile, come altro non potrebbe essere, nella sua vera Dottrina, la sodomia. Si tratta di un salto di categoria decisivo del programma di persecuzione della religione Cattolica e del suo annullamento, iniziato con l’Illuminismo, che non poteva trovare epoca migliore per essere completato. Ovviamente si avvalgono di un alleato potentissimo, per attuare la nuova PERSECUZIONE, ma non ci piegheremo, non avranno le nostre anime.







venerdì 29 maggio 2020

POSSESSIONE


sacerdote battezza con la pistola ad acqua


sacerdote benedice con lo spazzolino del water


Può sembrare superfluo ricordare queste misere “porcate” dopo le innumerevoli profanazioni degli ultimi anni da parte di consacrati di Santa Romana Chiesa e, soprattutto, dopo la “madre di tutte le profanazioni” avvenuta lo scorso ottobre nei luoghi sacri del Vaticano, con l’adorazione di alcuni ripugnanti pezzi di legno, da parte del “papa” e di alti prelati. Eppure questi due episodi, in cui viene usata l’acqua benedetta,  hanno qualcosa di beffardo e infernale insieme che palesa la firma del loro esecutore.
Se nessun provvedimento drastico, da parte dei diretti superiori, è stato preso;
se nessun annuncio di biasimo, da parte della gerarchia, è stato diffuso;
se nessuna proposta di riparazione, da parte dei cardinaloni, è stata fatta;
se nessun grido, da parte dei vescovi, è stato rivolto…
allora vuol dire che i vertici della Chiesa sono conniventi di questa folle empietà. Allora vuol dire che satana in persona si è impadronito delle alte cariche utilizzando i loro simulacri come semplici paraventi.









giovedì 21 maggio 2020

MASSOCRAZIA



Apocalisse 3:15
“Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca"


Solo ora ne siamo perfettamente consapevoli. Solo ora, dopo qualche anno dalla reclusione forzata nelle nostre case, la prima volta nella storia del genere umano, ci rendiamo conto che quella minuziosa imposizione di norme coercitive della libertà individuale e collettiva, in occasione della cosiddetta “pandemia da coronavirus”, ha significato, soprattutto, la PROVA GENERALE DEL REGIME che, subito dopo, in modo graduale ma inesorabile, è stato imposto a tutta la popolazione della nostra e della altre Contee. Prove tecniche di regime inflessibile e disumano, mascherato da democrazia o democratismo ma peggiore delle dittature più spietate. Forze di polizia non impegnate a fronteggiare la criminalità, lo spaccio sistematico delle droghe, i furti nella abitazioni, la corruzione, la pedofilia, la perfida pratica del voto di scambio, la mistura delinquenziale tra demagogia e illegalità amministrativa, l'evasione ed elusione fiscale, il degrado di sterminati territori outlawed,  ma impiegate, come nelle più efferate dittature, per controllare i movimenti, i luoghi di ritrovo, i comportamenti dell’intera popolazione, con una differenza, almeno lì la lotta alla criminalità la facevano sul serio. Forze di polizia entrate in chiesa, a far sospendere la celebrazione della Messa, al prete con quattro fedeli o a fermare e multare famiglie con bambini da portare in ospedale per malattie gravi... della serie "ti piace vincere facile, ehehhhh...!?".
Ora come allora, regime intollerante, che, tuttavia, usa la tolleranza verso i “diversi”, regime dispotico, ma concede la libertà di pensiero solo a chi la pensa come loro, regime inflessibile, ma usa la flessibilità verso la perversione, regime austero, ma usa l’indulgenza verso ogni trasgressione morale, anche perché ha azzerato tutte le regole morali. E tutto questo non con la inadempienza sistematica della legge, tipica dei regimi dittatoriali, ma anzi, con la forza della legge che non ha più alcun riferimento morale. Perché è questa la raffinata evoluzione della dittatura, quella più efferata, farla passare per “democrazia”, per la più pura, sana forma di governo del popolo che diventa invece la più spietata, brutale, disumana, manipolata, innaturale forma di governo della storia.
Noi, pochi irriducibili, la chiamiamo MASSOCRAZIA, ma non c’entrano le masse….
Ci hanno ingannato anche con la storia della fratellanza universale e dell’unica religione. Una sola è la religione ammessa, quella che svolge i suoi riti nelle cosiddette moschee che, poi, non sono altro che le cattedrali, le basiliche e le chiese trasformate. Pur di divenire la prima religione ha accettato alcuni sostanziali compromessi, soprattutto in campo morale. Le altre religioni sono tollerate, ma soltanto se seguono, rigorosamente, i dettami delle varie “conferenze”, che sono puntigliosamente concordati con il potere centrale. La Chiesa Cattolica Romana rimane solo in noi pochi irriducibili, illegale, perché non ha accettato di sottoscrivere compromessi con il regime e sotterranea, mentre quella “ufficiale” si è progressivamente trasformata, come già aveva cominciato a fare allora, in una delle tante sette evangeliche sotto l’egida della federazione internazionale. Ovviamente ha cambiato sede. Il Vaticano se lo sono spartito l'UNESCO e il FAI, assieme ai Musei che intanto hanno subito un processo di destrutturazione. Così la volta della Cappella Sistina è stata ribattezzata “le storie dell’uomo-dio”, sono state tolte le “braghe” dai personaggi del Giudizio Universale, ripristinando le originali nudità, mentre la parte inferiore, quella dedicata all’inferno, è stata completamente sostituita dagli affreschi staccati dalla Cattedrale di Terni nel frattempo divenuta moschea. La basilica di San Pietro, visto che si presta ad ospitare gli altissimi scheletri dei dinosauri, è stata trasformata in museo universale dell’evoluzione. Solo la Pietà di Michelangelo e la Trasfigurazione di Raffaello, troppo visibilmente non ridefinibili, sono state segregate nei sotterranei. Per fortuna, poco prima della ridestinazione della Basilica, alcuni nostri eroi sono riusciti a trafugare le ossa del Primo Apostolo.
I primi tempi ci hanno installato un chip sottopelle, poi questo è stato sostituito da un chip molto più evoluto che, in pratica, non è localizzabile. Tutti i circuiti del chip, i miliardi di connessioni, elementi logici, che in quello tradizionale erano contenuti in una piastrina di silicio grande come l’unghia del mignolo, ora sono “dispersi” nei triliardi di cellule dello scheletro, opportunamente “drogate” e programmate da un microrobot immesso nelle arterie, che in un solo giorno fa tutto il lavoro. A noi che ci rifiutavamo ci hanno sedati con siringhe proiettile, come quelle usate per la schedatura degli animali a rischio di estinzione. Questo fino a quando non avranno perfezionato la tecnica di inclusione genetica dei circuiti, direttamente, allo stadio di formazione del feto nelle incubatrici che sostituiranno, a breve, l'utero materno. Il risultato è che ora il “secondo cervello” è diluito, non individuabile, ineliminabile, istruito a distanza, telecomandato dalle sofisticate onde del sistema 8G, ad altissima frequenza. Ma il fatto più inquietante è che la rete di cui il chip è costituito, si estende anche al cervello, riuscendo a captare, per ora solo in modo approssimativo, alcune macro-deviazioni dall’ordine costituito dal Comitato Centrale, divenuto ormai il vero dominatore del mondo. Il chip è in grado di riconoscere l’origine genetica e il grado di omologazione di ogni individuo e di “finalizzare” il proprio influsso in funzione di tale appartenenza, garantendo, a chi acconsente, un controllo efficiente della macchina corpo e, quindi, un prolungamento della vita, uno stato di appagamento costante. Per questo la gran parte della popolazione si è docilmente sottomessa, barattando la propria libertà ma, anzitutto la propria anima, per la più tangibile felicità artificiale. I più pesantemente penalizzati e controllati siamo noi, classificati come BDO, “bianchi in difetto di omologazione”. Per fortuna alcuni dei nostri esperti informatici hanno predisposto una “app”, nascosta negli smartphone, che riesce ad ingannare, per ora, il chip personale, simulando percorsi diversi di quelli effettivamente praticati. Dobbiamo usare molta cautela, perché se qualcuno di noi venisse scoperto verrebbe sottoposto al processo di “completa riformattazione”, il ritorno allo stato celebrale infantile e la successiva integrale “rieducazione”. Il medesimo trattamento è riservato a chiunque non si attiene, rigorosamente, alle regole stabilite, come ad un contadino che coltivasse sementi non autorizzate. Solo i cereali OGM sono consentiti oltre ad erbe naturali come marijuana, hashish, coca, guaranà, vendute nei supermarket, di cui vanno pazzi non solo i componenti del comitato.
Con quell'accorgimento possiamo raggiungere, senza dare nell’occhio, la grande galleria sotterranea, dove sono state nascoste, in un pertugio della roccia, le ossa del Fondatore e dove, grazie ad alcuni sacerdoti veri, possiamo assistere alla Messa di sempre e ricevere la vera Eucarestia, con il vero pane ed il vero vino fatti con il frumento e la vite, non OGM, che uno dei nostri riesce ancora a coltivare, di nascosto dai droni, in una radura in mezzo al bosco, dove possiamo continuare a venerare la Regina, dove possiamo, di nascosto, ritrovare il Sacro perché il rapporto con Dio non è come il rapporto con l'uomo.
Ora ci sentiamo tutti rinfrancati e più forti dopo aver ascoltato, in uno degli ultimi incontri, una voce chiara annunciare: «sarò con voi fino alla fine dei tempi».

Claudio Gazzoli - Monterubbiano




P.S.
  Dedicato alla madre badessa che non ha commentato, anzi… quando gli ho portato l’articolo intervista di Suor Teresa Forcades, monaca benedettina che tiene delle conferenze in giro per il mondo sulla necessità di una nuova teologia gender, che sostiene che l’amore omosessuale è benedetto da Dio, che propone la famiglia omo con diritto di adozione e altre bestialità…
  Dedicato alla madre badessa che, riferendomi che si apprestava a votare per la coalizione di sinistra, non ha fatto una piega quando gli ho fatto vedere la foto di una delle paladine della sinistra con in mano un cartello: “Dio, Patria, Famiglia, che vita di merda!”.
  Dedicato a tutti quei religiosi e religiose, ormai la maggioranza, che hanno barato con la loro ordinazione, manifestando, nei fatti, una vocazione nemica del Sacro, orizzontale, ideologica e comunista.




da una mail ad una monaca di clausura, normale....:
penso che, dalla cacciata degli angeli ribelli, lucifero non ha mai "goduto" così tanto... La "tipa" ritornata in Italia, grazie ai nostri soldi che andranno a finanziare lo sterminio dei veri Cristiani nel mondo, ovviamente Cattolici..., sedotta da lui, ingaggiata da lui, vestita da lui, che ha fatto dire al sacerdote della sua parrocchia "ha fatto la scelta giusta....", pure lui, come gran parte della chiesa ingaggiato e ha fatto "osannare" tutti i giornali e le riviste di regime "avvenire....." quale?... "famiglia....... scristiana..." avranno suscitato festeggiamenti a non finire negli anfratti puzzolenti, di cui ormai sentiamo il fetore, dell'inferno.....
Abbiamo un compito grave... Questo virus, vero o fasullo..., sta mettendo al vaglio le ultime sozzure... ci attendono tempi molto duri. La persecuzione è già iniziata, solo che qui non si uccidono i corpi, si uccidono le anime, dominandole, soffocandole e, in ultimo, rendendole perfettamente conformi al disegno perverso di satana che si avvale, efficacemente, del dragone vestito di bianco. Della Chiesa di Gesù rimane, ormai, solo la "struttura" solida, incrollabile, come un grande palazzo in cemento armato, che il terremoto e l'incendio hanno privato del tetto, ne hanno sventrato le tamponature, ne hanno divelto i solai, di cui appare solo l'ossatura... Ma noi dobbiamo rimanerci, magari in qualche sottoscala, in qualche scantinato rimasti integri, a trovare conforto, senza farci troppo sentire, in  qualche sacerdote rimasto vero... Ma anche voi avete un GRANDE COMPITO.




martedì 28 aprile 2020

LA DANZA DELL'ORCO





"Che t'importa dell'alba? - sghignazzarono - Noi siamo gli Uruk-hai: non interrompiamo la battaglia né di notte né di giorno, né col sole né con la tempesta. Noi uccidiamo, col sole e con la luna. Che t'importa dell'alba?"  da "Il Signore degli Anelli" di  John Ronald Reuel Tolkien 

Hanno raccolto quello che hanno seminato. Semi recenti e antichi ma tutti della medesima pianta infestante, più dell’ailanto, che muta nel tempo la propria strategia, prima esplosiva, ora silenziosa, strisciante, untuosa ma pur sempre devastante, avvelenante le nostre anime perché solo di materia è composta, annientatrice della nostra storia perché non ha storia, devastatrice del nostro Credo ultraterreno perché suo unico credo è sottoterra.
Generazioni di religiosi, ammaliati dal marxismo in chiave postsessantottina, figli dei fiori appassiti e fetidi come la morte, hanno barattato i santi principi cattolici con i precetti della depravazione, consapevolmente o inconsapevolmente hanno preso i “voti” nell’utopia di fondere l’unica Religione di Dio che si è fatto uomo con la religione dell’uomo, invadente e tracotante, che si è fatto dio.

Ecco il risultato!

Ecco quello che hanno raccolto i cattolici comunisti, quelli al governo, ma anche quelli nelle sedi episcopali, nelle parrocchie, nei conventi, nei monasteri… Mentre il 25 aprile sfilavano centinaia di fedeli della religione rosso fuoco, giacobina, annientante, che loro hanno abbracciato fin dalla finta consacrazione sacerdotale al principe delle tenebre, sacerdoti veri, solitari, intrepidi, con in mano l’unica “bandiera” che conta per un cattolico, venivano molestati, bloccati, perseguiti.









martedì 14 aprile 2020

PERDONO SENZA PENTIMENTO



Metto le mani avanti. Chi scrive non è un santo. Non può affatto permettersi di biasimare qualcuno per le sue colpe private, né di lanciare la “prima pietra”. Ma occorre fare una distinzione tra peccato individuale e peccato collettivo. Quest’ultimo può essere indotto dai propositi, dalle violazioni, dalle profanazioni di chi governa la Chiesa.
C’è una linearità nella richiesta di grazie a Dio. Come mi hanno insegnato al catechismo, quello prima della “riforma conciliare”, presupposto per la richiesta di benefici è la richiesta di perdono. Presupposto per la richiesta di perdono è il PENTIMENTO. Pentimento, richiesta di perdono, richiesta di grazie è la corretta sequela, insegnata da duemila anni, come dice anche l’Atto di Dolore, quello che vogliono modificare:
mio Dio,
mi pento
e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi
e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono
e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Il pentimento deve pertanto essere accompagnato dal proposito di non ricadere nel peccato.
Può sembrare scontato, nel mondo di oggi, aspettarsi il perdono senza pentimento. Non esiste proprio più il pentimento, tutti sono “inclusi”, dai criminali più efferati ai serial-pederasti, dai sodomiti ai commercianti di carne umana, dai miscredenti ai promotori di atti contro natura. La Chiesa della falsa misericordia senza cauzione perdona e accoglie tutti. Come altri passi del Vangelo “scomodi” si sorvola sulla seconda parte dell’ammonimento di Gesù all’adultera: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Per la prima volta nella storia umana accade che intere popolazioni si trovano costrette in casa. Non era accaduto neanche durante le grandi persecuzioni o invasioni.  È la prima volta, in duemila anni di storia della Chiesa, che viene organizzata e compiuta la profanazione dei luoghi santi del Vaticano; di vedere vescovi di Santa Romana Chiesa che portano in processione idoli profani, nei pressi della tomba dell’Apostolo, nessuno avrebbe potuto neanche immaginarlo, fino a poco tempo addietro.
Compito primario della Chiesa e talmente smisurato da poterlo considerare unico è quello della SALVEZZA DELLE ANIME, che si rivolge ad un tempo infinito della nostra esistenza, davanti al quale ogni problema terreno diventa irrilevante; non quello di proporre modelli economici, politici, ambientali, di impegnarsi ad appoggiare questo o quel partito, di sostenere l’immigrazione di massa e la islamizzazione dell’Europa.
La richiesta di PERDONO da parte della gerarchia, pertanto, non potrebbe essere disgiunta dal PENTIMENTO per tutte le iniquità messe in atto, a partire dal secolo scorso, ma spaventosamente incrementate negli ultimi anni.
«Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori, sappiamo che Tu hai cura di noi», ha detto Bergoglio, in una piazza San Pietro vuota. Il medesimo pontefice, che mostra metodicamente la sua insofferenza verso qualsiasi forma rituale, verso i simboli della Liturgia, verso le espressioni cerimoniali della pietà popolare, che poi costituiscono la storia della nostra cultura, verso i Dogmi Mariani, ha avvalorato, presso i nuovi gruppi politici che si richiamano, neanche troppo vagamente, al marxismo e alle sue espressioni militanti, il modello di una Chiesa che sta dalla loro parte politica, che lotta con loro per l’utopia del “mondo migliore” contro il “capitalismo di sempre”, in una nuova lotta di classe senza quartiere, geografico e culturale. Le manifestazioni di dissenso di questi gruppi verso le esposizioni del Santissimo, verso le poche, ridotte processioni organizzate in questo periodo ne sono la tragica conferma.
NESSUNA RICHIESTA DI PERDONO, NESSUN PROPOSITO DI NON COMPIERE PIÙ TUTTE LE PROFANAZIONI DOTTRINALI E REALI, che fanno ormai parte della prassi della Chiesa di oggi.
Ma proprio qui sta il paradosso. La Chiesa di oggi non può chiedere perdono a Dio per azioni che ormai ne sono diventate costitutive e, pertanto, irrinunciabili. Non può perché non vuole. Non vuole perché non è affatto pentita.
Per chiedere perdono occorre essere fortemente dentro al proposito, occorre avere abbandonato, risolutivamente, la causa stessa del peccato.
-       Questa Chiesa non può chiedere perdono per le offese verso l’Ostia Consacrata che fanno ormai parte della sua prassi consolidata. Tra gli innumerevoli esempi che si possono fare a tal proposito non risulta che sia stato sospeso o, quantomeno, ammonito il teologo che ebbe ad affermare che “c'è una componente erotica nell'eucarestia...”.
-     Questa Chiesa non può chiedere perdono per le abituali profanazioni dei luoghi sacri, dove si organizzano banchetti, feste di fine d’anno, distribuzioni di pizza, danze triviali, corse in bicicletta da parte di prelati, trasporto della particola mediante droni, benedizioni di coppie omo, sfilate di moda, processioni empie, esibizioni di vescovi canterini, esaltazioni di artisti che affrescano dipinti depravati di glorificazione della sodomia.
-     Questa Chiesa non può chiedere perdono per la persistente demolizione della Dottrina e della Tradizione che hanno fatto parte, da duemila anni, del “sensus fidei”* del popolo di Dio.
-   Questa Chiesa non può chiedere perdono per la progressiva trasformazione della Messa da “Memoriale incruento del Sacrificio” a "rievocazione simbolica della Cena", dove sono possibili ogni genere di empietà, nel teatrino che ormai vede protagonisti religiosi e laici.
-   Questa Chiesa non può chiedere perdono per lo smisurato sacrilegio contro il Primo Comandamento, consumato, con il consenso di decine di alti prelati e il silenzio complice di centinaia di migliaia di religiosi, nei sommi luoghi sacri della Cristianità.
Le liturgie di Pasqua celebrate in San Pietro hanno aggiunto sacrilegio a sacrilegio. Sono state fatte senza aver chiesto perdono per la immane profanazione e senza aver proceduto alla successiva RICONSACRAZIONE. Ma questo non è privo di intenzionalità.
Se vi rimane ancora un barlume di coscienza, per il bene dell’umanità intera, ANDATEVENE, dal massimo grado ai cardinali, anzi i cardinaloni, a cominciare da quelli più “grassi”, e poi i vescovi ciclisti, assolutori  dei pervertiti non pentiti, propugnatori della "teologia sodomitica", insofferenti del Sacro. Liberate la Chiesa dai “miasmi dell’inferno”, fondatevi una vostra chiesa “protestante”, ritiratevi in qualche monastero, uno di quelli che non avete ancora soppresso o, semplicemente,  ritornate allo stato laicale, dove potete trovare accoglienza nelle migliaia di organizzazioni neomarxiste, commercianti di uomini per lucro, che stanno attuando il programma della distruzione dell’occidente e quello della “fratellanza universale”.
Solo allora sarà possibile la  RICONSACRAZIONE DEI LUOGHI SACRI,   IL PROPOSITO DI NON CADERE PIÙ NEL PECCATO,  DI NON OFFENDERE PIÙ LO SPIRITO SANTO,   DI NON CONTINUARE AD INGIURIARE LA SOMMA REGINA,  LA RICHIESTA DI PERDONO,   LA SUPPLICA AFFINCHÉ DIO CI LIBERI DA QUESTO FLAGELLO.



* si veda quanto questo documento “Sensus Fidei nella vita della Chiesa” sia profondamente contraddittorio per l’evidente scollamento tra teoria e prassi:









domenica 29 marzo 2020

SIMMETRIE METAFISICHE


Dio allora pronunciò tutte queste parole:
 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù:  non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.» Es 20 1,6.

E’ necessaria una premessa. Il metodo statistico è utilizzato in vari campi, dalla fisica, all’ingegneria, alla medicina, alla sociologia. In campo medico esso viene applicato, sotto il controllo di protocolli internazionali, per la sperimentazione dei nuovi farmaci. Si va a verificare se ci sono correlazioni (o dipendenze) statistiche tra la somministrazione di un determinato farmaco e di un placebo (praticamente acqua) a due gruppi di pazienti affetti da una determinata patologia. Se c’è una correlazione statistica tra la guarigione e la somministrazione del farmaco, in presenza di studi che accertano anche una correlazione fisica, allora il farmaco è accettato.
La necessità di un legame fisico, di tipo deduttivo, dimostrato scientificamente, tra i fenomeni, è pertanto alla base di questo tipo di ricerche.
Mi spiego meglio con un esempio. Circa 40 anni fa’ ha cominciato a manifestarsi, in tutto il mondo, la pandemia denominata HIV. Pressoché nello stesso periodo è iniziata e poi si è espansa, prima con i personal computer poi con Internet, la rivoluzione digitale. Tra i due fenomeni, ovviamente, non esiste alcuna correlazione fisica, ma, per il fatto di essersi sviluppati simultaneamente, con caratteristiche di crescita analoghe, esiste tra essi una forte correlazione statistica. Ovvio che la diffusione della malattia AIDS non è stata causata dalla diffusione dei computer. La correlazione statistica, senza il supporto della correlazione fisica, non può garantire la presenza di una dipendenza di causa-effetto tra due o più fenomeni.
Nessuno scienziato che si rispetti, ma anche nessuna persona dotata di buon senso, potrebbe proporre una dipendenza fisica tra la pandemia in atto e certe derive della Chiesa Cattolica, pur se in presenza di una correlazione statistica.
Mi limito a riportare, in modo ovviamente non casuale, alcuni fatti che hanno colpito la mia sensibilità di cattolico, pertanto non condizionato dalle sole spiegazioni fisico deduttive, senza proporre alcun legame tra di essi, senza manifestare le mie idee in proposito.
-  L’altro ieri in una piazza San Pietro vuota e desolata c’è stata la preghiera del Papa. Il vescovo di Latina dichiara: «Piazza San Pietro vuota traboccava di spiritualità». Personalmente non l’ho vista, ma forse non ho l’animo in sintonia… Sarà per la pioggia, l’oscurità, la solitudine, tutto mi è sembrato inquietante e tenebroso, come il finale di un film di genere catastrofico e, come dice un mio amico magistrato, una palese manifestazione di “governare con la paura”.

-  Nell’ottobre dello scorso anno, nei luoghi contigui a Piazza San Pietro, i giardini vaticani, la chiesa di Santa Maria in Transpontina, la stessa basilica di San Pietro, accanto alla tomba dell’Apostolo, si è dato luogo, in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, a vari riti di adorazione, con tanto di preghiere, inchini, prosternazioni, processioni anche da parte di appartenenti ad ordini religiosi, verso idoli pagani tra cui la famosa pachamama.

-  Nella pandemia in atto, Bergamo è al primo posto sia come numero assoluto dei positivi sia come rapporto rispetto al numero di abitanti, circa 7 positivi ogni 100 abitanti, come si vede dal grafico sotto*, aggiornato al 29 marzo 2020:


-  Verso la Pasqua 2018, è il titolo di un opuscolo diffuso dalle Acli di Bergamo, ne hanno parlato La Nuova Bussola Quotidiana, Sabino Paciolla e altri.
L’introduzione è del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi:
«Carissimi, anche quest’anno le ACLI di Bergamo hanno preparato questo testo per accompagnarci nel tempo di Quaresima e ben volentieri scrivo queste righe di introduzione….».
In esso sono presenti la preghiera Luterana, la preghiera Mussulmana, la preghiera Sich,  la preghiera Giainista: «La Pace e l’Amore Universale sono l’essenza del Vangelo predicato da tutti gli Illuminati. Il Signore ha predicato che la serenità d’animo è il Darma»… ognuna seguita dalla recita del Padre Nostro … verso la religione universale.

-  Il libretto SINODO SULL’AMAZZONIA - schede e video per l’animazione e la formazione è edito dalla Fondazione MISSIO, organismo pastorale della CEI presieduto da Mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. A pagina 17 si può leggere la preghiera alla madre terra:

-  Da un articolo di Andrea Zambrano del 14.05.2019 sulla Nuova Bussola Quotidiana, titolato:
BERGAMO   La Curia tifa Pride e stoppa la veglia di riparazione
si legge la seguente premessa:
«A Bergamo una forte pressione della curia stoppa la preghiera di riparazione che si sarebbe dovuta tenere in chiesa dopo il primo Gay Pride orobico. Ripiegheranno con un Rosario, ma non c'è da stupirsi dato che la stessa diocesi ha collaborato con l'organizzazione dell'evento per non farlo coincidere con l'arrivo delle spoglie del Papa Buono. Invece di condannarlo, si è cercato di scendere a patti con i promotori. A farne le spese, come al solito i fedeli: è la legge del più forte.»
«Chi ha orecchi per intendere intenda!» Mc 4,9.

Claudio Gazzoli, ingegnere in clausura forzata
articolo ispirato da una nostra amica infermiera, impegnata nella lotta contro il coronavirus.

* grafico elaborato dall’autore dell’articolo in base ai dati del Dipartimento della Protezione Civile del 29.03.2020


pubblicato da Marco Tosatti sul blog "Stlum Curiae" il 1 aprile 2020:
https://www.marcotosatti.com/2020/04/01/affresco-di-simmetrie-metafisiche-al-tempo-del-coronavirus/

ci sono stati molti commenti....
ho visto che diversi commenti sono di questo tenore: "ma allora tutte le volte che facciamo qualcosa di sbagliato, individualmente o coralmente, davanti a Dio dovrebbe venire per forza la punizione….".
Come ho cercato di spiegare non c’è alcun legame di causa-effetto tra le nostre azioni e la volontà di Dio e faremmo un peccato grave di superbia se pretendessimo di prevederlo. Se nella costruzione di un palazzo non ci si è attenuti, in modo rigoroso, a tutte le regole di progettazione e di esecuzione, questo non provocherà necessariamente il crollo del palazzo stesso. Altrimenti molti dei palazzi costruiti nel periodo dell’esplosione edilizia, dagli anni sessanta agli anni settanta, periodo in cui, ad esempio, le forniture di calcestruzzo non erano soggette ai controlli di oggi, dovrebbero essere rasi al suolo.
Ma le eventuali “manchevolezze” vanno ad incrementare la probabilità dell’evento catastrofico, come si è visto, abbondantemente, nel corso del terremoto, dalle mie parti, del 2016.










lunedì 23 marzo 2020

UNA PANDEMIA SINISTRA



Due settimane fa’, cadeva il primo sabato di marzo. Avendo cominciato, mia moglie ed io, a gennaio, la devozione dei primi cinque sabati, secondo le indicazioni della Madonna a Lucia di Fatima, ci tenevamo a non perdere la messa e la comunione. Qualche giorno prima il vescovo della nostra diocesi di Fermo aveva interdetto tutte le celebrazioni liturgiche, mentre in una diocesi contigua alla nostra veniva lasciata facoltà ai parroci di celebrarle. Ho fatto alcune telefonate e, finalmente, in una parrocchia a circa 40 km da noi, un frate mi ha dato conferma della celebrazione della messa per le ore 17 di quello stesso sabato. Ho chiesto se potevamo fare, magari a celebrazione terminata, la comunione in bocca, spiegandone le ragioni anche legate alla pratica dei primi cinque sabati. La risposta è stata risoluta, sdegnata: “assolutamente no, si fa’ come ha stabilito il nostro vescovo!”. 
Siamo partiti ugualmente per questo bellissimo paese dell’entroterra ascolano, in posizione dominante, dirimpetto ai monti Sibillini. La chiesa era sulla piazza, imponente, con un interno bellissimo di fine settecento ad un’unica navata. Qui sono molte le chiese restaurate internamente nel settecento, tra il barocco e il neoclassico, con risultati non sempre pregevoli, anche perché spesso è andato perduto l’originale aspetto gotico o romanico. 
Ma in questo caso il risultato è maestoso. Uno spazio interno di stucchi bianchi e dorati delimitato da colonne corinzie altissime addossate alle pareti laterali. Sorprende trovare una chiesa così grande e certamente non unica in un paese così piccolo. Poteva avvenire quando Dio era al centro di ogni intenzione dell’uomo. Essendo, allora, i locali più grandi nei nostri paesi, Napoleone, certamente non giacobino ma, sicuramente, anticlericale per procura, pensò bene di utilizzarne diverse come stalle per i cavalli del proprio esercito. Corsi e ricorsi della storia… 
In chiesa eravamo in undici, compresi i quattro della mia famiglia. Il frate, che già ci aveva squadrato, ha tenuto un’omelia, quasi risentita, di venti minuti, per noi pochi fortunati, ricordando che la fede deve esprimersi attraverso le azioni, le opere, la vicinanza ai più deboli, ai poveri, che certe devozioni possono essere belle ma rischiano di essere inutili*, che è necessario includere, cercare il rapporto con l’altro, il tutto con un andamento circolare, ricorsivo e ostinato... nessuna parola sul senso religioso di tutto questo, nessuna parola sul valore soprannaturale della vita umana, nessun parola, ovviamente, sull'anima, entità diventata immaginaria, di cui non parla più nessuno. Poi novanta secondi di Consacrazione. Ma ormai non mi meraviglio più… Sono rigurgiti di ’68, riproponenti il medesimo cliché tornato di moda negli ultimi anni, nella chiesa, anzi letteralmente tracimato dagli anfratti nei quali non poteva più essere trattenuto. 
Ho partecipato a qualche assemblea, in quegli anni funesti, solo per curiosità, rapidamente tramutata in ripugnanza, prima a scuola, poi al primo anno dell’università. Conoscevo quasi tutti i più facinorosi, “rivoluzionari” perdigiorno che vaneggiavano di diciotto politico ed esami di gruppo. Quando parlavano e lo facevano spesso, mettevano sempre lo stesso disco, con le prevedibili tirate sulla lotta di classe, la borghesia, lo stato servo dei padroni e poi “diamo l’assalto al cielo”, “fate l’amore non fate la guerra”, “la vita è altrove”, “mettete fiori nei vostri cannoni”, “vivere senza fermarsi mai e godere senza freni”… si ma di lavorare non se ne parlava mai. Molti di quelli hanno fatto carriera… e i risultati sono sotto gli occhi di tutti o, almeno, di quelli che hanno conservato il privilegio di guardare con i propri. Alcuni, compresi poi i loro nipotini, hanno pensato bene di raccordare Marx e Che Guevara con il Vangelo e di farsi preti o entrare in un ordine religioso. Anche perché questo consentiva a molti di loro di favorire inclinazioni e cogliere opportunità non sempre in linea con madre natura. 
Ma ora tutti i nodi vengono al pettine. La diffusione su scala mondiale di questo virus, in un tempo brevissimo, dimostra che l’umanità non può essere assimilata ai movimenti caotici, rimescolanti dell’atmosfera. Per l’umanità non può valere la “teoria del battito d’ali della farfalla”, corollario della teoria del caos. Le differenze culturali, le aspirazioni dei singoli e dei popoli, le consuetudini, non possono resistere alla spinta globalista, neanche con la prospettiva utopistica della pace universale. E non si capisce perché non dovremmo saper produrre una mascherina, una camicia, o un paio di jeans e perché dovrei comprare una panca prodotta a diecimila miglia di distanza. Il legame con il sessantotto è palese… Titolo di studio per tutti, nessuna differenza di merito anzi i meriti, senza meriti, sono tutti automaticamente innalzati, tutti vorrebbero fare gli impiegati, meglio se nella pubblica amministrazione, tanto poi a produrre materialmente ci pensano i nuovi schiavi, come formiche addestrate, senza neanche un barlume dei nostri criteri di sicurezza sul lavoro, sicurezza sociale, sicurezza sindacale. Ma a noi questo non interessa perché da una parte ci dichiariamo garantisti globali, dall’altra facciamo buon viso a cattivo gioco acquistando prodotti che vengono realizzati senza un barlume delle regole che, ad esempio, riempiono le migliaia di pagine delle nostre leggi sulla sicurezza sul lavoro. Non fa niente se in questo modo facciamo i belli con la pelle degli altri. 
Occorre ribellarsi a questa forzatura della storia appositamente predisposta da coloro che, facendo propria la metamorfosi comunista, vogliono un mondo di uguali, ipocritamente uguali, in cui tutte le distanze sono risolte a favore della loro unica, proficua, grande differenza. 
Questo virus mette a nudo la nuova chiesa, orizzontale, della materia, che aveva già spento il faro che, nella tempesta, da duemila anni, faceva ritrovare la rotta anche a quelli che non volevano guardarlo ma, inconsapevolmente, ne percepivano la presenza. Ora quella luce radiosa è svanita in una miriade di lucciole rossastre disperse in ogni direzione nella nebbia dissolvente della modernità. 
L’ossessione marxista del “popolo” e il rifiuto della funzione sacerdotale, quando il vescovo di Milano benedice “ci benedica Dio onnipotente”… o i sacerdoti si rifiutano di celebrare in assenza del “popolo”. Hanno collettivizzato l’anima individuale in questa contro-rivelazione diabolica, condividendo miti post-tribali e dionisiaci. 
Ossessionati dall'ideologia, sono accaniti combattenti di una rivoluzione ormai manifesta, alfieri di una falsa religione, giacobina e ingannatrice, contro l'anima, contro il soprannaturale, contro il "cielo". Succubi dei poteri forti, ai quali inviano messaggi di sudditanza, in mondovisione, senza vergogna, come l'empia adorazione della Pachamama e con questi "parametri" stanno affrontando l'emergenza coronavirus. Lo si vede dai loro sguardi, anche se si fanno sempre ritrarre sorridenti. Non pronunciano «cheee…eese», mormorano «deviii…..iiil» e lo si capisce perché un sorriso beffardo e stirato circoscrive le loro espressioni, un’ombra malevola ricopre, inesorabilmente, ogni apparenza di infido bagliore. La pelle stirata a malapena nasconde la loro vera natura. Il soprannaturale è solo una parvenza, un simulacro che serve a giustificare tutti i loro disegni terreni. 
Così si soffermano sulle letture che, modificandole, possono assecondare le loro dottrine e invece “censurano” i brani poco funzionali. Come quando Gesù dice ai suoi discepoli:
«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Mc 16,15-18.

O quando dice al paralitico guarito: 

«Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Gv 5,14

Ma basta aprire a caso il messale o il breviario per percepire che quella che ci stanno propinando è un’altra religione. Come le pagine di oggi 23 marzo: 
SALMO 72 
… 
Chi altri avrò per me in cielo? 
Fuori di te nulla bramo sulla terra. 
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; 
ma la roccia del mio cuore è Dio, 
è Dio la mia sorte per sempre. 
Ecco, perirà chi da te si allontana, 
tu distruggi chiunque ti è infedele. 
Il mio bene è stare vicino a Dio: 
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, 
per narrare tutte le tue opere presso le porte della città di Sion.


*avrei voluto interromperlo per dirgli: "glielo dice lei, ora, alla Signora, che la Devozione dei Primi Cinque Sabati, che lei stessa ha suggerito a Lucia di Fatima, è inutile ??".








martedì 10 marzo 2020

INFEZIONI VIRALI




Ho letto con interesse l'ottimo articolo di Dom Giulio Meiattini, monaco del monastero benedettino di Noci, in Puglia, che ho l'onore di conoscere personalmente, 
Lucido e implacabile nel rappresentare il contesto storico, antropologico e religioso insieme, in cui è riassunta tutta la nostra desolata vicenda di uomini postmoderni.
Gli ho scritto una mail che riporto integralmente.

Buona sera Don Giulio, ho letto il suo “La paura che uccide e il coraggio che manca” sul blog di Sabino Paciolla. Ho scorso con attenzione e trasporto argomenti che, ovviamente, condivido. Mentre leggevo, almeno tre volte, mi sono ripetuto: “… Sì ma la chiesa che fa ??...”, poi ho trovato la risposta, scontata ma coraggiosa, nelle ultime sei righe.
Mi permetto solo di completare il suo pensiero riguardo a coloro che possono considerarsi eroi: chi ha fatto l’unità d’Italia.. o ha combattuto per la resistenza….  la patria o la libertà valevano più della vita, perché il futuro era un bene superiore al presente, si pensava alle generazioni future (agendo realmente da adulti-genitori) dando la vita per un avvenire che si sarebbe realizzato.
Mio padre, classe 1913, era molto bravo a scuola. Il suo maestro, lo ha bocciato in quinta elementare (oggi andrebbe in galera) pur di tenerselo con sé un altro anno e non farlo andare, anzitempo, lui così giovane e non ancora formato, a fare il muratore. Mio padre e tutti quelli della sua generazione, gente di paese, non intellettuali informati malati di politica, hanno dovuto faticare duramente per “portare a casa la pagnotta”, senza ideali rivoluzionari ma con il desiderio di “costruirsi un futuro”, di metter su famiglia e crescere i figli, con la consapevolezza innata che il futuro “sarà come Dio vorrà”. La solida educazione cattolica costituiva l’essenza del loro stesso essere, l’unico riferimento morale, incrollabile e indiscutibile. Il prete del paese era una presenza rassicurante, insostituibile nel soccorrere i corpi e accompagnare le anime. La religione, il pensiero elevato della propria esistenza, nella liturgia, nelle feste, nella scansione temporale dei giorni a venire. Per loro, non la patria o la libertà valevano più della vita, ma la famiglia, le persone care, i figli. Poi, nell’età migliore, la chiamata alle armi per una guerra non voluta, di cui non riuscivano a capire il senso, per la quale consideravano insensato dare la propria vita. Mio padre aveva una venerazione per sua madre, che ha pregato incessantemente per lui, anche con l’aiuto dell’altro suo figlio sacerdote. Il ritorno, dopo sei anni di prigionia, la emarginazione da parte dello stato dei “veri eroi”, la costernazione per non essere riconosciuto da sua madre, il dover ricominciare tutto daccapo, con caparbietà, sofferenza, con il freddo, la pioggia, l'incertezza del lavoro di allora ma, sempre, all’ombra della Chiesa che non abbandonava, che proteggeva, confortava, accompagnava, e ricordava incessantemente che la precarietà del presente era solo il pegno  per la ricompensa futura. La Chiesa consolante anche quando il divario tra i precetti e l’esperienza era così tragicamente abissale, perché assoluta, immanente, inconfutabile, certa.
Loro sono i miei eroi, non i grandi ideali laici, ma la bellezza dei piccoli grandi disegni della vita.
Questa Chiesa, oggi, non conforta più le anime, non conduce a Gesù, quale unico, infinito traguardo, non parla più al cuore dell’uomo, come faceva il suo Fondatore. Parla alle masse, adula i grandi sistemi, propone soluzioni profane, indica la natura e disdegna il naturale, adora idoli e rimuove i segni sacri.
Questo virus, cattivo e premeditato, forse ci sta riportando alla sorgente, deride i nostri potenti modelli di sviluppo, sta riavvolgendo la pellicola, inopportunamente digitalizzata, del progresso dei corpi a scapito della nostra humanitas oltraggiata.
Il virus modernista, come aveva santamente predetto San Pio X, con la sua conclamata irruzione nei Giardini Vaticani, sta riavvolgendo decenni di derive verso i ripugnanti lidi della carne, per farci ritrovare, a poco a poco, la brezza leggera, avvolgente di Dio. Allora non avremo più paura di morire.
Se è vero che “non si può disturbare una farfalla senza far vibrare una stella” questi due virus letali hanno qualcosa in comune.

non praevalebunt
Claudio Gazzoli


P.S.   spunti di correlazione...






messaggi profetici della Madonna di Anguera n.18 – 6 febbraio 1988:
"Cari figli, non fatevi ingannare dalle cose che, secondo il parere di molti, vi porteranno gioia e felicità come, ad esempio, il carnevale. Cari figli, IL CARNEVALE E’ UNA FESTA DIABOLICA, E CHIUNQUE PARTECIPA A TALE TIPO DI FESTA DA’ UN BUON AIUTO A SATANA. Se desiderate il mio consiglio, vi dico di non prendere parte a questo genere di festa, perché è una celebrazione in cui satana è presente dall’inizio alla fine. Se sapeste cosa può succedere quando andate al carnevale, non ci andreste mai più.
600 - 16 febbraio 1993
Cari figli, sono vostra Madre e vengo dal cielo per dirvi che siete il popolo di Dio, e che per questo dovreste fuggire da ogni male. Chiudete i vostri occhi alle facili seduzioni del mondo, rinunciate alla televisione, FUGGITE DAL CARNEVALE, PERCHE’ IL CARNEVALE E’ UNA FESTA SATANICA E, COME FIGLI DI DIO, DOVRESTE STARE LONTANI DA QUESTE FESTE CHE OFFENDONO IL SIGNORE E ATTIRANO LA SUA IRA SU DI VOI: EGLI POTREBBE ANCHE ANCHE ABBANDONARVI. STATE ATTENTI. ASCOLTATEMI."


ADORAZIONE / PROSTRAZIONE verso idoli pagani nei Giardini Vaticani







Ultimo tango a Buenos Aires

























affreschi "omo" nella Cattedrale di Terni