sabato 22 agosto 2020

FORMA E SOSTANZA

 


L’Annunciazione di Simone Martini, degli Uffizi, non è una raffigurazione realistica del momento dell’Annunciazione. Non vi sono rappresentati l’ambiente domestico della modesta casa di Maria, come si può vedere a Loreto, gli umili arredi, le pareti di mattoni. La parete che fa da sfondo è completamente laminata di oro sfolgorante, mentre la scena è incastonata in un’architettura gotica. La forma splendida della pala rivela in modo altissimo la sostanza eccelsa dell’irrompere decisivo di Dio nella storia dell’uomo. La forma stilizzata, sinuosa, armoniosa, sta qui a sublimare la sostanza grandiosa di questo evento nella sua dimensione atemporale. Persino Caravaggio ha avuto bisogno di rinunciare, in parte, al cupo realismo per la sua “Annunciazione”. Tuttavia questo non era più l’uomo del medioevo, ma l’uomo individuo, in attesa di diventare solo “formalmente” individuo che ha, sostanzialmente, perduto il rapporto con il Creatore.

La forma è lo strumento che ci è stato dato, per azione dello Spirito Santo, in duemila anni, per cercare di comprendere la sostanza di Dio, guidandoci in una dimensione non profana, molto diversa dall'ordinario. Ha lo scopo di delimitare la sostanza della fede trattenendola da facili, umane deviazioni.

Non solo, la forma si può dire che “da corpo alla sostanza”. Il corpo e sangue di Gesù nell’eucarestia  sono “accolti” nella forma del pane e del vino. L’olio profumato con il quale Maria di Betania ungeva i piedi di Gesù è la forma che permette di magnificare la sostanza della rivelazione.

La forma liturgica ha lo scopo di avvicinarci a Dio, che a  Mosè dice «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo sacro!». Non si incontra Dio come si incontra un amico, mantenendo i calzari, magari mettendosi comodi, seduti.

L’incontro con Dio deve comportare aspetti, movimenti, parole diversi dalla norma, deve rispondere a precise espressioni che ne determinano la forma sacra.  Come il protocollo rigido delle udienze di persone che rivestono un ruolo importante. Non si va ad incontrare il Presidente della Repubblica in jeans, magari lacerati, con i capelli e la barba incolti…. non si verrebbe ammessi. Questi aspetti formali che fanno parte di un protocollo diventano, nell’udienza con Dio, forma sacra.

Il sacro è la forma terrena del divino. Terrena, non profana, accessibile all’esperienza umana mediante segni rituali che consentono all’uomo di mettersi in contatto con Dio. Nell’antica Roma, il segno principe del sacro era il fuoco accudito dalle Vestali. Ogni profanazione del fuoco sacro comportava la morte. Gesù stesso vi ha fatto ricorso, usando elementi materiali, ma peculiari dell’esperienza umana, quali segni mediatori del rapporto con Dio, forme terrene del divino. Il pane, il vino, l’acqua del battesimo, la terra mescolata alla propria saliva, il balsamo con cui è stato unto il suo corpo.

La liturgia è la forma sacra della rappresentazione del rito dovuto a Dio da parte del popolo. Mentre la preghiera individuale può essere libera, seguire i percorsi intimi del cuore, la preghiera collettiva ha bisogno di una struttura, una forma. Non vi può essere alterazione, manipolazione, soggettivismo. La struttura rigida della liturgia, così come è stata ispirata dalla tradizione, ha lo scopo di guidare coralmente il popolo verso Dio.

La stessa distribuzione dell’Eucarestia ha un forte contenuto di preghiera, non individuale, perché vi interviene il sacerdote, che pronuncia la formula di rito e poi somministra. Pertanto, deve avere una forma liturgica univoca. La deriva post-conciliare e odierna, che lascia libertà ai fedeli di riceverla in piedi, o in ginocchio, sulla lingua o sulla mano, portarla in bocca stando fermi o camminando, è soppressione della forma, svilimento del contenuto eminentemente sacro del gesto liturgico, offesa a Gesù.

Il percorso postconciliare di azzeramento del sacro è dovuto passare per la liquefazione della forma, dalla messa novus ordo, alla liturgia, all’architettura delle chiese, al canto gregoriano.

Bergoglio, che appena eletto rinuncia alla mozzetta rossa, simbolo della somma dignità, ad imitazione del sangue della Passione, proclama che la sua funzione non è quella “sacra” di vicario di Cristo ma quella, solo profana, di leader di una chiesa visibile che ha perduto ogni legame formale e, quindi, sostanziale, con il soprannaturale.

La stessa talare, ormai abbandonata dalla maggioranza dei sacerdoti, è la forma orante, che ordina, difende il corpo consacrato a Dio. L’abbandono della talare è il regalo più spassoso fatto al demonio.

Padre Pio raccontò ad un suo confratello di una sera, in cui era in solitudine e stava pregando: “Sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all’altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori.

Convinto che a riordinare l’altare fosse fra Leone, poiché era l’ora della cena, mi accosto alla balaustra e gli dico: Fra Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l’altare”.

Ma il frate gli rispose e non era la voce di fra Leone, dunque, Padre Pio gli chiese chi fosse: “Sono un vostro confratello, che qui fece il noviziato. L’ubbidienza mi dette l’incarico di tenere pulito e ordinato l’altare maggiore, durante l’anno di prova. Purtroppo, più volte mancai di rispetto a Gesù Sacramentato, passando davanti all’altare, senza riverire il Santissimo, conservato nel Tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio”.

Dopo essersi così spiegato, quel frate disse che il Signore gli aveva concesso di chiedere clemenza, proprio a Padre Pio, perché sarebbe rimasto ancora in Purgatorio, solo fino a quando lui avesse pensato fosse opportuno: “Io, credendo di essere generoso verso quell’anima sofferente, esclamai: vi starai fino a domattina alla Messa conventuale”. Quell’anima urlò: “Crudele!”, poi cacciò un grido e sparì. Quel grido lamento mi produsse una ferita al cuore, che ho sentito e sentirò tutta la vita. Io, che per delega divina avrei potuto mandare quell’anima immediatamente in Paradiso, la condannai a rimanere un’altra notte nelle fiamme del Purgatorio”.

Conviene abbassare l’asticella fino a terra ?

Molte volte, nelle cose dell’uomo, la forma serve a mascherare la vera sostanza. Come la forma reale della democrazia quando serve a mascherare una reale dittatura. Nel rapporto "grave" con il soprannaturale, forma e sostanza sono così intimamente congiunte che non è possibile sminuire la prima senza oltraggiare la seconda.

Qualche settimana fa’, un sacerdote delle mie parti, ad una donna che chiedeva di ricevere la comunione sulla lingua, ha risposto: “ma signora, lei guarda alla forma, è la sostanza quello che conta…”. Certo, dal macellaio, non in chiesa.

La parola "sacerdote" viene dal latino “sacer”, sacro. Nella oggettivazione del Sacro la forma rende possibile la sostanza. Un sacerdote che non capisce questo, semplicemente, non può fare il sacer-dote.

Claudio Gazzoli - Monterubbiano






domenica 16 agosto 2020

DANZE DEMONIACHE

 



Che cosa direbbe San Giovanni Maria Vianney, il santo protettore dei sacerdoti (sic!), il quale affermava che “Il ballo è circondato dal demonio come un giardino è circondato da un muro”, a vedere, oggi, questa profanazione diabolica nel duomo di Napoli ? Che cosa direbbe padre Pio ? Che cosa direbbe lo stesso San Gennaro, vescovo martire, che non si è piegato alle imposizioni del governatore che gli aveva vietato di fare proselitismo e che, per questo, ha avuto la testa tagliata ? Come si suol dire, sconsolatamente, "si stanno rigirando nella tomba".

A parte l’aspetto “estetico” semplicemente disgustoso, è sconcertante, ma anche inquietante, la leggerezza mostrata dal cardinale di Napoli e dai suoi vescovi ausiliari, nel permettere che danze di origine tribale o folcloristica, basate su modelli che nulla hanno a che vedere con il Cristianesimo, possano entrare a far parte di un rito o anche di una preghiera collettiva, in onore di Maria Assunta. Eppure basterebbe poco per avere il Suo gradimento, un semplice rosario.

Ma, sfortunatamente, non si tratta solo di leggerezza, disordine mentale o cattivo gusto. Non è solamente l’ennesimo atto di profanazione avvenuto nelle chiese cattoliche negli ultimi anni. È il punto di arrivo di una totale destrutturazione della nostra religione, cominciata circa sessanta anni fa’ e andata di pari passo con la destrutturazione dell'uomo, del cittadino.  Tale disgregazione aveva lo scopo di traghettare la religione cattolica verso un’altra religione, dove siamo ora. Se si fosse aperto un pertugio sarebbe entrato un turbine impetuoso, è stata demolita, poco alla volta, l'intera cinta muraria. Visto che le cose vanno chiamate sempre con il loro nome, si tratta, palesemente, di APOSTASIA.

L’aspetto più inaspettato, ma solo in apparenza, è vedere che la massa dei fedeli vi partecipa con giubilo, come ad uno squallido spettacolo teatrale, con tanto di riprese col telefonino. Persino due suore non si esimono dal partecipare a questa concitazione, tirando fuori il proprio. A proposito, ma che cosa se ne dovrebbero fare le suore di uno  smartphone ? È la dimostrazione, ma non ce n’era bisogno, l’avevamo già capito, che siamo ritornati allo stesso analfabetismo trovato da San Giovanni Maria, appena arrivato ad Ars, piccolo villaggio vicino a Lione, dove i frutti della rivoluzione e di Napoleone erano evidenti nel totale abbandono, da parte degli abitanti, delle più elementari nozioni del catechismo e nel ritorno allo “stato di natura”, tanto agognato dai giacobini. Oggi la differenza sostanziale è che il nuovo giacobinismo è entrato nella Chiesa con lo scopo di riportare allo “stato di natura” tutto il mondo occidentale. Il nuovo indottrinamento, iniziato con la desacralizzazione della liturgia, a partire dalla Messa Novus Ordo, la rivoluzione architettonica delle chiese con la eliminazione della balaustra per ricevere la comunione in ginocchio, la “imposizione” della comunione sulle mani, le scempiaggini introdotte nella liturgia, ha portato, come abilmente orchestrato, alla perdita della nozione stessa del senso del rapporto con Dio.

San Giovanni Maria Vianney ha riconquistato tutto il popolo di Ars alla religione, riaprendo la chiesa del paese, passandovi tutta le sue giornate e le notti in penitenza, preghiera, adorazione, rigore nella liturgia, continua, incessante dedizione al sacramento della Penitenza, nutrendosi di qualche patata lessa, ammuffita. Questi poveracci non vi riuscirebbero neanche se, per penitenza, si mettessero a leccare tutto il pavimento del duomo di Napoli.


https://gloria.tv/post/oZ9bE7cbDgjN3BgtwGMF7W9iA




tanto per rimanere in tema.........










venerdì 14 agosto 2020

CONDIVISIONE MANIFESTA

 





Mt 7,15-20
Dai loro frutti li riconoscerete

Mi sono recato a messa, in un paese vicino al mio, in una chiesa dove non vado quasi mai. Ovviamente portoni spalancati, tutti rigorosamente in mascherina, tranne due inconsapevoli cagnolini, beati loro.

Mi sono messo in fondo, in piedi e durante la solita predica, misericordiosa e protestante, di noi, buoni e belli, sulla barca, che ci salviamo da soli, perché proprio non ce lo meritiamo di morire annegati…, ho cercato di pensare ad altro, come mi capita quasi sempre. Riflettevo sul fatto che, in fondo, chi si occupa di Apologetica oggi (ovvio che chi scrive è solo un dilettante…), ha la strada spianata perché “ti piace vincere facile eehhh ?”. Ne sparano e ne combinano talmente grosse che è come giocare al gatto col topo…. Pensavo “chissà quale sorpresa oggi…”. Ma è sempre una previsione facile, infatti un signore abbastanza anziano, accompagnato da una signora, è entrato con un cagnolino al guinzaglio e si sono messi a seguire la messa, mentre il loro amico fidato si accovacciava sul pavimento fresco di cotto toscano. Dopo qualche minuto, arrivavano quattro persone, un’intera famiglia suppongo, o forse bisogna cominciare a dire cinque… visto che era con loro un altro cagnolino, un po’ più grande del primo, magari di un’altra “etnia”. Sono entrati dal portone principale, hanno girato e sono usciti, come si fa entrando a sbirciare in un negozio del centro commerciale. Alla fine della messa sono andato dal celebrante, in sagrestia, per chiedergli “ma sono ammessi i cani in chiesa ?”. Lui mi guarda, sorpreso, e mi fa: “mah… dipende, magari è entrato da solo, ha fatto un giro e si è accovacciato..”. “No”, gli rispondo, “sono entrati al guinzaglio accompagnati”. Pensavo di suscitare in lui sconcerto e sdegno, invece scoppiava in una risata che, nel locale alto della sagrestia, in comunicazione con la navata, risuonava beffardamente, come una campana stonata, come l’eco di un ghigno da una caverna infernale. Me ne sono andato….

Quando ero bambino avrebbe provocato una reazione furente da parte del sacerdote con tanto di espulsioni, esecrazioni, cartelli. Ora quella risata sta a sancire la totale perdita del senso del sacro, da parte dei religiosi formati nella nuova chiesa. Proprio ieri, un sacerdote “normale”, molto giovane, mi diceva che, in seminario, non gli hanno mai parlato della liturgia e della celebrazione della Messa. Lui si è preparato da solo per il suo primo Ufficio. Ma, allora, di che cosa parlano nei seminari…. ?!

Ora non hanno più pudore.  Se per più di quaranta anni hanno lavorato, lentamente ma inesorabilmente, quasi di nascosto, ora si vantano di metterci la faccia, per piacere al mondo, compiaciuti e tronfi di una vittoria temporanea, a vomitare scempiaggini colossali.

Come quella del vescovo emerito di Caserta che dichiara: “Moralmente e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici, perché Cristo non è venuto sulla terra per costruire chiese ma per aiutare gli uomini indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità….”. Verrebbe da pensare “ma uomo di quale fede…”.

Pervicacemente sprofondati nella materia, hanno studiato sul vangelo commentato da Karl Marx.

Gesù, sulle rive del lago di Tiberiade, commosso, ha dato il pane a 5000 persone , ma quel pane, creato dal nulla, in un impulso di energia purissima, aveva una porzione di infinito che anticipava quello, infinito, del dono dell’Eucarestia. Gesù preannunciava per loro, nella forma di alimento per il corpo, quell’alimento per le anime, infinitamente più importante, perché eterno. Quel contenuto di infinito che loro hanno completamente ripudiato a favore delle seduzioni verso i corpi, in qualsiasi forma.

Come scrive l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò:

«…il “contenitore-concilio” è stato usato per dare apparente autorevolezza ad un evento volutamente eversivo, esattamente come oggi, sotto i nostri occhi, il Vicario di Cristo è usato per dare apparente autorevolezza ad un’operazione deliberatamente eversiva. In entrambi i casi, il senso innato di rispetto verso la Chiesa di Cristo da parte dei fedeli e del Clero è stato utilizzato come infernale stratagemma – un cavallo di Troia introdotto nella Sacra Cittadella – in modo da dissuadere ogni forma di doveroso dissenso, ogni critica, ogni legittima denuncia…»

Non ci sto. Non mi faccio dissuadere dal “doveroso dissenso” di chi non può sentirsi “in comunione” con una gerarchia che, a partire dal grado più elevato, non mostra più alcun PUDORE, perfino tramutando l’ALLEANZA NASCOSTA di prima in CONDIVISIONE MANIFESTA con le schiere del male.

Non sono in comunione con chi adora idoli pagani; non sono in comunione con il prete che dichiara, spudoratamente, che “le coppie dello stesso sesso, che crescono figli, sono famiglie sante”; non sono in comunione con chi si vanta di organizzare sfilate di moda con paramenti sacri; non sono in comunione con chi profana la Santa Eucarestia;  non sono in comunione con la stragrande maggioranza dei vescovi che non condannano, apertamente ed esplicitamente l’aborto, la sodomia e non difendono, strenuamente, la famiglia, che trasformano le chiese in tendoni da circo, che non richiamano più alla conversione all'unica vera religione, all'unico vero Dio; non sono in comunione con chi proclama un altro vangelo al fine di autogiustificarsi turpemente; non sono in comunione con la gerarchia che, quasi al completo, vuole attuare l’utopia di sostituzione della religione cattolica con la religione universale, servendosi, stoltamente, di altre religioni; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che antepongono la loro fede politica alla fede per la quale si sono consacrati a Dio, dando il loro consenso a partiti che calpestano sistematicamente i principi cristiani, promuovendo leggi nefande; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che, per evitare “ogni forma di doveroso dissenso”, si rendono conniventi, fiancheggiando, volontariamente o inconsapevolmente, ma, davanti all’evidenza la inconsapevolezza non giustifica,  le più efferate derive dell’uomo che si è fatto dio.

Sono in comunione con quei pochissimi religiosi normali, di Santa Romana Chiesa, che vivono dolorosamente questo periodo funesto, pagandone le conseguenze morali e materiali. Sono in comunione, ovviamente, con il Fondatore e Capo della Chiesa, che sembra dormire sulla barca, in balia dell’uragano, aspettando che tutto, ma proprio tutto il putridume venga a galla, a perenne ammonimento della nostra sconfinata miseria.





venerdì 7 agosto 2020

LA NUOVA CONTRORIFORMA DELLA CHIESA in 10 PUNTI. Il parere di un semplice battezzato

 

.............
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
G. Pascoli, X Agosto

Nell’introduzione al primo volume “Confidenze di Gesù ad un sacerdote”, mons. Ottavio Michelini scrive:

Perché Dio ha scelto me? Per confondere i superbi, gonfi di orgoglio per il loro sapere, che di errori, di eresie hanno riempito la Chiesa, avvelenando le anime.

Sì, scemenze, errori , eresie, su Dio, sulla Chiesa, sulla Vergine SS.ma, sulla Rivelazione; Dio è infinitamente semplice e semplici ed umili vuole noi.

" In verità vi dico che se non diventerete semplici come questi piccoli, non entrerete nel regno dei cieli ".

Basta trasformare le cose semplici, nelle cose più complesse, basta coniare nuovi vocaboli, nuove parole, per ostentare il loro sapere e attirare in tal modo su di sé l'attenzione altrui.


La Vergine Maria a Bruno Cornacchiola:

Molti dei miei figli sacerdoti si spoglieranno nello spirito, internamente, e nel corpo, esternamente, cioè gettando i segni esterni sacerdotali. Le eresie aumenteranno. Gli errori entreranno nel cuore dei figli della chiesa. Vi saranno confusioni spirituali, vi saranno confusioni dottrinali, vi saranno scandali, vi saranno lotte nella stessa chiesa, interne ed esterne”.

Fuori della Chiesa, fondata da mio Figlio, c’è buio, c’è perdizione. Tornate, tornate alla fonte pura dell’Evangelo, che è la vera via della Fede e della santificazione, che è la via della conversione(…)”


Suor Lucia scrive tra il 1969 e il ’70:

Il disorientamento è dabolico, non fatevi ingannare…. Il disorientamento è dottrinale, non facciamoci ingannare dalle false dottrine…. E’ un "cancro" nella Chiesa che colpisce i "sacerdoti" e "le anime consacrate" che sono state condotte in errore…. è triste vedere un tale disorientamento, e in tali persone che occupano una posizione di responsabilità; essi sono i ciechi che guidano gli altri ciechi."



La parola che meglio rappresenta il percorso della Chiesa negli ultimi 60 anni è DISUBBIDIENZA. 
Non oso dare un giudizio teologico o “ermeneutico” sui documenti del Vaticano II o entrare nel dibattito in corso, non me lo potrei permettere. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti o, almeno, di quelli che hanno ancora la facoltà di guardare con i propri. 
L’adozione di concetti, processi, modelli derivati dalla politica, nella prassi e nell’organizzazione centrale e periferica della Chiesa, è stata DEVASTANTE, perché la Chiesa non è fatta per evolversi ma per conservare l’INFINITO dono che le è stato dato. 
Con lo scopo di distruggerla dall’interno, hanno trasformato la Chiesa Cattolica in una organizzazione politica, ovviamente di matrice marxista, in un disegno malefico di chiara ispirazione satanica. Una nuova riforma, questa volta, senza separazione, ma nella trasformazione, al seguito delle colossali SCEMENZE della "rivelazione continua".
Dovevano passare almeno 60 anni, per far perdere la memoria a quelli che c’erano, per indottrinare alla nuova religione quelli che non hanno conosciuto la Chiesa pre-conciliare, ai quali nascondono accuratamente ogni più piccola reminiscenza, come la mamma che nasconde le caramelle al bambino, solo che queste non fanno male... Basta guardare quanta difficoltà si trova per far celebrare la messa secondo il rito antico come previsto, peraltro, dal Summorum Pontificum.
Gli ultimi sette anni sono stati infausti ma rivelatori. La Chiesa non può seguire il mondo, in caduta libera lungo l'orbita a spirale verso il buco nero.
È necessaria una NUOVA RESTAURAZIONE. La rivoluzione di Lutero è stata possibile perché in linea con gli interessi dei principi tedeschi nei riguardi degli enormi beni della Chiesa. La rivoluzione postconciliare è stata possibile perché in linea con le aspirazioni del popolo, in un mondo, senza fede, che si stava sempre più modernizzando. Per questo ha potuto attecchire facilmente. Si possono fare innumerevoli esempi, come l’introduzione delle chitarre nella liturgia, che è stata voluta e favorita dalla loro funzionale diffusione nella musica pop contemporanea dove ne costituiva quella cadenza ritmica, profana, che poi è stata introdotta in chiesa.
Ma il popolo di Dio deve capire che non è secondo le proprie gradevolezze o il proprio “piacere” che deve essere fondato il suo rapporto con l’Altissimo, ma secondo il gradimento di Dio, che può anche essere tutt’altro che agevole. Tutto quello che è successo, il totale disastro della Chiesa su tutti i fronti, il crollo delle vocazioni e dei fedeli, la palese apostasia, le rivelazioni private, stanno a dimostrare che Dio non è che abbia tanto gradito. 

Provo ad elencare dieci punti inderogabili di ritorno alla “VERA CHIESA”, alla sua vera, unica missione, convincere l'uomo moderno, superbo e licenzioso, che lo scopo della vita non è seguire le proprie inclinazioni ma fare la volontà di Dio, nella Verità che è solo in Lui.

1              ABROGAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II.

2    Revoca del NOVUS ORDO MISSAE e ripristino della VERA MESSA DI SEMPRE in RITO TRIDENTINO e della liturgia preconciliare. I sacerdoti devono studiare la messa tridentina, in latino.

3     Eliminazione delle “tavole mensa” nelle chiese. Ritorno all’altare e alla configurazione architettonica precedente la furiosa distruzione. Eliminazione dei RIFLETTORI. Ricostruzione delle balaustre per la distribuzione della comunione in ginocchio e sulla lingua, da parte, esclusivamente, dei sacerdoti.

4       Riadozione del catechismo di San Pio X e obbligo, per i sacerdoti, di insegnarlo, loro stessi, ai bambini.

5              Sospensione dell’insegnamento della "religione cattolica........." nelle scuole.

6   Obbligo, per i sacerdoti, di tenere aperte le chiese, di recitarvi quotidianamente la LITURGIA DELLE ORE, di dare la disponibilità costante per la confessione e di riprendere in mano, direttamente, la direzione delle parrocchie. Adorazione Perpetua in almeno una chiesa di ogni diocesi.

7             Obbligo, per tutti i consacrati, di indossare la talare o l’abito proprio dell’ordine di appartenenza e di pronunciare, solennemente, il giuramento antimodernista di San Pio X, pena la riduzione allo stato laicale.

8          Dichiarazione della Chiesa sull’ecumenismo: esiste una sola forma possibile di ecumenismo, che tutte le religioni separatesi in passato rientrino nella Chiesa Cattolica Romana.

9              Ripristino del Santo Uffizio con il compito di bollare, sul nascere, ogni “SCEMENZA” proveniente dai seminari, che devono tornare alla "normalità", dalle università cattoliche, dalle omelie, dagli scritti, nonché dalla derive dei MOVIMENTI RELIGIOSI.

10     ANNULLAMENTO di tutti gli atti e documenti dell’attuale pontificato, riconsacrazione dei luoghi sacri in Vaticano, dopo i raccapriccianti sacrilegi idolatrici e di tutte le chiese profanate a causa delle varie distribuzioni di pizza, balletti, sfilate, dormitori, feste di fine anno.


ci sarebbe l’undicesimo punto, ma non lo metto in elenco, per non dargli troppa importanza:  LA SOPPRESSIONE IMMEDIATA, questa volta senza ripensamenti, dell’ORDINE DEI GESUITI.

Ovvio che sarà persecuzione…. e allora ?

 

 

N.B.

avviso chi volesse fare commenti del tipo: torniamo all’aratro…. o tradizionalista becero conservatore, che , purtroppo non sono nato ieri, conosco il trucco, tenetevi per voi queste baggianate.







giovedì 30 luglio 2020

LA VERA DIVISIONE





Negli ultimi tempi, sempre più spesso, si hanno notizie di vescovi o sacerdoti che richiamano o impediscono a gruppi di fedeli di riunirsi per pregare contro le azioni, divenute istituzionali, contrarie ai comandamenti di Dio e alla dottrina della Chiesa.
«L’ultimo caso, in ordine di tempo (16 luglio 2020), è quello del vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che ha rimproverato un gruppo di fedeli, riuniti in preghiera per impetrare da Dio il fallimento dell’ideologia omosessualista contemporanea…..  ha, inoltre, replicato che la preghiera non poteva diventare «un motivo di divisione e di contrapposizione» sociale ».
Vorrei, semplicemente ricordare, a questi premurosi e zelanti prelati, che la PRIMA e DECISIVA DIVISIONE, nel popolo dei fedeli, è stata provocata dalla chiesa postconciliare, con il solerte sostegno da parte di quasi tutti i componenti della gerarchia, sciolti come lupi famelici e smaniosi negli ultimi sette anni, che si è “confusa” con il mondo, accogliendone tutte le perversioni, anzi facendole proprie, nell'inclusione senza successiva separazione, dirottando così dalla vera missione che non è “conformarsi al peccato” ma, semmai, opporsi ad esso.
Così quella parte del popolo di Dio che non ha accettato compromessi, perché resistente all’indottrinamento diabolico post-modernista, si sente completamente spaesata e senza guida al cospetto di una chiesa che si prostra davanti agli idoli, conferisce premi a chi incoraggia le pratiche abortive, “santifica” gli eretici, “benedice” le coppie omo, non condanna teologi e cardinali favorevoli alla sodomia, non parla più dei Novissimi, dubita dell’esistenza del demonio e dell’inferno, profana quotidianamente le Sacre Specie, baratta sistematicamente lo spirito con la materia, relativizza i Comandamenti di Dio, fa comunella con le altre religioni, chiude seminari perché i seminaristi si rifiutano di prendere la comunione in mano e molte altre iniquità.
Gesù dice: «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.» Mt 10,34-36.
Questa è la VERA DIVISIONE, tra chi segue il Magistero di Gesù e chi segue l’affabulazione del mondo.






sabato 25 luglio 2020

TRADIMENTO







Vengo dalla messa di oggi, sabato 25 luglio, in una chiesa a pochi metri dal fiume, con porte spalancate, come si usa quando fa caldo, perché il caldo, in chiesa, proprio non lo si può sopportare, neanche con i ventagli a sventagliare, neanche per lieve condivisione di quello sofferto da Gesù, per lo sforzo immane di trasportarsi una croce pesantissima sulla salita disumana verso il calvario. Ma, con il caldo, non si può partecipare ad una mensa comunitaria. E però almeno venti riflettori accesi per illuminare a giorno l'assemblea degli attori, ad evitare ogni vanitoso, egoistico raccoglimento. Così una moltitudine di zanzare approfittano, partecipandovi pure loro, di procurare una surrogata, irrisoria tortura ai pochi fedeli accorsi.
Il Vangelo di Matteo, in modo analogo a quello di domenica scorsa, richiama, con una metafora chiarissima, in modo categorico, alla conversione totale di ognuno perché «… il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti». Un Vangelo talmente chiaro che ogni commento ne risulta riduttivo,  anche perché il commento lo da Gesù stesso, davanti al quale occorre solo meditare, decidere se far parte dei pesci sistemati nei canestri o di quelli ributtati in mare. Invece, ovviamente, nessun accenno, nella lunga, mielosa omelia del sacerdote in scarpe da ginnastica e casacca a lenzuolo semitrasparente, alla venuta degli angeli, nessun monito all’abbandono del peccato, nessuna esortazione verso la salvezza della propria anima, che poi è la funzione primaria della Chiesa e, dunque, di ogni sacerdote. Solo la “raccolta di ogni genere di pesci” senza alcun cenno alla successiva selezione.
Questo è TRADIMENTO DEL VANGELO, ma non è l’unico. Ce ne sono molti altri e quelli di seguito, brevemente esposti, ne costituiscono solo una minima parte.
TRADIMENTO DELLA MISSIONE
«Gesù disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.» Mc 16:15-20. Questa è la vera missione. Tutto il resto, se non è DIRETTAMENTE collegato ad essa, viene dal maligno.
Gesù non ha mai preso apertamente posizione nei confronti delle “ingiustizie” sociali, le classi dominanti, le strutture istituzionali, le fazioni politiche. Come ho già detto in passato, Gesù si rivolge all’anima individuale, il suo non è un messaggio “collettivo” e lo dimostra il fatto che la sua “missione” è durata tre anni e si è interrotta non per intervento delle autorità civili, romane o giudaiche, ma per intervento delle autorità religiose.
I sacerdoti dovrebbero pensare, esclusivamente, alla salvezza delle anime. Ma non li trovi mai,  sempre impegnati in qualcos’altro. Il tradimento della missione è talmente evidente ed inimmaginabile, fino a qualche decennio fa, che non ci sono più giustificazioni per alcuno a non riconoscerlo. Ancora 30 anni fa nessuno avrebbe immaginato che il papa e altri prelati si sarebbero prostrati davanti ad idoli pagani, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe immaginato che una signora impegnata in politica, che ha fatto approvare leggi abortiste nel suo paese, sarebbe stata ricevuta in Vaticano con i massimi onori e gli sarebbe stata consegnata una medaglia al merito, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che le nostre chiese e le cattedrali avrebbero potuto ospitare serate di pizza con tanto di cardinali a fare da camerieri e trenini, balletti, pure omo, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il Vaticano avrebbe emesso un francobollo con l’effige del più eretico degli eretici, eppure è accaduto.
TRADIMENTO DELLA PUREZZA
È il tradimento più ripugnante. La copertura data ai serial pedofili omosessuali, agli organizzatori di orge in Vaticano, ai direttori di seminari con tanto di selezione sui ragazzi da portarsi a letto; la promozione concessa a chi fa affrescare cattedrali con immagini che esaltano i rapporti contro natura, manifestano palesemente l’azione del grande affabulatore, pervertitore sulle più elevate cariche della chiesa visibile.
TRADIMENTO DEI MARTIRI
Il premier comunista spagnolo fa spostare la tomba di Franco con la collaborazione del Vaticano, in un rigurgito dell’odio verso la Chiesa, quando decine di migliaia di religiosi e religiose sono morti da martiri, vittima delle violenze dei comunisti nella guerra civile spagnola.
TRADIMENTO DELLA TRADIZIONE
Hanno in odio la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre origini perché di OSTACOLO al loro progetto satanico. Vogliono farci estinguere, cancellare la nostra progenie, sopprimere i nostri modi di pensare, di essere, di esistere. Stanno attuando un disegno eugenetico alla rovescia per sostituire completamente i nostri geni. Stanno riprogrammando tutte le opere d’arte dedicate a Dio. Basta leggere un qualsiasi libro di testo sulla storia dell’arte,  basta guardare quello che hanno combinato a San Giovanni Rotondo, con il grande, avveniristico, centro commerciale, carico di simboli non cattolici.... che fanno passare per santuario.
TRADIMENTO della LITURGIA DOVUTA A DIO
Poche parole… è talmente evidente il ribaltamento di prospettiva, l’uomo al centro al posto di Dio! Lo hanno capito pure i pochi candelieri rimasti.
TRADIMENTO DEI COMANDAMENTI di DIO a cominciare dal primo…
Non solo non li rispettano ma li riscrivono pure, per poterli poi rispettare al contrario, trasformando in virtù quello che prima era peccato. Ad esempio stanno pensando di riformulare il quarto comandamento che, nella sua attuale enunciazione, risulta grandemente offensivo per le coppie omo e altro… così sarà: “onora genitore 1 e genitore 2” e magari anche genitore 3… È proprio di questi giorni la notizia di un prete che ha benedetto, si fa per dire, una coppia “lesbo”, in comune… (esilarante se non fosse tremendamente tragico…). Ovviamente non è stato sospeso, è ancora prete. Il più brutale, forse unico, attacco alla famiglia nella storia del genere umano. Profondissima quiete e vergognosissima di tutta la gerarchia della chiesa, pur non rischiando il circo con i leoni affamati, magari soltanto la carriera.... Ma forse a loro sta bene così...
TRADIMENTO DELL’ABITO
Lo vedevi, da lontano, come un puntino nero che si avvicinava, riconoscibile, il sacerdote in talare. Ora non lo riconosci neanche se ci sei seduto di fronte, come è capitato a me, in cinque ore di viaggio in treno.
TRADIMENTO DELL’IMPEGNO POLITICO
Il comunisti, in Italia, non avrebbero mai avuto la maggioranza, se non fosse per la confluenza dei “cattolici di sinistra". Appoggiare apertamente un partito che fa approvare leggi opposte alla morale cattolica, solo perché, ma su questo ci sarebbe tanto da discutere, dalla parte dei “poveri”, è connivenza con il nemico, senza alcuna giustificazione. Ora la chiesa visibile è COMPLETAMENTE SOTTOMESSA e, pertanto, CONNIVENTE di questi nuovi comunisti al soldo del NUOVO ORDINE MONDIALE con a capo il grande moloch.
TRADIMENTO DELLA MADONNA
Proprio nel periodo in cui più alta avrebbe dovuto essere l’imitazione della Madre di Gesù, a causa della brutale deriva femminista, la chiesa sistematicamente ne ridimensiona la figura, il compito, l’origine, la natura, addirittura arrivando a sostenere che “abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…“ (repetita juvant).

Non richiamare, sistematicamente, al senso del peccato, al rispetto dei Comandamenti di Dio, è GETTARE PONTI verso la dannazione eterna.
Indicare, costantemente, la strada che porta a Dio è CONSOLIDARE IL MURO che ci difende dall’attacco, impetuoso, del demonio.
Ma non è solo questione di una evidente RESPONSABILITÀ RELIGIOSA, immensa su un piano soprannaturale, perché pone limiti alla possibilità di salvezza per una moltitudine di cattolici. La chiesa visibile, oggi, per avere abbassato l’asticella dei limiti del peccato, fino a terra; per non aver messo in guardia, con la scusa della paura della punizione eterna, soprattutto i giovani, dalle insidie fallaci della modernità; per aver tradito l’impegno educativo dell’insegnamento della RELIGIONE CATTOLICA nelle scuole, per aver elargito il perdono scontato senza pentimento; per aver accolto, come normali, tutte le deviazioni in campo sessuale, per aver rinunciato al ruolo educativo super partes, si assume una RESPONSABILITÀ MORALE smisurata, la stessa responsabilità morale che Gesù pretendeva: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!» Mt 18, 6-7.  Legatevi una macina di mulino al collo e, se non le trovate, visto che vanno a ruba nel mercato dell'antiquariato, ripiegate pure su una grossa pietra.

Dove è finita la Chiesa che ammoniva, rinfrancava, guidava, benediceva le nostre anime impure, ignave, confuse ?
Dove sono finiti i sacerdoti veri, riconoscibili, severi, pii ?
Dove sono finiti i sacerdoti che inorridivano davanti al peccato, facendone percepire i confini netti nelle loro infuocate omelie, come quelle del loro protettore (sic!) San Giovanni Maria Viannet ?
Dove è finita la liturgia solenne che il celebrante offriva a Dio alla presenza del Suo popolo ?
Dove è finita la luce delle candele che rischiaravano fievolmente, ma più festosamente di mille riflettori, lo spazio santo della cerimonia ?
Dove è finito il canto gregoriano della messa solenne ?
Dove è finita la messa solenne ?
Dove sono finiti i canti popolari delle funzioni e delle processioni ?
Dove sono finite le processioni ?
Dove sono finite le eccelse adorazioni del Santissimo nel silenzio rispettoso di tutte le chiese ?
Dove sono finiti i rosari che il sacerdote, regolarmente, recitava in chiesa ?
Dove sono finiti i paramenti sacri ?
Dove è finito l’odore santo e inebriante dell’incenso ?
Dove è finito il “sia lodato Gesù Cristo” di ogni incontro con un religioso o religiosa ?
Dove sono finite le risposte semplici, comprensibili, inappuntabili del Catechismo di San Pio X ?
Dove è finita la bisaccia dei frati cercatori, dispensatori di sante benedizioni ?
Dove è finita la tonaca dei sacerdoti, dei quali non sono mai riuscito a vedere neanche il colore dei calzini ?
Dove è finita la balaustra che separava lo spazio dedicato a Dio da quello riservato al popolo e accoglieva i fedeli che ricevevano, in ginocchio, la Santa Eucarestia ?
Dove è finito l'altare, quello vero, di pietra, con il tabernacolo al centro e le reliquie dei santi, in cui si rinnovava il sacrificio della croce ?
Dove è finita la enunciazione chiara, inconfutabile del peccato ?
Dove sono finite le file ai confessionali, a fare pulizia in casa, prima di ricevere l’Ospite atteso ?
Dove sono finiti i Santi, le loro virtù, le loro opere, tenacemente e teneramente nel cuore e nelle parole dei religiosi di un tempo ?
Dove sono finite le chiese, sempre aperte, custodite da sacerdoti sempre presenti, accoglienti la nostra anima in cerca di ristoro ?
Dove sono finite le campane, quelle vere, a cadenzare le nostre giornate profane, a richiamare verso l’alto i nostri pensieri ?
Dove è finita la Santa Messa, quella vera, unidirezionale, senza le penose esibizioni antropocentriche della mensa protestante ?

Non si tratta di nostalgia, sentimento effimero del cuore, ma di RIMPIANTO, tensione dolorosa dello spirito.







domenica 12 luglio 2020

ZELO ALLA ROVESCIA




Lo zelo è l’altra faccia dell’idolatria. Quando ci si allontana da Dio per seguire idoli profani o, peggio ancora, sociopolitici, lo zelo, avvinto dall'ideologia, diventa sempre eccessivo e degenera in interessato servilismo. Tutto finisce poi per essere irragionevole e ridicolo. Stamattina mentre mi recavo a messa, celebrata non dal parroco ma da un sacerdote coadiutore, l'unico normale da queste parti, che non ha paura di distribuire la comunione in bocca, in una chiesa tappezzata di manifesti "apandemici",  stavo dimenticando tutte le prescrizioni delle “autorità” in merito all’ingresso e alle modalità di stare in chiesa. Sono stato richiamato dal “servizio di sicurezza”, in casacca gialla e arancio e mi hanno impedito di entrare senza aver prima “sanificato le mani”, ammonendomi sul fatto che quelle erano disposizioni del vescovo approvate dal prefetto. Tutto bene, i religiosi si attengono, scupolosamente, in modo zelante, alle disposizioni governative, fatte proprie dalla CEI ma, mi chiedo e non glielo vado neanche a dire, tanto sarebbe tempo perso, perché non applicano lo stesso zelo per le disposizioni della Chiesa medesima, per i precetti del Catechismo, per comandamenti di Dio ? Perché tanto zelo per la materia e così poco per lo spirito ?
Tanto per attestare, ma non ce ne sarebbe bisogno, la spaccatura in atto, una signora, al termine della messa, protestava animosamente con il parroco perché il celebrante si permetteva di dare la comunione in bocca.
Non basterebbe l’intero spazio del blog (che poi, in particolare, a questo è dedicato...) per elencare tutte le derive che la chiesa moderna, in modo arbitrario e soggettivistico, sta percorrendo rispetto alla Tradizione, alla Dottrina, alla Sacra Scrittura, ai Comandamenti, in particolare il primo e il sesto e, in definitiva, persino rispetto alle disposizioni della chiesa postconciliare.
Ne cito soltanto una, senza alcun commento (intelligenti pauca), tratta dall’ISTRUZIONE Redemptionis sacramentum della CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI:

«..[172] Spetta al Sacerdote celebrante, eventualmente coadiuvato da altri Sacerdoti o dai Diaconi, distribuire la Comunione e la Messa non deve proseguire, se non una volta ultimata la Comunione dei fedeli. Soltanto laddove la necessità lo richieda, i ministri straordinari possono, a norma del diritto, aiutare il Sacerdote celebrante.[173]
[89.] Affinché, anche «per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al Sacrificio che si celebra»,[174] è da preferirsi che i fedeli possano riceverla con ostie consacrate nella stessa Messa.[175]
[90.] «I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi» e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme».[176]
[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli».[177] Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi.
[92.] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca,[178] se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli.[179]…»





domenica 5 luglio 2020

CATTOLICI O NIENTE






Prendo spunto dall’articolo del prof. Enrico Maria Radaelli (qui), che mi ha preceduto di qualche giorno, per ribadire un concetto semplice e scontato ma, proprio per questo, ignorato dalla “kultura” dominante. La classificazione delle idee e quindi, in definitiva, del pensiero,  è una delle tecniche di gestione del potere o, almeno, di quella parte del potere che attiene alla formazione e mantenimento della “pubblica opinione”. Un metodo tipico di tutti i regimi totalitari, di destra o di sinistra (ma la dicotomia è solo fittizia...), che ha lo scopo di ridimensionare e quindi screditare ogni giudizio estraneo al pensiero dominante. Per questo si avvalgono anche di leggi, palesemente anticostituzionali (ma che importanza ha ormai...) volte ad abbattere un principio cardine della rivoluzione dei loro antenati (ma non tanto) giacobini. Sono per la “liberté” del pensiero, ovviamente, ma solo di chi la pensa come loro. Tutto ciò in attesa della riproposizione delle liste di proscrizione.
Così se tu sei un CATTOLICO NORMALE ti dicono che sei tradizionalista, oscurantista, nostalgico, conservatore come sinonimi di retrogrado, reazionario e, ovviamente, fascista. Loro invece, i fari della nuova evoluzione, sono progressisti, moderni, innovatori, riformatori. Queste sono categorie politiche che vanno bene a connotare le tensioni di una pro-loco di paese dove ci si divide tra chi vorrebbe la “sagra de le taiatelle co la papera o la rassegna di poesia dialettale  o ad indicare le correnti in seno ad un partito, come la Democrazia Cristiana di allora (Cristiana ?....) dove la frangia comunista è confluita nel grande partito della sinistra italiana, quello di “Dio, Patria, Famiglia che vita di merda…”, a proporre ed approvare leggi antitetiche rispetto alla dottrina della Chiesa, quella vera.
Finiamola con queste idiozie, tanto non ci caschiamo, diamo alle cose il loro giusto nome. Una mela non è una banana e una lucertola non è una ghiandaia. Se un credente afferma che occorre rispettare i precetti del Catechismo della Chiesa Cattolica per l’atteggiamento da assumere verso le “altre inclinazioni sessuali” non è un  retrogrado oscurantista ma un battezzato di Santa Romana Chiesa.
Così, d’altra parte,  se un vescovo facesse il giro in bicicletta attorno all’altare, con tanto di casula e mitra, non sarebbe, conseguentemente, un progressista, ma semplicemente un cretino e se un altro vescovo si mettesse a cantare le canzoni di sanremo durante una cerimonia non sarebbe per forza un prete moderno, ma soltanto un invasato. Quando un sacerdote, durante l’omelia, afferma che “Cristo è gay…” non è un "entusiasta dello spirito del tempo", è soltanto un malato di mente. Se un professore di teologia dichiara che “vi è una componente erotica nell’Eucarestia” non è necessariamente un innovatore, è soltanto un indemoniato. Se il predicatore della santa casa pontificia sostiene che “noi cattolici abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…” non è un fine teologo, è soltanto, inconfutabilmente, un protestante. Se vi è stata una colossale, iconoclasta, trasformazione delle chiese, alla fine degli anni sessanta, per accogliere la nuova liturgia protestante, non è “visione illuminata della evoluzione del rapporto con Dio”, è puramente furia distruttiva. Se alcuni alti prelati, guidati dal papa, si mettono ad adorare degli idoli di legno, uno dei quali raffigurante una specie di dio Priapo, come quello della casa dei Vettii (povera Madonna di Pompei*), arrivando persino ad atti di prostrazione, questo non è attenzione verso le altre religioni nello spirito di "Dignitatis Humanae", ma qualcosa che supera l'idolatria e, visto anche da chi viene commessa, ha l'impronta del satanismo.
Siamo Cattolici di Santa Romana Chiesa, quella Vera, fondata da Gesù Cristo, chiamati a stare solo, esclusivamente dalla sua parte perché “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” Mt 12,30.



* dalla Novena d’Impetrazione alla Vergine del Rosario di Pompei del Beato Bartolo Longo:
«O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dov’erano adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie…»









domenica 21 giugno 2020

COME LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO







Caro Fr. Igino,
riprendo alcuni pensieri che le avevo inviato qualche anno fa’ perché ultimamente l’ho vista spesso in televisione e in qualche articolo di giornale, per il progetto di trasformare uno dei luoghi più “ambiti” di Torino in centro residenziale.
Sono passati quasi 50 anni da quando, assieme a due miei compagni di “matricola”, dai bassifondi di via Nizza, giungevo a Villa San Giuseppe. Conservo ancora il ricordo di quel primo contatto, l’aria leggera e familiare della collina prendeva il posto di quella umida e indifferente del piano, troppo vicino alla stazione, troppo lontano dalla mia natura. Provo, ora, un certo pudore nel ricordare quel ragazzo pieno di inquietudini, smarrito in una città dissonante dalle corde di chi era cresciuto in una cultura paesana, bucolica ma primordiale, che, fino ad allora aveva incontrato la modernità, quella vera, caotica e spregiudicata, omogeneizzante e relativistica, non quella consumistica appena iniziata, solo in qualche pagina di Pasolini (ahimé quanto profetico!), in un paio di film di Fellini e in qualche canzone di De Andrè. E poi non avevo capito niente della città. Bisognava immedesimarsi, togliersi l’abito da provinciale, cercare di capire e vivere. Ma per questo non serve a niente essere bravo a scuola, serve capire, comprendere la ragione delle cose, entrare nell’intimo dell’animo delle persone, avere la forza intellettuale e morale che un grande Torinese, Carlo Levi, aveva avuto, in un contesto quasi speculare. Bisognava semplicemente essere naturali. Qualcosa avevo percepito, aiutato da quel poco istinto paesano rimasto non artefatto: il vero contenuto di quegli anni cruciali a ridosso del '68, le aule occupate da compagni di corso (non in senso politico) molto confusi ma accomunati di sicuro dalla scarsa voglia di studiare e dal superamento di quel principio che a me avevano impresso fin da bambino che nulla si ottiene senza sudore. Ma certo non immaginavo il disegno di chi sfruttava quei malumori alimentati dall'invidia sociale e intellettuale, per realizzare la società dove tutto è sempre relativo a qualcos'altro, dove l'estetica dà regolarmente forma alla nullità, dove l'affermazione di sé è sempre inversamente proporzionale alla competenza, dove il valore della verità farebbe arrossire persino Pilato, dove l'ipocrisia che si respira, ora diventata strutturale, ha quasi sostituito l'ossigeno.
Sono passati 50 anni e tutto è cambiato, fuori di me e, apparentemente, dentro di me. Ora considero una fortuna non avere mai perso la capacità di confrontare ogni cambiamento con i principi basilari della mia formazione, alla quale Lei ha contribuito in misura decisiva: l’osservanza delle regole, tutte, anche quelle secondarie o non condivise, quale principio di convivenza, il rigore nel rispettare la gerarchia degli interessi personali, la caparbietà nel raggiungere gli obiettivi, il distacco abissale da porre tra valori fondamentali e tutto ciò che inevitabilmente e, a volte, in modo superfluo, riempie la propria vita, l'ascolto e la comunicazione quale alimento della stessa esistenza e ultimo, ma più importante, il costante riferimento al modello della nostra comune formazione religiosa.
Ho raggiunto tardi l’età della consapevolezza, nei ripensamenti e nelle riscoperte di quei principi. Adesso, anche se con una punta di presunzione intellettuale, non ho più pudore di appartenere alla generazione a cavallo tra l'epoca dell'aratro trainato dai buoi e quella dell'iPhone, desideroso di affrancarsi dalla prima ma che, ora, in questo tempo di scemenza globalizzata, al di là della facile nostalgia e consapevole di quanto è cambiato in meglio, ne rimpiange il contenuto di genuinità, ricchezza interiore, dignità, rettitudine, singolarità. Non rimpiango la “goliardia” da lei incoraggiata che, irretita dal “non consentito” perché propugnata dall’alto, perde la sua spontaneità e diventa parodia di sé stessa. Eppure quella vera aveva un senso, come il carnevale prima della manipolazione modernista, il rito di passaggio verso la vera maturità, la preparazione ad un mondo cinico nel quale è necessario schernire, per sopravvivere, ogni purezza esteriore, per rimanere puri dentro. Ora la realtà supera di gran lunga la finzione poiché la goliardia stessa è al potere.
Quel luogo, Villa San Giuseppe, lei lo ha plasmato con la sua carne, vi ha messo tutta la sua anima contadina, quella di una volta, austera, ruvida ma pietosa, inflessibile ma comprensiva, vi ha costantemente onorato la regola del fondatore del suo ordine religioso e assolto in pieno il desiderio dei donatori di quel bellissimo terreno e delle risorse per edificarvi la villa. Perché giustamente convinto che un uomo si deve plasmare attraverso la storia delle mille generazioni precedenti di cui lei è un portatore autentico.
Ora quella “scuola di vita” non serve più, semplicemente perché non c’è più la materia prima, non ci sono più gli allievi, tutti indottrinati e formati, pieni di sé già a undici anni, dal sistema educativo centralizzato, aculturale, perché monoculturale, costruttore del “nuovo ordine” senza Dio.
Lasci la nave che stanno per demolire, ora altre navi solcano gli oceani, piene di balocchi e di virus letali programmati per uccidere le nostre radici. Ora “quel mare scuro” non fa più paura, perché liquido come le nostre incertezze, scivoloso come gli ideali della nuova "civiltà".
Se ne deve fare una ragione, lei è vittima della metamorfosi del suo stesso ordine religioso di appartenenza che, come altri ordini religiosi, ha completamente accolto la “nuova religione”.
Se ne deve fare una ragione perché, in fondo, lei condivide la sua solitudine con quella di Chi, ritrovandosi solo la sera di quel giovedì, continua ancora oggi, più che mai, ahimé, a ritrovarsi solo.
Se ne deve fare una ragione perché quel che conta è che lei sarà sempre nei nostri pensieri, nei pensieri di tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerla, baluardo inattaccabile nei più reconditi anfratti della nave della nostra anima, che stanno tentando ostinatamente di inabissare.

Claudio Gazzoli, in Villa San Giuseppe dal 1971 al 1975.





venerdì 12 giugno 2020

PERSECUZIONE



Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.   Mt 5,11


Uno dei pochi religiosi, di questa oscura diocesi di Fermo, un tempo tra le più feconde, importanti d'Italia, che mostra, di lontano, la sua grande fede. È un sacerdote normale, come tutti dovrebbero esserlo, che celebra in modo decoroso la liturgia, senza aberrazioni sociopolitiche, senza fronzoli mondani, senza esaltazioni ridicole, senza protagonismi, senza profanazioni. È un sacerdote che richiama costantemente al cielo, non si rotola nel limo delle questioni terrene, proclama unicamente la Parola, non predica la rivoluzione permanente come un  militante neo trotskista, è attento alle preoccupazioni spirituali dei fedeli che vogliono affidarsi a lui, si occupa delle anime, non dei corpi. È un sacerdote Cattolico Romano che diffonde la nostra religione, senza tentennamenti, senza paura di fare “proselitismo”, senza l’apprensione di offendere quelli di altre religioni. Nel celebrare la Messa si raccoglie in modo profondo sul momento culminante della Liturgia Eucaristica, quasi indugiando perché assorto, dilatando il tempo che normalmente vi viene dedicato. Poi offre la comunione in bocca, anche in questo periodo maledetto.
Tuttavia queste sue qualità, che sarebbero indiscusse in altri tempi, fanno irritare i suoi superiori e il popolo. A parte alcune persone di grande fede, lo criticano perché troppo all’antica, troppo rigido. Oggi la gente vuole vivere bene, non vuole sentir parlare della finitezza del tempo che ci è assegnato, vuole la certezza del perdono senza riparazione, la ricompensa senza sacrificio, non ne vuole sapere di fuoco eterno, pensa che questo sia “medioevo”. Vuole una Chiesa che assecondi la sua voglia di godere, perché la vita è breve e “di doman non v’è certezza”, vuole sacerdoti comprensivi, indulgenti, vestiti come noi, simpatici, trasgressivi, compagnoni (o compagni…), flessibili, che proclamino il vangelo della nostra vanagloria. Tale persuasione è talmente consolidata da poterla considerare, ormai, strutturale, irreversibile. Sarebbe come provare a togliere l’abitudine della siesta al gatto di casa. Pertanto, anche con tante buone intenzioni, questo non è più il luogo della evangelizzazione. Questo non è più il luogo della testimonianza. La civiltà occidentale non brucia più del fuoco inestinguibile, il carbone che produce non può ritornare legna. Ha deciso di lasciare la parrocchia, ha chiesto di avere un altro incarico, anche fuori dall'Italia, paese ormai de-evangelizzato.
La gente “pensa” così come è stata ammaestrata a pensare in questi sessanta anni di inculturazione televisiva, rafforzati, in modo decisivo, dagli ultimi venti di “social network”, assecondati dalla Chiesa postconciliare. Quei pochi, refrattari alla omologazione, che hanno conservato la vera fede, vengono emarginati e perseguitati. Una persecuzione, sottile ma evidente, del pensiero e poi delle anime, che, almeno per ora in occidente, non comprende, la persecuzione dei corpi, come ai tempi di Diocleziano o come ai tempi nostri con i migliaia di cristiani uccisi in varie altre parti del mondo. Questa persecuzione è strisciante, subdola, ma altrettanto devastante. E, quel che è peggio,  paradossale e tragico, viene messa in atto con la partecipazione determinante della stessa Chiesa, che si è alleata con il nemico di sempre e con i suoi scherani.
Ho negli occhi il video di quella donna anziana, molto devota, ma oggi pare una colpa grave, che si mette in ginocchio, per ricevere la comunione in bocca. Il prete, agitando la mano e brandendo l’ostia, le intima di alzarsi, con l’intento di dargli la comunione sulle mani. Poi, davanti al diniego di quella donna, la scarta come fosse il birillo di una gincana, la mortifica, offendendo impunemente l’Altissimo tra le dita. Una sequenza assolutamente al contrario di quella che dovrebbe essere: il sacerdote che si rifiuta di dare l'ostia consacrata  ad una persona in piedi che pretende di riceverla sulle mani... una chiesa assolutamente alla rovescia... La persecuzione dell’anima. Ma l’anima ricolma di fede non si può sopprimere.
Chi non si adegua al mondo è PERSEGUITATO e lo sarà sempre di più.
Si parla della prossima approvazione della legge sulla cosiddetta “omofobia”, termine quanto mai inappropriato, per quanto mi riguarda non ho alcuna paura degli “omo”… ho semplicemente qualcos’altro. La demolizione della legge naturale a colpi di maggioranza è pura BARBARIE della cosiddetta democrazia, come i sacrifici umani, il cannibalismo, la strage dei contadini di Stalin, la repressione della Vandea, le camere a gas, i gulag, la sottrazione "legittima" dei bimbi ai genitori, i fatti di Bibbiano, l’invasione islamica programmata, i metodi educativi basati sul gender, il terrorismo, la pedofilia, l’aborto. L’intento, perseguito con il silenzioso beneplacito dei vertici della Chiesa, nonostante alcuni mugugni incomprensibili, è quello di rendere illegittima la religione che condanna, in modo inequivocabile, come altro non potrebbe essere, nella sua vera Dottrina, la sodomia. Si tratta di un salto di categoria decisivo del programma di persecuzione della religione Cattolica e del suo annullamento, iniziato con l’Illuminismo, che non poteva trovare epoca migliore per essere completato. Ovviamente si avvalgono di un alleato potentissimo, per attuare la nuova PERSECUZIONE, ma non ci piegheremo, non avranno le nostre anime.