lunedì 21 settembre 2020

IL GRANDE INGANNO

Telemaco Signorini - Pascoli a Castiglioncello


«Ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono.»  Sal 48

Ero bambino, negli anni cinquanta, della generazione nata da genitori che hanno dovuto ricostruire, se non si apparteneva direttamente alla categoria dei vincitori, con le proprie mani, una vita dignitosa, una casa, un lavoro, un sistema di relazioni che la guerra prima, la guerra civile dopo, avevano disperso, se non del tutto demolito. La modernità, da noi, era arrivata solo in parte, in alcune zone, in alcune case. Ricordo molte donne di paese con la brocca in testa, dopo essersi rifornite di acqua alla fontana pubblica o trasportare, con il secchio di zinco, i panni da lavare al lavatoio. Ricordo i carri, alcuni bellissimi, trainati da una coppia di buoi, mentre trasportavano il fieno o il grano, da far macinare al molino a pietra, su cui noi bambini potevamo, se il contadino acconsentiva, salire al volo. E poi i fornelli a carbone, la lampada ad acetilene, le candele, perché la corrente era molto fioca e mancava spesso, le lunghe serate invernali, senza la televisione, che non era ancora arrivata, davanti al camino acceso che doveva assicurare le braci per scaldare il letto (la monaca e lu prete, per chi è di queste parti), l’acqua ghiacciata con cui dovevamo bagnarci il viso la mattina.

Posso dire che il quadro di costumi, tradizioni, mestieri, relazioni, cultura popolare, poteva essere paragonabile, ancora negli anni cinquanta, nei piccoli centri marchigiani dell’interno, a quelli mirabilmente descritti da Leopardi ad inizio ottocento.

Improvvisamente, come un fiume in piena, è arrivata la modernità. Era ovviamente impossibile rinunciarvi. Se ti portano l’acqua corrente, i fornelli a gas, il telefono in casa, il frigorifero, il riscaldamento, la lavatrice, non ti chiedi che cosa vogliono in cambio, non ti chiedi dov’è l’INGANNO, a parte, ovviamente, il costo economico. Lo scopri cinquant’anni dopo che volevano e vogliono le opinioni che dicono loro, le notizie che dicono loro, le nozioni che dicono loro, la scuola che dicono loro, i modelli di comportamento che dicono loro, i consumi che dicono loro, i vestiti che dicono loro, i giochi che dicono loro, la musica che dicono loro, la politica che dicono loro, la religione che dicono loro, perché vogliono le tue opinioni, i tuoi pensieri, i tuoi sogni, la tua anima.

Non potevano permettersi di prendersi tutto senza occupare l’anima. Il Concilio Vat. II è stato convocato per questo, per prendersi, in modo seducente e pervadente, l’anima del popolo di Dio. Un’anima orientata a Dio, guidata da una Chiesa perfettamente coerente con il proprio mandato, non confusa dalle lusinghe del mondo nuovo, non disorientata, sarebbe stata un ostacolo insormontabile al progetto.

Non intendo ovviamente addentrarmi nella sconfinata, complessa analisi del Concilio, dei suoi decreti, dei successivi documenti. Lascio questo a persone molto più competenti di me. Mi limito ad osservare che quando mi sono deciso di leggerli, vi ho riscontrato una specie di “corruzione” dovuta alla presenza di alcuni elementi, magari pochissimi rispetto all’insieme, contrari alla Dottrina della Chiesa, alla sua Missione. Faccio solo l’esempio di Nostra Aetate, in cui in un impianto cristologico, comunque confuso, mai illuminante il cammino verso Gesù, che nondimeno pretende di legittimare il rapporto con le altre religioni, la “fratellanza universale”, l’unità, la dignità umana, i diritti di tutti gli uomini, si legge “la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni”. Oggi, dopo sessant’anni, abbiamo visto dove porta il “vero e santo in queste religioni”, avendo assistito alla paradossale, infernale adorazione nei Giardini Vaticani.

Elementi estranei inseriti con una tecnica simile al “drogaggio” dei semiconduttori, che, con l’aggiunta di microscopiche parti di metalli diversi al silicio, ne mutano decisamente le proprietà fisiche. Non è un caso che questo “drogaggio” dei semiconduttori abbia reso possibile la rivoluzione digitale, mentre il “drogaggio” del concilio ha reso possibile la rivoluzione della Chiesa. Ha realizzato il disegno di abbattere  ogni aspirazione trascendente, per realizzare modelli di pensiero orizzontale, assoggettando l’anima individuale all’ideologia del pensiero unico e del partito.

La Chiesa post-conciliare ha seguito passo-passo l’evoluzione laica del mondo. Non ci siamo chiesti, allora, dov’era l’INGANNO. Tutto ci sembrava in linea con l’euforia “emancipatrice” di quegli anni.

Così la rivoluzione musicale pop/rock anni sessanta e subito la chiesa, a ruota, con le schitarrate nelle chiese e  melodie ritmate a sfondo sentimentale.

Le assemblee politiche fine anni sessanta e subito la chiesa con la sostituzione della Messa di sempre con la cena-assemblea, di chiara matrice protestante.

Le aperture democratiche, la partecipazione, e subito la chiesa con i consigli parrocchiali, i consigli diocesani, gli incontri sinodali.

La deriva informale, disinvolta dei costumi e subito i preti ad eliminare la talare e a rendersi, ormai, irriconoscibili.

La eliminazione degli elementi formali, nelle relazioni sociali e gerarchici, nelle responsabilità, e la chiesa subito con la banalizzazione della liturgia.

La tecnica dell’illuminazione mediante riflettori, con i profluvi di luce abbagliante, inondante, che rende tutto omogeneo, a favorire la seduzione sulle cose e subito la chiesa, a ruota, con l’adozione dei riflettori, sempre più luminosi, nelle chiese.

La liberazione della donna, la glorificazione dell’omosessualità, la delegittimazione della famiglia e la chiesa, a ruota, che spalanca le porte dei seminari a ogni tipo di lascivia, arrivando, è cronaca di ogni giorno, a benedire, davanti all’altare, le coppie omo o come altro si dice… Il papa salutando, qualche giorno fa, in piazza San Pietro (ma non so fino a quando potremo continuare a chiamarla con questo nome), un’associazione di genitori “lgbt” afferma: «la chiesa ama i bambini lgbt», facendo propria una definizione generica ultramodernista, nel plauso generale, senza chiarire se li ama perché li considera vittime di una efferata ideologia autodistruttiva o perché “la Chiesa castiga il peccato ma accoglie il peccatore…” o perché, semplicemente, avvalorarlo non è peccato. C’è da chiedersi: “ma la chiesa ama i bambini normali ?,  la chiesa ama le famiglie normali ?”.

La strategia dell’indottrinamento acritico e della propaganda ideologica, tipica della cultura dominante di matrice marxista, che reinterpreta e riscrive la storia, in senso storicistico, viene fatta propria dalla chiesa nella nuova esegesi della Sacra Scrittura, nella rielaborazione dei testi sacri. L’esempio della nuova traduzione del Padre Nostro è quello più eclatante, ma, ovviamente, non l’unico. Qui l’inganno arriva persino a cambiare le parole del testo greco, visto che non è riportato in alcun manoscritto il termine corrispondente a “non ci abbandonare”. Ormai non si tiene in alcun conto della Vulgata di San Gerolamo, per il quale la traduzione è stata un atto di grande fede, prima che un esercizio intellettuale, sicuramente Ispirata e sofferta. Innumerevoli sono gli esempi che si possono fare, mi limito ad uno solo. Dal volume IV Liturgia delle Ore della CEI ed. 1989, Salmo 109: manca il versetto 6, presente, invece, nel Breviario Divinum Officium 1960:  «Egli giudicherà le nazioni, riempirà [tutto] di rovine, schiaccerà sulla terra le teste di molti». La traduzione, la struttura,  si adattano alla sensibilità mutata dell’uomo moderno, semidio, che deve perseguire la felicità terrena, e quindi non può angosciarsi per parole troppo forti, non deve pensare a cose cattive come l’Inferno, va assistito, blandito, curato, coccolato.

Ma l’INGANNO più grande è quello dell’ECUMENISMO, perché nasconde, in modo insidioso e strumentale, l’accoglimento dell’eresia. Ora sappiamo perché, per la gerarchia, fosse così auspicabile la migrazione, ormai giunta a compimento, verso un vago protestantesimo, attento a tutte “aperture” alle quali sono "molto sensibili" pure loro.

Ridotta così la religione, in una chiesa che si occupa tanto “ardentemente” delle cose della vita terrena, anzi di più, del piacere dei corpi e affatto della vita soprannaturale e quindi della salvezza delle anime, è come prendere un caffè con gli amici, come fare una gita e sentirsi più buoni, è come fare un giro in barca e sentirsi in pace con il mondo. Viene a mancare Tutto, la tensione verso il soprannaturale, il conforto di qualcosa molto più grande di noi. Un’altra religione.

Gesù non è andato a rimorchio dei sadducei che rifiutavano la tradizione orale, o dei Farisei, che, invece, la approvavano, non è andato a rimorchio degli Zeloti, propugnatori della guerra contro i Romani, non ha promosso o fiancheggiato sodalizi socio-politici. Ha tracciato il sentiero, impervio ma inconfondibile, che siamo chiamati a seguire pure noi.

Il grande inganno procura il DELIRIO della ragione e del discernimento. Così accade che vengano considerati “malati di tradizionalismo” i pochi religiosi ancora “refrattari” e coraggiosi, che vengono perciò invitati, ma forse è meglio dire obbligati, a sottoporsi ad un periodo di disintossicazione o “rieducazione”, come nei migliori regimi comunisti della storia, da parte dei nuovi khmer rossi, infiltratisi, da più di un secolo, in modo marginale prima, ma sempre crescente, inarrestabile come orde di Urukhai, nelle strutture della Chiesa. Ora sono al potere, insolenti, altezzosi, inamovibili, compiaciuti di avere così zelantemente compiaciuto il loro vero padrone.

Un sacerdote che conosco, che “si ostina” a dare la comunione in bocca, a fare omelie parlando soltanto della Scrittura, delle vite dei Santi, Dei Dottori della Chiesa, dei Novissimi è stato, qualche giorno fa, convocato dal generale dell’Ordine di appartenenza: «ti mandiamo a Roma» gli ha comunicato, «hai bisogno di guarire perché sei malato di tradizionalismo…». Solo che, invece, il sacerdote, peraltro giovane, è sanissimo, mentre il generale dell’Ordine avrebbe bisogno immediato delle cure di un bravo esorcista.

Il GRANDE INGANNO è quello consumato, da parte della chiesa, a spese dell’anima individuale, proponendo spiegazioni agli antipodi rispetto alla tradizione popolare. Leggo, dal sito santuariodiloreto.it:

Alcuni indizi fanno pensare che gli autori del trasporto, non siano stati gli angeli del cielo, ma una famiglia denominata Angeli. Era il 17 maggio 1900 quando Giuseppe Lapponi, archiatra pontificio di Leone XIII, indicava di aver letto negli archivi vaticani alcuni documenti che indicavano una nobile famiglia bizantina di nome Angeli, che salvò i materiali della Casa della Madonna dalla devastazione mussulmana e li fece trasportare a Loreto.” Solo che è stato dimostrato, soprattutto grazie alla dedizione del prof. Nicolini, che questi “documenti” degli archivi vaticani sono falsi.

Se “alcuni indizi” sono sufficienti per non credere al trasporto miracoloso della Santa Casa di Loreto, come possono credere agli innumerevoli miracoli di cui la pietà cristiana ha conservato la tradizione ? Infatti non credono più nei miracoli, perché “non spiegabili razionalmente”. Come possono credere alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, creazione della materia dal nulla, in opposizione al primo, fondamentale, principio della fisica ? Come possono credere che un corpo, morto da tre giorni, in decomposizione, possa riattivare tutte le funzioni vitali, fino a riavere la vita nella Risurrezione ? E infatti non ci credono, visto che molti nella gerarchia sostengono trattarsi di un simbolo!!

Mettere in discussione secoli di “pietà popolare” verso la Madonna di Loreto è una forma di sacrilegio di cui si rendono complici anche blog molto diffusi, ospitando, in virtù della ingannevole “par condicio”, metodici interventi dissacratori con evidenti segnali demoniaci, con lo scopo esclusivo, come nei dibattiti politici, di creare confusione e azzerare ogni valore di verità. Pure questo zelo è cedimento all’illuminismo, contro la Fede. Ma prima delle “conquiste” della cosiddetta democrazia, prima della “correttezza professionale”, viene la coerenza del rapporto con Dio, che non ammette discussioni, dispute, investigazioni.

La scorsa settimana, avendo intuito che una religiosa e le sue consorelle, avrebbero espresso un certo voto, ho pensato bene di informarla che stavano per dare il proprio consenso e quindi, in una certa misura, condividere il programma, ad un partito i cui rappresentanti vanno sulle piazze con cartelli “Dio, patria, famiglia che vita de merda”, favorevole all’aborto, alla raccapricciante pillola abortiva, all’abolizione della famiglia naturale per assecondare le “famiglie” omo e oltre…, all’adozione, da parte di queste medesime “famiglie”, di bambini magari nati in provetta e con l’utero in affitto e a mille altre diavolerie che fanno infuriare persino Lucifero, invidioso che gli allievi abbiano superato il maestro. La sua risposta mi ha lasciato interdetto: «tanto lo fanno pure gli altri…». Ora, a parte la palese, sprovveduta conferma della mia intuizione, io non avevo proposto alternative, c’è sempre l’opzione di non dare per forza il consenso se non c’è condivisione. Ho risposto soltanto che tutte le volte che avevo votato scheda bianca, o che non ero andato a votare, non avevo sentito l’esigenza di riferirlo in confessione. Quella risposta, penosamente banale e profana, dimostra quanto la “propaganda dei vincitori” sia riuscita, negli ultimi sessant'anni, a convalidare l’idea che questi sono i buoni, che “ogni tanto sbagliano”, mentre quelli sono i “cattivi”, irrecuperabili. Dimostra quanto i principi fondanti della religione vengano calpestati dalla faziosità e dai compromessi della politica, quanto l’INGANNO IDEOLOGICO sia riuscito a disonorare la vocazione di una grande parte di religiosi. O forse è stato lo stesso inganno ideologico ad averne condizionato la vocazione…

La nostra anima non può permettersi di essere ingannata, non vuole essere “animula vagula blandula”, non ha bisogno di riflettori che non si possono guardare, di bufere che tutto travolgono, di idoli che non si possono adorare, di canzoni che non si possono cantare, di utopie, contrarie alla tradizione, che non si possono accettare. Ha bisogno di guardare la luce fioca, ma rischiarante, della candela, di ascoltare il “sussurro di una brezza leggera”, di dissetarsi all’unica fonte di acqua fresca, di mondarsi al lavatoio con l’acqua corrente, di nutrirsi del pane di farina purissima macinata sulla pietra dell’unica Dottrina, di viaggiare sul carro variopinto verso l’Infinito, dove Gesù e Sua Madre ci stanno, premurosamente, aspettando. 

Claudio Gazzoli - Monterubbiano






martedì 1 settembre 2020

PIENAMENTE CONFORMATI ALLA MENTALITÀ DI QUESTO SECOLO

 


Sabato sera 29 agosto alle 21.30 al rosario nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Domenica mattina la messa nella stessa basilica. Ingresso compartimentato e controllato come ad una istallazione nucleare militare. Tutti con mascherina, in questa immensa navata della basilica che contiene la Porziuncola che fu uno dei luoghi prediletti della prima comunità fondata da San Francesco.

Risuonano, in questo grande spazio, le parole di San Paolo della liturgia della messa (Rm 12, 1-2):

«Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto.»

Parole grevi, nel caldo afoso che rende la respirazione affannosa, parole che fanno riflettere: sono io che devo rinnovare la mia mente, abbagliata dalle lusinghe del mondo, per comprendere “ciò che è buono e quindi gradito a Dio”. O meglio, per ritornare a comprendere ciò che l’evoluzione del pensiero moderno, garantista e rassicurante, ha inesorabilmente offuscato. “Ciò che è buono” è coniugato al presente, non solo perché questo è il tempo della lettera di Paolo, ma perché questo è il TEMPO DI DIO, un presente senza tempo perché in Dio non vi è “tempo”. Il riferimento morale è ASSOLUTO, non relativo alle inclinazioni mutevoli dell’uomo. Per ritornare a comprendere ciò che è GRADITO A DIO, non ciò che è gradito alla nostra natura volubile.

Risuonano altresì le parole che Gesù rivolge a Pietro (Mt 16, 21-27):

«Lungi da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»

Queste parole, dure come il granito, sono rivolte anche a noi, che, figuriamoci, siamo distanti anni luce dalla contiguità, dalla soggezione di Pietro, in un’epoca assolutamente pervasa dalla forza del pensiero secolare e i suoi infiniti corollari.

Ma non è facile soffermarsi in queste riflessioni. I frati custodi della Basilica sono così solerti e zelanti nel far rispettare le regole anticovid. In particolare un frate, che percorre le navate, indicando la propria mascherina, a riprendere, con sguardo minaccioso,  chi non la indossa come lui, fin sotto gli occhi, a redarguire chi la indossa lasciando scoperte le narici. Una esibizione inquietante, che uno non si aspetterebbe di trovare in chiesa, ma in uno stato di regime militare. Poi la distribuzione della comunione, con tutte le precauzioni igieniche del caso, ovviamente sulle mani.

Non vedo altrettanta cautela per le anime, miseramente scoperte e confuse davanti all’attacco del male, diventato, in questo tempo, irriconoscibile, anche per la totale mancanza di adeguate misure di “prevenzione”. Se il medesimo zelo venisse applicato, da parte dei religiosi, nei confronti del virus supervirulento del peccato, proponendo in modo sistematico, richiamando ed offrendo tutti gli antidoti che la Chiesa di Gesù mette a loro disposizione, non ci troveremmo nella situazione disperata di oggi. Questo e solo questo è il compito della vera Chiesa, la prevenzione, la vigilanza e, quindi, la salvezza delle anime !

Si respira un'aria diversa, da qualche anno, ad Assisi. Un’aria pesante che non ha più nulla dell’aria leggera, fatta di solo Spirito, alle quote elevate, dove la materia diventa impalpabile come neve fresca.

Si respira un’aria pesante, intrisa dei pensieri dell’uomo tronfio e autosufficiente di questo inizio secolo. Un’aria grondante di buonismo, sentimentalismo, ecologismo, ambientalismo, mondialismo, ecumenismo, panteismo, naturalismo, antropocentrismo, cattocomunismo…. comunismo. Un’aria pesante che pervade e affonda questi ordini religiosi, destinati, se permanesse l'attuale tendenza, a scomparire, con buona pace del loro fondatore, animato da ben altro zelo.

San Francesco aveva altre intenzioni, per Assisi: «Benedetta sii tu dal Signore, città santa a Dio fedele, poiché per te molte anime si salveranno e in te molti servi dell’Altissimo abiteranno e da te molti saranno eletti al regno eterno».

San Francesco non ha redarguito il lebbroso, che non indossava la mascherina, lo ha abbracciato e lo ha baciato.




sabato 22 agosto 2020

FORMA E SOSTANZA

 


L’Annunciazione di Simone Martini, degli Uffizi, non è una raffigurazione realistica del momento dell’Annunciazione. Non vi sono rappresentati l’ambiente domestico della modesta casa di Maria, come si può vedere a Loreto, gli umili arredi, le pareti di mattoni. La parete che fa da sfondo è completamente laminata di oro sfolgorante, mentre la scena è incastonata in un’architettura gotica. La forma splendida della pala rivela in modo altissimo la sostanza eccelsa dell’irrompere decisivo di Dio nella storia dell’uomo. La forma stilizzata, sinuosa, armoniosa, sta qui a sublimare la sostanza grandiosa di questo evento nella sua dimensione atemporale. Persino Caravaggio ha avuto bisogno di rinunciare, in parte, al cupo realismo per la sua “Annunciazione”. Tuttavia questo non era più l’uomo del medioevo, ma l’uomo individuo, in attesa di diventare solo “formalmente” individuo che ha, sostanzialmente, perduto il rapporto con il Creatore.

La forma è lo strumento che ci è stato dato, per azione dello Spirito Santo, in duemila anni, per cercare di comprendere la sostanza di Dio, guidandoci in una dimensione non profana, molto diversa dall'ordinario. Ha lo scopo di delimitare la sostanza della fede trattenendola da facili, umane deviazioni.

Non solo, la forma si può dire che “da corpo alla sostanza”. Il corpo e sangue di Gesù nell’eucarestia  sono “accolti” nella forma del pane e del vino. L’olio profumato con il quale Maria di Betania ungeva i piedi di Gesù è la forma che permette di magnificare la sostanza della rivelazione.

La forma liturgica ha lo scopo di avvicinarci a Dio, che a  Mosè dice «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo sacro!». Non si incontra Dio come si incontra un amico, mantenendo i calzari, magari mettendosi comodi, seduti.

L’incontro con Dio deve comportare aspetti, movimenti, parole diversi dalla norma, deve rispondere a precise espressioni che ne determinano la forma sacra.  Come il protocollo rigido delle udienze di persone che rivestono un ruolo importante. Non si va ad incontrare il Presidente della Repubblica in jeans, magari lacerati, con i capelli e la barba incolti…. non si verrebbe ammessi. Questi aspetti formali che fanno parte di un protocollo diventano, nell’udienza con Dio, forma sacra.

Il sacro è la forma terrena del divino. Terrena, non profana, accessibile all’esperienza umana mediante segni rituali che consentono all’uomo di mettersi in contatto con Dio. Nell’antica Roma, il segno principe del sacro era il fuoco accudito dalle Vestali. Ogni profanazione del fuoco sacro comportava la morte. Gesù stesso vi ha fatto ricorso, usando elementi materiali, ma peculiari dell’esperienza umana, quali segni mediatori del rapporto con Dio, forme terrene del divino. Il pane, il vino, l’acqua del battesimo, la terra mescolata alla propria saliva, il balsamo con cui è stato unto il suo corpo.

La liturgia è la forma sacra della rappresentazione del rito dovuto a Dio da parte del popolo. Mentre la preghiera individuale può essere libera, seguire i percorsi intimi del cuore, la preghiera collettiva ha bisogno di una struttura, una forma. Non vi può essere alterazione, manipolazione, soggettivismo. La struttura rigida della liturgia, così come è stata ispirata dalla tradizione, ha lo scopo di guidare coralmente il popolo verso Dio.

La stessa distribuzione dell’Eucarestia ha un forte contenuto di preghiera, non individuale, perché vi interviene il sacerdote, che pronuncia la formula di rito e poi somministra. Pertanto, deve avere una forma liturgica univoca. La deriva post-conciliare e odierna, che lascia libertà ai fedeli di riceverla in piedi, o in ginocchio, sulla lingua o sulla mano, portarla in bocca stando fermi o camminando, è soppressione della forma, svilimento del contenuto eminentemente sacro del gesto liturgico, offesa a Gesù.

Il percorso postconciliare di azzeramento del sacro è dovuto passare per la liquefazione della forma, dalla messa novus ordo, alla liturgia, all’architettura delle chiese, al canto gregoriano.

Bergoglio, che appena eletto rinuncia alla mozzetta rossa, simbolo della somma dignità, ad imitazione del sangue della Passione, proclama che la sua funzione non è quella “sacra” di vicario di Cristo ma quella, solo profana, di leader di una chiesa visibile che ha perduto ogni legame formale e, quindi, sostanziale, con il soprannaturale.

La stessa talare, ormai abbandonata dalla maggioranza dei sacerdoti, è la forma orante, che ordina, difende il corpo consacrato a Dio. L’abbandono della talare è il regalo più spassoso fatto al demonio.

Padre Pio raccontò ad un suo confratello di una sera, in cui era in solitudine e stava pregando: “Sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all’altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori.

Convinto che a riordinare l’altare fosse fra Leone, poiché era l’ora della cena, mi accosto alla balaustra e gli dico: Fra Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l’altare”.

Ma il frate gli rispose e non era la voce di fra Leone, dunque, Padre Pio gli chiese chi fosse: “Sono un vostro confratello, che qui fece il noviziato. L’ubbidienza mi dette l’incarico di tenere pulito e ordinato l’altare maggiore, durante l’anno di prova. Purtroppo, più volte mancai di rispetto a Gesù Sacramentato, passando davanti all’altare, senza riverire il Santissimo, conservato nel Tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio”.

Dopo essersi così spiegato, quel frate disse che il Signore gli aveva concesso di chiedere clemenza, proprio a Padre Pio, perché sarebbe rimasto ancora in Purgatorio, solo fino a quando lui avesse pensato fosse opportuno: “Io, credendo di essere generoso verso quell’anima sofferente, esclamai: vi starai fino a domattina alla Messa conventuale”. Quell’anima urlò: “Crudele!”, poi cacciò un grido e sparì. Quel grido lamento mi produsse una ferita al cuore, che ho sentito e sentirò tutta la vita. Io, che per delega divina avrei potuto mandare quell’anima immediatamente in Paradiso, la condannai a rimanere un’altra notte nelle fiamme del Purgatorio”.

Conviene abbassare l’asticella fino a terra ?

Molte volte, nelle cose dell’uomo, la forma serve a mascherare la vera sostanza. Come la forma reale della democrazia quando serve a mascherare una reale dittatura. Nel rapporto "grave" con il soprannaturale, forma e sostanza sono così intimamente congiunte che non è possibile sminuire la prima senza oltraggiare la seconda.

Qualche settimana fa’, un sacerdote delle mie parti, ad una donna che chiedeva di ricevere la comunione sulla lingua, ha risposto: “ma signora, lei guarda alla forma, è la sostanza quello che conta…”. Certo, dal macellaio, non in chiesa.

La parola "sacerdote" viene dal latino “sacer”, sacro. Nella oggettivazione del Sacro la forma rende possibile la sostanza. Un sacerdote che non capisce questo, semplicemente, non può fare il sacer-dote.

Claudio Gazzoli - Monterubbiano






domenica 16 agosto 2020

DANZE DEMONIACHE

 



Che cosa direbbe San Giovanni Maria Vianney, il santo protettore dei sacerdoti (sic!), il quale affermava che “Il ballo è circondato dal demonio come un giardino è circondato da un muro”, a vedere, oggi, questa profanazione diabolica nel duomo di Napoli ? Che cosa direbbe padre Pio ? Che cosa direbbe lo stesso San Gennaro, vescovo martire, che non si è piegato alle imposizioni del governatore che gli aveva vietato di fare proselitismo e che, per questo, ha avuto la testa tagliata ? Come si suol dire, sconsolatamente, "si stanno rigirando nella tomba".

A parte l’aspetto “estetico” semplicemente disgustoso, è sconcertante, ma anche inquietante, la leggerezza mostrata dal cardinale di Napoli e dai suoi vescovi ausiliari, nel permettere che danze di origine tribale o folcloristica, basate su modelli che nulla hanno a che vedere con il Cristianesimo, possano entrare a far parte di un rito o anche di una preghiera collettiva, in onore di Maria Assunta. Eppure basterebbe poco per avere il Suo gradimento, un semplice rosario.

Ma, sfortunatamente, non si tratta solo di leggerezza, disordine mentale o cattivo gusto. Non è solamente l’ennesimo atto di profanazione avvenuto nelle chiese cattoliche negli ultimi anni. È il punto di arrivo di una totale destrutturazione della nostra religione, cominciata circa sessanta anni fa’ e andata di pari passo con la destrutturazione dell'uomo, del cittadino.  Tale disgregazione aveva lo scopo di traghettare la religione cattolica verso un’altra religione, dove siamo ora. Se si fosse aperto un pertugio sarebbe entrato un turbine impetuoso, è stata demolita, poco alla volta, l'intera cinta muraria. Visto che le cose vanno chiamate sempre con il loro nome, si tratta, palesemente, di APOSTASIA.

L’aspetto più inaspettato, ma solo in apparenza, è vedere che la massa dei fedeli vi partecipa con giubilo, come ad uno squallido spettacolo teatrale, con tanto di riprese col telefonino. Persino due suore non si esimono dal partecipare a questa concitazione, tirando fuori il proprio. A proposito, ma che cosa se ne dovrebbero fare le suore di uno  smartphone ? È la dimostrazione, ma non ce n’era bisogno, l’avevamo già capito, che siamo ritornati allo stesso analfabetismo trovato da San Giovanni Maria, appena arrivato ad Ars, piccolo villaggio vicino a Lione, dove i frutti della rivoluzione e di Napoleone erano evidenti nel totale abbandono, da parte degli abitanti, delle più elementari nozioni del catechismo e nel ritorno allo “stato di natura”, tanto agognato dai giacobini. Oggi la differenza sostanziale è che il nuovo giacobinismo è entrato nella Chiesa con lo scopo di riportare allo “stato di natura” tutto il mondo occidentale. Il nuovo indottrinamento, iniziato con la desacralizzazione della liturgia, a partire dalla Messa Novus Ordo, la rivoluzione architettonica delle chiese con la eliminazione della balaustra per ricevere la comunione in ginocchio, la “imposizione” della comunione sulle mani, le scempiaggini introdotte nella liturgia, ha portato, come abilmente orchestrato, alla perdita della nozione stessa del senso del rapporto con Dio.

San Giovanni Maria Vianney ha riconquistato tutto il popolo di Ars alla religione, riaprendo la chiesa del paese, passandovi tutta le sue giornate e le notti in penitenza, preghiera, adorazione, rigore nella liturgia, continua, incessante dedizione al sacramento della Penitenza, nutrendosi di qualche patata lessa, ammuffita. Questi poveracci non vi riuscirebbero neanche se, per penitenza, si mettessero a leccare tutto il pavimento del duomo di Napoli.


https://gloria.tv/post/oZ9bE7cbDgjN3BgtwGMF7W9iA




tanto per rimanere in tema.........










venerdì 14 agosto 2020

CONDIVISIONE MANIFESTA

 





Mt 7,15-20
Dai loro frutti li riconoscerete

Mi sono recato a messa, in un paese vicino al mio, in una chiesa dove non vado quasi mai. Ovviamente portoni spalancati, tutti rigorosamente in mascherina, tranne due inconsapevoli cagnolini, beati loro.

Mi sono messo in fondo, in piedi e durante la solita predica, misericordiosa e protestante, di noi, buoni e belli, sulla barca, che ci salviamo da soli, perché proprio non ce lo meritiamo di morire annegati…, ho cercato di pensare ad altro, come mi capita quasi sempre. Riflettevo sul fatto che, in fondo, chi si occupa di Apologetica oggi (ovvio che chi scrive è solo un dilettante…), ha la strada spianata perché “ti piace vincere facile eehhh ?”. Ne sparano e ne combinano talmente grosse che è come giocare al gatto col topo…. Pensavo “chissà quale sorpresa oggi…”. Ma è sempre una previsione facile, infatti un signore abbastanza anziano, accompagnato da una signora, è entrato con un cagnolino al guinzaglio e si sono messi a seguire la messa, mentre il loro amico fidato si accovacciava sul pavimento fresco di cotto toscano. Dopo qualche minuto, arrivavano quattro persone, un’intera famiglia suppongo, o forse bisogna cominciare a dire cinque… visto che era con loro un altro cagnolino, un po’ più grande del primo, magari di un’altra “etnia”. Sono entrati dal portone principale, hanno girato e sono usciti, come si fa entrando a sbirciare in un negozio del centro commerciale. Alla fine della messa sono andato dal celebrante, in sagrestia, per chiedergli “ma sono ammessi i cani in chiesa ?”. Lui mi guarda, sorpreso, e mi fa: “mah… dipende, magari è entrato da solo, ha fatto un giro e si è accovacciato..”. “No”, gli rispondo, “sono entrati al guinzaglio accompagnati”. Pensavo di suscitare in lui sconcerto e sdegno, invece scoppiava in una risata che, nel locale alto della sagrestia, in comunicazione con la navata, risuonava beffardamente, come una campana stonata, come l’eco di un ghigno da una caverna infernale. Me ne sono andato….

Quando ero bambino avrebbe provocato una reazione furente da parte del sacerdote con tanto di espulsioni, esecrazioni, cartelli. Ora quella risata sta a sancire la totale perdita del senso del sacro, da parte dei religiosi formati nella nuova chiesa. Proprio ieri, un sacerdote “normale”, molto giovane, mi diceva che, in seminario, non gli hanno mai parlato della liturgia e della celebrazione della Messa. Lui si è preparato da solo per il suo primo Ufficio. Ma, allora, di che cosa parlano nei seminari…. ?!

Ora non hanno più pudore.  Se per più di quaranta anni hanno lavorato, lentamente ma inesorabilmente, quasi di nascosto, ora si vantano di metterci la faccia, per piacere al mondo, compiaciuti e tronfi di una vittoria temporanea, a vomitare scempiaggini colossali.

Come quella del vescovo emerito di Caserta che dichiara: “Moralmente e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici, perché Cristo non è venuto sulla terra per costruire chiese ma per aiutare gli uomini indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità….”. Verrebbe da pensare “ma uomo di quale fede…”.

Pervicacemente sprofondati nella materia, hanno studiato sul vangelo commentato da Karl Marx.

Gesù, sulle rive del lago di Tiberiade, commosso, ha dato il pane a 5000 persone , ma quel pane, creato dal nulla, in un impulso di energia purissima, aveva una porzione di infinito che anticipava quello, infinito, del dono dell’Eucarestia. Gesù preannunciava per loro, nella forma di alimento per il corpo, quell’alimento per le anime, infinitamente più importante, perché eterno. Quel contenuto di infinito che loro hanno completamente ripudiato a favore delle seduzioni verso i corpi, in qualsiasi forma.

Come scrive l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò:

«…il “contenitore-concilio” è stato usato per dare apparente autorevolezza ad un evento volutamente eversivo, esattamente come oggi, sotto i nostri occhi, il Vicario di Cristo è usato per dare apparente autorevolezza ad un’operazione deliberatamente eversiva. In entrambi i casi, il senso innato di rispetto verso la Chiesa di Cristo da parte dei fedeli e del Clero è stato utilizzato come infernale stratagemma – un cavallo di Troia introdotto nella Sacra Cittadella – in modo da dissuadere ogni forma di doveroso dissenso, ogni critica, ogni legittima denuncia…»

Non ci sto. Non mi faccio dissuadere dal “doveroso dissenso” di chi non può sentirsi “in comunione” con una gerarchia che, a partire dal grado più elevato, non mostra più alcun PUDORE, perfino tramutando l’ALLEANZA NASCOSTA di prima in CONDIVISIONE MANIFESTA con le schiere del male.

Non sono in comunione con chi adora idoli pagani; non sono in comunione con il prete che dichiara, spudoratamente, che “le coppie dello stesso sesso, che crescono figli, sono famiglie sante”; non sono in comunione con chi si vanta di organizzare sfilate di moda con paramenti sacri; non sono in comunione con chi profana la Santa Eucarestia;  non sono in comunione con la stragrande maggioranza dei vescovi che non condannano, apertamente ed esplicitamente l’aborto, la sodomia e non difendono, strenuamente, la famiglia, che trasformano le chiese in tendoni da circo, che non richiamano più alla conversione all'unica vera religione, all'unico vero Dio; non sono in comunione con chi proclama un altro vangelo al fine di autogiustificarsi turpemente; non sono in comunione con la gerarchia che, quasi al completo, vuole attuare l’utopia di sostituzione della religione cattolica con la religione universale, servendosi, stoltamente, di altre religioni; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che antepongono la loro fede politica alla fede per la quale si sono consacrati a Dio, dando il loro consenso a partiti che calpestano sistematicamente i principi cristiani, promuovendo leggi nefande; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che, per evitare “ogni forma di doveroso dissenso”, si rendono conniventi, fiancheggiando, volontariamente o inconsapevolmente, ma, davanti all’evidenza la inconsapevolezza non giustifica,  le più efferate derive dell’uomo che si è fatto dio.

Sono in comunione con quei pochissimi religiosi normali, di Santa Romana Chiesa, che vivono dolorosamente questo periodo funesto, pagandone le conseguenze morali e materiali. Sono in comunione, ovviamente, con il Fondatore e Capo della Chiesa, che sembra dormire sulla barca, in balia dell’uragano, aspettando che tutto, ma proprio tutto il putridume venga a galla, a perenne ammonimento della nostra sconfinata miseria.





venerdì 7 agosto 2020

LA NUOVA CONTRORIFORMA DELLA CHIESA in 10 PUNTI. Il parere di un semplice battezzato

 

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E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
G. Pascoli, X Agosto

Nell’introduzione al primo volume “Confidenze di Gesù ad un sacerdote”, mons. Ottavio Michelini scrive:

Perché Dio ha scelto me? Per confondere i superbi, gonfi di orgoglio per il loro sapere, che di errori, di eresie hanno riempito la Chiesa, avvelenando le anime.

Sì, scemenze, errori , eresie, su Dio, sulla Chiesa, sulla Vergine SS.ma, sulla Rivelazione; Dio è infinitamente semplice e semplici ed umili vuole noi.

" In verità vi dico che se non diventerete semplici come questi piccoli, non entrerete nel regno dei cieli ".

Basta trasformare le cose semplici, nelle cose più complesse, basta coniare nuovi vocaboli, nuove parole, per ostentare il loro sapere e attirare in tal modo su di sé l'attenzione altrui.


La Vergine Maria a Bruno Cornacchiola:

Molti dei miei figli sacerdoti si spoglieranno nello spirito, internamente, e nel corpo, esternamente, cioè gettando i segni esterni sacerdotali. Le eresie aumenteranno. Gli errori entreranno nel cuore dei figli della chiesa. Vi saranno confusioni spirituali, vi saranno confusioni dottrinali, vi saranno scandali, vi saranno lotte nella stessa chiesa, interne ed esterne”.

Fuori della Chiesa, fondata da mio Figlio, c’è buio, c’è perdizione. Tornate, tornate alla fonte pura dell’Evangelo, che è la vera via della Fede e della santificazione, che è la via della conversione(…)”


Suor Lucia scrive tra il 1969 e il ’70:

Il disorientamento è dabolico, non fatevi ingannare…. Il disorientamento è dottrinale, non facciamoci ingannare dalle false dottrine…. E’ un "cancro" nella Chiesa che colpisce i "sacerdoti" e "le anime consacrate" che sono state condotte in errore…. è triste vedere un tale disorientamento, e in tali persone che occupano una posizione di responsabilità; essi sono i ciechi che guidano gli altri ciechi."



La parola che meglio rappresenta il percorso della Chiesa negli ultimi 60 anni è DISUBBIDIENZA. 
Non oso dare un giudizio teologico o “ermeneutico” sui documenti del Vaticano II o entrare nel dibattito in corso, non me lo potrei permettere. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti o, almeno, di quelli che hanno ancora la facoltà di guardare con i propri. 
L’adozione di concetti, processi, modelli derivati dalla politica, nella prassi e nell’organizzazione centrale e periferica della Chiesa, è stata DEVASTANTE, perché la Chiesa non è fatta per evolversi ma per conservare l’INFINITO dono che le è stato dato. 
Con lo scopo di distruggerla dall’interno, hanno trasformato la Chiesa Cattolica in una organizzazione politica, ovviamente di matrice marxista, in un disegno malefico di chiara ispirazione satanica. Una nuova riforma, questa volta, senza separazione, ma nella trasformazione, al seguito delle colossali SCEMENZE della "rivelazione continua".
Dovevano passare almeno 60 anni, per far perdere la memoria a quelli che c’erano, per indottrinare alla nuova religione quelli che non hanno conosciuto la Chiesa pre-conciliare, ai quali nascondono accuratamente ogni più piccola reminiscenza, come la mamma che nasconde le caramelle al bambino, solo che queste non fanno male... Basta guardare quanta difficoltà si trova per far celebrare la messa secondo il rito antico come previsto, peraltro, dal Summorum Pontificum.
Gli ultimi sette anni sono stati infausti ma rivelatori. La Chiesa non può seguire il mondo, in caduta libera lungo l'orbita a spirale verso il buco nero.
È necessaria una NUOVA RESTAURAZIONE. La rivoluzione di Lutero è stata possibile perché in linea con gli interessi dei principi tedeschi nei riguardi degli enormi beni della Chiesa. La rivoluzione postconciliare è stata possibile perché in linea con le aspirazioni del popolo, in un mondo, senza fede, che si stava sempre più modernizzando. Per questo ha potuto attecchire facilmente. Si possono fare innumerevoli esempi, come l’introduzione delle chitarre nella liturgia, che è stata voluta e favorita dalla loro funzionale diffusione nella musica pop contemporanea dove ne costituiva quella cadenza ritmica, profana, che poi è stata introdotta in chiesa.
Ma il popolo di Dio deve capire che non è secondo le proprie gradevolezze o il proprio “piacere” che deve essere fondato il suo rapporto con l’Altissimo, ma secondo il gradimento di Dio, che può anche essere tutt’altro che agevole. Tutto quello che è successo, il totale disastro della Chiesa su tutti i fronti, il crollo delle vocazioni e dei fedeli, la palese apostasia, le rivelazioni private, stanno a dimostrare che Dio non è che abbia tanto gradito. 

Provo ad elencare dieci punti inderogabili di ritorno alla “VERA CHIESA”, alla sua vera, unica missione, convincere l'uomo moderno, superbo e licenzioso, che lo scopo della vita non è seguire le proprie inclinazioni ma fare la volontà di Dio, nella Verità che è solo in Lui.

1              ABROGAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II.

2    Revoca del NOVUS ORDO MISSAE e ripristino della VERA MESSA DI SEMPRE in RITO TRIDENTINO e della liturgia preconciliare. I sacerdoti devono studiare la messa tridentina, in latino.

3     Eliminazione delle “tavole mensa” nelle chiese. Ritorno all’altare e alla configurazione architettonica precedente la furiosa distruzione. Eliminazione dei RIFLETTORI. Ricostruzione delle balaustre per la distribuzione della comunione in ginocchio e sulla lingua, da parte, esclusivamente, dei sacerdoti.

4       Riadozione del catechismo di San Pio X e obbligo, per i sacerdoti, di insegnarlo, loro stessi, ai bambini.

5              Sospensione dell’insegnamento della "religione cattolica........." nelle scuole.

6   Obbligo, per i sacerdoti, di tenere aperte le chiese, di recitarvi quotidianamente la LITURGIA DELLE ORE, di dare la disponibilità costante per la confessione e di riprendere in mano, direttamente, la direzione delle parrocchie. Adorazione Perpetua in almeno una chiesa di ogni diocesi.

7             Obbligo, per tutti i consacrati, di indossare la talare o l’abito proprio dell’ordine di appartenenza e di pronunciare, solennemente, il giuramento antimodernista di San Pio X, pena la riduzione allo stato laicale.

8          Dichiarazione della Chiesa sull’ecumenismo: esiste una sola forma possibile di ecumenismo, che tutte le religioni separatesi in passato rientrino nella Chiesa Cattolica Romana.

9              Ripristino del Santo Uffizio con il compito di bollare, sul nascere, ogni “SCEMENZA” proveniente dai seminari, che devono tornare alla "normalità", dalle università cattoliche, dalle omelie, dagli scritti, nonché dalla derive dei MOVIMENTI RELIGIOSI.

10     ANNULLAMENTO di tutti gli atti e documenti dell’attuale pontificato, riconsacrazione dei luoghi sacri in Vaticano, dopo i raccapriccianti sacrilegi idolatrici e di tutte le chiese profanate a causa delle varie distribuzioni di pizza, balletti, sfilate, dormitori, feste di fine anno.


ci sarebbe l’undicesimo punto, ma non lo metto in elenco, per non dargli troppa importanza:  LA SOPPRESSIONE IMMEDIATA, questa volta senza ripensamenti, dell’ORDINE DEI GESUITI.

Ovvio che sarà persecuzione…. e allora ?

 

 

N.B.

avviso chi volesse fare commenti del tipo: torniamo all’aratro…. o tradizionalista becero conservatore, che , purtroppo non sono nato ieri, conosco il trucco, tenetevi per voi queste baggianate.







giovedì 30 luglio 2020

LA VERA DIVISIONE





Negli ultimi tempi, sempre più spesso, si hanno notizie di vescovi o sacerdoti che richiamano o impediscono a gruppi di fedeli di riunirsi per pregare contro le azioni, divenute istituzionali, contrarie ai comandamenti di Dio e alla dottrina della Chiesa.
«L’ultimo caso, in ordine di tempo (16 luglio 2020), è quello del vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che ha rimproverato un gruppo di fedeli, riuniti in preghiera per impetrare da Dio il fallimento dell’ideologia omosessualista contemporanea…..  ha, inoltre, replicato che la preghiera non poteva diventare «un motivo di divisione e di contrapposizione» sociale ».
Vorrei, semplicemente ricordare, a questi premurosi e zelanti prelati, che la PRIMA e DECISIVA DIVISIONE, nel popolo dei fedeli, è stata provocata dalla chiesa postconciliare, con il solerte sostegno da parte di quasi tutti i componenti della gerarchia, sciolti come lupi famelici e smaniosi negli ultimi sette anni, che si è “confusa” con il mondo, accogliendone tutte le perversioni, anzi facendole proprie, nell'inclusione senza successiva separazione, dirottando così dalla vera missione che non è “conformarsi al peccato” ma, semmai, opporsi ad esso.
Così quella parte del popolo di Dio che non ha accettato compromessi, perché resistente all’indottrinamento diabolico post-modernista, si sente completamente spaesata e senza guida al cospetto di una chiesa che si prostra davanti agli idoli, conferisce premi a chi incoraggia le pratiche abortive, “santifica” gli eretici, “benedice” le coppie omo, non condanna teologi e cardinali favorevoli alla sodomia, non parla più dei Novissimi, dubita dell’esistenza del demonio e dell’inferno, profana quotidianamente le Sacre Specie, baratta sistematicamente lo spirito con la materia, relativizza i Comandamenti di Dio, fa comunella con le altre religioni, chiude seminari perché i seminaristi si rifiutano di prendere la comunione in mano e molte altre iniquità.
Gesù dice: «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.» Mt 10,34-36.
Questa è la VERA DIVISIONE, tra chi segue il Magistero di Gesù e chi segue l’affabulazione del mondo.






sabato 25 luglio 2020

TRADIMENTO







Vengo dalla messa di oggi, sabato 25 luglio, in una chiesa a pochi metri dal fiume, con porte spalancate, come si usa quando fa caldo, perché il caldo, in chiesa, proprio non lo si può sopportare, neanche con i ventagli a sventagliare, neanche per lieve condivisione di quello sofferto da Gesù, per lo sforzo immane di trasportarsi una croce pesantissima sulla salita disumana verso il calvario. Ma, con il caldo, non si può partecipare ad una mensa comunitaria. E però almeno venti riflettori accesi per illuminare a giorno l'assemblea degli attori, ad evitare ogni vanitoso, egoistico raccoglimento. Così una moltitudine di zanzare approfittano, partecipandovi pure loro, di procurare una surrogata, irrisoria tortura ai pochi fedeli accorsi.
Il Vangelo di Matteo, in modo analogo a quello di domenica scorsa, richiama, con una metafora chiarissima, in modo categorico, alla conversione totale di ognuno perché «… il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti». Un Vangelo talmente chiaro che ogni commento ne risulta riduttivo,  anche perché il commento lo da Gesù stesso, davanti al quale occorre solo meditare, decidere se far parte dei pesci sistemati nei canestri o di quelli ributtati in mare. Invece, ovviamente, nessun accenno, nella lunga, mielosa omelia del sacerdote in scarpe da ginnastica e casacca a lenzuolo semitrasparente, alla venuta degli angeli, nessun monito all’abbandono del peccato, nessuna esortazione verso la salvezza della propria anima, che poi è la funzione primaria della Chiesa e, dunque, di ogni sacerdote. Solo la “raccolta di ogni genere di pesci” senza alcun cenno alla successiva selezione.
Questo è TRADIMENTO DEL VANGELO, ma non è l’unico. Ce ne sono molti altri e quelli di seguito, brevemente esposti, ne costituiscono solo una minima parte.
TRADIMENTO DELLA MISSIONE
«Gesù disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.» Mc 16:15-20. Questa è la vera missione. Tutto il resto, se non è DIRETTAMENTE collegato ad essa, viene dal maligno.
Gesù non ha mai preso apertamente posizione nei confronti delle “ingiustizie” sociali, le classi dominanti, le strutture istituzionali, le fazioni politiche. Come ho già detto in passato, Gesù si rivolge all’anima individuale, il suo non è un messaggio “collettivo” e lo dimostra il fatto che la sua “missione” è durata tre anni e si è interrotta non per intervento delle autorità civili, romane o giudaiche, ma per intervento delle autorità religiose.
I sacerdoti dovrebbero pensare, esclusivamente, alla salvezza delle anime. Ma non li trovi mai,  sempre impegnati in qualcos’altro. Il tradimento della missione è talmente evidente ed inimmaginabile, fino a qualche decennio fa, che non ci sono più giustificazioni per alcuno a non riconoscerlo. Ancora 30 anni fa nessuno avrebbe immaginato che il papa e altri prelati si sarebbero prostrati davanti ad idoli pagani, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe immaginato che una signora impegnata in politica, che ha fatto approvare leggi abortiste nel suo paese, sarebbe stata ricevuta in Vaticano con i massimi onori e gli sarebbe stata consegnata una medaglia al merito, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che le nostre chiese e le cattedrali avrebbero potuto ospitare serate di pizza con tanto di cardinali a fare da camerieri e trenini, balletti, pure omo, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il Vaticano avrebbe emesso un francobollo con l’effige del più eretico degli eretici, eppure è accaduto.
TRADIMENTO DELLA PUREZZA
È il tradimento più ripugnante. La copertura data ai serial pedofili omosessuali, agli organizzatori di orge in Vaticano, ai direttori di seminari con tanto di selezione sui ragazzi da portarsi a letto; la promozione concessa a chi fa affrescare cattedrali con immagini che esaltano i rapporti contro natura, manifestano palesemente l’azione del grande affabulatore, pervertitore sulle più elevate cariche della chiesa visibile.
TRADIMENTO DEI MARTIRI
Il premier comunista spagnolo fa spostare la tomba di Franco con la collaborazione del Vaticano, in un rigurgito dell’odio verso la Chiesa, quando decine di migliaia di religiosi e religiose sono morti da martiri, vittima delle violenze dei comunisti nella guerra civile spagnola.
TRADIMENTO DELLA TRADIZIONE
Hanno in odio la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre origini perché di OSTACOLO al loro progetto satanico. Vogliono farci estinguere, cancellare la nostra progenie, sopprimere i nostri modi di pensare, di essere, di esistere. Stanno attuando un disegno eugenetico alla rovescia per sostituire completamente i nostri geni. Stanno riprogrammando tutte le opere d’arte dedicate a Dio. Basta leggere un qualsiasi libro di testo sulla storia dell’arte,  basta guardare quello che hanno combinato a San Giovanni Rotondo, con il grande, avveniristico, centro commerciale, carico di simboli non cattolici.... che fanno passare per santuario.
TRADIMENTO della LITURGIA DOVUTA A DIO
Poche parole… è talmente evidente il ribaltamento di prospettiva, l’uomo al centro al posto di Dio! Lo hanno capito pure i pochi candelieri rimasti.
TRADIMENTO DEI COMANDAMENTI di DIO a cominciare dal primo…
Non solo non li rispettano ma li riscrivono pure, per poterli poi rispettare al contrario, trasformando in virtù quello che prima era peccato. Ad esempio stanno pensando di riformulare il quarto comandamento che, nella sua attuale enunciazione, risulta grandemente offensivo per le coppie omo e altro… così sarà: “onora genitore 1 e genitore 2” e magari anche genitore 3… È proprio di questi giorni la notizia di un prete che ha benedetto, si fa per dire, una coppia “lesbo”, in comune… (esilarante se non fosse tremendamente tragico…). Ovviamente non è stato sospeso, è ancora prete. Il più brutale, forse unico, attacco alla famiglia nella storia del genere umano. Profondissima quiete e vergognosissima di tutta la gerarchia della chiesa, pur non rischiando il circo con i leoni affamati, magari soltanto la carriera.... Ma forse a loro sta bene così...
TRADIMENTO DELL’ABITO
Lo vedevi, da lontano, come un puntino nero che si avvicinava, riconoscibile, il sacerdote in talare. Ora non lo riconosci neanche se ci sei seduto di fronte, come è capitato a me, in cinque ore di viaggio in treno.
TRADIMENTO DELL’IMPEGNO POLITICO
Il comunisti, in Italia, non avrebbero mai avuto la maggioranza, se non fosse per la confluenza dei “cattolici di sinistra". Appoggiare apertamente un partito che fa approvare leggi opposte alla morale cattolica, solo perché, ma su questo ci sarebbe tanto da discutere, dalla parte dei “poveri”, è connivenza con il nemico, senza alcuna giustificazione. Ora la chiesa visibile è COMPLETAMENTE SOTTOMESSA e, pertanto, CONNIVENTE di questi nuovi comunisti al soldo del NUOVO ORDINE MONDIALE con a capo il grande moloch.
TRADIMENTO DELLA MADONNA
Proprio nel periodo in cui più alta avrebbe dovuto essere l’imitazione della Madre di Gesù, a causa della brutale deriva femminista, la chiesa sistematicamente ne ridimensiona la figura, il compito, l’origine, la natura, addirittura arrivando a sostenere che “abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…“ (repetita juvant).

Non richiamare, sistematicamente, al senso del peccato, al rispetto dei Comandamenti di Dio, è GETTARE PONTI verso la dannazione eterna.
Indicare, costantemente, la strada che porta a Dio è CONSOLIDARE IL MURO che ci difende dall’attacco, impetuoso, del demonio.
Ma non è solo questione di una evidente RESPONSABILITÀ RELIGIOSA, immensa su un piano soprannaturale, perché pone limiti alla possibilità di salvezza per una moltitudine di cattolici. La chiesa visibile, oggi, per avere abbassato l’asticella dei limiti del peccato, fino a terra; per non aver messo in guardia, con la scusa della paura della punizione eterna, soprattutto i giovani, dalle insidie fallaci della modernità; per aver tradito l’impegno educativo dell’insegnamento della RELIGIONE CATTOLICA nelle scuole, per aver elargito il perdono scontato senza pentimento; per aver accolto, come normali, tutte le deviazioni in campo sessuale, per aver rinunciato al ruolo educativo super partes, si assume una RESPONSABILITÀ MORALE smisurata, la stessa responsabilità morale che Gesù pretendeva: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!» Mt 18, 6-7.  Legatevi una macina di mulino al collo e, se non le trovate, visto che vanno a ruba nel mercato dell'antiquariato, ripiegate pure su una grossa pietra.

Dove è finita la Chiesa che ammoniva, rinfrancava, guidava, benediceva le nostre anime impure, ignave, confuse ?
Dove sono finiti i sacerdoti veri, riconoscibili, severi, pii ?
Dove sono finiti i sacerdoti che inorridivano davanti al peccato, facendone percepire i confini netti nelle loro infuocate omelie, come quelle del loro protettore (sic!) San Giovanni Maria Viannet ?
Dove è finita la liturgia solenne che il celebrante offriva a Dio alla presenza del Suo popolo ?
Dove è finita la luce delle candele che rischiaravano fievolmente, ma più festosamente di mille riflettori, lo spazio santo della cerimonia ?
Dove è finito il canto gregoriano della messa solenne ?
Dove è finita la messa solenne ?
Dove sono finiti i canti popolari delle funzioni e delle processioni ?
Dove sono finite le processioni ?
Dove sono finite le eccelse adorazioni del Santissimo nel silenzio rispettoso di tutte le chiese ?
Dove sono finiti i rosari che il sacerdote, regolarmente, recitava in chiesa ?
Dove sono finiti i paramenti sacri ?
Dove è finito l’odore santo e inebriante dell’incenso ?
Dove è finito il “sia lodato Gesù Cristo” di ogni incontro con un religioso o religiosa ?
Dove sono finite le risposte semplici, comprensibili, inappuntabili del Catechismo di San Pio X ?
Dove è finita la bisaccia dei frati cercatori, dispensatori di sante benedizioni ?
Dove è finita la tonaca dei sacerdoti, dei quali non sono mai riuscito a vedere neanche il colore dei calzini ?
Dove è finita la balaustra che separava lo spazio dedicato a Dio da quello riservato al popolo e accoglieva i fedeli che ricevevano, in ginocchio, la Santa Eucarestia ?
Dove è finito l'altare, quello vero, di pietra, con il tabernacolo al centro e le reliquie dei santi, in cui si rinnovava il sacrificio della croce ?
Dove è finita la enunciazione chiara, inconfutabile del peccato ?
Dove sono finite le file ai confessionali, a fare pulizia in casa, prima di ricevere l’Ospite atteso ?
Dove sono finiti i Santi, le loro virtù, le loro opere, tenacemente e teneramente nel cuore e nelle parole dei religiosi di un tempo ?
Dove sono finite le chiese, sempre aperte, custodite da sacerdoti sempre presenti, accoglienti la nostra anima in cerca di ristoro ?
Dove sono finite le campane, quelle vere, a cadenzare le nostre giornate profane, a richiamare verso l’alto i nostri pensieri ?
Dove è finita la Santa Messa, quella vera, unidirezionale, senza le penose esibizioni antropocentriche della mensa protestante ?

Non si tratta di nostalgia, sentimento effimero del cuore, ma di RIMPIANTO, tensione dolorosa dello spirito.