giovedì 30 luglio 2020

LA VERA DIVISIONE





Negli ultimi tempi, sempre più spesso, si hanno notizie di vescovi o sacerdoti che richiamano o impediscono a gruppi di fedeli di riunirsi per pregare contro le azioni, divenute istituzionali, contrarie ai comandamenti di Dio e alla dottrina della Chiesa.
«L’ultimo caso, in ordine di tempo (16 luglio 2020), è quello del vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che ha rimproverato un gruppo di fedeli, riuniti in preghiera per impetrare da Dio il fallimento dell’ideologia omosessualista contemporanea…..  ha, inoltre, replicato che la preghiera non poteva diventare «un motivo di divisione e di contrapposizione» sociale ».
Vorrei, semplicemente ricordare, a questi premurosi e zelanti prelati, che la PRIMA e DECISIVA DIVISIONE, nel popolo dei fedeli, è stata provocata dalla chiesa postconciliare, con il solerte sostegno da parte di quasi tutti i componenti della gerarchia, sciolti come lupi famelici e smaniosi negli ultimi sette anni, che si è “confusa” con il mondo, accogliendone tutte le perversioni, anzi facendole proprie, nell'inclusione senza successiva separazione, dirottando così dalla vera missione che non è “conformarsi al peccato” ma, semmai, opporsi ad esso.
Così quella parte del popolo di Dio che non ha accettato compromessi, perché resistente all’indottrinamento diabolico post-modernista, si sente completamente spaesata e senza guida al cospetto di una chiesa che si prostra davanti agli idoli, conferisce premi a chi incoraggia le pratiche abortive, “santifica” gli eretici, “benedice” le coppie omo, non condanna teologi e cardinali favorevoli alla sodomia, non parla più dei Novissimi, dubita dell’esistenza del demonio e dell’inferno, profana quotidianamente le Sacre Specie, baratta sistematicamente lo spirito con la materia, relativizza i Comandamenti di Dio, fa comunella con le altre religioni, chiude seminari perché i seminaristi si rifiutano di prendere la comunione in mano e molte altre iniquità.
Gesù dice: «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.» Mt 10,34-36.
Questa è la VERA DIVISIONE, tra chi segue il Magistero di Gesù e chi segue l’affabulazione del mondo.






sabato 25 luglio 2020

TRADIMENTO







Vengo dalla messa di oggi, sabato 25 luglio, in una chiesa a pochi metri dal fiume, con porte spalancate, come si usa quando fa caldo, perché il caldo, in chiesa, proprio non lo si può sopportare, neanche con i ventagli a sventagliare, neanche per lieve condivisione di quello sofferto da Gesù, per lo sforzo immane di trasportarsi una croce pesantissima sulla salita disumana verso il calvario. Ma, con il caldo, non si può partecipare ad una mensa comunitaria. E però almeno venti riflettori accesi per illuminare a giorno l'assemblea degli attori, ad evitare ogni vanitoso, egoistico raccoglimento. Così una moltitudine di zanzare approfittano, partecipandovi pure loro, di procurare una surrogata, irrisoria tortura ai pochi fedeli accorsi.
Il Vangelo di Matteo, in modo analogo a quello di domenica scorsa, richiama, con una metafora chiarissima, in modo categorico, alla conversione totale di ognuno perché «… il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti». Un Vangelo talmente chiaro che ogni commento ne risulta riduttivo,  anche perché il commento lo da Gesù stesso, davanti al quale occorre solo meditare, decidere se far parte dei pesci sistemati nei canestri o di quelli ributtati in mare. Invece, ovviamente, nessun accenno, nella lunga, mielosa omelia del sacerdote in scarpe da ginnastica e casacca a lenzuolo semitrasparente, alla venuta degli angeli, nessun monito all’abbandono del peccato, nessuna esortazione verso la salvezza della propria anima, che poi è la funzione primaria della Chiesa e, dunque, di ogni sacerdote. Solo la “raccolta di ogni genere di pesci” senza alcun cenno alla successiva selezione.
Questo è TRADIMENTO DEL VANGELO, ma non è l’unico. Ce ne sono molti altri e quelli di seguito, brevemente esposti, ne costituiscono solo una minima parte.
TRADIMENTO DELLA MISSIONE
«Gesù disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.» Mc 16:15-20. Questa è la vera missione. Tutto il resto, se non è DIRETTAMENTE collegato ad essa, viene dal maligno.
Gesù non ha mai preso apertamente posizione nei confronti delle “ingiustizie” sociali, le classi dominanti, le strutture istituzionali, le fazioni politiche. Come ho già detto in passato, Gesù si rivolge all’anima individuale, il suo non è un messaggio “collettivo” e lo dimostra il fatto che la sua “missione” è durata tre anni e si è interrotta non per intervento delle autorità civili, romane o giudaiche, ma per intervento delle autorità religiose.
I sacerdoti dovrebbero pensare, esclusivamente, alla salvezza delle anime. Ma non li trovi mai,  sempre impegnati in qualcos’altro. Il tradimento della missione è talmente evidente ed inimmaginabile, fino a qualche decennio fa, che non ci sono più giustificazioni per alcuno a non riconoscerlo. Ancora 30 anni fa nessuno avrebbe immaginato che il papa e altri prelati si sarebbero prostrati davanti ad idoli pagani, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe immaginato che una signora impegnata in politica, che ha fatto approvare leggi abortiste nel suo paese, sarebbe stata ricevuta in Vaticano con i massimi onori e gli sarebbe stata consegnata una medaglia al merito, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che le nostre chiese e le cattedrali avrebbero potuto ospitare serate di pizza con tanto di cardinali a fare da camerieri e trenini, balletti, pure omo, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il Vaticano avrebbe emesso un francobollo con l’effige del più eretico degli eretici, eppure è accaduto.
TRADIMENTO DELLA PUREZZA
È il tradimento più ripugnante. La copertura data ai serial pedofili omosessuali, agli organizzatori di orge in Vaticano, ai direttori di seminari con tanto di selezione sui ragazzi da portarsi a letto; la promozione concessa a chi fa affrescare cattedrali con immagini che esaltano i rapporti contro natura, manifestano palesemente l’azione del grande affabulatore, pervertitore sulle più elevate cariche della chiesa visibile.
TRADIMENTO DEI MARTIRI
Il premier comunista spagnolo fa spostare la tomba di Franco con la collaborazione del Vaticano, in un rigurgito dell’odio verso la Chiesa, quando decine di migliaia di religiosi e religiose sono morti da martiri, vittima delle violenze dei comunisti nella guerra civile spagnola.
TRADIMENTO DELLA TRADIZIONE
Hanno in odio la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre origini perché di OSTACOLO al loro progetto satanico. Vogliono farci estinguere, cancellare la nostra progenie, sopprimere i nostri modi di pensare, di essere, di esistere. Stanno attuando un disegno eugenetico alla rovescia per sostituire completamente i nostri geni. Stanno riprogrammando tutte le opere d’arte dedicate a Dio. Basta leggere un qualsiasi libro di testo sulla storia dell’arte,  basta guardare quello che hanno combinato a San Giovanni Rotondo, con il grande, avveniristico, centro commerciale, carico di simboli non cattolici.... che fanno passare per santuario.
TRADIMENTO della LITURGIA DOVUTA A DIO
Poche parole… è talmente evidente il ribaltamento di prospettiva, l’uomo al centro al posto di Dio! Lo hanno capito pure i pochi candelieri rimasti.
TRADIMENTO DEI COMANDAMENTI di DIO a cominciare dal primo…
Non solo non li rispettano ma li riscrivono pure, per poterli poi rispettare al contrario, trasformando in virtù quello che prima era peccato. Ad esempio stanno pensando di riformulare il quarto comandamento che, nella sua attuale enunciazione, risulta grandemente offensivo per le coppie omo e altro… così sarà: “onora genitore 1 e genitore 2” e magari anche genitore 3… È proprio di questi giorni la notizia di un prete che ha benedetto, si fa per dire, una coppia “lesbo”, in comune… (esilarante se non fosse tremendamente tragico…). Ovviamente non è stato sospeso, è ancora prete. Il più brutale, forse unico, attacco alla famiglia nella storia del genere umano. Profondissima quiete e vergognosissima di tutta la gerarchia della chiesa, pur non rischiando il circo con i leoni affamati, magari soltanto la carriera.... Ma forse a loro sta bene così...
TRADIMENTO DELL’ABITO
Lo vedevi, da lontano, come un puntino nero che si avvicinava, riconoscibile, il sacerdote in talare. Ora non lo riconosci neanche se ci sei seduto di fronte, come è capitato a me, in cinque ore di viaggio in treno.
TRADIMENTO DELL’IMPEGNO POLITICO
Il comunisti, in Italia, non avrebbero mai avuto la maggioranza, se non fosse per la confluenza dei “cattolici di sinistra". Appoggiare apertamente un partito che fa approvare leggi opposte alla morale cattolica, solo perché, ma su questo ci sarebbe tanto da discutere, dalla parte dei “poveri”, è connivenza con il nemico, senza alcuna giustificazione. Ora la chiesa visibile è COMPLETAMENTE SOTTOMESSA e, pertanto, CONNIVENTE di questi nuovi comunisti al soldo del NUOVO ORDINE MONDIALE con a capo il grande moloch.
TRADIMENTO DELLA MADONNA
Proprio nel periodo in cui più alta avrebbe dovuto essere l’imitazione della Madre di Gesù, a causa della brutale deriva femminista, la chiesa sistematicamente ne ridimensiona la figura, il compito, l’origine, la natura, addirittura arrivando a sostenere che “abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…“ (repetita juvant).

Non richiamare, sistematicamente, al senso del peccato, al rispetto dei Comandamenti di Dio, è GETTARE PONTI verso la dannazione eterna.
Indicare, costantemente, la strada che porta a Dio è CONSOLIDARE IL MURO che ci difende dall’attacco, impetuoso, del demonio.
Ma non è solo questione di una evidente RESPONSABILITÀ RELIGIOSA, immensa su un piano soprannaturale, perché pone limiti alla possibilità di salvezza per una moltitudine di cattolici. La chiesa visibile, oggi, per avere abbassato l’asticella dei limiti del peccato, fino a terra; per non aver messo in guardia, con la scusa della paura della punizione eterna, soprattutto i giovani, dalle insidie fallaci della modernità; per aver tradito l’impegno educativo dell’insegnamento della RELIGIONE CATTOLICA nelle scuole, per aver elargito il perdono scontato senza pentimento; per aver accolto, come normali, tutte le deviazioni in campo sessuale, per aver rinunciato al ruolo educativo super partes, si assume una RESPONSABILITÀ MORALE smisurata, la stessa responsabilità morale che Gesù pretendeva: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!» Mt 18, 6-7.  Legatevi una macina di mulino al collo e, se non le trovate, visto che vanno a ruba nel mercato dell'antiquariato, ripiegate pure su una grossa pietra.

Dove è finita la Chiesa che ammoniva, rinfrancava, guidava, benediceva le nostre anime impure, ignave, confuse ?
Dove sono finiti i sacerdoti veri, riconoscibili, severi, pii ?
Dove sono finiti i sacerdoti che inorridivano davanti al peccato, facendone percepire i confini netti nelle loro infuocate omelie, come quelle del loro protettore (sic!) San Giovanni Maria Viannet ?
Dove è finita la liturgia solenne che il celebrante offriva a Dio alla presenza del Suo popolo ?
Dove è finita la luce delle candele che rischiaravano fievolmente, ma più festosamente di mille riflettori, lo spazio santo della cerimonia ?
Dove è finito il canto gregoriano della messa solenne ?
Dove è finita la messa solenne ?
Dove sono finiti i canti popolari delle funzioni e delle processioni ?
Dove sono finite le processioni ?
Dove sono finite le eccelse adorazioni del Santissimo nel silenzio rispettoso di tutte le chiese ?
Dove sono finiti i rosari che il sacerdote, regolarmente, recitava in chiesa ?
Dove sono finiti i paramenti sacri ?
Dove è finito l’odore santo e inebriante dell’incenso ?
Dove è finito il “sia lodato Gesù Cristo” di ogni incontro con un religioso o religiosa ?
Dove sono finite le risposte semplici, comprensibili, inappuntabili del Catechismo di San Pio X ?
Dove è finita la bisaccia dei frati cercatori, dispensatori di sante benedizioni ?
Dove è finita la tonaca dei sacerdoti, dei quali non sono mai riuscito a vedere neanche il colore dei calzini ?
Dove è finita la balaustra che separava lo spazio dedicato a Dio da quello riservato al popolo e accoglieva i fedeli che ricevevano, in ginocchio, la Santa Eucarestia ?
Dove è finito l'altare, quello vero, di pietra, con il tabernacolo al centro e le reliquie dei santi, in cui si rinnovava il sacrificio della croce ?
Dove è finita la enunciazione chiara, inconfutabile del peccato ?
Dove sono finite le file ai confessionali, a fare pulizia in casa, prima di ricevere l’Ospite atteso ?
Dove sono finiti i Santi, le loro virtù, le loro opere, tenacemente e teneramente nel cuore e nelle parole dei religiosi di un tempo ?
Dove sono finite le chiese, sempre aperte, custodite da sacerdoti sempre presenti, accoglienti la nostra anima in cerca di ristoro ?
Dove sono finite le campane, quelle vere, a cadenzare le nostre giornate profane, a richiamare verso l’alto i nostri pensieri ?
Dove è finita la Santa Messa, quella vera, unidirezionale, senza le penose esibizioni antropocentriche della mensa protestante ?

Non si tratta di nostalgia, sentimento effimero del cuore, ma di RIMPIANTO, tensione dolorosa dello spirito.







domenica 12 luglio 2020

ZELO ALLA ROVESCIA




Lo zelo è l’altra faccia dell’idolatria. Quando ci si allontana da Dio per seguire idoli profani o, peggio ancora, sociopolitici, lo zelo, avvinto dall'ideologia, diventa sempre eccessivo e degenera in interessato servilismo. Tutto finisce poi per essere irragionevole e ridicolo. Stamattina mentre mi recavo a messa, celebrata non dal parroco ma da un sacerdote coadiutore, l'unico normale da queste parti, che non ha paura di distribuire la comunione in bocca, in una chiesa tappezzata di manifesti "apandemici",  stavo dimenticando tutte le prescrizioni delle “autorità” in merito all’ingresso e alle modalità di stare in chiesa. Sono stato richiamato dal “servizio di sicurezza”, in casacca gialla e arancio e mi hanno impedito di entrare senza aver prima “sanificato le mani”, ammonendomi sul fatto che quelle erano disposizioni del vescovo approvate dal prefetto. Tutto bene, i religiosi si attengono, scupolosamente, in modo zelante, alle disposizioni governative, fatte proprie dalla CEI ma, mi chiedo e non glielo vado neanche a dire, tanto sarebbe tempo perso, perché non applicano lo stesso zelo per le disposizioni della Chiesa medesima, per i precetti del Catechismo, per comandamenti di Dio ? Perché tanto zelo per la materia e così poco per lo spirito ?
Tanto per attestare, ma non ce ne sarebbe bisogno, la spaccatura in atto, una signora, al termine della messa, protestava animosamente con il parroco perché il celebrante si permetteva di dare la comunione in bocca.
Non basterebbe l’intero spazio del blog (che poi, in particolare, a questo è dedicato...) per elencare tutte le derive che la chiesa moderna, in modo arbitrario e soggettivistico, sta percorrendo rispetto alla Tradizione, alla Dottrina, alla Sacra Scrittura, ai Comandamenti, in particolare il primo e il sesto e, in definitiva, persino rispetto alle disposizioni della chiesa postconciliare.
Ne cito soltanto una, senza alcun commento (intelligenti pauca), tratta dall’ISTRUZIONE Redemptionis sacramentum della CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI:

«..[172] Spetta al Sacerdote celebrante, eventualmente coadiuvato da altri Sacerdoti o dai Diaconi, distribuire la Comunione e la Messa non deve proseguire, se non una volta ultimata la Comunione dei fedeli. Soltanto laddove la necessità lo richieda, i ministri straordinari possono, a norma del diritto, aiutare il Sacerdote celebrante.[173]
[89.] Affinché, anche «per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al Sacrificio che si celebra»,[174] è da preferirsi che i fedeli possano riceverla con ostie consacrate nella stessa Messa.[175]
[90.] «I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi» e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme».[176]
[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli».[177] Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi.
[92.] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca,[178] se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli.[179]…»





domenica 5 luglio 2020

CATTOLICI O NIENTE






Prendo spunto dall’articolo del prof. Enrico Maria Radaelli (qui), che mi ha preceduto di qualche giorno, per ribadire un concetto semplice e scontato ma, proprio per questo, ignorato dalla “kultura” dominante. La classificazione delle idee e quindi, in definitiva, del pensiero,  è una delle tecniche di gestione del potere o, almeno, di quella parte del potere che attiene alla formazione e mantenimento della “pubblica opinione”. Un metodo tipico di tutti i regimi totalitari, di destra o di sinistra (ma la dicotomia è solo fittizia...), che ha lo scopo di ridimensionare e quindi screditare ogni giudizio estraneo al pensiero dominante. Per questo si avvalgono anche di leggi, palesemente anticostituzionali (ma che importanza ha ormai...) volte ad abbattere un principio cardine della rivoluzione dei loro antenati (ma non tanto) giacobini. Sono per la “liberté” del pensiero, ovviamente, ma solo di chi la pensa come loro. Tutto ciò in attesa della riproposizione delle liste di proscrizione.
Così se tu sei un CATTOLICO NORMALE ti dicono che sei tradizionalista, oscurantista, nostalgico, conservatore come sinonimi di retrogrado, reazionario e, ovviamente, fascista. Loro invece, i fari della nuova evoluzione, sono progressisti, moderni, innovatori, riformatori. Queste sono categorie politiche che vanno bene a connotare le tensioni di una pro-loco di paese dove ci si divide tra chi vorrebbe la “sagra de le taiatelle co la papera o la rassegna di poesia dialettale  o ad indicare le correnti in seno ad un partito, come la Democrazia Cristiana di allora (Cristiana ?....) dove la frangia comunista è confluita nel grande partito della sinistra italiana, quello di “Dio, Patria, Famiglia che vita di merda…”, a proporre ed approvare leggi antitetiche rispetto alla dottrina della Chiesa, quella vera.
Finiamola con queste idiozie, tanto non ci caschiamo, diamo alle cose il loro giusto nome. Una mela non è una banana e una lucertola non è una ghiandaia. Se un credente afferma che occorre rispettare i precetti del Catechismo della Chiesa Cattolica per l’atteggiamento da assumere verso le “altre inclinazioni sessuali” non è un  retrogrado oscurantista ma un battezzato di Santa Romana Chiesa.
Così, d’altra parte,  se un vescovo facesse il giro in bicicletta attorno all’altare, con tanto di casula e mitra, non sarebbe, conseguentemente, un progressista, ma semplicemente un cretino e se un altro vescovo si mettesse a cantare le canzoni di sanremo durante una cerimonia non sarebbe per forza un prete moderno, ma soltanto un invasato. Quando un sacerdote, durante l’omelia, afferma che “Cristo è gay…” non è un "entusiasta dello spirito del tempo", è soltanto un malato di mente. Se un professore di teologia dichiara che “vi è una componente erotica nell’Eucarestia” non è necessariamente un innovatore, è soltanto un indemoniato. Se il predicatore della santa casa pontificia sostiene che “noi cattolici abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…” non è un fine teologo, è soltanto, inconfutabilmente, un protestante. Se vi è stata una colossale, iconoclasta, trasformazione delle chiese, alla fine degli anni sessanta, per accogliere la nuova liturgia protestante, non è “visione illuminata della evoluzione del rapporto con Dio”, è puramente furia distruttiva. Se alcuni alti prelati, guidati dal papa, si mettono ad adorare degli idoli di legno, uno dei quali raffigurante una specie di dio Priapo, come quello della casa dei Vettii (povera Madonna di Pompei*), arrivando persino ad atti di prostrazione, questo non è attenzione verso le altre religioni nello spirito di "Dignitatis Humanae", ma qualcosa che supera l'idolatria e, visto anche da chi viene commessa, ha l'impronta del satanismo.
Siamo Cattolici di Santa Romana Chiesa, quella Vera, fondata da Gesù Cristo, chiamati a stare solo, esclusivamente dalla sua parte perché “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” Mt 12,30.



* dalla Novena d’Impetrazione alla Vergine del Rosario di Pompei del Beato Bartolo Longo:
«O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dov’erano adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie…»









domenica 21 giugno 2020

COME LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL'OCEANO







Caro Fr. Igino,
riprendo alcuni pensieri che le avevo inviato qualche anno fa’ perché ultimamente l’ho vista spesso in televisione e in qualche articolo di giornale, per il progetto di trasformare uno dei luoghi più “ambiti” di Torino in centro residenziale.
Sono passati quasi 50 anni da quando, assieme a due miei compagni di “matricola”, dai bassifondi di via Nizza, giungevo a Villa San Giuseppe. Conservo ancora il ricordo di quel primo contatto, l’aria leggera e familiare della collina prendeva il posto di quella umida e indifferente del piano, troppo vicino alla stazione, troppo lontano dalla mia natura. Provo, ora, un certo pudore nel ricordare quel ragazzo pieno di inquietudini, smarrito in una città dissonante dalle corde di chi era cresciuto in una cultura paesana, bucolica ma primordiale, che, fino ad allora aveva incontrato la modernità, quella vera, caotica e spregiudicata, omogeneizzante e relativistica, non quella consumistica appena iniziata, solo in qualche pagina di Pasolini (ahimé quanto profetico!), in un paio di film di Fellini e in qualche canzone di De Andrè. E poi non avevo capito niente della città. Bisognava immedesimarsi, togliersi l’abito da provinciale, cercare di capire e vivere. Ma per questo non serve a niente essere bravo a scuola, serve capire, comprendere la ragione delle cose, entrare nell’intimo dell’animo delle persone, avere la forza intellettuale e morale che un grande Torinese, Carlo Levi, aveva avuto, in un contesto quasi speculare. Bisognava semplicemente essere naturali. Qualcosa avevo percepito, aiutato da quel poco istinto paesano rimasto non artefatto: il vero contenuto di quegli anni cruciali a ridosso del '68, le aule occupate da compagni di corso (non in senso politico) molto confusi ma accomunati di sicuro dalla scarsa voglia di studiare e dal superamento di quel principio che a me avevano impresso fin da bambino che nulla si ottiene senza sudore. Ma certo non immaginavo il disegno di chi sfruttava quei malumori alimentati dall'invidia sociale e intellettuale, per realizzare la società dove tutto è sempre relativo a qualcos'altro, dove l'estetica dà regolarmente forma alla nullità, dove l'affermazione di sé è sempre inversamente proporzionale alla competenza, dove il valore della verità farebbe arrossire persino Pilato, dove l'ipocrisia che si respira, ora diventata strutturale, ha quasi sostituito l'ossigeno.
Sono passati 50 anni e tutto è cambiato, fuori di me e, apparentemente, dentro di me. Ora considero una fortuna non avere mai perso la capacità di confrontare ogni cambiamento con i principi basilari della mia formazione, alla quale Lei ha contribuito in misura decisiva: l’osservanza delle regole, tutte, anche quelle secondarie o non condivise, quale principio di convivenza, il rigore nel rispettare la gerarchia degli interessi personali, la caparbietà nel raggiungere gli obiettivi, il distacco abissale da porre tra valori fondamentali e tutto ciò che inevitabilmente e, a volte, in modo superfluo, riempie la propria vita, l'ascolto e la comunicazione quale alimento della stessa esistenza e ultimo, ma più importante, il costante riferimento al modello della nostra comune formazione religiosa.
Ho raggiunto tardi l’età della consapevolezza, nei ripensamenti e nelle riscoperte di quei principi. Adesso, anche se con una punta di presunzione intellettuale, non ho più pudore di appartenere alla generazione a cavallo tra l'epoca dell'aratro trainato dai buoi e quella dell'iPhone, desideroso di affrancarsi dalla prima ma che, ora, in questo tempo di scemenza globalizzata, al di là della facile nostalgia e consapevole di quanto è cambiato in meglio, ne rimpiange il contenuto di genuinità, ricchezza interiore, dignità, rettitudine, singolarità. Non rimpiango la “goliardia” da lei incoraggiata che, irretita dal “non consentito” perché propugnata dall’alto, perde la sua spontaneità e diventa parodia di sé stessa. Eppure quella vera aveva un senso, come il carnevale prima della manipolazione modernista, il rito di passaggio verso la vera maturità, la preparazione ad un mondo cinico nel quale è necessario schernire, per sopravvivere, ogni purezza esteriore, per rimanere puri dentro. Ora la realtà supera di gran lunga la finzione poiché la goliardia stessa è al potere.
Quel luogo, Villa San Giuseppe, lei lo ha plasmato con la sua carne, vi ha messo tutta la sua anima contadina, quella di una volta, austera, ruvida ma pietosa, inflessibile ma comprensiva, vi ha costantemente onorato la regola del fondatore del suo ordine religioso e assolto in pieno il desiderio dei donatori di quel bellissimo terreno e delle risorse per edificarvi la villa. Perché giustamente convinto che un uomo si deve plasmare attraverso la storia delle mille generazioni precedenti di cui lei è un portatore autentico.
Ora quella “scuola di vita” non serve più, semplicemente perché non c’è più la materia prima, non ci sono più gli allievi, tutti indottrinati e formati, pieni di sé già a undici anni, dal sistema educativo centralizzato, aculturale, perché monoculturale, costruttore del “nuovo ordine” senza Dio.
Lasci la nave che stanno per demolire, ora altre navi solcano gli oceani, piene di balocchi e di virus letali programmati per uccidere le nostre radici. Ora “quel mare scuro” non fa più paura, perché liquido come le nostre incertezze, scivoloso come gli ideali della nuova "civiltà".
Se ne deve fare una ragione, lei è vittima della metamorfosi del suo stesso ordine religioso di appartenenza che, come altri ordini religiosi, ha completamente accolto la “nuova religione”.
Se ne deve fare una ragione perché, in fondo, lei condivide la sua solitudine con quella di Chi, ritrovandosi solo la sera di quel giovedì, continua ancora oggi, più che mai, ahimé, a ritrovarsi solo.
Se ne deve fare una ragione perché quel che conta è che lei sarà sempre nei nostri pensieri, nei pensieri di tutti quelli che hanno avuto modo di conoscerla, baluardo inattaccabile nei più reconditi anfratti della nave della nostra anima, che stanno tentando ostinatamente di inabissare.

Claudio Gazzoli, in Villa San Giuseppe dal 1971 al 1975.





venerdì 12 giugno 2020

PERSECUZIONE



Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.   Mt 5,11


Uno dei pochi religiosi, di questa oscura diocesi di Fermo, un tempo tra le più feconde, importanti d'Italia, che mostra, di lontano, la sua grande fede. È un sacerdote normale, come tutti dovrebbero esserlo, che celebra in modo decoroso la liturgia, senza aberrazioni sociopolitiche, senza fronzoli mondani, senza esaltazioni ridicole, senza protagonismi, senza profanazioni. È un sacerdote che richiama costantemente al cielo, non si rotola nel limo delle questioni terrene, proclama unicamente la Parola, non predica la rivoluzione permanente come un  militante neo trotskista, è attento alle preoccupazioni spirituali dei fedeli che vogliono affidarsi a lui, si occupa delle anime, non dei corpi. È un sacerdote Cattolico Romano che diffonde la nostra religione, senza tentennamenti, senza paura di fare “proselitismo”, senza l’apprensione di offendere quelli di altre religioni. Nel celebrare la Messa si raccoglie in modo profondo sul momento culminante della Liturgia Eucaristica, quasi indugiando perché assorto, dilatando il tempo che normalmente vi viene dedicato. Poi offre la comunione in bocca, anche in questo periodo maledetto.
Tuttavia queste sue qualità, che sarebbero indiscusse in altri tempi, fanno irritare i suoi superiori e il popolo. A parte alcune persone di grande fede, lo criticano perché troppo all’antica, troppo rigido. Oggi la gente vuole vivere bene, non vuole sentir parlare della finitezza del tempo che ci è assegnato, vuole la certezza del perdono senza riparazione, la ricompensa senza sacrificio, non ne vuole sapere di fuoco eterno, pensa che questo sia “medioevo”. Vuole una Chiesa che assecondi la sua voglia di godere, perché la vita è breve e “di doman non v’è certezza”, vuole sacerdoti comprensivi, indulgenti, vestiti come noi, simpatici, trasgressivi, compagnoni (o compagni…), flessibili, che proclamino il vangelo della nostra vanagloria. Tale persuasione è talmente consolidata da poterla considerare, ormai, strutturale, irreversibile. Sarebbe come provare a togliere l’abitudine della siesta al gatto di casa. Pertanto, anche con tante buone intenzioni, questo non è più il luogo della evangelizzazione. Questo non è più il luogo della testimonianza. La civiltà occidentale non brucia più del fuoco inestinguibile, il carbone che produce non può ritornare legna. Ha deciso di lasciare la parrocchia, ha chiesto di avere un altro incarico, anche fuori dall'Italia, paese ormai de-evangelizzato.
La gente “pensa” così come è stata ammaestrata a pensare in questi sessanta anni di inculturazione televisiva, rafforzati, in modo decisivo, dagli ultimi venti di “social network”, assecondati dalla Chiesa postconciliare. Quei pochi, refrattari alla omologazione, che hanno conservato la vera fede, vengono emarginati e perseguitati. Una persecuzione, sottile ma evidente, del pensiero e poi delle anime, che, almeno per ora in occidente, non comprende, la persecuzione dei corpi, come ai tempi di Diocleziano o come ai tempi nostri con i migliaia di cristiani uccisi in varie altre parti del mondo. Questa persecuzione è strisciante, subdola, ma altrettanto devastante. E, quel che è peggio,  paradossale e tragico, viene messa in atto con la partecipazione determinante della stessa Chiesa, che si è alleata con il nemico di sempre e con i suoi scherani.
Ho negli occhi il video di quella donna anziana, molto devota, ma oggi pare una colpa grave, che si mette in ginocchio, per ricevere la comunione in bocca. Il prete, agitando la mano e brandendo l’ostia, le intima di alzarsi, con l’intento di dargli la comunione sulle mani. Poi, davanti al diniego di quella donna, la scarta come fosse il birillo di una gincana, la mortifica, offendendo impunemente l’Altissimo tra le dita. Una sequenza assolutamente al contrario di quella che dovrebbe essere: il sacerdote che si rifiuta di dare l'ostia consacrata  ad una persona in piedi che pretende di riceverla sulle mani... una chiesa assolutamente alla rovescia... La persecuzione dell’anima. Ma l’anima ricolma di fede non si può sopprimere.
Chi non si adegua al mondo è PERSEGUITATO e lo sarà sempre di più.
Si parla della prossima approvazione della legge sulla cosiddetta “omofobia”, termine quanto mai inappropriato, per quanto mi riguarda non ho alcuna paura degli “omo”… ho semplicemente qualcos’altro. La demolizione della legge naturale a colpi di maggioranza è pura BARBARIE della cosiddetta democrazia, come i sacrifici umani, il cannibalismo, la strage dei contadini di Stalin, la repressione della Vandea, le camere a gas, i gulag, la sottrazione "legittima" dei bimbi ai genitori, i fatti di Bibbiano, l’invasione islamica programmata, i metodi educativi basati sul gender, il terrorismo, la pedofilia, l’aborto. L’intento, perseguito con il silenzioso beneplacito dei vertici della Chiesa, nonostante alcuni mugugni incomprensibili, è quello di rendere illegittima la religione che condanna, in modo inequivocabile, come altro non potrebbe essere, nella sua vera Dottrina, la sodomia. Si tratta di un salto di categoria decisivo del programma di persecuzione della religione Cattolica e del suo annullamento, iniziato con l’Illuminismo, che non poteva trovare epoca migliore per essere completato. Ovviamente si avvalgono di un alleato potentissimo, per attuare la nuova PERSECUZIONE, ma non ci piegheremo, non avranno le nostre anime.







venerdì 29 maggio 2020

POSSESSIONE


sacerdote battezza con la pistola ad acqua


sacerdote benedice con lo spazzolino del water


Può sembrare superfluo ricordare queste misere “porcate” dopo le innumerevoli profanazioni degli ultimi anni da parte di consacrati di Santa Romana Chiesa e, soprattutto, dopo la “madre di tutte le profanazioni” avvenuta lo scorso ottobre nei luoghi sacri del Vaticano, con l’adorazione di alcuni ripugnanti pezzi di legno, da parte del “papa” e di alti prelati. Eppure questi due episodi, in cui viene usata l’acqua benedetta,  hanno qualcosa di beffardo e infernale insieme che palesa la firma del loro esecutore.
Se nessun provvedimento drastico, da parte dei diretti superiori, è stato preso;
se nessun annuncio di biasimo, da parte della gerarchia, è stato diffuso;
se nessuna proposta di riparazione, da parte dei cardinaloni, è stata fatta;
se nessun grido, da parte dei vescovi, è stato rivolto…
allora vuol dire che i vertici della Chiesa sono conniventi di questa folle empietà. Allora vuol dire che satana in persona si è impadronito delle alte cariche utilizzando i loro simulacri come semplici paraventi.









giovedì 21 maggio 2020

MASSOCRAZIA



Apocalisse 3:15
“Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca"


Solo ora ne siamo perfettamente consapevoli. Solo ora, dopo qualche anno dalla reclusione forzata nelle nostre case, la prima volta nella storia del genere umano, ci rendiamo conto che quella minuziosa imposizione di norme coercitive della libertà individuale e collettiva, in occasione della cosiddetta “pandemia da coronavirus”, ha significato, soprattutto, la PROVA GENERALE DEL REGIME che, subito dopo, in modo graduale ma inesorabile, è stato imposto a tutta la popolazione della nostra e della altre Contee. Prove tecniche di regime inflessibile e disumano, mascherato da democrazia o democratismo ma peggiore delle dittature più spietate. Forze di polizia non impegnate a fronteggiare la criminalità, lo spaccio sistematico delle droghe, i furti nella abitazioni, la corruzione, la pedofilia, la perfida pratica del voto di scambio, la mistura delinquenziale tra demagogia e illegalità amministrativa, l'evasione ed elusione fiscale, il degrado di sterminati territori outlawed,  ma impiegate, come nelle più efferate dittature, per controllare i movimenti, i luoghi di ritrovo, i comportamenti dell’intera popolazione, con una differenza, almeno lì la lotta alla criminalità la facevano sul serio. Forze di polizia entrate in chiesa, a far sospendere la celebrazione della Messa, al prete con quattro fedeli o a fermare e multare famiglie con bambini da portare in ospedale per malattie gravi... della serie "ti piace vincere facile, ehehhhh...!?".
Ora come allora, regime intollerante, che, tuttavia, usa la tolleranza verso i “diversi”, regime dispotico, ma concede la libertà di pensiero solo a chi la pensa come loro, regime inflessibile, ma usa la flessibilità verso la perversione, regime austero, ma usa l’indulgenza verso ogni trasgressione morale, anche perché ha azzerato tutte le regole morali. E tutto questo non con la inadempienza sistematica della legge, tipica dei regimi dittatoriali, ma anzi, con la forza della legge che non ha più alcun riferimento morale. Perché è questa la raffinata evoluzione della dittatura, quella più efferata, farla passare per “democrazia”, per la più pura, sana forma di governo del popolo che diventa invece la più spietata, brutale, disumana, manipolata, innaturale forma di governo della storia.
Noi, pochi irriducibili, la chiamiamo MASSOCRAZIA, ma non c’entrano le masse….
Ci hanno ingannato anche con la storia della fratellanza universale e dell’unica religione. Una sola è la religione ammessa, quella che svolge i suoi riti nelle cosiddette moschee che, poi, non sono altro che le cattedrali, le basiliche e le chiese trasformate. Pur di divenire la prima religione ha accettato alcuni sostanziali compromessi, soprattutto in campo morale. Le altre religioni sono tollerate, ma soltanto se seguono, rigorosamente, i dettami delle varie “conferenze”, che sono puntigliosamente concordati con il potere centrale. La Chiesa Cattolica Romana rimane solo in noi pochi irriducibili, illegale, perché non ha accettato di sottoscrivere compromessi con il regime e sotterranea, mentre quella “ufficiale” si è progressivamente trasformata, come già aveva cominciato a fare allora, in una delle tante sette evangeliche sotto l’egida della federazione internazionale. Ovviamente ha cambiato sede. Il Vaticano se lo sono spartito l'UNESCO e il FAI, assieme ai Musei che intanto hanno subito un processo di destrutturazione. Così la volta della Cappella Sistina è stata ribattezzata “le storie dell’uomo-dio”, sono state tolte le “braghe” dai personaggi del Giudizio Universale, ripristinando le originali nudità, mentre la parte inferiore, quella dedicata all’inferno, è stata completamente sostituita dagli affreschi staccati dalla Cattedrale di Terni nel frattempo divenuta moschea. La basilica di San Pietro, visto che si presta ad ospitare gli altissimi scheletri dei dinosauri, è stata trasformata in museo universale dell’evoluzione. Solo la Pietà di Michelangelo e la Trasfigurazione di Raffaello, troppo visibilmente non ridefinibili, sono state segregate nei sotterranei. Per fortuna, poco prima della ridestinazione della Basilica, alcuni nostri eroi sono riusciti a trafugare le ossa del Primo Apostolo.
I primi tempi ci hanno installato un chip sottopelle, poi questo è stato sostituito da un chip molto più evoluto che, in pratica, non è localizzabile. Tutti i circuiti del chip, i miliardi di connessioni, elementi logici, che in quello tradizionale erano contenuti in una piastrina di silicio grande come l’unghia del mignolo, ora sono “dispersi” nei triliardi di cellule dello scheletro, opportunamente “drogate” e programmate da un microrobot immesso nelle arterie, che in un solo giorno fa tutto il lavoro. A noi che ci rifiutavamo ci hanno sedati con siringhe proiettile, come quelle usate per la schedatura degli animali a rischio di estinzione. Questo fino a quando non avranno perfezionato la tecnica di inclusione genetica dei circuiti, direttamente, allo stadio di formazione del feto nelle incubatrici che sostituiranno, a breve, l'utero materno. Il risultato è che ora il “secondo cervello” è diluito, non individuabile, ineliminabile, istruito a distanza, telecomandato dalle sofisticate onde del sistema 8G, ad altissima frequenza. Ma il fatto più inquietante è che la rete di cui il chip è costituito, si estende anche al cervello, riuscendo a captare, per ora solo in modo approssimativo, alcune macro-deviazioni dall’ordine costituito dal Comitato Centrale, divenuto ormai il vero dominatore del mondo. Il chip è in grado di riconoscere l’origine genetica e il grado di omologazione di ogni individuo e di “finalizzare” il proprio influsso in funzione di tale appartenenza, garantendo, a chi acconsente, un controllo efficiente della macchina corpo e, quindi, un prolungamento della vita, uno stato di appagamento costante. Per questo la gran parte della popolazione si è docilmente sottomessa, barattando la propria libertà ma, anzitutto la propria anima, per la più tangibile felicità artificiale. I più pesantemente penalizzati e controllati siamo noi, classificati come BDO, “bianchi in difetto di omologazione”. Per fortuna alcuni dei nostri esperti informatici hanno predisposto una “app”, nascosta negli smartphone, che riesce ad ingannare, per ora, il chip personale, simulando percorsi diversi di quelli effettivamente praticati. Dobbiamo usare molta cautela, perché se qualcuno di noi venisse scoperto verrebbe sottoposto al processo di “completa riformattazione”, il ritorno allo stato celebrale infantile e la successiva integrale “rieducazione”. Il medesimo trattamento è riservato a chiunque non si attiene, rigorosamente, alle regole stabilite, come ad un contadino che coltivasse sementi non autorizzate. Solo i cereali OGM sono consentiti oltre ad erbe naturali come marijuana, hashish, coca, guaranà, vendute nei supermarket, di cui vanno pazzi non solo i componenti del comitato.
Con quell'accorgimento possiamo raggiungere, senza dare nell’occhio, la grande galleria sotterranea, dove sono state nascoste, in un pertugio della roccia, le ossa del Fondatore e dove, grazie ad alcuni sacerdoti veri, possiamo assistere alla Messa di sempre e ricevere la vera Eucarestia, con il vero pane ed il vero vino fatti con il frumento e la vite, non OGM, che uno dei nostri riesce ancora a coltivare, di nascosto dai droni, in una radura in mezzo al bosco, dove possiamo continuare a venerare la Regina, dove possiamo, di nascosto, ritrovare il Sacro perché il rapporto con Dio non è come il rapporto con l'uomo.
Ora ci sentiamo tutti rinfrancati e più forti dopo aver ascoltato, in uno degli ultimi incontri, una voce chiara annunciare: «sarò con voi fino alla fine dei tempi».

Claudio Gazzoli - Monterubbiano




P.S.
  Dedicato alla madre badessa che non ha commentato, anzi… quando gli ho portato l’articolo intervista di Suor Teresa Forcades, monaca benedettina che tiene delle conferenze in giro per il mondo sulla necessità di una nuova teologia gender, che sostiene che l’amore omosessuale è benedetto da Dio, che propone la famiglia omo con diritto di adozione e altre bestialità…
  Dedicato alla madre badessa che, riferendomi che si apprestava a votare per la coalizione di sinistra, non ha fatto una piega quando gli ho fatto vedere la foto di una delle paladine della sinistra con in mano un cartello: “Dio, Patria, Famiglia, che vita di merda!”.
  Dedicato a tutti quei religiosi e religiose, ormai la maggioranza, che hanno barato con la loro ordinazione, manifestando, nei fatti, una vocazione nemica del Sacro, orizzontale, ideologica e comunista.




da una mail ad una monaca di clausura, normale....:
penso che, dalla cacciata degli angeli ribelli, lucifero non ha mai "goduto" così tanto... La "tipa" ritornata in Italia, grazie ai nostri soldi che andranno a finanziare lo sterminio dei veri Cristiani nel mondo, ovviamente Cattolici..., sedotta da lui, ingaggiata da lui, vestita da lui, che ha fatto dire al sacerdote della sua parrocchia "ha fatto la scelta giusta....", pure lui, come gran parte della chiesa ingaggiato e ha fatto "osannare" tutti i giornali e le riviste di regime "avvenire....." quale?... "famiglia....... scristiana..." avranno suscitato festeggiamenti a non finire negli anfratti puzzolenti, di cui ormai sentiamo il fetore, dell'inferno.....
Abbiamo un compito grave... Questo virus, vero o fasullo..., sta mettendo al vaglio le ultime sozzure... ci attendono tempi molto duri. La persecuzione è già iniziata, solo che qui non si uccidono i corpi, si uccidono le anime, dominandole, soffocandole e, in ultimo, rendendole perfettamente conformi al disegno perverso di satana che si avvale, efficacemente, del dragone vestito di bianco. Della Chiesa di Gesù rimane, ormai, solo la "struttura" solida, incrollabile, come un grande palazzo in cemento armato, che il terremoto e l'incendio hanno privato del tetto, ne hanno sventrato le tamponature, ne hanno divelto i solai, di cui appare solo l'ossatura... Ma noi dobbiamo rimanerci, magari in qualche sottoscala, in qualche scantinato rimasti integri, a trovare conforto, senza farci troppo sentire, in  qualche sacerdote rimasto vero... Ma anche voi avete un GRANDE COMPITO.




martedì 28 aprile 2020

LA DANZA DELL'ORCO





"Che t'importa dell'alba? - sghignazzarono - Noi siamo gli Uruk-hai: non interrompiamo la battaglia né di notte né di giorno, né col sole né con la tempesta. Noi uccidiamo, col sole e con la luna. Che t'importa dell'alba?"  da "Il Signore degli Anelli" di  John Ronald Reuel Tolkien 

Hanno raccolto quello che hanno seminato. Semi recenti e antichi ma tutti della medesima pianta infestante, più dell’ailanto, che muta nel tempo la propria strategia, prima esplosiva, ora silenziosa, strisciante, untuosa ma pur sempre devastante, avvelenante le nostre anime perché solo di materia è composta, annientatrice della nostra storia perché non ha storia, devastatrice del nostro Credo ultraterreno perché suo unico credo è sottoterra.
Generazioni di religiosi, ammaliati dal marxismo in chiave postsessantottina, figli dei fiori appassiti e fetidi come la morte, hanno barattato i santi principi cattolici con i precetti della depravazione, consapevolmente o inconsapevolmente hanno preso i “voti” nell’utopia di fondere l’unica Religione di Dio che si è fatto uomo con la religione dell’uomo, invadente e tracotante, che si è fatto dio.

Ecco il risultato!

Ecco quello che hanno raccolto i cattolici comunisti, quelli al governo, ma anche quelli nelle sedi episcopali, nelle parrocchie, nei conventi, nei monasteri… Mentre il 25 aprile sfilavano centinaia di fedeli della religione rosso fuoco, giacobina, annientante, che loro hanno abbracciato fin dalla finta consacrazione sacerdotale al principe delle tenebre, sacerdoti veri, solitari, intrepidi, con in mano l’unica “bandiera” che conta per un cattolico, venivano molestati, bloccati, perseguiti.









martedì 14 aprile 2020

PERDONO SENZA PENTIMENTO



Metto le mani avanti. Chi scrive non è un santo. Non può affatto permettersi di biasimare qualcuno per le sue colpe private, né di lanciare la “prima pietra”. Ma occorre fare una distinzione tra peccato individuale e peccato collettivo. Quest’ultimo può essere indotto dai propositi, dalle violazioni, dalle profanazioni di chi governa la Chiesa.
C’è una linearità nella richiesta di grazie a Dio. Come mi hanno insegnato al catechismo, quello prima della “riforma conciliare”, presupposto per la richiesta di benefici è la richiesta di perdono. Presupposto per la richiesta di perdono è il PENTIMENTO. Pentimento, richiesta di perdono, richiesta di grazie è la corretta sequela, insegnata da duemila anni, come dice anche l’Atto di Dolore, quello che vogliono modificare:
mio Dio,
mi pento
e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi
e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono
e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Il pentimento deve pertanto essere accompagnato dal proposito di non ricadere nel peccato.
Può sembrare scontato, nel mondo di oggi, aspettarsi il perdono senza pentimento. Non esiste proprio più il pentimento, tutti sono “inclusi”, dai criminali più efferati ai serial-pederasti, dai sodomiti ai commercianti di carne umana, dai miscredenti ai promotori di atti contro natura. La Chiesa della falsa misericordia senza cauzione perdona e accoglie tutti. Come altri passi del Vangelo “scomodi” si sorvola sulla seconda parte dell’ammonimento di Gesù all’adultera: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Per la prima volta nella storia umana accade che intere popolazioni si trovano costrette in casa. Non era accaduto neanche durante le grandi persecuzioni o invasioni.  È la prima volta, in duemila anni di storia della Chiesa, che viene organizzata e compiuta la profanazione dei luoghi santi del Vaticano; di vedere vescovi di Santa Romana Chiesa che portano in processione idoli profani, nei pressi della tomba dell’Apostolo, nessuno avrebbe potuto neanche immaginarlo, fino a poco tempo addietro.
Compito primario della Chiesa e talmente smisurato da poterlo considerare unico è quello della SALVEZZA DELLE ANIME, che si rivolge ad un tempo infinito della nostra esistenza, davanti al quale ogni problema terreno diventa irrilevante; non quello di proporre modelli economici, politici, ambientali, di impegnarsi ad appoggiare questo o quel partito, di sostenere l’immigrazione di massa e la islamizzazione dell’Europa.
La richiesta di PERDONO da parte della gerarchia, pertanto, non potrebbe essere disgiunta dal PENTIMENTO per tutte le iniquità messe in atto, a partire dal secolo scorso, ma spaventosamente incrementate negli ultimi anni.
«Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori, sappiamo che Tu hai cura di noi», ha detto Bergoglio, in una piazza San Pietro vuota. Il medesimo pontefice, che mostra metodicamente la sua insofferenza verso qualsiasi forma rituale, verso i simboli della Liturgia, verso le espressioni cerimoniali della pietà popolare, che poi costituiscono la storia della nostra cultura, verso i Dogmi Mariani, ha avvalorato, presso i nuovi gruppi politici che si richiamano, neanche troppo vagamente, al marxismo e alle sue espressioni militanti, il modello di una Chiesa che sta dalla loro parte politica, che lotta con loro per l’utopia del “mondo migliore” contro il “capitalismo di sempre”, in una nuova lotta di classe senza quartiere, geografico e culturale. Le manifestazioni di dissenso di questi gruppi verso le esposizioni del Santissimo, verso le poche, ridotte processioni organizzate in questo periodo ne sono la tragica conferma.
NESSUNA RICHIESTA DI PERDONO, NESSUN PROPOSITO DI NON COMPIERE PIÙ TUTTE LE PROFANAZIONI DOTTRINALI E REALI, che fanno ormai parte della prassi della Chiesa di oggi.
Ma proprio qui sta il paradosso. La Chiesa di oggi non può chiedere perdono a Dio per azioni che ormai ne sono diventate costitutive e, pertanto, irrinunciabili. Non può perché non vuole. Non vuole perché non è affatto pentita.
Per chiedere perdono occorre essere fortemente dentro al proposito, occorre avere abbandonato, risolutivamente, la causa stessa del peccato.
-       Questa Chiesa non può chiedere perdono per le offese verso l’Ostia Consacrata che fanno ormai parte della sua prassi consolidata. Tra gli innumerevoli esempi che si possono fare a tal proposito non risulta che sia stato sospeso o, quantomeno, ammonito il teologo che ebbe ad affermare che “c'è una componente erotica nell'eucarestia...”.
-     Questa Chiesa non può chiedere perdono per le abituali profanazioni dei luoghi sacri, dove si organizzano banchetti, feste di fine d’anno, distribuzioni di pizza, danze triviali, corse in bicicletta da parte di prelati, trasporto della particola mediante droni, benedizioni di coppie omo, sfilate di moda, processioni empie, esibizioni di vescovi canterini, esaltazioni di artisti che affrescano dipinti depravati di glorificazione della sodomia.
-     Questa Chiesa non può chiedere perdono per la persistente demolizione della Dottrina e della Tradizione che hanno fatto parte, da duemila anni, del “sensus fidei”* del popolo di Dio.
-   Questa Chiesa non può chiedere perdono per la progressiva trasformazione della Messa da “Memoriale incruento del Sacrificio” a "rievocazione simbolica della Cena", dove sono possibili ogni genere di empietà, nel teatrino che ormai vede protagonisti religiosi e laici.
-   Questa Chiesa non può chiedere perdono per lo smisurato sacrilegio contro il Primo Comandamento, consumato, con il consenso di decine di alti prelati e il silenzio complice di centinaia di migliaia di religiosi, nei sommi luoghi sacri della Cristianità.
Le liturgie di Pasqua celebrate in San Pietro hanno aggiunto sacrilegio a sacrilegio. Sono state fatte senza aver chiesto perdono per la immane profanazione e senza aver proceduto alla successiva RICONSACRAZIONE. Ma questo non è privo di intenzionalità.
Se vi rimane ancora un barlume di coscienza, per il bene dell’umanità intera, ANDATEVENE, dal massimo grado ai cardinali, anzi i cardinaloni, a cominciare da quelli più “grassi”, e poi i vescovi ciclisti, assolutori  dei pervertiti non pentiti, propugnatori della "teologia sodomitica", insofferenti del Sacro. Liberate la Chiesa dai “miasmi dell’inferno”, fondatevi una vostra chiesa “protestante”, ritiratevi in qualche monastero, uno di quelli che non avete ancora soppresso o, semplicemente,  ritornate allo stato laicale, dove potete trovare accoglienza nelle migliaia di organizzazioni neomarxiste, commercianti di uomini per lucro, che stanno attuando il programma della distruzione dell’occidente e quello della “fratellanza universale”.
Solo allora sarà possibile la  RICONSACRAZIONE DEI LUOGHI SACRI,   IL PROPOSITO DI NON CADERE PIÙ NEL PECCATO,  DI NON OFFENDERE PIÙ LO SPIRITO SANTO,   DI NON CONTINUARE AD INGIURIARE LA SOMMA REGINA,  LA RICHIESTA DI PERDONO,   LA SUPPLICA AFFINCHÉ DIO CI LIBERI DA QUESTO FLAGELLO.



* si veda quanto questo documento “Sensus Fidei nella vita della Chiesa” sia profondamente contraddittorio per l’evidente scollamento tra teoria e prassi:









domenica 29 marzo 2020

SIMMETRIE METAFISICHE


Dio allora pronunciò tutte queste parole:
 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù:  non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.» Es 20 1,6.

E’ necessaria una premessa. Il metodo statistico è utilizzato in vari campi, dalla fisica, all’ingegneria, alla medicina, alla sociologia. In campo medico esso viene applicato, sotto il controllo di protocolli internazionali, per la sperimentazione dei nuovi farmaci. Si va a verificare se ci sono correlazioni (o dipendenze) statistiche tra la somministrazione di un determinato farmaco e di un placebo (praticamente acqua) a due gruppi di pazienti affetti da una determinata patologia. Se c’è una correlazione statistica tra la guarigione e la somministrazione del farmaco, in presenza di studi che accertano anche una correlazione fisica, allora il farmaco è accettato.
La necessità di un legame fisico, di tipo deduttivo, dimostrato scientificamente, tra i fenomeni, è pertanto alla base di questo tipo di ricerche.
Mi spiego meglio con un esempio. Circa 40 anni fa’ ha cominciato a manifestarsi, in tutto il mondo, la pandemia denominata HIV. Pressoché nello stesso periodo è iniziata e poi si è espansa, prima con i personal computer poi con Internet, la rivoluzione digitale. Tra i due fenomeni, ovviamente, non esiste alcuna correlazione fisica, ma, per il fatto di essersi sviluppati simultaneamente, con caratteristiche di crescita analoghe, esiste tra essi una forte correlazione statistica. Ovvio che la diffusione della malattia AIDS non è stata causata dalla diffusione dei computer. La correlazione statistica, senza il supporto della correlazione fisica, non può garantire la presenza di una dipendenza di causa-effetto tra due o più fenomeni.
Nessuno scienziato che si rispetti, ma anche nessuna persona dotata di buon senso, potrebbe proporre una dipendenza fisica tra la pandemia in atto e certe derive della Chiesa Cattolica, pur se in presenza di una correlazione statistica.
Mi limito a riportare, in modo ovviamente non casuale, alcuni fatti che hanno colpito la mia sensibilità di cattolico, pertanto non condizionato dalle sole spiegazioni fisico deduttive, senza proporre alcun legame tra di essi, senza manifestare le mie idee in proposito.
-  L’altro ieri in una piazza San Pietro vuota e desolata c’è stata la preghiera del Papa. Il vescovo di Latina dichiara: «Piazza San Pietro vuota traboccava di spiritualità». Personalmente non l’ho vista, ma forse non ho l’animo in sintonia… Sarà per la pioggia, l’oscurità, la solitudine, tutto mi è sembrato inquietante e tenebroso, come il finale di un film di genere catastrofico e, come dice un mio amico magistrato, una palese manifestazione di “governare con la paura”.

-  Nell’ottobre dello scorso anno, nei luoghi contigui a Piazza San Pietro, i giardini vaticani, la chiesa di Santa Maria in Transpontina, la stessa basilica di San Pietro, accanto alla tomba dell’Apostolo, si è dato luogo, in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, a vari riti di adorazione, con tanto di preghiere, inchini, prosternazioni, processioni anche da parte di appartenenti ad ordini religiosi, verso idoli pagani tra cui la famosa pachamama.

-  Nella pandemia in atto, Bergamo è al primo posto sia come numero assoluto dei positivi sia come rapporto rispetto al numero di abitanti, circa 7 positivi ogni 100 abitanti, come si vede dal grafico sotto*, aggiornato al 29 marzo 2020:


-  Verso la Pasqua 2018, è il titolo di un opuscolo diffuso dalle Acli di Bergamo, ne hanno parlato La Nuova Bussola Quotidiana, Sabino Paciolla e altri.
L’introduzione è del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi:
«Carissimi, anche quest’anno le ACLI di Bergamo hanno preparato questo testo per accompagnarci nel tempo di Quaresima e ben volentieri scrivo queste righe di introduzione….».
In esso sono presenti la preghiera Luterana, la preghiera Mussulmana, la preghiera Sich,  la preghiera Giainista: «La Pace e l’Amore Universale sono l’essenza del Vangelo predicato da tutti gli Illuminati. Il Signore ha predicato che la serenità d’animo è il Darma»… ognuna seguita dalla recita del Padre Nostro … verso la religione universale.

-  Il libretto SINODO SULL’AMAZZONIA - schede e video per l’animazione e la formazione è edito dalla Fondazione MISSIO, organismo pastorale della CEI presieduto da Mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. A pagina 17 si può leggere la preghiera alla madre terra:

-  Da un articolo di Andrea Zambrano del 14.05.2019 sulla Nuova Bussola Quotidiana, titolato:
BERGAMO   La Curia tifa Pride e stoppa la veglia di riparazione
si legge la seguente premessa:
«A Bergamo una forte pressione della curia stoppa la preghiera di riparazione che si sarebbe dovuta tenere in chiesa dopo il primo Gay Pride orobico. Ripiegheranno con un Rosario, ma non c'è da stupirsi dato che la stessa diocesi ha collaborato con l'organizzazione dell'evento per non farlo coincidere con l'arrivo delle spoglie del Papa Buono. Invece di condannarlo, si è cercato di scendere a patti con i promotori. A farne le spese, come al solito i fedeli: è la legge del più forte.»
«Chi ha orecchi per intendere intenda!» Mc 4,9.

Claudio Gazzoli, ingegnere in clausura forzata
articolo ispirato da una nostra amica infermiera, impegnata nella lotta contro il coronavirus.

* grafico elaborato dall’autore dell’articolo in base ai dati del Dipartimento della Protezione Civile del 29.03.2020


pubblicato da Marco Tosatti sul blog "Stlum Curiae" il 1 aprile 2020:
https://www.marcotosatti.com/2020/04/01/affresco-di-simmetrie-metafisiche-al-tempo-del-coronavirus/

ci sono stati molti commenti....
ho visto che diversi commenti sono di questo tenore: "ma allora tutte le volte che facciamo qualcosa di sbagliato, individualmente o coralmente, davanti a Dio dovrebbe venire per forza la punizione….".
Come ho cercato di spiegare non c’è alcun legame di causa-effetto tra le nostre azioni e la volontà di Dio e faremmo un peccato grave di superbia se pretendessimo di prevederlo. Se nella costruzione di un palazzo non ci si è attenuti, in modo rigoroso, a tutte le regole di progettazione e di esecuzione, questo non provocherà necessariamente il crollo del palazzo stesso. Altrimenti molti dei palazzi costruiti nel periodo dell’esplosione edilizia, dagli anni sessanta agli anni settanta, periodo in cui, ad esempio, le forniture di calcestruzzo non erano soggette ai controlli di oggi, dovrebbero essere rasi al suolo.
Ma le eventuali “manchevolezze” vanno ad incrementare la probabilità dell’evento catastrofico, come si è visto, abbondantemente, nel corso del terremoto, dalle mie parti, del 2016.