giovedì 20 settembre 2018

PAURA DI TESTIMONIARE





PAURA DI TESTIMONIARE
A guardare, stupefatto, il video della “non benedizione” impartita ai giovani a Palermo:

https://www.lalucedimaria.it/la-benedizione-senza-segno-della-croce-di-papa-francesco-ai-giovani-di-palermo-video/

mi è venuta in mente Santa Cecilia e la sua tomba nella chiesa omonima in Trastevere. Luogo di purezza somma dove possiamo portare ad incenerire le nefandezze che avvengono quotidianamente nella nuova chiesa. Ogni 7 giorni circa c'è un martire Cristiano nel mondo. Non possono scegliere, non ne hanno neanche il tempo. Vengono massacrati in attentati, ovviamente senza preavviso. Ai primi martiri veniva data una possibilità, potevano anche far finta di adorare in pubblico i dei pagani per ritornare in privato alla loro fede.
Che cosa lega la commovente e sublime scultura di Stefano Maderno che raffigura Santa Cecilia, riprodotta così come fu ritrovata nella sua tomba, alle facce insolenti che attorniano uno stralunato vescovo di Roma a Palermo, nel video di cui allego il link?
La TESTIMONIANZA, proclamata col coraggio di una FEDE immensa da Cecilia e invece negata per paura, a causa di una fede smarrita, dalla Chiesa di oggi.
In fondo, ragionando con le odierne categorie, ma chi glielo ha fatto fare ad una ragazza bellissima, figlia di una nobile famiglia romana, a rifiutarsi di incensare e NON OFFENDERE la statua dell'imperatore, avendo in salvo la propria vita?
Ho cercato di trascrivere il testo della NON BENEDIZIONE:
“..Vorrei darvi la benedizione, io so che tra voi ci sono giovani cattolici, cristiani, di altre tradizioni religiose, alcuni agnostici, per questo darò la benedizione a tutti e chiederò a Dio che benedica quel seme di inquietudine che è nel vostro cuore: “Signore, Signore Dio guarda questi giovani, tu conosci ognuno di loro, tu sai cosa pensano, tu sai che hanno voglia di andare avanti, di fare un mondo migliore. Signore, fateli ricercatori del bene e di felicità. Fateli operosi nel cammino e nell’incontro con gli altri, fateli audaci nel servire, fateli umili nel cercare le radici e portare avanti per dare frutti, avere identità, avere appartenenza. Signore, Signore Dio accompagna tutti questi giovani nel cammino e benedire tutti, amen”
Poi un gesto di saluto “circolare”, non un segno di benedizione.
Mi chiedo quale benedizione? nessun segno di benedizione… abbiamo superato anche i segni liturgici a favore solo della sola parola? Ma poi la benedizione quale invocazione della grazia di Dio o di un dio di tutti, sincretico, omnireligioso… ?
Quindi il riferimento alla INQUIETUDINE dei giovani: ma la “inquietudine” (dal voc. TRECCANI: l’essere inquieto; stato d’animo turbato, senso di apprensione, di ansia provocato soprattutto da incertezza, timore, preoccupazione) casomai va superata e il capo della Chiesa dovrebbe dire che la inquietudine si dissolve in Gesù, unica soluzione per i nostri timori terreni, le nostre ansie, le nostre preoccupazioni. Questa inquietudine, invece, ha qualcosa di inquietante…
Non poteva mancare il riferimento programmatico al “mondo migliore” ma è proprio questo lo scopo primario dell’essere Cristiani? La felicità si trova ricercando il bene (quale bene ?) o seguendo Gesù.
Alla fine quel gesto “rotatorio” fatto con la mano della benedizione… è per non offendere o si tratta del nuovo segno della nuova religione universale?
Non è che per non oltraggiare qualche agnostico, presente alla messa per dovere o per non dispiacere alla mamma o alla moglie, o qualche curioso ateo o di altra religione, che potrebbe essersi intrufolato, il celebrante non darà più la benedizione finale? o magari rivedremo presto quel gesto rotatorio? O magari non procederà alla consacrazione per non recare fastidio ai celiaci e agli astemi presenti, o non reciterà il credo per non urtare qualcuno che potrebbe non crederci, o, magari, alla fine, trasformare la santa messa in mensa eucaristica per non oltraggiare la moltitudine di cattolici ammaliati, come quelli del “cerchio magico”, dalla dottrina del grande riformatore.
La non benedizione è come il non compleanno nel mondo sottosopra di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Ormai tutto è “INVERTITO” nel mondo parallelo dell’antimateria (o dell’antispirito). Sarebbe buffo se non fosse tremendamente tragico. Ma forse siamo noi, “cani selvaggi”, che non capiamo, non abbiamo alcuna possibilità di comprendere la logica sofisticata, il recondito contenuto di spiritualità, alla rovescia (ma “alla rovescia” mi ricorda qualcuno…), come molti religiosi conniventi si affannano di spiegarci, della copertina del catechismo per bambini con una coppia omo, dei paramenti sacri indossati da volgari cortigiane fotografate poi in affettuoso abbraccio con chierici impudichi, dei balletti davanti all’altare e tanto altro ancora… Siamo troppo banali e troppo normali. Siamo “piccolo borghesi” fatti di elettroni con carica negativa e protoni con carica positiva.

da ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
“Allora dovresti dire quello a cui credi”, riprese la Lepre Marzolina.
“È quello che faccio”, rispose subito Alice; “almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.”
“Non è affatto la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. “Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!”
– Sarebbe come dire, – soggiunse la Lepre di Marzo, – che «mi piace ciò che prendo», sia lo stesso che «prendo ciò che mi piace?» – Sarebbe come dire, – aggiunse il Ghiro che pareva parlasse nel sonno, – che «respiro quando dormo», sia lo stesso che «dormo quando respiro?».


Per fortuna, nel mondo normale, la CHIESA VERA, prima dell’inversione, ha da dirci parole eccelse. Ne cito alcune, tanto sono “paurosi” e non avranno il coraggio di “martirizzarmi”.
da Evangelii Nuntiandi di Paolo VI   
14. EVANGELIZZAZIONE, VOCAZIONE PROPRIA DELLA CHIESA
"La Chiesa lo sa. Essa ha una viva consapevolezza che la parola del Salvatore - «Devo annunziare la buona novella del Regno di Dio» [34] - si applica in tutta verità a lei stessa. E volentieri aggiunge con S. Paolo: «Per me evangelizzare non è un titolo di gloria, ma un dovere. Guai a me se non predicassi il Vangelo!» [35].  ..... «Vogliamo nuovamente confermare che il mandato d'evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa» [36], compito e missione che i vasti e profondi mutamenti della società attuale non rendono meno urgenti. Evangelizzare, infatti, è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella S. Messa che è il memoriale della sua morte e della sua gloriosa risurrezione"

dal DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II a Toronto VEGLIA CON I GIOVANI Sabato27 luglio 2002:
.Cari giovani, lasciatevi conquistare dalla luce di Cristo e fatevene propagatori nell'ambiente in cui vivete. "La luce dello sguardo di Gesù - è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica - illumina gli occhi del nostro cuore; ci insegna a vedere tutto nella luce della sua verità e della sua compassione per tutti gli uomini" (n. 2715).
Nella misura in cui la vostra amicizia con Cristo, la vostra conoscenza del suo mistero, la vostra donazione a Lui saranno autentiche e profonde, voi sarete "figli della luce", e diventerete a vostra volta "luce del mondo". Perciò io vi ripeto la parola del Vangelo: "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,16).

da MESSAGGIO DI San GIOVANNI PAOLO II PER LA IV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU'  27 novembre dell'anno 1988:
“….La verità è l'esigenza più profonda dello spirito umano. Soprattutto i giovani sono affamati della verità intorno a Dio e all'uomo, alla vita ed al mondo. Nella mia prima enciclica «Redemptor Hominis» ho scritto: «L'uomo che vuole comprendere se stesso fino in fondo, - non soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali e perfino apparenti criteri e misure del proprio essere - deve, con la sua INQUIETUDINE e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo» («Redemptor Hominis, 10). Cristo è la parola di verità, pronunciata da Dio stesso, come risposta a tutti gli interrogativi del cuore umano. E' colui che ci svela pienamente il mistero dell'uomo e del mondo.
- Hai già scoperto Cristo, che è la vita?
Ciascuno di voi desidera tanto vivere la vita nella sua pienezza. Vivete animati da grandi speranze, da tanti bei progetti per l'avvenire. Non dimenticate, però, che la vera pienezza della vita si trova solo in Cristo, morto e risorto per noi. Solo Cristo è capace di riempire fino in fondo lo spazio del cuore umano. Egli solo dà la forza e la gioia di vivere, e ciò nonostante ogni limite o impedimento esterno….”

Non oso neanche pensare di poter essere degno di COMMENTARE.

Un “cambio di paradigma” o UN CAMBIO DI RELIGIONE !?

p.s. del 15 giugno 2019

"UN CAMBIO DI RELIGIONE."







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