
FRAGMENTA di Claudio Gazzoli ------- «….Di fronte a tanta vergogna un solo rimedio penso ci possa essere, che i capaci e gli onesti scendano alla tutela dello Stato e delle sue leggi» Cicerone, processo contro Verre. -------- Stiamo svendendo il nostro paese alle potenze del male, alleate di traditori maldestri e tracotanti, in una utopia senza Dio, sotto il patrocinio del principe delle tenebre. Possiamo fare da soli, in un nuovo Rinascimento, con DIO AL CENTRO.
mercoledì 26 maggio 2021
OLTRE L'INFERNO
domenica 16 maggio 2021
IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI
mercoledì 5 maggio 2021
PROGRESSIONE SATANICA
martedì 13 aprile 2021
LA DEVOZIONE ORIZZONTALE
giovedì 1 aprile 2021
PASQUA
Claudio Gazzoli - Monterubbiano
lunedì 29 marzo 2021
I TENACI DIFENSORI DELLA TRADIZIONE
venerdì 26 marzo 2021
LA RIVOLUZIONE DIGITALE
Claudio Gazzoli
venerdì 19 marzo 2021
ATTACCO ALLA FAMIGLIA
Chi poteva immaginare, qualche decennio fa, che avremmo dovuto difendere la famiglia dagli attacchi pervenuti proprio dalla stessa Chiesa? Ma molte sono le cose che non avremmo potuto immaginare. Mons. Philippe Bordeyne, aveva dichiarato, tra tante altre amenità, in un’intervista con La Croix, nell’aprile 2016, come citato dal sito web cattolico “Riposte Catholique”:
«La società ha bisogno della famiglia, che non si ferma al TRIANGOLO PICCOLO BORGHESE di padre, madre e figli, perché è il luogo in cui ogni individuo cresce come persona in relazione. Disprezzare famiglie diverse sarebbe anche disprezzare questo lavoro di socializzazione». È con queste premesse che è stato nominato presidente dell’Istituto Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.
sabato 13 marzo 2021
IL FILO ROSSO
martedì 9 marzo 2021
QUELLO CHE AVREBBE FATTO GESÙ CON LA PACHAMAMA
martedì 2 marzo 2021
I FIGLI DELLE TENEBRE SONO PIÙ SCALTRI DEI FIGLI DELLA LUCE
«I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari
sono più scaltri dei figli della luce.» Lc 16,8
Nell’intervista rilasciata dal Pontefice emerito
Benedetto XVI al Corriere della Sera si legge: "la rinuncia è stata una
“scelta difficile” ma presa in piena coscienza e credo di aver fatto bene”.
La solitudine del monastero non fa per lui.
“Credo di aver fatto bene”, allora vuol dire che
approva la situazione catastrofica della Chiesa di oggi dopo 8 anni di
bombardamento a tappeto sulle rovine dei precedenti 50. Allora vuol dire che la
ragione delle dimissioni stava nella volontà di affidare a qualcun altro, non
uno qualsiasi ma uno messo lì da accordi extra conclave, il compito di dare
quell’assalto finale che lui non si sentiva di condurre. Allora vuol dire che
l’uomo venuto dalla “fine del mondo” ha fatto un buon lavoro. Allora vuol dire
che: o è connivente, o dice cose che altri gli suggeriscono essendo ancora
sotto ricatto, oppure… dovrebbe, data l’età, riposarsi….
Ho assistito in diretta, alla famosa Via Crucis
dell’aprile 2005, condotta dal cardinale Ratzinger quando, essendo papa Giovanni
Paolo II impossibilitato a presenziare, furono lette le sue meditazioni.
Settima Stazione:
“..Distruggi il potere delle ideologie, cosicché gli uomini
possano riconoscere che sono intessute di menzogne”
Nona Stazione: “..Quante volte la sua Parola viene
distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta
sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio,
dovrebbero appartenere completamente a lui!”
Bene, ora siamo nel pieno del potere delle ideologie
alle quali aderisce in TOTO la Chiesa che lui ha lasciato in balia dei lupi,
senza aver fatto nulla per mondarne la sporcizia.
I figli di questo mondo invece, ma anche figli delle
tenebre, come il furfante abilissimo lodato dal padrone, hanno usato ad arte la
propria scaltrezza. Hanno agito in modo parallelo e sistematico, nella società
come nella Chiesa. Con un’azione costante, sotterranea, ovviamente concertata, i
“comunisti”, già ai tempi della “guerra fredda”, ma poi dopo la plastica di
facciata post muro di Berlino, nella
micidiale metamorfosi della forma che nulla mutava della sostanza, in modo vischioso,
facendo leva sull’appagamento dei sensi, riuscendo persino ad alterarli, nella
musica, nel teatro, nel cinema, nell’arte, hanno conquistato tutti i luoghi del
potere, dai partiti, tutti, in senso trasversale, anche quelli, apparentemente conservatori,
alla magistratura, dalla scuola alla pubblica amministrazione e, con l’occupazione
completa di tutti i mezzi di informazione pubblici e privati, facendo a questi
ultimi “offerte che non potevano rifiutare”, sono riusciti persino a stravolgere
la percezione di sé della gran parte della moltitudine, del proprio intelletto,
del proprio corpo. In pochi anni hanno attuato una vera e propria “mutazione
genetica artificiale” favorendo “i caratteri della sottomissione acritica e
della arrendevolezza all’indottrinamento” (Konrad Lorenz – Il declino dell’uomo),
fino ad arrivare alla dittatura del “pensiero unico” di oggi.
Contestualmente, nella Chiesa, si sono infiltrati nei
seminari, favoriti da certe smanie irrefrenabili, hanno conquistato le più alte
cariche, hanno indetto un Concilio inopportuno, barattando la dimensione
politica della Chiesa sul piano internazionale con lo scopo infinito della
propria missione. Hanno contaminato la purezza con la depravazione, la bellezza
con la trivialità, l’armonia con la dissonanza, la perfezione con il caos. Poi, dopo
aver “blindato” il Collegio cardinalizio, hanno condotto l’attacco finale eleggendo
il proprio mandatario.
Sono di un comune vicino al paese natale di papa Sisto
V, che difese strenuamente la Chiesa dagli attacchi interni ed esterni, senza
scendere a compromessi con il mondo, con un’azione energica di sostegno della
Tradizione, senza buonismo, ipocrisie, mediazioni, cedimenti, nella
consapevolezza che la pietra fondante è una base inattaccabile. La fermezza non
è succedanea della sana Dottrina.
Per la distanza abissale tra il dire e il fare, per
gli equilibrismi tra modernismo e tradizione, per l’ambiguità di certe
aperture, per il suo indecisionismo, per aver rinunciato proprio mentre il nemico minacciava gli ultimi bastioni, per non aver fatto, prima delle proprie dimissioni, comunque inopportune,
nomine che avrebbero potuto arginare il fiume in piena dei nemici interni ed
esterni, mettendo da parte il sentimentalismo che, peraltro, non mi appartiene,
da semplice battezzato, credo che Benedetto XVI, alfiere dei semimodernisti tenacemente aggrappati all’ermeneutica della discontinuità, sia uno dei papi peggiori della storia della
Chiesa.
Claudio Gazzoli
giovedì 25 febbraio 2021
PAURA DELLA LIBERTÀ
Si respira un'aria pesante e non è per la
mascherina... Non è più possibile fare battute perché il rullo compressore
internetelevisivo ha spianato i cervelli e ogni atomo di ironia, sale
insostituibile della vera indipendenza, consentendo solo una visione
appiattita, bidimensionale, senza prospettiva, priva della necessaria vista
dall’alto di cose che apparirebbero in tutta la loro insipienza, sotto i
rilievi mostruosi dell’empietà. Mi è capitato più volte, ultimamente, di
suscitare disagio nei miei interlocutori solo per aver accennato ad una battuta
non in linea col pensiero dominante. Ormai non c'è più un barlume di libertà,
quella vera, quella del pensiero. Ormai c'è solo PAURA, artificialmente
dissimulata dalla gaiezza ipocrita di massa, paura come categoria filosofica, archetipo che ispira ogni pensiero, paura che fermenta ogni azione, ogni
reazione, ogni decisione. Paura che disarma ogni sicurezza, che sopprime ogni parvenza di giudizio
assoluto, che nell’Assoluto ha il suo fondamento. Davanti ad un pensiero
singolare ti guardano come il bambino guardava E.T. per la prima volta,
stupefatti e impauriti perché hai provato a destabilizzare le loro certezze, ad
introdurre un elemento oggettivo nel relativo dispotico ammantato di falsa
liberalità. Paura del dirigente, del
capoufficio, della preside, del vescovo, del prete, della
badessa, della consorella, della catechista, della ministra straordinaria, del
collega, del sindaco, del primario, dell'amico, del fratello. Paura del giudizio
degli altri, del senso comune, dell'isolamento scontato, della solitudine,
della salute, del futuro, di rimanere fuori dal giro,
paura di professare la normalità, di remare controcorrente, paura di essere
estromesso, come gli intrusi, dai guardiani e non poter gustare fino in fondo
l’ultima goccia di miele, stomachevole ma seducente, opportunamente preparato
per i fuchi voluttuosi del grande alveare. Paura di deludere il falso padrone, abilmente dissimulato sotto la
"mascherona" del buonismo imperante.
La paura del covid ha modellato il cemento
finale di tutte le paure inculcate in questi 60 anni, astutamente pacifiste e perciò sostitutive
della grande paura della guerra, disposte a cancellare l’unica paura veramente
fruttuosa, quella del destino della nostra anima, della quale non si parla più,
essendo stata rimpiazzata dalla lusinga perversa e fraudolenta della salvezza
per tutti.
Paura di non partecipare al piacere di
regime, paura di perdere il contatto della mandria e cadere preda dei lupi, ma
poi chi sono i veri lupi? Paura di apparire normali, in un mondo in cui questo
è l’unico modo per essere veramente originali, paura del sentiero impervio,
come calvario, insidioso, ma luminoso,
della libertà.
Claudio Gazzoli
sabato 20 febbraio 2021
martedì 16 febbraio 2021
CURSUS HONORUM
"Hai rovesciato i potenti dai troni" Lc 1,52
A Roma, anche con il privilegio di rampolli di una famiglia patrizia, se si ambiva ad accedere ai gradi più alti della magistratura, occorreva percorrere tutte le tappe della carriera, cominciando ovviamente dal servizio militare nelle legioni. Qui, se si possedevano le necessarie capacità di sopportazione della fatica e ci si distingueva per doti di comando si poteva accedere al tribunato militare. Dopo 10 anni, qualora la “fortuna” avesse concesso la permanenza in vita, si poteva percorrere la carriera politica vera e propria: questore, edile, pretore, console. Questo garantiva che ai vertici dello stato ci fossero uomini che avevano un’esperienza diretta dell’organizzazione dello stesso, che ne conoscevano il peso, le articolazioni, le contraddizioni, le tecniche, l’odore, i compromessi da compiere per il bene della “cosa pubblica”.
Questi qua invece, molti di loro, che si ritrovano a guidare dicasteri che l’evoluzione della macchina statale, con le sue innumerevoli leggi, regolamenti, norme, ordinamenti, connessioni, interrelazioni, ne ha esponenzialmente ingigantito la complessità, che cosa hanno fatto, prima, nella vita? Quali sono i loro “fondamentali” imprescindibili per guidare quel Dicastero? In quale ufficio, hanno lavorato con il massimo profitto? quale grande organizzazione hanno diretto con beneficio? Quali sezioni periferiche e centrali hanno gestito? Quali situazioni complesse hanno coordinato e risolto con successo? E non è una consolazione pensare che, come si dice, stanno lì per rispondere a disposizioni impartite da altri perché lo Stato deve avere il suo decoro.
Invece ora fondamentale è l’arroganza, la
protervia di un potere effimero perché ottenuto non già con un mandato
individuale basato sulla conoscenza della persona ma con un mandato di partito acquisito
con la ratifica del popolo che, una volta ogni 5 anni, mette una “croce” su un
simbolo dentro una cabina angusta e traballante. Poi per i restanti 4 anni e
364 giorni “chi si è visto si è visto”… Di questo “rito” fondante della
Democrazia, ora rimane solo il fondale logoro di un teatrino in cui si
rappresenta, sistematicamente, la parodia di una gestione del potere che nulla
ha a che vedere con i programmi elettorali, le promesse, gli schieramenti.
Per la Chiesa dovrebbe valere lo stesso
principio, con una differenza. Nel cursus honorum di un vescovo o di un
sacerdote i fondamentali riguardano il possesso degli elementi basilari della
Dottrina, il legame ininterrotto con la
tradizione, mentre non hanno alcun valore gli acrobatismi in bicicletta, suonare chitarre, pilotare droni, confezionare pacchi, preparare pizze o cantare canzoncine. Poi sono importanti le capacità organizzative, ma solo se
supportate da una fede incrollabile, come gli esempi eccelsi di Sant'Ambrogio,
Sant’Alfonso Maria de' Liguori, il Santo curato D’Ars. Invece hanno scardinato,
per piacere al mondo, millenni di tradizione, favorendo la
"industrializzazione" della fede a spese di un "artigianato”
plurisecolare incomparabile, parallelamente al programma che sta portando
avanti il "governo mondiale". Chi costruisce un violino o esegue una
doratura o restaura un mobile antico o semplicemente prepara il pane o la pasta
al forno, fa riferimento ad un susseguirsi di esperienze, di concetti continuamente
migliorativi, in virtù del controllo costante dei risultati, un deposito
plurisecolare tramandato che costituisce la NOSTRA CULTURA. L'anima per
essere "restaurata", assistita, “dorata” ha bisogno di artigianato elevato.
Di Industria 4.0 non sa che farsene. Ha bisogno di essere accompagnata da guide
sincere sul percorso battuto da millenni, arduo e scosceso, a volte insidioso
della salvezza. Nei secoli della caduta o, per meglio dire, decadenza
dell’Impero Romano d’Occidente e poi dopo i disastri della Guerra Gotica, gli
uomini e le donne di ogni grado sociale hanno potuto contare sul sostegno, la
guida, la vicinanza della Chiesa che aveva conservato se non accresciuto il suo
potere, potevano contare sulle conoscenze materiali e spirituali di religiosi
che avevano custodito gelosamente il sapere, le tecniche, le pratiche della
civiltà greco-romana e del deposito della Vera Dottrina.
Ora, tutti insieme nella grande ammucchiata,
ne vogliono distruggere totalmente le fondamenta, avendo altresì nelle
gerarchie della Chiesa un alleato potente e soprattutto nell’uomo “venuto dalla
fine del mondo” che, a capo di uno stato straniero, si intromette in modo
pesante nelle scelte politiche di questo sfortunato paese, da cui prende solo i
benefici, senza che nessuno, ma proprio nessuno, gli ricordi che questa è
interferenza negli affari interni italiani. Un uomo venuto dalla fine del
mondo, in senso reale ma anche figurato, per perseguire la fine della nostra Civiltà,
senza curarsi minimamente, anzi calpestando impunemente, le storie, le
battaglie, le vittorie e le sconfitte, le rinunce, i patimenti che l’hanno
generata. Un uomo venuto dalla fine del mondo che usa i suoi scherani e i suoi
organi di informazione per avallare, se non proporre, modelli di comportamento
agli antipodi della nostra tradizione cristiana e cattolica, utilizzando, in
modo perverso, l’enorme potere di persuasione che “non avrebbe se non gli
fosse stato dato dall’Alto”, invece di occuparsi della devastazione spirituale
e morale della Istituzione di cui, molto indecorosamente, occupa il Trono, avallando
le più sfrenate condotte da parte di religiosi che ormai di religioso
mantengono solo il nome.
Nessuna cellula del mio corpo, nessuna
porzione della mia coscienza è dalla parte di questi qua.
Mi sento orgogliosamente Italiano solo in
quanto geneticamente e culturalmente legato a quelle origini che ora vogliono
cancellare per farci entrare nella grande fratellanza, così come si vuole nei
consessi dei potenti in grembiulino e cappuccio, per i quali l’Italia è solo "una mera espressione geografica”.
Sono dalla parte di quelli che l’hanno protetta
contro i barbari, come papa Leone Magno, di quelli che l’hanno difesa, come i
“Viva Maria” contro l’aggressione Napoleonica, dalla parte di quelli che
l’hanno resa grande, come Ottaviano Augusto, dalla parte di quelli che l’hanno riunificata, come Dante Alighieri, dalla parte di quelli che l’anno impreziosita,
come Raffaello, dalla parte di quelli che l’hanno rispettata, come mio padre,
partendo in massa per guerre di cui non capivano neanche il senso, dalla parte
di quelli che l’hanno onorata, soccombendo sulle trincee alpine o sulle distese
ghiacciate della Russia meridionale, dalla parte di quelli che l’hanno riscattata,
come Salvo D’Acquisto, dalla parte di quelli che l’hanno glorificata, morendo
nel compito arduo di farne rispettare le leggi, come Carlo Alberto Dalla
Chiesa, dalla parte di quelli che l’hanno risollevata, con il sacrificio della
propria vita, come Enrico Mattei, dalla parte di quelli che l’hanno sostenuta,
con una vita intera dedicata al lavoro, alla famiglia, al rapporto con Dio.
Claudio Gazzoli
mercoledì 13 gennaio 2021
LA FATALE ALLEANZA TRA IL DRAGO ROSSO E LA BESTIA NERA
Può essere utile per capire meglio la disastrosa situazione, morale, dottrinale, ideale, organizzativa, della Chiesa di oggi.
3 giugno
1989 - dal messaggio della Madonna a don Stefano Gobbi:
… in questa terribile lotta sale dal mare, in aiuto
del Drago, una bestia simile a una pantera.
Se il Drago Rosso è l’ateismo marxista,
la bestia nera è la massoneria.
… Se il Signore ha comunicato la sua Legge con i dieci
comandamenti, la massoneria diffonde ovunque, con la potenza delle sue dieci
corna, una legge che è completamente opposta a quella di Dio.
Al comandamento del Signore: “Non avrai altro Dio
all’infuori di me”, essa costruisce altri falsi idoli, difronte ai quali oggi
molti si prostrano in adorazione.
Al comandamento: “Non nominare il nome di Dio invano”,
essa si oppone con il bestemmiare Dio e il suo Cristo, in tanti modi subdoli e
diabolici, fino a ridurre ad un marchio di vendita indecoroso il suo nome e a
fare film sacrileghi sulla sua vita e sulla sua divina Persona.
Al comandamento: “Ricordati di santificare le feste”,
essa trasforma la domenica in week end, nel giorno dello sport, delle gare, dei
divertimenti.
Al comandamento: “Onora il padre e la madre”, essa
contrappone un modello nuovo di famiglia fondato sulla convivenza, persino tra
omosessuali.
Al comandamento: “Non uccidere”, essa è riuscita a
fare legittimare, in ogni parte, l’aborto, a fare accogliere la eutanasia, a
fare quasi scomparire il rispetto dovuto al valore della vita umana.
Al comandamento: ”Non commettere atti impuri”, essa
giustifica, esalta e propaganda ogni forma di impurità, fino alla
giustificazione degli atti contro natura.
Al comandamento: “Non rubare”, essa opera perché
sempre più si diffondano i furti, la violenza, i sequestri, le rapine.
Al comandamento: “Non dire falsa testimonianza”, essa
agisce perché si propaghi sempre più la legge dell’inganno, della menzogna,
della doppiezza.
Al comandamento: “Non desiderare la roba e la donna di altri”, agisce per corrompere nel profondo la coscienza, ingannando la mente e il cuore dell’uomo.
17 giugno 1989 - dal messaggio della Madonna a don
Stefano Gobbi – Il numero della bestia: 666
…. Addirittura la massoneria ecclesiastica giunge fino
a costruire una statua in onore della bestia e costringe tutti ad adorare
questa statua.
Ma, secondo
il primo comandamento della santa Legge del Signore, solo DIO si deve adorare e
a Lui solo deve essere data ogni forma di culto.
La statua o
l’idolo, costruito in onore della bestia, per essere adorato da tutti gli
uomini è l’Anticristo.
Calcolate
ora il suo numero 666, per comprendere come indichi il nome di un uomo.
OGNI RIFERIMENTO È PURAMENTE CASUALE....
nome |
codice ASCII* |
B |
66 |
E |
69 |
R |
82 |
G |
71 |
O |
79 |
G |
71 |
L |
76 |
I |
73 |
O |
79 |
|
|
somma |
666 |
* Il codice ASCII è la codifica utilizzata
nel linguaggio informatico per trasferire i caratteri in codice binario