venerdì 17 settembre 2021

LA VIA DELLA PERSUASIONE

 


«Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà» (Lc 9,24)

Pubblico uno stralcio della lettera che un parroco delle mie parti ha scritto ai suoi fedeli. Non voglio palesarne il nome semplicemente perché non mi interessa il singolo sacerdote, nei confronti del quale posso anche provare un sentimento, neanche troppo coinvolgente, di cristiana pietà. Inoltre questo documento è molto simile ad altri documenti che circolano in questi giorni, tutti, ovviamente, ispirati alla lettera della CEI “Curare le relazioni al tempo della ripresa” reperibile su:
Mi interessa, invece, mostrare una linea di pensiero e di azione della Chiesa che, a mio modesto parere, è distante anni luce dalla sua originaria missione.

….La Conferenza dei vescovi italiani invita a vaccinarsi e io con lei Con una lettera inviata a tutti i vescovi ad apertura dell’anno pastorale, la Presidenza della CEI fa suo l’appello del Papa a favorire la scelta di vaccinarsi come un atto di responsabilità sociale e invita i singoli vescovi a richiamare i fedeli a tale responsabilità: senza porre obblighi, mantenendo aperta la riflessione, puntando sul convincimento delle persone, mirando comunque all’adesione più ampia possibile alla vaccinazione.
Vaccinazione come atto d’amore. L’appello del Papa al quale richiama la Cei è quello del videomessaggio ai popoli dell’America Latina del 18 agosto 2021, nel quale affermava che «vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore; e contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore: amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli» […]. Finora l’obbligo vaccinale [posto dalle competenti autorità dello Stato] riguarda solo alcune circoscritte categorie di lavoratori. La normativa civile attuale non prevede l’obbligo vaccinale né richiede la certificazione verde per partecipare alle celebrazioni o alle processioni né per le attività pastorali in senso stretto: catechesi, doposcuola, attività caritative […]. La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta.
L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate.
Da parroco, presbitero e cittadino condivido la lettera della presidenza della Cei. Avverto in essa la tonalità calda dei richiami in materia di pandemia che sono venuti dalla Cei negli ultimi mesi, dopo che il presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, è passato per la terapia intensiva e ha rischiato di morire. Condivido in particolare l’invito a procedere per la via della persuasione.
Ogni decisione riguardante il proprio corpo e la sua cura va lasciata alla persona, fatta salva la possibilità per la comunità di prevedere degli obblighi di salute pubblica: lo stabilisce la Costituzione all’articolo 32 [Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge]. Ma nulla dovrà essere obbligato, da qualsiasi altra autorità, oltre le disposizioni legali.
Intendo così, in chiave attiva, promuovere e favorire quella che chiamo “via della persuasione”: è bene che ognuno che ne sia convinto, se ne faccia promotore. Evitando le polemiche, cercando le parole capaci di convincere…..

VACCINAZIONE COME ATTO D’AMORE (o d’ammore…)
Ma voi che parlate sempre d’amore… che vi sciogliete all’amore - per inciso ho sempre pensato che dell’amore non bisognerebbe “parlare” - che accogliete con amore i peccatori, tutti ma proprio tutti, bestemmiatori, idolatri, eretici, ladri, usurai, fedifraghi, assassini, adulteri, depravati, sodomiti, pedofili. Voi che siete sempre così accoglienti nei confronti delle coppie omosessuali, degli abortisti, dei demolitori della famiglia, dei sostenitori dell’eutanasia, perché non riservate una parvenza di attenzione per i poveri fedeli smarriti che hanno più di qualche perplessità ?
PRIMO: sull’efficacia del vaccino, anche con riferimento alle mutazioni, visto che sono ormai centinaia i riferimenti a pubblicazioni, dichiarazioni, articoli di eminenti ricercatori che, peraltro, mettono in evidenza la inopportunità di procedere alla vaccinazione di massa con l’epidemia in corso.
SECONDO: sui rischi per la salute di giovani e adulti per gli effetti di medio-lungo periodo che non sono stati affatto indagati con la scusa dell’urgenza per la mortale pandemia che provoca il decesso in meno dell’1 % dei casi.
TERZO: sulla immonda cancellazione di ogni riferimento alle cure domiciliari che possono, come dimostrato da organizzazioni di medici attive in Italia e all’estero, curare la malattia, se affrontata per tempo, di quasi il 100% dei contagiati.
QUARTO, ma non ultimo in ordine di importanza: in merito all’origine del materiale biologico con cui vengono realizzati questi cosiddetti vaccini e diversi altri farmaci, direttamente o indirettamente connessi con cellule derivanti da feti abortiti, come ammettono anche le stesse case farmaceutiche.
So che quest’ultimo argomento, che dovrebbe essere per voi di gran lunga il più importante, è invece il più imbarazzante. Per voi che, in stragrande maggioranza, date il vostro favore, condividendone l’ideologia, e poi il vostro voto, al partito che non solo si è prodigato per far approvare e poi favorire la legislazione abortiva in questo paese, ma che ultimamente ha legalizzato la più satanica delle pratiche con l’uso della pillola abortiva.

LA VIA DELLA PERSUASIONE
Perché non usate più la PERSUASIONE, come Gesù voleva, quella della conversione, della evangelizzazione ?
NON È VOSTRO COMPITO persuadere le persone a farsi vaccinare. Ne abbiamo già abbastanza di pressioni ed avvertimenti con metodi solo apparentemente più sottili di quelli della Gestapo e della Stasi.
È vostro compito persuadere i fedeli a confessarsi, ad accostarsi frequentemente ai sacramenti, ad avere rispetto per il sacro, ad applicare sistematicamente i Comandamenti di Dio.
È vostro compito organizzare adunanze di preghiera, di adorazione, di recite del Santo Rosario, per chiedere perdono a Dio per gli atti spaventosamente sacrileghi compiuti dalla Chiesa nell’ottobre del 2019, solo pochi mesi prima della comparsa di questa cosiddetta pandemia, per supplicarne la fine, per implorarne il perdono.
È vostro compito persuadere i cardinali, i vescovi i “presbiteri” ad abbandonare le pratiche peccaminose così diffuse nelle alte gerarchie.
Ma voi, tra l’anima e il corpo, avete scelto il corpo ed anche per ragioni che non è il caso di ricordare qui, dato che l’argomento è tremendamente serio. Se aveste privilegiato le vostre e le altrui anime potevate persuaderle, incessantemente, ad operare per trovarsi monde davanti a Dio, perché, per il Signore, morire per covid non è più eroico di morire di tumore, di malaria, di infarto, di embolia, di vecchiaia. Se aveste scelto l’anima potevate tentare di persuadere voi stessi a rinunciare fortemente alla concupiscenza, all’eresia, all’apostasia, all’ideologia, all’idolatria, alla pachamama.
Per questo sciatto servilismo, motivato anche da quella roba che si chiama otto per mille, state oltraggiando il vostro Unico Padrone che non vi chiede affatto di inocularvi il cosiddetto vaccino, che ha la sua remota origine in pratiche sacrificali pre-colombiane.
Si vede lontano mille miglia che la vostra è solo un’adesione ideologica ad un progetto che viene da molto lontano e che trova ora, per una serie di circostanze storiche sincronicamente favorevoli, la sua piena attuazione, facendovi ignorare la principale motivazione della vostra missione. Gli apostoli hanno pensato alla salvezza dei propri corpi la notte in cui a Gesù hanno inflitto centinaia di colpi di flagello e, come loro, state deviando su percorsi sicuri da quella salita che, invece, è alla base della nostra civiltà. Ma poi loro tutti hanno riabilitato questo tradimento nella catarsi liberatoria del martirio. E al martirio, anche se quello meno cruento dello spirito, siamo tutti chiamati quale segno irrilevante di partecipazione al Calvario. È questa dimensione che avete completamente dimenticato a favore di una effimera, vacua dimensione moderna della vita.
Invece di usare espressioni, parole, riferimenti alla tradizione della Chiesa, alla Dottrina perenne, usate un linguaggio tipico di quello strumento che ha prodotto il degrado morale e culturale di questo paese, mentre dai vostri pulpiti non ammonite più, non correggete il peccato, non esponete più la morale cattolica ma la morale della televisione, che ormai declama esclusivamente la propria verità. Ma la Verità non è quella del Pilato di turno che ti deride sfaldandone lo stesso significato. La verità non è nei teatrini delle vostre parrocchie, nelle omelie pronunciate nelle vostre chiese trasformate in sale da ricevimento, nelle tenebre della accondiscendenza con il mondo. La Verità è unicamente quella di Gesù, testimoniata al prezzo di un sacrificio immane che ora voi state turpemente calpestando. È la Verità testimoniata da decine di migliaia di martiri che non si sono piegati ai dictat dell’imperatore, che non hanno creduto alle sue lusinghe, che non si sono prostrati ai piedi dei suoi simulacri, come state facendo ora voi ai piedi di un potere inappellabile, molto più tenebroso delle pur oscure facce che lo rappresentano. La Verità è persecuzione, oltraggio, derisione, martirio. La Verità è su quella salita spaventosamente dolorosa del Calvario. Non c’erano punti di ristoro su quella salita, né barellieri, né medicamenti, né antidolorifici, né sieri falsamente miracolosi, né rianimatori. Non c’era la croce azzurra, ma una pesante croce latina di legno di colore rosso sangue.
Questa verità va cercata nell’esperienza condivisa dei medici che sono rimasti fedeli al loro giuramento, che non si sono fidati della vulgata ufficiale, che sono stati sospesi dai rispettivi albi solo per aver fatto il proprio dovere. Va rintracciata nelle dichiarazioni dei ricercatori onesti, nelle notizie che bisogna andarsi a cercare, nelle contraddizioni dei grandi mezzi di comunicazione e dello zelo paradossale e untuoso di tutti i religiosi allineati.
Eppure c’è ancora qualche vescovo che ha conservato integra l’anima e la coerenza verso la sua unica missione. Monsignor Athanasius Schneider ad una donna statunitense che, per essersi rifiutata di fare il vaccino, ha perduto il proprio posto di lavoro:
«Oggi fai le valigie dal tuo posto di lavoro, e mentre fai le valigie, il tuo tesoro viene trasferito nella stanza che Gesù ti ha già preparato nel Regno dei Cieli». Sarà per malanimo, ma mi viene da pensare a quali anfratti sta invece preparando il principe delle tenebre per questi parroci-presbiteri-cittadini.

Claudio Gazzoli










mercoledì 18 agosto 2021

L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

 



Chiesa AL ROVESCIO, totalmente asservita al mondo, UNICAMENTE PREOCCUPATI di OSSEQUIARLO, proprio il contrario di quello che vuole Gesù: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.» Gv 15,18-19.
Proprio al ROVESCIO di come un “normale” fedele si aspetterebbe.

DIRITTO: si rifiutano di dare la comunione a chi la pretende sulle mani e in piedi ed invitano ad inginocchiarsi per prendere la comunione sulla lingua.
ROVESCIO: danno la comunione, esclusivamente, a chi è in piedi e la pretende sulle mani.

DIRITTO: i requisiti per essere ammessi in chiesa sono, esclusivamente, il decoro nell’abbigliamento, l’attenzione per la devozione, la partecipazione alla liturgia e ai sacramenti, la preghiera, l’adorazione eucaristica.
ROVESCIO: il requisito unico per essere ammessi in chiesa è il green pass che attesta la somministrazione del cosiddetto vaccino, preparato dalle case farmaceutiche con l’utilizzo, diretto o indiretto, di cellule provenienti da esseri umani abortiti.

DIRITTO:
Avere il massimo rispetto per il SACRO, a partire dalle particole consacrate.
ROVESCIO:
Non considerare il SACRO, anzi disonorarlo perché è sacro tutto ciò che viene dall’uomo, compresa la volgare e quindi sacrilega distribuzione dell’eucarestia.

DIRITTO:
Considerare la Liturgia come la più elevata occasione di elevazione verso Dio, onorarla nei modi più eccelsi che la Chiesa ha ricevuto nella tradizione.
ROVESCIO:
Volgarizzare la Liturgia con forme e condotte che derivano dalle mode del tempo, dal protagonismo degli “attivisti”, dal sentimentalismo populista, dalla paura di offendere le altre religioni.

DIRITTO:
La famiglia cristiana è donna, uomo uniti nel sacramento del matrimonio, con i figli che sono un dono di Dio.
ROVESCIO:
Ci sono tante famiglie multicolore, multisesso, con i figli forniti dall’esterno, che devono ricevere la benedizione della Chiesa.

DIRITTO:
La Chiesa promuove, per il tramite di tutti i suoi organi di informazione, il rispetto della vita umana fin dal concepimento, la famiglia cristiana, l’educazione scolastica basata sugli inderogabili principi cattolici, il rigore nelle forme del Sacro e della Liturgia, il monito verso le derive della modernità.
ROVESCIO:
La Chiesa favorisce, per il tramite di tutti i suoi mezzi di informazione, la sottomissione alle ideologie del mondo, la condivisione dei modelli “politicamente corretti” della famiglia allargata, degli abbinamenti contro natura, della educazione dei bambini e dei ragazzi su teorie stravaganti del genere sessuale, conferisce riconoscimenti a chi si è prodigato a favore dell'aborto.

DIRITTO:
Tutti i religiosi mantengono un profilo molto basso nei confronti della politica perché il loro unico riferimento è il Signore. Esercitano il diritto di voto ma danno il loro consenso solo ai partiti, qualora ci siano, che rispettano totalmente la morale cattolica.
ROVESCIO:
La maggior parte dei religiosi “sbavano” per il partito “sinistro”, loro unico riferimento e che, in tutte le sue scelte, segue logiche opposte alla morale cattolica, favorendo l’aborto, i matrimoni omosex, la disgregazione della famiglia, la manipolazione genetica, la violazione della vita umana interrompendo il suo naturale compimento.

DIRITTO:
I sacerdoti hanno, quali esclusivi riferimenti per il loro agire, gli insegnamenti del Vangelo, gli esempi dei martiri e dei santi, la Dottrina della Chiesa, il Diritto Canonico.
ROVESCIO:
I sacerdoti obbediscono alle disposizioni della CEI, alle direttive del Governo, alle tendenze del mondo, agli orientamenti dei fedeli.

DIRITTO:
Mantengono ALTA l’asticella del peccato, enfatizzano i riferimenti della morale cristiana, richiamano sistematicamente al rispetto dei comandamenti, avvertono dell’importanza decisiva dell’impegno individuale verso la Salvezza.
ROVESCIO:
Abbassano fino a terra l’asticella del peccato, relativizzano i riferimenti morali, omettono di richiamare i comandamenti, sottovalutano l’importanza di guadagnarsi la Misericordia di Dio.

DIRITTO:
Il sacerdote celebra il Culto Divino, amministra i sacramenti, tiene aperta la chiesa e ne cura il decoro, non si separa mai dal breviario per la sua regolare preghiera, offre la propria assistenza spirituale, si rende sempre disponibile per la confessione, cura il catechismo dei bambini, porta la particola consacrata agli infermi, impartisce l'estrema unzione, richiama costantemente, nelle parole, nei gesti, nel saluto, nelle esortazioni, nelle consolazioni, negli ammonimenti, negli incoraggiamenti, al Signore.
ROVESCIO:
Il sacerdote cura le pubbliche relazioni, apre la chiesa solo poco prima della messa quotidiana, non trova il tempo per l'assistenza spirituale, confessa su appuntamento, incarica altri per il catechismo dei bambini, per portare la particola consacrata agli infermi e per distribuire l'Eucarestia durante la messa, dice che "la psicologia gli è molto più utile della teologia" (quella vera ovviamente) per condurre la confessione, organizza convegni, simposi, incontri su temi socio-politici, corsi di preparazione al matrimonio cristiano per coppie omosex, è fattivamente sollecito nel blandire le altre religioni.

DIRITTO:
Il percorso formativo dei sacerdoti, all’interno dei seminari, è soprattutto un cammino di preghiera, di liturgia delle ore, di rosari, di novene, di adorazione eucaristica, di lettura costante della Parola di Dio, di ricerca incessante del rapporto con Dio, di formazione dello spirito prima dell’intelletto, con l’ausilio fondamentale dello studio della teologia cattolica, della teologia morale cattolica, della Patristica, della liturgia cattolica, della vita dei martiri e dei santi, in particolare la vita, le opere, le omelie del loro santo protettore San Giovanni Maria Viannet, del significato insostituibile dei Sacramenti, della Tradizione millenaria della Chiesa.
ROVESCIO:
Stante il fatto che nei seminari si entra solo se si è vaccinati, viene privilegiato lo studio della teologia di ispirazione protestante, delle discipline sociali quali la psicologia, la sociologia, l’antropologia, le tecniche di interrelazione sociale, la organizzazione degli eventi collettivi, i punti di contatto con le altre religioni, le altre culture, le altre inclinazioni (i ponti di contatto), il riscaldamento globale, l’ecologia, le alimentazioni alternative, le tecniche di meditazione.

DIRITTO:
il sacerdote è orientato verso Dio quale unico destinatario del culto.
ROVESCIO:
il "presidente dell'assemblea" è orientato verso il popolo quale destinatario del culto di sé stesso.

DIRITTO:
La Vergine Maria.
ROVESCIO:
La pachamama.

Ora che la Chiesa è completamente rovesciata, tutto diventa “simmetrico” nell’asimmetria complessiva del mondo. Se tutti viaggiano alla rovescia tutto sembra diritto e questa è la vera relatività o il vero relativismo, arrivato a compimento dopo un percorso durato più di 250 anni. Ma è una simmetria ingannevole, instabile, perché presuppone che tutto, ma proprio tutto, sia rovesciato. Dove rimanesse anche un’entità piccola DIRITTA essa rivelerebbe la truffa smisurata e pertanto andrebbe eliminata. È quello che stanno facendo con “Traditionis Custodes” e il suo seguito imminente.

Claudio Gazzoli


P.S.

.... e con il green pass...






martedì 10 agosto 2021

LA SAGRA DELLA LIBERTÀ


"Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto" Esodo 32,8.


Non sono solo calamità le circostanze provocate da questa “pandemia”. Il 2020 è stato indubbiamente un “annus terribilis”, dai cortei di camion militari di Bergamo, alle catastrofiche previsioni delle varie imbonitrici telecassandra, alle miserabili condotte di tutto l’apparato della Chiesa. Ma non tutto è stato così rovinoso. Per quanto mi riguarda la sospensione delle “sagre” paesane è stata provvidenziale, se non addirittura propizia. Ora sono ricominciate alla grande.
Questa invenzione degli anni ’60, gli anni del boom economico, ha avuto una evoluzione verso forme che nulla hanno a che vedere con la “tradizione”, ammesso che esista ancora una TRADIZIONE.
"Panem et circenses" in un colpo solo, in totale ossequio e sottomissione ai disegni del Grande Architetto.
Solo pochi anni prima sarebbe stato impensabile fare una festa dedicata alle “tagliatelle al ragù” perché le tagliatelle al ragù costituivano il primo piatto del giorno di festa dedicata al Signore. Il valore sacro del cibo era legato intimamente alla sua “scarsità” e per questo gradito a Dio. Era il rapporto stretto tra “fatica” e cibo che lo rendeva “sacro”. Ora il cibo, almeno in una parte del mondo, è una risorsa illimitata sulla quale si possono organizzare simposi, proporre graduatorie, programmare una sciame di trasmissioni televisive, nell’unica redditizia finalità del piacere fine a sé stesso.
Quando ero bambino, almeno ancora nei paesi delle mie parti, ogni festa popolare era una festa religiosa che prevedeva la parte liturgica e la parte festosa, ma quest’ultima non era mai disgiunta dalla prima. La banda musicale accompagnava la processione e poi teneva il concerto, i fuochi d’artificio chiudevano la festa e celavano un omaggio al Santo Patrono, mentre la chiesa restava aperta per tutta la sera per consentire ai fedeli di onorare le reliquie del Santo. L’unica eccezione, ma solo apparentemente, era il carnevale. Ma in effetti, a parte gli ambienti della borghesia cittadina, anche il carnevale non era altro che il contraltare della festa religiosa, quasi che la trasgressione potesse rendere più consapevole il pentimento e la maschera, al di sotto della quale si dissimulava il lato oscuro della nostra coscienza, più manifesta l’intenzione purificatrice della cenere dell’inizio di Quaresima.
Le nostre gustose castagnole, le frappe e la cicerchiata, cibo prezioso perché fatto di ingredienti non illimitati, stavano a ricordare il termine del piacere prima dei quaranta giorni di astinenza.
La stretta dipendenza con la ricorrenza religiosa impediva che la festa degenerasse in festino. Impediva che la festa diventasse una esaltazione materiale e metaforica di tutti i desideri della carne, facendone una sacrilega rappresentazione.
Ma visto che la parola “sagra” deriva da “sacro” e, originariamente, era usata ad indicare una “Festa, celebrazione religiosa in occasione della consacrazione di una chiesa, di un altare o di una immagine religiosa (dal voc. Treccani)”, se la vera libertà è la sottomissione esclusiva a Dio, a tutti i suoi comandi e l’affrancamento da tutte le insolenze del mondo, allora l’unica sagra a cui bisognerebbe partecipare in massa, qualora venisse finalmente organizzata, è quella della libertà.

Claudio Gazzoli – Monterubbiano (FM)







sabato 31 luglio 2021

COME UN PESCIVENDOLO

 



È un percorso in salita, ma fatto anche di cadute in burroni dai quali è faticoso risalire. L’importante è che, nel bilancio complessivo, l’altimetro segni una quota sempre più elevata. Anche se è bene seguire il suggerimento “non ti curar di lor, ma guarda e passa”, a volte è salutare dare un’occhiata negli anfratti che si incontrano lungo il percorso, perché il fetore che ne esala ci conforta nella convinzione di essere dalla parte giusta. Me lo vedo con la bava alla bocca e gli occhi infuocati davanti alla tastiera:

https://isoladipatmos.com/i-vaccini-anti-covid19-quella-morale-e-quella-carita-cristiana-ignota-a-quei-turbolenti-cattolici-antivax-che-urlano-sui-social-media-come-pescivendoli-al-mercato-rionale/






sabato 24 luglio 2021

POSSESSIONE IDEOLOGICA

 






Esigere di aver fatto il vaccino per poter andare a messa è come se, a ruoli invertiti, richiedessero la certificazione dell'avvenuta confessione per andare al ristorante o per entrare allo stadio.
Anche se le premesse sono artefatte quando non errate, da un punto di vista strettamente logico non fa una piega che si chieda, per andare a compiere o ad assistere ad un evento "fisico", la vaccinazione che riguarderebbe la protezione dei corpi e questo al di là di considerazioni di natura morale o scientifica. Ma la Chiesa non dovrebbe occuparsi della cura delle anime? E la messa non è forse il più elevato evento che ci è concesso su questa terra per metterci in rapporto con Dio? Certo non la messa così come l'hanno ridotta, puro momento assembleare, consumazione di un pasto collettivo a sviluppo unicamente orizzontale, perché per “loro” quello che avviene sull'altare è solo lo spunto per stare tutti insieme appassionatamente. Lì potrebbe esserci pure la pachamama e penso che tra non molto ce la metteranno. A pensarci bene, in effetti, con quella messa, quale evento fisico, diventa logico pure richiedere la vaccinazione, come al ristorante.
La Chiesa propugna con tutti i suoi organi (quelli del sol dell’avvenire…) la "vaccinazione". Senza alcuna considerazione di opportunità, senza ponderazione, senza consapevolezza, senza alcuna analisi sugli effetti, sui pareri di illustri ricercatori, persino irridendo chi solleva questioni morali legate all’uso di materiale biologico proveniente da feti abortiti, così… da fare e basta!!.
La stessa tenacia con la quale cavalca il cavallo imbizzarrito dei "migranti" senza riflettere sulla vera povertà, quella dei paesi africani che si spopolano di forze che potrebbero concorrere ad una crescita sostenibile, allo sviluppo di posti di lavoro, produzione energetica e acqua dolce, con le tecnologie odierne che lo rendono possibile. Senza ponderare l'opportunità per movimenti gestiti dalle grandi organizzazioni criminali, in testa quelle delle "società segrete", che poi non sono neanche tanto segrete, che governano il mondo.
Questa è PURA IDEOLOGIA, volontà accanita di imporre a tutti le loro idee penosamente deificate di una religione finalmente umana, perfetta, incomparabile, definitiva. Ideologia trasversale che esalta tutti, sortilegio delle coscienze asservite. Mi è capitato di parlare con diversi religiosi e quando gli dici: “guarda che il partito che sta realizzando l’aborto anche con la pillola, il matrimonio tra coppie “stravaganti”, la dissoluzione della famiglia, la privazione della libertà di espressione, gli scandali ai bambini…. è quello a cui avete dato il voto”, non ti ascoltano, ti guardano fissando un punto immaginario dietro di te, ti attraversano con lo sguardo, irretiti dall’ideologia. Ma non dovrebbero essere irretiti soltanto dal Signore? Come parlare con un tifoso accanito per tentare di spiegargli che ci sono prove inoppugnabili, registrazioni visive, che la palla è passata ad un metro abbondante oltre la linea di porta.
Libertà, democrazia, uguaglianza, fratellanza, parole che l’ideologia ha svuotato, simulacri del loro esatto opposto, esplicitamente reale, che sfumano inesorabilmente verso un punto di attrazione nero assoluto, concreto, indiscutibile, monolitico come la morte.

Claudio Gazzoli


P.S.
Un esempio perfetto di COLOSSALE DEFORMAZIONE IDEOLOGICA. Il presidente del consiglio dice: "L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori". NO, un  presidente del consiglio onesto intellettualmente e che non vuole allarmare la popolazione direbbe: "... Non ti vaccini, ti ammali, hai circa il 5% di probabilità di morire". Ovviamente con i dati ISTAT del dicembre 2020 e "tachipirina e vigile attesa".  Ma per essere onesti intellettualmente occorre essere umanamente autonomi ed accettare di avere un Unico Padrone.








domenica 18 luglio 2021

I CUSTODI DELLA TRADIZIONE

 




Qualche mese fa avevo scritto un pezzo dal titolo “I TENACI DIFENSORI DELLA TRADIZIONE” che, ora, merita un aggiornamento, dopo la pubblicazione della lettera apostolica di Bergoglio Traditionis custodes (sic!) e della lettera accompagnatoria. Quello che lascia di stucco dei due documenti pubblicati dalla Santa Sede è la sfrontatezza con la quale ci si fa beffe della verità, o meglio si fa passare una parte di essa per la verità intera utilizzando le medesime tecniche di propaganda tipiche dei regimi totalitari: «La propaganda non deve indagare la verità oggettiva… ma deve presentare solo un aspetto della verità, che è favorevole al proprio scopo». Entrambi i documenti contengono contemporaneamente il “danno e la beffa”. Aver chiamato il documento Motu Proprio “CUSTODI DELLA TRADIZIONE” suona come una derisione che nasconde l’odio profondo dei “novatori” nei confronti della vera tradizione della Chiesa. L’odio è evidente nella struttura del documento, nella puntigliosità delle disposizioni, nella freddezza, mascherata dall’ipocrisia, della sua forma. Loro, i CUSTODI DELLA TRADIZIONE, hanno fatto terra bruciata attorno alla vera tradizione bimillenaria, hanno cancellato la Liturgia, sconvolto l’architettura delle nostre chiese, sfigurato la Dottrina, falsato le Sacre Scritture, sminuito i Sacramenti, soppresso il senso del Sacro, ignorato i Santi e i Padri della Chiesa, rinunciato al primato della Chiesa Cattolica, profanato le Sacre Specie, devastato l’arte sacra, destabilizzato la famiglia, delegittimato uno per uno (basti pensare al primo e al sesto) i Comandamenti di Dio. Da quando loro, i CUSTODI DELLA TRADIZIONE, hanno preso il potere è decimata, in occidente, la percentuale di fedeli cattolici che frequentano abitualmente la messa e i sacramenti, passando da più del 70% a meno del 7%. Loro, i CUSTODI DELLA TRADIZIONE, che stanno portando milioni di anime verso il baratro riscrivendo le regole morali in una forsennata autogiustificazione, funzionale ai dettami del loro vero padrone. La medesima sfrontatezza con la quale Stalin poteva definirsi il custode delle tradizioni contadine delle campagne russe alle quali venne imposta la collettivizzazione  a scapito dell’economia dei piccoli proprietari, dopo aver sterminato questi ultimi, o Pol Pot poteva vantarsi di aver tutelato le tradizioni della Cambogia.
Ma l’affermazione più esilarante, contenuta nella lettera accompagnatoria è: «Chi volesse celebrare con devozione secondo l’antecedente forma liturgica non stenterà a trovare nel Messale Romano riformato secondo la mente del Concilio Vaticano II tutti gli elementi del Rito Romano, in particolare il canone romano, che costituisce uno degli elementi più caratterizzanti». Assomiglia all’ammonimento dei guardiani dei gulag, nei confronti dei nuovi arrivati: «non rimpiangete le vostre abitazioni, qui vi trovate tutto quello che avete lasciato».

Claudio Gazzoli




Qui avevo parlato della MESSA DI SEMPRE:









sabato 17 luglio 2021

SONO PADRE

 



Ho dovuto firmare un modulo di consenso per mia figlia, che si trova ad una vacanza studio. Sullo spazio per la firma c'era scritto "genitore 1", "genitore 2". Non mi sono messo a congetturare su quale spazio dovessi mettere la mia firma, ho cancellato e riscritto “padre”, “madre”. Ora mi domando, chi ha avuto questa sfavillante diabolica trovata, suppongo per non offendere la “dignità” di una sparuta minoranza di sessualmente diversi che vogliono sovvertire l’ordine naturale e costringere tutti gli altri a seguirli (sic!), hanno minimamente pensato che, così, offendono la naturale appartenenza e, direi, la civiltà di una stragrande maggioranza di genitori? Uno Stato che disconosce la memoria, che demolisce per legge i principi fondanti della civiltà, che confonde il diritto con la velleità, non è più il mio Stato.
Sono diventato padre molto tardi, per aver passato decenni nella insensatezza di desideri insignificanti, per riluttanza, irresolutezza, diletto, per un ostinato diniego della fede in Dio. La paternità è l’unica cosa grande che ho realizzato nella mia vita, un regalo della mia Grande Protettrice, non permetterò a nessuno di deturparla con queste porcate, dovessero mettermi in galera o direttamente davanti al plotone di esecuzione.
Claudio Gazzoli







domenica 4 luglio 2021

IL GIRO DELLE MESSE

 


«Mi accusano di essere preconciliare, ma poi mi consolo, sapendo che lo era pure Gesù»
(Card. Giacomo Biffi)


Questa sera il prete a messa, a Monterubbiano, dopo aver rimarcato che la nuova traduzione del Padre Nostro è "finalmente più significativa perché Dio non ci butta giù dalla rupe per tentarci", dopo aver invitato calorosamente a scambiarci degli sguardi, ha salutato, dopo la benedizione, con "buona serata, buona domenica, buona settimana", mancava solo buona cena, buona nottata, buona gita... Ormai "buona serata" ha preso il posto di "buona sera", ne rappresenta l’evoluzione antropologica, esprime qualcosa di più allargato, valori nuovi, trasgressioni, serate al lume di candela o, semplicemente, a riscaldarsi al tepore licenzioso del caminetto-televisione... non più la “sera” immagine mistica di Foscolo o l’atmosfera pacata e devota dell’Angelus di Millet, ma la “serata” intrigante e velatamente trasgressiva dell’appagamento dei sensi. Ma dopo la Benedizione che cosa aggiungere? Non ci basta uscire dalla Chiesa con la Benedizione che viene da Dio, vogliamo PROFANARLA con la "nostra" benedizione.


Cerco di cambiare spesso chiesa, così mi dimentico delle stramberie che ho visto, prima di riprendere il giro, lo faccio unicamente per assolvere al precetto. Comunque ieri sera mi aspettavo che, almeno alla messa per il Corpus Domini, si avesse un maggiore rispetto verso l’Eucarestia. Così non è stato. La chiesa del giro, stavolta, è quella di San Francesco a Fermo, dove hanno portato la statua della Madonna del Pianto, per la chiusura a “tempo indeterminato”, anche se loro dicono per lavori di restauro, del santuario a Lei dedicato. Quella a cui ho assistito costituisce la prova generale della messa, protestante ovviamente, celebrata da una donna prete. Una signora in tailleur bianco, pare che questo sia l’indumento scelto per le celebranti… ha fatto praticamente tutto lei. Sì perché, a parte l’omelia su cui è bene stendere un pietoso tendone da circo e i due minuti della consacrazione (in cui tra l’altro proprio il Vangelo di oggi mette in evidenza il cambiamento delle parole del canone, dove “per molti” è diventato “per tutti”, come richiesto dai precetti della religione universale), questa signora in tailleur bianco è stata il vero attore della cerimonia. Dalle letture, rigorosamente con la maschera, data la pericolosa distanza di circa quindici metri della persona più vicina, alle intercessioni per i “nostri politici”, passando per il servizio all’altare, la raccolta delle offerte, il trasporto della pisside, opportunamente tenuta ben nascosta nella cappella laterale, fino alla distribuzione della comunione, ovviamente, rigorosamente sulle mani, a cui mi sono ben guardato di partecipare, mentre l'altro frate, custode della chiesa, passeggiava lungo le navate. Il tutto con una sobrietà, una magniloquenza, una disciplina da vera sacerdotessa della nuova religione.


Il giro delle messe questa mattina è toccato alla chiesa dei Cappuccini di Fermo. Mi sono messo in fondo, nell’ultima delle cappelle laterali, ma senza pace perché fino ad oltre la lettura del Vangelo continuava ad entrare gente dai portoni, ovviamente, spalancati, fino all’arrivo di un signore con cane al guinzaglio, che mi si è messo a fianco, inducendomi a cambiare posto.
Il frate celebrante ha esordito con il “pregiudizio” e non mi ci è voluto molto per capire dove volesse andare a parare. Pure la “spina nelle carni” di San Paolo, della Lettera ai Corinzi, non era altro che il pregiudizio nei suoi confronti in quanto annunciatore di una novità. Come Gesù che facendo il "mestiere più miserabile del mondo" (ma come, si festeggia l'anno di San Giuseppe Artigiano...) veniva deriso dai suoi stessi compaesani. Come il pregiudizio di tutti quelli (ma io “tutti quelli” non li vedo…) che ancora non accettano il concilio VII, che ha comportato il rinnovamento totale della Chiesa, l’esplosione dello Spirito Santo, finalmente una nuova teologia, una ventata di novità che parlano all’uomo di oggi, non a quello di ieri (la Chiesa che, ovviamente, per duemila anni non ci aveva capito proprio nulla...). Poi prende un libretto da una mensola sotto il pulpito e, agitandolo in aria, grida: “questo libretto di preghiere è blasfemo, sono preghiere che offendono Gesù, non dovete utilizzarlo…”. I soliti venti minuti di predica… che non finiscono mai e venticinque secondi di consacrazione, poi la solita distribuzione delle Ostie Consacrate come caramelle ai fedeli mascherati che le "infilano" da sotto la maschera (come è ovvio ma a me sembra "esteticamente" sgradevole) dicendo "il Signore Gesù" e non "Il Corpo di Cristo" come prescritto dal Messale Romano (almeno quello seconda edizione…), ma pure questo è frutto del VII.
Alla fine della messa sono andato in sacrestia a chiedergli: “mi scusi padre, lei ha agitato un libretto blasfemo, potrei conoscerne il titolo, così evito di cadere nel peccato, se mi dovesse capitare di leggerlo? ”, e lui neanche troppo sorpreso: “non glielo dico il titolo, sono preghiere contro la misericordia di Dio…”, “sì, ma se è un libretto blasfemo, perché lo tenete in chiesa? ”. Avrei voluto enumerare qualche migliaio di pratiche “frutto” del VII, come la benedizione delle coppie omo o l’adorazione della pachamama, fatta anche da un suo confratello, ma ovviamente mi sono solo limitato a: “anche i cani in chiesa sono frutto del VII? ” e lui “Lei è un FONDAMENTALISTA…”. “No, non sono fondamentalista, sono solo Cattolico Romano. Dovreste tutti vergognarvi” e li ho lasciati alle loro miserie, che sono sicuramente opposte alle mie, che hanno il terrore della Giustizia di Dio.



P.S.
C'E' UNA SOLA VIA D'USCITA DA QUESTO CATACLISMA, DA QUESTO CIRCO DI SALTINBANCHI NELLA CARNE: TORNARE INTEGRALMENTE, PIENAMENTE ALLA CHIESA DI SAN PIO X.
Sarebbe ora che qualche cardinale o qualche vescovo ammettesse il totale fallimento della Chiesa Postconciliare e  dichiarasse che la chiesa di Santa Marta è completamente scismatica e riprendesse in mano la VERA CHIESA DI NOSTRO SIGNORE. Con buona pace di qualche centinaio di migliaia di religiosi e religiose che, consapevolmente o inconsapevolmente, ma senza più giustificazione, stanno servendo la sinagoga di satana.









sabato 26 giugno 2021

PASSAGGIO AL NEMICO

 



Si può dire che il cammino della Chiesa negli ultimi 60 anni è corso appaiato a quello della società occidentale, come due binari paralleli, sui diversi ambiti lungo i quali si è sviluppata la società civile o, meglio, il sistema di potere che si attribuisce il diritto inalienabile ed autoreferenziale di rappresentarla. Segnalo solo due ambiti, ma significativi.
L’AMBITO DELLA LEGGE
La relativizzazione della legge che non è più un riferimento assoluto, quindi non è uguale per tutti, perché dipende dalle circostanze, dalle condizioni economiche, dallo stato d'animo, dalla ideologia politica dominante, in una sorta di determinismo politico sociologico che ovviamente non rende tutti uguali sia come individui sia come entità. Si pensi alla disparità enorme nell'applicazione di principi basilari come quelli relativi alla sicurezza delle persone. Da una parte gli obblighi severi e innumerevoli per i cittadini titolari di attività, dall’altra gli obblighi degli enti dello Stato. Un esempio per tutti, quello della pericolosità delle nostre strade, ma se ne potrebbero fare migliaia...
E la Chiesa: l’abbandono completo della Legge, anzi la sua applicazione al contrario, la relativizzazione del peccato, per il quale occorre guardare alle condizioni sociali, politiche, alle spinte del mondo, alle tentazioni irrinunciabili dei corpi. Dal peccato individuale al peccato collettivo, dalla teologia morale alla lotta politica. Non bisogna essere così rigidi tanto la Misericordia di Dio è infinita (mentre la Sua Giustizia nooo....).
Ci sono binari che arrivano, prima o poi, ad uno snodo, prima del quale occorre scegliere da che parte andare. Prima del burrone, prima dello sfacelo. Snodi che dovrebbero far sobbalzare, se solo rimanesse, integro, un tenue legame con la Storia, una impercettibile parvenza della Grazia. La legge che si sta approvando in questo paese è ad un livello di barbarie superiore alle leggi razziali approvate dal fascismo nel 1938, che costituiscono una macchia indelebile nei registri del parlamento. Solo che quelle leggi discriminavano la razza o, per meglio dire, l’origine genetica, queste discriminano il pensiero, condannando severamente la libera espressione delle idee, fondamento della civiltà, per di più su argomenti ridicoli se non fossero tremendamente tragici, la cui infondatezza sta scritta nel grande libro della natura che ora vogliono bruciare.
E la Chiesa si presta al gioco, torbido e ipocrita, delle parti e, invece di gridare dai propri pulpiti allo scandalo, fa capire di essere complessivamente d’accordo, solo con qualche distinguo, con i suoi soliti scialbi, sommessi SO, SO, NI, NI. Inoltre tollera le benedizioni alle coppie dello stesso sesso, si dichiara, per bocca del suo satrapo, favorevole alla regolamentazione giuridica dei loro matrimoni, ripudiando in modo inaudito e irriverente gli insegnamenti dei Padri, solo con lo scopo ormai palese di consentire ad una pletora di religiosi depravati di autogiustificarsi.
L’AMBITO DELLA STORIA
Quello che è avvenuto dagli anni sessanta è l’abbattimento sistematico del nostro passato, delle nostre origini, perché strumentale al piano di sostituzione della nostra cultura. Se uno chiede ad un ragazzo chi fosse Cesare, risponderebbe magari il pizzarolo della Garbatella o Carlo Magno, un antico campione delle abbuffate con i piatti della cucina casareccia.
La Chiesa ha fatto altrettanto abbattendo la tradizione secolare, costringendo, ma è solo uno degli infiniti esempi, le monache di clausura a sottoporsi a corsi di aggiornamento (anche questo sarebbe esilarante se non fosse devastante), abbandonando la Vera Liturgia che non si insegna più nei seminari, come dimostra la risposta di un vescovo ad un fedele che chiedeva la disponibilità di una chiesa per la celebrazione della Messa di Sempre: “ma io quella roba lì non so neanche cosa sia….”.
Giornate di calura insolita, il cielo di novembre nel caldo afoso di agosto. Una nebbia che pervade le colline, le spiagge, che rende invisibili le montagne e le stelle, una cappa che opprime i nostri pensieri, che vorrebbe saturarli di liquido appiccicoso e ripugnante, diluendoli nella palude dove tutto è uguale, dove precipitano pure i miraggi ingannevoli dell’arcobaleno, dove il grigio, che tutto pervade, sfuma nel rosso fuoco di un tramonto senza fine.
Quale vulcano ha un camino così profondo da collegarsi direttamente alla camera magmatica dell’Averno? E quando è esploso?
Non è poi così difficile individuarlo, anche se efficacemente mascherato da un giardino rigoglioso, da un prato ombreggiato da pini così familiari, dalle parti del colle Vaticano. Non è difficile identificarlo nello spazio e nel tempo per chi non ha gli occhi impiastricciati da quel liquido appiccicoso e non dimentica. Basta riandare con la memoria a quel festino sconvolgente dell’ottobre 2019, con i deretani per aria di frati e sacerdotesse, eccellenze, eminenze e santità in adorazione di un mostruoso pezzo di legno e di un priapo dall’attributo ben manifesto. E l’ordine religioso di quel frate, di grande prestigio, che non spende una parola davanti a questo scempio, anzi… Quel passaggio del Mar Rosso all’incontrario, quel ritorno all’Egitto del nuovo politeismo, da parte del popolo della Nuova Alleanza, con Satana a sollevare irridente le acque vorticose, è l’esplosione finale del vulcano in attività da qualche centinaio di anni.
Il passaggio al nemico, da parte della Chiesa, ora non è più occultato.



P.S.
piccoli esempi:

1. Rende l’idea di come siamo messi: mi capita di leggere la lettera di una suora, che si firma sr Anna Monia Alfieri, ad un tale che non conosco, non ho mai visto né ascoltato una battuta di una sua “canzone”, ma che, mi dicono, è seguitissimo dai giovani. Tutto condivisibile, per carità, ma non c’è alcun riferimento a quella che dovrebbe essere la sua principale, ma secondo me unica, missione, la sua chiamata, la sua testimonianza. L’unico riferimento vago è ad un certo “Qualcuno”… Davanti ai leoni affamati, migliaia di martiri hanno testimoniato l’Unico Vero Dio.



2. L’ALTRA MESSA. Alla messa a cui o assistito, qui dove mi trovo, dalla parte finale della Consacrazione, al Padre Nostro, l’organista ha suonato la “Marcia Turca” di Mozart. Forse in omaggio all’appartenenza del musicista? O magari solo a causa della spaventosa esiguità del patrimonio della musica liturgica? O non esiste più una "musica liturgica"? Ma poi, non bisognerebbe fare silenzio almeno durante la Consacrazione?





mercoledì 26 maggio 2021

OLTRE L'INFERNO

 



Piovano su di loro carboni ardenti;
gettali nella fossa e più non si rialzino.  Salmo 140, 11

Nessuno avrebbe potuto immaginare tutto questo, nonostante le profezie che avevano annunciato la caduta della Chiesa. Nessuno avrebbe potuto immaginare che la Chiesa visibile avrebbe oltrepassato il confine ultimo del male, quel confine che le menti più malvage hanno tracciato nella storia e che ciascuno di noi considerava invalicabile perché al di là c’è il nulla assoluto, il nulla nero pesto, oltre l’immaginazione più disumana, oltre l’Inferno stesso, oltre la storia. Nessuno avrebbe potuto immaginare che al disegno terrificante di distruzione della famiglia, della società, della civiltà avrebbe partecipato in modo attivo ed ora palese, la stessa Chiesa Cattolica.
So perfettamente che questa è la discesa inarrestabile verso l’abisso più profondo per l’umanità intera, che ha scelto di festeggiare, sotto la Croce di questo nuovo Calvario,  e io mi sento minuscolo come un atomo, peccatore, inadeguato a dire: “perdonali perché non sanno quello che fanno”. Mi viene solo di dire, per il bene del mondo intero, prima che sia troppo tardi: “polverizzali perché sanno quello che fanno”.

Claudio Gazzoli

P.S.
...oltre i gesuiti...... ho dovuto fare esercizi di apnea per guardare questo manifestino mentre lo rielaboravo per metterlo in testa al mio post. C'è qualcosa di oscuramente perverso, una bruttezza assoluta, insostenibile che, gravata dalla vergogna, mette in imbarazzo lo stomaco... 






domenica 16 maggio 2021

IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI

 




Viviamo nel migliore dei mondi possibili. Almeno così ci fanno credere. Abbiamo tutto, ma proprio tutto, o meglio non ci manca niente, accuditi da uno stato che pensa per noi, alla nostra salute, ai nostri svaghi, alle nostre informazioni, al nostro futuro, alle nostre preferenze, alla nostra libertà, alla loro verità, ma poi anche nostra, ovviamente, che non ci fa mancare cure, medicine, soccorsi, tutti con il nostro medico solerte e meticoloso nel seguire l'evoluzione del nostro stato fisico e morale, computerizzato con i dati del database sterminato delle medicine, così sollecito a mandarci dallo specialista per ogni piccolo disturbo, a prescriverci gli esami più tecnologici, che ci fa accomodare davanti a lui, nascosto dal monitor del computer e ci chiede: “che cosa c’è ?” e noi liberi di suggerire i rimedi più idonei. Non il medico condotto di paese di tanti anni fa che, oltre a qualche consiglio ti dava sempre le stesse medicine e non ti mandava mai dallo specialista, retrogrado e sgradevole mentre assaggiava addirittura la tua “pipì” per capire se ci fosse traccia di zucchero, che non ti faceva mai accomodare, ma ti chiedeva sempre di spogliarti e stenderti sul lettino, per poi tormentarti mentre ti batteva o ti chiedeva di tossire, che veniva ad importunanti a casa finché non eri guarito. Abbiamo una scuola che guida i nostri figli nel percorso impervio della crescita, della formazione, che li aiuta a districarsi in un mondo sempre più complesso, che li accudisce fin dalla più tenera età con una miriade di nozioni infondendo a loro “un amore ardente per la verità”, non come auspicava Plutarco “, sorpassato di 2000 anni «..la mente non ha bisogno, come un vaso, di essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla che l'accenda… », mentre noi che cosa potevamo apprendere, a quali verità potevamo accedere con i tre o quattro libri portati con l’elastico, contro i tredici kili degli zaini di oggi. Vuoi mettere quelle noiose e squallide serate d’inverno davanti al focolare a parlare di cose così banali e grossolane come la prossima semina, la vacca che fa meno latte, l’aratro da aggiustare, l'olio da travasare, a confronto con questa insostituibile compagna della nostra vita, sempre più tecnologica, dai colori sempre più sgargianti che ci istruisce, ci ammalia, ci evita di pensare perché pensa addirittura per noi.

Hanno finalmente capito che siamo troppi e trovato il modo per riutilizzare proficuamente il frutto del piacere naturale, sorpassato, che, nonostante lo straordinario impegno, fanno una gran fatica ad estirpare, che accrescerebbe sconvenientemente la popolazione, sopprimendo quei ranuncoli prima che vadano ad infoltirne le fila. Ci muoviamo su auto sempre più performanti ora anche ecologiche, non sui carri trainati dai buoi, quando andava bene o a piedi. I comunisti di allora che sterminavano milioni di poveri contadini, invece ora, rigenerati, ci guidano verso un mondo migliore, privo di inquinamento, di tutte, proprio tutte, quelle cose razziste come il latte e la neve, che, anche se l’impegno è arduo, proveranno utilmente ad eliminare. Tutte quelle disuguaglianze di sesso, di attitudini, di capacità, di religione, efficacemente spianate dalla gigantesca levigatrice del pensiero unico di colore rosso vermiglio. E che dire degli anni delle spietate dittature europee, delle monarchie senza suffragio universale, con la sistematica oppressione del corpo e del pensiero fino alla privazione della stessa vita interiore, mentre ora l’aria salubre della democrazia ci fa respirare a pieni polmoni libertà, uguaglianza e fraternità, alimentando in modo sublime la nostra particolare individualità, anzi dando ad essa tutto lo spazio possibile, con i governanti sempre solerti a risolvere problemi complessi, a proporci riferimenti costanti, ad accorrere speditamente quando chiediamo aiuto, a donarci le menti più eccelse per il governo del paese, a garantire una giustizia imparziale, indipendente, uguale per tutti, a promulgare leggi rispettose dei diritti di tutti o almeno di quelli della parte che comanda, apertamente ed oscuramente, come è ovvio che sia. Dalla società oppressiva dei doveri al tripudio liberatorio dei diritti. Occorre riconoscere che hanno fatto un eccellente lavoro.

Abbiamo una Chiesa finalmente vicina agli umili, agli ultimi, ai poveri, ad occuparsi e risolvere i nostri problemi materiali, indifferibili, che non incoraggia più le donazioni perché finalmente ha capito tutto, grazie a menti raffinatissime che, libere dall’onere di pregare, di assistere le anime, di amministrare i sacramenti, di custodire l’arredo sacro delle chiese, possono dedicarsi ad opere molto più proficue, visto che ad aiutare i poveri, non quelli veri ovviamente, ci si guadagna. Che si sta finalmente liberando di tutti i suoi beni, cristianamente donati da chi si aspettava che venissero utilizzati per far studiare i meritevoli che non potevano permetterselo ed assistere i poveri, quelli veri, come accadeva regolarmente. Abbiamo finalmente monasteri che non pensano solo a pregare, senza mai sapere quello che succede là fuori, ma a “lottare” per i diritti civili, a stendere striscioni, ad organizzare meeting di tutte le varietà di passioni, religioni, perché il mondo è un arcobaleno di colori, non bianco e nero; che sono permanentemente "connessi" così da seguire i fatti del mondo, occuparsi dei migranti e di quelli di altre religioni perché finalmente abbiamo abbandonato la nostra tracotanza di pensare di essere gli unici chiamati ed eletti, come hanno, per fortuna, capito alcuni nostri vescovi che si recano a pregare con gli altri, perché a noi uomini del terzo millennio ci piacciono proprio le grandi ammucchiate. Fa niente se molti monasteri, a breve, chiuderanno per mancanza di vocazioni, così avremo edifici grandiosi da destinare a tutte quelle attività che concorrono a rassicurare gli scrupoli della nostra coscienza, che ovviamente conta molto più dell’anima, di uomini occidentali responsabili del nostro passato, così stracolmo unicamente di misfatti. E finalmente questa nuova generazione di religiosi sempre gioiosi, giocondi, con quei faccioni che ispirano floridezza, sempre col sorriso stampato, incavato sulle guancione rosso paonazzo, vestiti finalmente come noi, irriconoscibili perché hanno abbandonata per sempre quella veste nera, funerea, fino ai piedi, indossata pure mentre giocavano a pallone; disponibili alla risata e, infatti, li vedi sempre che ridono, a prendere il lato buono della vita, che ti danno un senso acquietante di benessere, non come quelli di una volta, mesti, emaciati, pallidi, che davano a vedere, alcuni di loro, le dolorose rinunce, che ti mettevano sempre in imbarazzo con il loro “sia lodato Gesù Cristo” a cui ti toccava rispondere “sempre sia lodato”, perché se non lo facevi ti riprendevano pure, che ti ricordavano incessantemente di non cadere nel peccato, incutendoti tediosamente la paura dell’Inferno. E poi la costante ossessione per la Madonna, i Santi, il catechismo, i comandamenti, le virtù cardinali e teologali, i fioretti, le processioni, le rogazioni, i rosari, le litanie, le novene, le adorazioni. E tutte quelle regole morali a tarpare le ali alla nostra piccola anima vagante. L’esclusione intransigente, costantemente richiamata, spodestata dall’inclusione tollerante di tutti i peccati; il modello angusto della Sacra Famiglia, che ti proponevano quale costante riferimento, da quello, più conveniente, delle famiglie aperte di tutti i generi, anzi senza più generi nell’ammore universale, fonte seducente del piacere; la fedeltà, fondamento della famiglia, dall’adulterio che ti consigliano (era ora…) come rimedio alla crisi inesorabile della coppia. Che ti ricordavano la “vita eterna”, mentre noi ora vogliamo qua il paradiso, e quelle messe dove il sacerdote dava le spalle al popolo e diceva cose incomprensibili, vestito in modo strano, nel buio delle candele e nell’aria fumosa, mentre ora si respira aria pura, la fratellanza dei fedeli, in un tripudio di luci dei colori dell’arcobaleno, suoni, parole, abbracci, con i duemila lux dei riflettori a led che fanno brillare i nostri occhi preziosamente incorniciati dalle mascherine, mentre ci scambiamo il provvidenziale sguardo della pace.

Claudio Gazzoli - Monterubbiano


per il latte e il formaggio:









mercoledì 5 maggio 2021

PROGRESSIONE SATANICA

 




Non è un filo rosso ad unire queste 3 immagini, raccapriccianti almeno per noi che non siamo dotati di intelligenza finissima, che non riusciamo, data la nostra cultura provinciale legata alla tradizione, a percepire la grande evoluzione postconciliare della religione, che siamo superati dalla storia, ma un fiume di lava incandescente di colore rosso fuoco, appositamente provocato, come atto finale del disegno di demolizione della Chiesa, dal vulcano che ha la sua caldaia negli anfratti più profondi dell’inferno.
2018: la sfilata di paramenti sacri del MET presieduta dal cardinalone intelligentissimo, ricchissimo in spirito, la turpe profanazione del significato più alto della forma che è la sostanza del Sacro.
2019: la paciamama nei Giardini Vaticani, in Santa Maria In Transpontina e poi in San Pietro, la clamorosa, irriverente ingiuria contro il Primo Comandamento.
2021: la conferenza su “Mente, Corpo e Anima”, di cui non sappiamo nulla ovviamente noi cattolici romani, ridicoli nel nostro riferirci solo ai Santi e ai Padri della Chiesa, in debito di comprensione verso i luminari del progresso invitati alla conferenza, gli stessi che non disdegnano di utilizzare cellule provenienti da feti abortiti, vivi, per i loro farmaci innovativi, che non disdegna di rovinare per sempre uno dei simboli del nostro immaginario sull'istante della Creazione, con un'immagine del tipo di quelle di una nota casa di magliette e non solo, con il lattice dei guanti che non si usa soltanto contro l'infezione...
2020: non è che non è successo nulla… è iniziato il covid...






martedì 13 aprile 2021

LA DEVOZIONE ORIZZONTALE

 



LA MESSA È FINITA
Un’ora e un quarto di supplizio, alla messa di domenica, si fa per dire, nulla rispetto al Vero Supplizio di Nostro Signore.
4500 secondi, non un solo secondo di silenzio, neppure durante la Consacrazione, addolcita da canti e suoni. Nessuna possibilità di raccoglimento, il dissolvimento dell’anima individuale nella psiche collettiva e conviviale, suggestionata dai canti schitarrati del più mieloso sentimentalismo. La luce dei riflettori che filtra anche a palpebre chiuse, che pervade lo spazio e illumina i falsi protagonisti, escludendo qualsiasi rifugio interiore alla nostra umiliazione davanti al Sacrificio. La musica pop melodica, suggestiva per lo stomaco, non per l’anima. La mancanza totale di pathos, di pietà, di devozione, che solo il silenzio e la mortificazione rendono possibili. La Messa non è una festa di popolo. L’uomo al centro, penoso protagonista di un rito che ormai ha perduto, pur nella sua versione semimodernista, ogni riferimento alla sua istituzione sulla salita del Calvario e ai piedi della Croce, dove non c'è spazio per i convenevoli e per gli inchini della devozione orizzontale.
Mi sarei aspettato: «Lo spettacolo è finito, andate in pace», ma la messa è finita... non sono andato “in pace”.

Claudio Gazzoli



LA VERA MESSA











giovedì 1 aprile 2021

PASQUA

 




Alcune feste religiose derivano dalla trasformazione di antiche feste pagane. Ora sta avvenendo il contrario, le feste religiose, a partire da quelle più importanti, vengono tramutate in feste pagane. Non il ritorno agli dei pagani, come quello voluto da un imperatore filosofo, Flavio Claudio Giuliano, avverso al cristianesimo, ma la transizione, ormai compiuta, verso un nuovo paganesimo che utilizza gli stessi simboli a cui è stato completamente alterato il significato originario. Così il profluvio di uova di cioccolata di tutti i gusti e colori e delle colombe disposte a piramide nei supermercati stanno ad inneggiare al ritorno della primavera, al ciclo della vita che riprende sotto la spinta della “madre terra”. Ma i nuovi dei, che poi non sono altro che il travestimento poliedrico del serpente antico, sono assetati di sangue, così il sabato santo, proprio alla vigilia della festa religiosa più importante, mentre l’altare è totalmente spoglio, mentre la Chiesa è in raccoglimento per Gesù che giace nel sepolcro in attesa della definitiva vittoria sulla morte, in alcune chiese viene allestita la “vaccinazione di massa”.
Questa è la festa lugubre del nuovo paganesimo.

La tensione della settimana santa si percepiva nell’aria, nel silenzio, nella liturgia, nella processione del Venerdì Santo ed evaporava nel bagliore infinito del giorno di Pasqua. Il lunedì di Pasqua, Pasquetta, andavamo da nonna per il pranzo con i parenti, come ogni anno. La coratella d’agnello con le uova come antipasto e poi i vincisgrassi, cotti nel forno a legna, la papera in umido, poi ovviamente il pollo arrosto con le patate, il rosbif e tanti contorni di erbe di campagna. Capitava quasi sempre una bellissima giornata di primavera, dove si sentiva davvero «del prunalbo l’odorino amaro», l’aria limpida e fresca in una campagna ancora incontaminata, la luce radiosa della Risurrezione proiettata nell’azzurro del cielo.
A noi bambini, la mattina, appena arrivati, mia nonna regalava un uovo lesso ciascuno, colorato di azzurro o rosa con tanti puntini bianchi. Poi sul tavolo apparecchiato sull’aia, con la tovaglia bianca ricamata, la pizza pasquale, che da noi non è col formaggio come nell’ascolano ma dolce e di un giallo intenso con la crosta molto scura. Ci faceva anche assaggiare un goccio di vino cotto.
Questa era la festa luminosa di Nostro Signore.

Claudio Gazzoli - Monterubbiano





lunedì 29 marzo 2021

I TENACI DIFENSORI DELLA TRADIZIONE




I compagni di merende, frequentatori e compartecipanti di convegni protestanti, nel corso dei quali si facevano “benedire”… , si sono ritrovati a Roma.
Sua eminenza padre Raniero Cantalamessa, il frate predicatore della Casa Pontificia e ora cardinale, davanti ad una nutrita assemblea, alla presenza del papa, ha dichiarato, con piglio bieco ed arcigno (la foto in alto lo ritrae nel momento in cui pronuncia queste parole), riprendendo una frase di Jaroslav Pelikan, ovviamente pastore luterano: «la tradizione è la viva fede dei morti - cioè che la fede dei padri che io continuo a vivere - Il tradizionalismo è la morta fede dei viventi»    
È sempre quello di: “…voglio solo dire quale mi sembra essere la via per uscire da questa triste situazione circa Maria. Tale via passa per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso…” dalla Terza Predica di Avvento, davanti al papa, del 18 dic 2015 (repetita iuvant).
Alla faccia della TRADIZIONE….. !!!!
Certo che ci vuole una bella “faccia”… e magari ci godono per averla. C’è un’inversione perversa dei ruoli e delle colpe unita alla solita tecnica di etichettatura della normalità.
Voi AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete frantumato secoli di pietà popolare sulla devozione ai Santi, di cui non parlate più perché preferite citare i filosofi, i sociologi, i politici. Basti guardare i bellissimi altari laterali delle nostre chiese, quelle antiche e normali, ovviamente, dedicati ai Santi o alla Madonna, abbandonati al ruolo di pezzi da museo, quando va bene. Dalle mie parti in una chiesa sconsacrata (ma una chiesa non è mai “sconsacrata”) gli altari laterali sono stati lasciati con la pietra della reliquia a presenziare sdegnati a convegni sulla coltivazione dei piselli o a ricevimenti di matrimoni laici…
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete disintegrato quello che restava della Dottrina Cattolica, negli ultimi 60 anni sostituendo ogni riferimento assoluto con “non riferimenti” relativi, che si evolvono in modo dinamico, intimamente appaiati all’evoluzione delle inclinazioni dell’uomo moderno.
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete dissolto duemila anni di Liturgia che, in particolare nella Settimana Santa, prevedeva riti di grande intensità, nella partecipazione solenne alla Passione.
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete sostituito la Vera Messa con la sua parodia protestante, trattandola come un residuo del passato, come una vecchia auto da collezione sotto tutela del “circolo della manovella”. Ad una persona che si sta adoperando per consentire la celebrazione della messa secondo la “forma straordinaria del rito romano”, la messa Tridentina, in almeno una chiesa della diocesi, il vescovo ha risposto: «ma io quella roba lì non so neanche cosa sia…».
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete demolito l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla famiglia accogliendo teorie palesemente demoniache nello spirito dell’inclusione… Ho assistito, insieme a mia moglie, ad una conferenza sulla famiglia organizzata da un convento delle mie parti e tenuta da un frate francescano. Ha parlato solo di “Amoris Laetitia”, dicendo che si tratta un mutamento epocale (e su questo non ci sono dubbi…), che la sua grandezza verrà capita solo tra vent’anni (sich!), mentre, in quasi due ore (di paranoia) non ha mai citato la Sacra Famiglia.
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete screditato i Comandamenti, tutti, a partire dal primo… per non parlare poi del sesto (qui stendiamo un tendone da circo….) e del nono con la “comprensione” verso l’adulterio , del decimo con la delegittimazione della proprietà privata.
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete ridimensionato il valore altissimo della vita claustrale, il suo insostituibile sostegno, soprattutto nel nostro tempo, a protezione dell’umanità intera, delle vite dedicate a Dio, alla preghiera, alla distanza dal mondo e di tutte le sue lusinghe, svilendo le rispettive regole in un apparato burocratico fatto di prescrizioni, organismi, corsi di formazione “in streaming”, con il risultato che, secondo recenti previsioni, entro venti anni molti ordini religiosi e monasteri chiuderanno, per il crollo totale delle vocazioni.
AVETE DIFESO LA tradizione.
State perseguitando i pochi ordini religiosi in crescita vocazionale solo per il fatto che, guarda caso, si richiamano alla TRADIZIONE.
AVETE DIFESO LA tradizione.
Avete smantellato duemila anni di costumi, tradizione morale, arrivando a “giustificare” direttamente e indirettamente, perché pure il silenzio è la più ipocrita delle giustificazioni, pratiche omicide, sodomitiche, depravate che nulla hanno a che vedere con una vita cristiana coerente con gli insegnamenti di Gesù, dei Santi e di tutti i veri devoti della storia della Chiesa.

AVETE DIFESO LA tradizione…. Forse quella protestante…

Avete imboscato la Via, ribaltato la Verità, disdegnato la Vita.
Ma visto che ormai la vostra “tradizione” è quella protestante, luterana, calvinista, evangelica, visto che sbavate ammaliati dai loro riti, la loro dottrina, la loro teologia morale, le loro “aperture”, perché non ve ne andate tutti con loro o vi fondate una vostra “chiesa protestante”, così liberate la Chiesa Cattolica Romana dalle esalazioni rovinose delle vostre deliranti frenesie?
Così finirà questa spaventosa desolazione, questo interminabile giovedì notte.  

Claudio Gazzoli

P.S.
Gli avevo già dedicato, tre anni fa, una lettera aperta: