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Simboli celtici sulle casule di vescovi smarriti e imbarazzati a Dublino, quale rito vanno a celebrare...!? |
“Tutto ciò che è fatto per amore
è sempre al di là del bene e del male”
Friedrich Nietzsche.
Mi sento come uno che, tanto
tempo fa, ha lasciato la propria casa e, tornato, ha trovato tutto cambiato, le
mura, la disposizione dei locali, i pavimenti, l’arredamento.. persino i
quadri, anche di soggetto religioso, che adornavano le pareti. Ora è tutto
nuovo, moderno, domotico, con le “pareti imbiancate”, confortevole, anonimo e tremendamente
gelido. Non solo, hanno sopraelevato l’intero edificio realizzando grandi archi
in pietra, grandiose sale convegni per incontri festosi multicondominiali,
guidati da leziosi custodi, in jeans attillati, senza livrea, mosaici rosso cangianti,
simboli insoliti al posto di quelli religiosi e specchi ovunque, con il
risultato di appesantire la struttura minacciandone la stabilità. Non si può
abitare, vivere in una casa che non senti come tua. Ti viene voglia di averne
una nuova, ma non prima di tentare di demolire quelle spaventose
sovrastrutture.
Vorrei capire perché lo hanno
fatto. Faccio un lavoro tecnico, applico metodi di analisi dei sistemi
complessi, ricerca delle cause e via dicendo. E’ probabile che ne sarò
influenzato, nelle considerazioni che seguono, ma niente di più. Sono
valutazioni dal “basso”, magari inquiete e indignate, di un semplice condomino
battezzato, senza alcuna preparazione “teologica”, solo quella del catechismo,
di un signor nessuno a cui i paludati padroni dell’informazione, quelli dell’opinionismo
“circolare”, non danno credito alcuno.
Ciò che mi ha più colpito è il
modo di argomentare, l’impeto “rinnovatore”, la furia mascherata da sorrisi di
circostanza, il modo in cui sono strutturati i discorsi, gli argomenti trattati,
che lasciano trasparire la scala dei valori, che non ci hanno detto in modo chiaro,
per dissimulare dove ci stanno portando. Riporto due citazioni, tra loro
collegate, prese dagli innumerevoli interventi che ho letto.
La prima fa riferimento ad un
libro di Vincenzo Paglia, presidente della
Pontificia accademia per la vita, “Il Crollo Del Noi”, che la Casa Editrice
Laterza propone, all’interno di una scheda di 5 libri, rigorosamente “laici” e
di orientamento compatibile con quello, noto, dell’editore (ma che ci fa un
monsignore…?), sul tema “immigrazione”, dal titolo emblematico “Un solo pianeta, una sola umanità”.
Alla domanda di Famiglia Cristiana, che recensisce il libro, “Il
Cristianesimo cosa può offrire?”, mons. Vincenzo Paglia risponde: “«Tutto: contenuti, metodo e stile. E, soprattutto, passione per il mondo e chi lo abita.
I cristiani hanno la responsabilità primaria di chinarsi sul mondo e diventare compagni
di viaggio di tutti, con la preferenza per quelli che stanno in fondo alla
fila sempre e comunque. Non c'è un altro mondo dove rifugiarsi, anzi un
cristiano che cerca rifugio per sé e al limite i suoi cari tradisce il Vangelo»”.
Sono
tanti i pensieri che si incrociano, leggendo questa risposta. Lascio a chi è
più preparato di me il compito di analizzarli. Vorrei chiedere al Monsignore, presidente della Pontificia accademia per la vita:
come padre che cerca, disperatamente, di rimanere non in un rifugio,
visto che “non c’è altro mondo dove rifugiarsi”, ma in un ambito cattolico,
cercando di resistere alla sistematica, quotidiana, demolizione della
“struttura” della nostra religione, del valore del SACRO, dei Sacramenti, dei Comandamenti, del “non di solo pane…”,
della FAMIGLIA, a cominciare dall’indottrinamento
ideologico della scuola, dove si dovrebbe insegnare una materia che si chiama,
ipocritamente, “Religione Cattolica”; che si confronta, ogni giorno, comunque
convivendoci, con un mondo quasi del tutto “scristianizzato” e perciò pagano, perché
ha fatto un’alleanza con altri dei; che prova, in modo sistematicamente
perdente, nel suo ambito, a far applicare i requisiti minimi del senso della
Giustizia, ormai sopraffatta dalla prassi del “fatalismo sociologico”; che si
impegna a combattere il disordine morale proponendo, in un clima di sopraffazione,
l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla Famiglia e sulla VITA; che tenta di salvare i “suoi cari” dallo tsunami immorale anticristiano che
ormai dilaga sulla nostra civiltà, senza
in questo avere aiuto alcuno dalla Chiesa odierna... anzi...... STO TRADENDO
IL VANGELO ??
Ma poi i cristiani devono farsi “compagni di viaggio di
tutti” o, anche, come chiede Gesù “evangelizzatori”? Quando Gesù è stato
“compagno di viaggio” ha spiegato le sacre scritture, tanto da far dire ai suoi
compagni di percorso “Non ci ardeva forse
il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci
spiegava le Scritture? (Lc 24,31)”.
La seconda riguarda alcuni passi
della Esortazione “Gaudete et
Exultate”:
“26. Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro
con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la
preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto
può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo
mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo
all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della
nostra missione.
101. Nocivo e ideologico è anche l’errore di quanti vivono
diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale,
mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista.
O lo relativizzano come se ci fossero
altre cose più importanti o come se interessasse solo una determinata etica o
una ragione che essi difendono. La difesa dell’innocente che non è nato, per
esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la
dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al
di là del suo sviluppo. Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell’abbandono,
nell’esclusione, nella tratta di persone, nell’eutanasia nascosta dei malati e
degli anziani privati di cura, nelle nuove forme di schiavitù, e in ogni forma
di scarto.[84] Non possiamo proporci un ideale di santità che
ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, spendono
allegramente e riducono la propria vita alle novità del consumo, mentre altri
guardano solo da fuori e intanto la loro vita passa e finisce miseramente.”
A parte la credibilità
della prima affermazione sulla “difesa dell’innocente che non è nato”, quando,
nella pratica si dispensano onori ed elogi a chi ha operato a favore
dell’aborto o andava in giro a praticare aborti con pompe di bicicletta… sarebbe
come dire: la famiglia tradizionale va bene ma altrettanto degna è la famiglia
composta da persone che si vogliono bene anche se dello stesso sesso…, la
comunione alla persona di fede cattolica va bene ma allo stesso modo anche la
persona di fede protestante o buddista ha diritto a ricevere l’ostia
consacrata, la chiesa Cattolica va bene ma ci sono tutte le altre religioni,
che hanno “segni di Rivelazione”, …la preghiera va bene ma se non è innestata
nella società diventa quasi pretenziosa… E’ ovvio che le due affermazioni non
hanno la medesima dignità….
Questo modo di costruire le frasi
(e l’Ufficio ?) conferisce alla seconda espressione una maggiore importanza che
alla prima, anzi ridimensiona la prima.. La preghiera va bene ma… Una mamma non
direbbe mai al figlio “la minestrina va bene ma anche il gelato è importante…”;
visto che la sua prospettiva è la minestra direbbe “il gelato va bene ma è
importante la minestrina…”. Ma la mamma sa bene che per far digerire il secondo
deve tollerare anche il primo…. Il cambio di “prospettiva” deforma la scala dei
valori in uno scenario in cui l’uomo viene prima di Dio.
La “difesa della vita” ha
un valore assoluto non relativo alle altre “vite” o ad altri modi di
intenderla. Proprio questa è la peculiarità dell’essere Cristiani, avere un
unico riferimento assoluto che rende superfluo qualunque altro parallelo. Non
siamo entità parallele che camminano contigue come “compagni di viaggio”,
ma convergenti verso l’unica Fonte. Non lasciarsi influenzare troppo dal
consumismo è un requisito assoluto non relativo al fatto che se io ho il
frigorifero un altro non lo può avere. E’ palese l’abbandono dei principi
assoluti e dogmatici a favore del relativismo, una chiara forzatura ideologica,
la religione come strumento politico. Valutare la situazione sociale in
relazione ad un’altra richiama (solo nel metodo ovviamente....) la struttura della
parte introduttiva del manifesto del partito comunista.
Ma l’aspetto, a mio parere, più
preoccupante è il ricorso costante ad un artificio retorico molto antico:
accusare gli altri di essere quello che chi parla è manifestamente:
relativismo, ideologismo, pelagianesimo, gnosticismo….. dalle mie parti si dice
“mettere le mani avanti”, solo per citare il modo di dire meno volgare. Sono le
loro tecniche di classificazione, mutuate dalla politica, aventi lo
scopo, fortemente risuonato dai media, in loro potere, di ridimensionare quando
non ridicolizzare. Oggi se uno è normale, in tutti i campi…, ti dicono che sei
fascista, nazista, fondamentalista, tradizionalista, ultraconservatore,
bacchettone, “ideologico”, nostalgico… quando va bene!
Ora la parola chiave, mutuata
pure questa dalla politica, è NORMALIZZAZIONE, rendere normale pure quello che per ovvie
ragioni storiche, antropologiche, naturali non lo può essere: i problemi non
devono essere risolti ma assimilati. Se una percentuale di ecclesiastici,
di gran lunga superiore alla norma, sono omosessuali bisogna rendere “normale”
la omosessualità, con tutte le sue funeste conseguenze… se il dialogo con il
mondo protestante non va avanti, per ovvie ragioni intrinseche e di quadratura
del cerchio, occorre rendere “normale” la loro dottrina sottomettendovi la
Dottrina e la Liturgia della Chiesa. Ma il Padre Misericordioso non va alla
ricerca del figlio, condividendo
con lui le brutture del pascolo dei maiali. Lo attende, sottomesso e
pentito, sull’uscio di casa.
Abbiamo barattato, più o meno
consapevolmente, la sottomissione a Dio con mille altre sottomissioni, volute e
programmate da chi ci vuole “oggetti di consumo” di beni materiali, ma anche di
pensieri falsamente nobili, da chi blandisce la nostra vanagloria dandoci
l’illusione di essere al centro ma, in realtà, insignificanti meno che formiche.
La sottomissione esclusiva a Dio è l’unica che ci rende veramente liberi,
che ci dà il coraggio di non inchinarci davanti all’Imperatore di turno. La
sottomissione esclusiva a Dio ci protegge dalla barbarie pianificata dei
seguaci del nuovo politeismo.
La solerzia interessata di pochi è riuscita, in tutti i campi,
lentamente, inesorabilmente, ad ammaliare la maggioranza dei religiosi e dei credenti,
in questo decisamente aiutati dai media, in applicazione sistematica del disegno
di abbattimento della cultura occidentale di matrice Cristiana, programmato
da più di due secoli, ma ora decisamente sotto la spinta di una spaventosa
accelerazione. Non si spiegherebbe, ad esempio, la mancanza di una indignazione
organizzata e potente (come quella di Gesù al Tempio) per i fatti che accadono
quotidianamente… Ho in mente il nuovo catechismo dei salesiani di Torino, con il disegno di una "famiglia omo" in copertina (povero San Giovanni Bosco..!) o la scultura, posta sull’altare, con due uomini
che si baciano appassionatamente, che penso abbiano messo in imbarazzo pure
Lucifero, che avrà commentato: “grandeeeehh.. neanche io ci sarei
mai arrivatoooohh!! campagna acquisti azzeccataaaahhh!!…” e fiumi di bollicine saranno
corsi da quelle parti, rigorosamente rouge 100%... Una volta tanto alcuni allievi hanno surclassato il maestro.
Non posso nascondere un senso di profondo disgusto e vergogna per tutto questo. Non è che
bisogna tanto girarci intorno, questo si chiama SCANDALO!, perpetrato con il silenzio, ma anche la connivenza, di “coloro che
dovrebbero sorvegliare”, i quali farebbero bene a mettersi, da soli, una
pietra al collo e gettarsi in mare… (rif. Mc 9,43) (sulle ragioni per
cui così tanti religiosi giustificano oscenamente l’omosessualità ho le mie
idee ma, essendo molto crude, non le dirò, perché “tengo famiglia....”. Chi, in ogni caso, volesse capire da dove
viene il contesto e si sente “uomo di mondo” può andare a leggere, ma solo,
ovviamente, in senso letterale, non semantico…, la lettera di Don Milani a
Giorgio Pecorini del 10 novembre 1959).
E’ evidente la volontà di mettere
al centro la vita terrena a scapito della prospettiva cristiana della vita
eterna. Ma questo è l’obiettivo della politica e dell’evoluzione del pensiero
politico/filosofico dell’uomo nuovo. La spinta “ecologica”, tra l’altro da
molti malintesa (persone autorevoli scrivono enormi “bufale” con riferimento
alla presunta infondatezza del riscaldamento globale e questo accade quando, in
modo improvvisato si confonde il sacro con il profano!), è un’ulteriore conferma
della prospettiva terrena. I temi religiosi, privati del sacro e
permeati di sentimentalismo, a servizio dell’utopia del pensiero unico.
Gesù non ha parlato alle masse, ai gruppi sociali e politici, non ha
parlato ai lebbrosi, ai poveri, ai centurioni, ai pubblicani, ai benestanti… ha
parlato al lebbroso, al povero, al centurione, al pubblicano, al benestante… ha
parlato al cuore di ognuno di quei cinquemila che erano con lui sulle sponde
del lago di Tiberiade. Se si fosse rivolto alle masse, ai gruppi sociali,
avrebbe fatto un discorso politico, avrebbe confuso Cesare con Dio. La sua vita
pubblica sarebbe durata qualche giorno e avrebbe dato a Pilato, grazie ai suoi delatores, non il pretesto, ma la prova
per accusarlo di sobillare l’ordine pubblico del protettorato Romano di Giudea,
terra più che burrascosa (come riferisce, in modo puntiglioso, Flavio Giuseppe
in Antichità Giudaiche) e al confine
di un’area molto critica, dove Roma non poteva permettersi disordini (accusa
che, qualche anno dopo, sarebbe stata mossa da Tertullo, contro Paolo, a
Cesarea, al governatore romano Felice: “abbiamo riscontrato che quest’uomo è
come la peste, fomenta sedizioni” - At 24,5. Se fosse stato riconosciuto
colpevole Paolo sarebbe stato condannato a morte, secondo la legge Romana).
Pilato invece, nonostante 3 anni
di vita pubblica, non lo conosce e, rivolto ai Giudei dice “Quali accuse
portate contro quest’uomo?” (Gv 18,29).
Poi la sublime risposta “il mio Regno non è di questo mondo” (Gv 18,36), che fa
commentare al prof. Aldo Schiavone (Ponzio
Pilato, Einaudi 2016): “proprio
perché incommensurabile (il regno) rispetto a ogni altra potenza terrena, esso
ha un’altra origine, e si sviluppa secondo un progetto che guarda alle cose
del mondo da un punto di vista diverso e alternativo, e traccia rispetto a esse
un confine che non può mai essere dimenticato”. Ora questo confine è stato demolito: il
modernismo (Papa San Pio X, come si suol dire, si rivolta nella tomba!), di cui
la teologia della liberazione costituisce uno dei suoi nefandi corollari,
suggerisce ora, a Pilato, il pretesto, stavolta nel rispetto della legge, per crocifiggerlo
di nuovo!
Una chiesa che punta alla prospettiva terrena è clamorosamente perdente e
destinata all’estinzione. Lo dice il grande storico francese del mondo Greco-Romano Paul Veyne
nel suo “Quando l’Europa è diventata
Cristiana”: «..se non potessimo fare
a meno di individuare dei padri spirituali (dell’Europa), la nostra modernità
potrebbe indicare Kant o Spinoza; quando quest’ultimo scrive nell’Etica che “portare
aiuto a coloro che ne hanno bisogno va ben oltre le capacità e l’interesse dei
singoli; la cura dei poveri s’impone, perciò, alla società intera e riguarda
l’interesse comune”, è più vicino a noi di quanto non lo sia il Vangelo.» Verissimo! in una prospettiva completamente
terrena. Le associazioni di solidarietà sono molto più strutturate ed
efficienti, anche se le organizzazioni della Chiesa attuale stanno facendo,
nell’avvalersi a pieno, molto laicamente, di tutte le opportunità…, passi da
gigante.
Se si arriva a fare riferimento
ai princìpi degli Stati moderni, per giustificare la recente modifica
introdotta nel Catechismo, vuol dire che i modelli dell’uomo, che si è fatto
Dio, sono a pieno titolo integrati nella Dottrina: Date a Cesare quel
che è di Dio e a Dio quel che è di Cesare! Non voglio entrare nel merito del
dibattito, dico solo che pure questo fa parte di una strategia: cominciare dal
più “condivisibile” degli argomenti, per poi affrontare tutti gli altri. Se la
pena di morte è “sempre” un omicidio, farsi gioco della storia e della tradizione
dottrinale è SUICIDIO!!, anche se questo, per il quinto vangelo secondo De Andrè,
ora in vigore, non è più peccato! Non so se è già stato scritto (può sembrare
andare fuori tema, ma non lo è..), se fosse riuscito l’attentato a Hitler, del
luglio del ’44, preparato da componenti dell’esercito e quindi dello Stato
Tedesco, ci sarebbero stati qualche milione di morti in meno tra vittime civili
e militari, senza parlare di quelli che si sarebbero potuti salvare nei campi
di sterminio. Vogliamo parlarne della dignità della vita di questi milioni di uomini? Tentato omicidio (offesa
alla dignità della vita) o atto di eroismo!?
Siamo poi così sicuri che questi
modelli, fatti secondo la nostra misura, di uomini del terzo millennio, piacciano
pure a Dio? Mi vengono in mente certe musiche sdolcinate e languide, mutuate da
musiche profane, che accompagnano, in chiesa, alcuni momenti liturgici, in cui
capita di vedere fedeli che ondeggiano con il ritmo lento della melodia,
musiche che piacciono tanto a noi, alla nostra moderna sensibilità, transitate,
come annota don Nicola Bux, da Santa Cecilia a San Remo. O quei, gustosi,
panini “benedetti con la porchetta”, come avviene dalle mie parti, che fanno
dire a un bambino del catechismo “ma perché, se sono benedetti in onore di
Sant’Antonio, ci mettete la carne di un animale da lui protetto?” Siamo proprio sicuri che piacciano pure a
Dio?
Proprio come scriveva Ludwig Feuerbach in "L’essenza del cristianesimo", anno 1841: “L’uomo sarà felice solo quando avrà finalmente ucciso quel
cristianesimo che gli impedisce di essere uomo. Ma non sarà attraverso una
persecuzione che si ucciderà il cristianesimo, ché semmai la persecuzione lo
alimenta e lo rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione
interna del cristianesimo in umanesimo ateo con l’aiuto degli stessi
cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il
Vangelo”.
Qualcuno ha sottolineato la seguente stravagante equiparazione contenuta
al punto 61 della esortazione Gaudete et
Exultate: .. «che cosa resta,
che cosa ha valore nella vita, quali ricchezze non svaniscono? Sicuramente due:
il Signore e il prossimo. Queste due ricchezze non svaniscono!».
Ma Gesù ha detto: “Datevi da fare
non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e
che il Figlio dell’uomo vi darà.” (Gv 6,27).
Gesù non ha fondato
la Sua Chiesa per favorire, proficuamente, flussi migratori, per sdoganare
pratiche contro natura, per organizzare reti di depravati, per risolvere i problemi ambientali, per fiancheggiare
movimenti rivoluzionari, per proclamare il “diritto di cittadinanza”, per
dissolvere le culture CRISTIANE tradizionali. L’ha edificata per preservare
il cortocircuito tra la sua persona e l’anima individuale, che LUI, nei tre
anni di vita pubblica, ha mirabilmente acceso; per donare questo vincolo a
tutti gli uomini mediante la Evangelizzazione; per raccordare, con i
Sacramenti, il nostro tempo finito di umani all’Infinito senza tempo di
aspiranti all’eternità. Quando ogni persona di questo mondo lo avrà conosciuto
e seguito saranno automaticamente risolti tutti i problemi individuali legati
al “cibo che non dura”. Lo spirito viene prima della materia (“chi
beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete” Gv 4,14), ("Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" Mt 6, 31-33). Ognuno di noi sa che l’amore per il prossimo, la
cura per i suoi bisogni materiali è fondamentale nella vita di un Cristiano. Ma
questo è possibile solo nella misura in cui siamo impregnati della Grazia,
che sola può connotare di Assoluto quello che facciamo, guidandolo sul sentiero
del Disegno di Dio. Questo vuol dire mettere al primo posto il SIGNORE.
Invertire quest’ordine o, soltanto dargli lo stesso valore, è APPARTENERE AD UN’ALTRA
RELIGIONE.
Solo un’adesione perfetta,
costante, totale alla dottrina, senza deviazioni moderniste e antropocentriche
può rimettere al centro Dio. Ma, da diverso tempo, membri dell’equipaggio,
alcuni deferenti e timorosi, i più conniventi, stanno, intenzionalmente,
portando la nave verso la tempesta. Sono persone senza storia, anzi senza il
senso della storia, della cultura, della tradizione, anche in campo religioso, che
hanno barato con sé stessi, sono quelli che “non hanno scelto la parte
migliore”. Senza il senso del Sacro. La storia della nostra cultura va di pari
passo con la storia della tradizione religiosa. La tradizione e il rispetto
della Dottrina sono le sole possibilità per rimanere nel tempo sospeso che ci
ha offerto Gesù nell’Eucarestia.
Molti di loro hanno provato ad
applicare la loro utopia nel ’68. Mi rendo conto che può sembrare
semplicistico, ma “la verità è un discorso semplice...” ed ero scuola e poi
all’università in quel periodo “nefasto”. Ricordo che i più facinorosi erano
quelli che non avevano voglia di studiare, rosi dall’invidia verso i più
meritevoli, che avevano “sgamato” che si sarebbe potuto ottenere tutto senza
fare niente. Ora alcuni di quelli che si vantavano di aver letto Il Capitale
fino in fondo, che lottavano contro il “sistema” e sono diventati loro stessi
“sistema”, vivono in villa con piscina, grazie alle “attenzioni” che la
politica post sessantottina e post terroristica ha avuto nei loro confronti.
Alcuni e, da allora, molti altri, sono confluiti, malati di ideologia o “delegati”,
nella Chiesa, a formare le nuove leve con la Teologia modernista dei seminari. Come
dichiara Suor Emmanuel Maillard: “Nei seminari si impara la teologia, ma non si
prega, non si impara la devozione alla Madonna, la pratica dell’Adorazione
Eucaristica, la meditazione dei misteri del Rosario…”.
Santoni autoreferenziali, sedicenti teologi, religiosi
perduti, che hanno emendato la dottrina piegandola alle loro inclinazioni, che
si stanno autogiustificando traendo ispirazione dal loro stomaco o da altro....,
malati di demonite, come dice il mio amico Don
Felice. Ma la Rivelazione, quella che viene dall’Alto, non passa attraverso di
loro, semmai l’altra... Ma allora perché rimangono nella Chiesa? È ovvio, per
tentare, come da programma, di distruggerla dall’interno, con la trovata della
“Rivelazione Continua ispirata dallo Spirito Santo”. Quelli che invece,
ingenuamente, ci sono cascati o perché sedotti dalle “favole teologiche” o per realizzazione di sé,
dovrebbero sottoporsi, non ad una terapia psicanalitica, che ha già dimostrato,
in modo molto autorevole, di essere fallimentare, ma direttamente
affidarsi, anche se non ci credono, ad un bravo esorcista.
E’ in corso una campagna, subdola
e manifesta insieme, per abbattere la nostra cultura, in ogni campo, per
desautorare, anche e soprattutto dall’interno, la Chiesa Cattolica “sostituendo
all’Esclusivismo Salvifico Cattolico una stravagante equivalenza di tutte le
religioni”, come spiega il prof. Gnerre e confluire tutti verso il nuovo
politeismo.
Andrea Carandini, il decano e il più autorevole degli archeologi
italiani, chiude il suo libro “Su questa
Pietra, Gesù, Pietro e la nascita della Chiesa, Laterza, 2013”, libro,
peraltro, molto interessante in senso storico e archeologico, in questo modo,
anche profetico:
“Francesco, vescovo di Roma venuto dai
confini del mondo… è il primo a non ricordare più gli imperatori affacciati dal
palazzo sul circo….Roma non è che la più importante delle chiese locali e il
suo vescovo il più autorevole, ma nulla di più. Il vicario infallibile che
esige obbedienza assoluta e comanda su tutto e su tutti è una versione
ipertrofica e alterata di una realtà storica tramontata, alla quale il
cristiano autentico non può che ritornare come al fondamento della sua
peculiare spiritualità. Lo stesso Vaticano si trasformerà sempre più nel museo
dell’assolutismo papale, dal quale il vescovo di Roma cercherà di distinguersi.
Chi ha scritto questo testo è un archeologo di Roma, agnostico.”
Questa è la Chiesa come la vuole
un agnostico, uno dei soggetti culturali ai quali il Vescovo di Roma è molto
“gradito”. Un esperto di pompe idrauliche può anche dire la sua su come
dovrebbe essere organizzato un reparto di cardiochirurgia ma… “lascia il tempo
che trova..”. Come la vuole un religioso
protestante, un pacifista
immigrazionista, un ecologista mistico, un radical chic, un comunista
nostalgico, un transgender, un affiliato alla massoneria o, semplicemente,
l’uomo digitale “connesso” del terzo millennio.. lo vediamo già!
Colei, alla quale dovremmo prestare molta più attenzione, se non altro
perché è la nostra Madre e Madre della Chiesa, a Don Stefano Gobbi, rivela, il
31 dicembre 1975, ma sembra oggi (Lei ha il dominio sul tempo..):
“...Satana sta tramando in maniera sempre più
aperta nella mia Chiesa. Si è ormai associato tanti miei figli sacerdoti,
illudendoli con il falso miraggio che il marxismo a tutti propone: l'interesse esclusivo dei poveri;
un cristianesimo impegnato solo nella costruzione di una più giusta società
umana…” il 31 dicembre 1987: “..Satana
è riuscito a diffondere ovunque la
grande apostasia.. e ha portato molti ad allontanarsi dalla verità del
Vangelo per seguire le favole
delle nuove teorie teologiche...” il 31
dicembre 1997: “l’umanità è caduta in balia di Satana e
del suo grande potere, esercitato con le forze
sataniche e massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che
è penetrato dentro di essa”. Ci conviene seguire LEI o Enzo Bianchi ?!
Poi il 27 ottobre 1980: “..da alcuni si è voluto mettere da parte
la Vostra Mamma Celeste, proprio nella ingannevole prospettiva di
rendere più facile la riunione dei cristiani… non è possibile una vera
riunione di cristiani se non nella perfezione della verità.. e la verità è
mantenuta integra solo nella Chiesa Cattolica, la quale deve conservarla,
difenderla e annunciarla a tutti senza paura.” Fa venire i brividi questa dichiarazione perché mette a nudo la
nostra inadeguatezza. Ma come non ricordare, per chi non la conoscesse,
dalla Terza Predica di Avvento del 18 dic 2015, le seguenti parole, del predicatore del papa, a clamorosa dimostrazione del ribaltamento del disegno di Dio
della Chiesa attuale: “…voglio solo dire
quale mi sembra essere la via per uscire da questa triste situazione circa
Maria. Tale via passa per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici
del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a
rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo
talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale
devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo
subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso…” Meglio ascoltare LEI o padre Raniero
Cantalamessa ?!
Quando ero bambino la Chiesa per
noi era pietra, edificazione e riferimento unico della nostra morale. Potevi
scegliere di essere dentro o fuori perché si sapeva bene dove era il
dentro e il fuori, come attestato nel Catechismo, quello con la copertina
normale, oggi indecentemente demolito. La mancanza di un confine netto tra
bene e male si riflette pesantemente sulla formazione dei giovani, ai quali
ci si appresta a dare un messaggio fatto di comprensione, compromesso, quando,
oggi più che mai, avrebbero bisogno soltanto di un riferimento certo: accostare
i giovani per “analogia”, quando possono trovare, fuori della Chiesa,
mille analogie più stimolanti, invece che per “alternativa”, sta
causando e causerà pesanti conseguenze sulla loro formazione (per inciso sta
causando anche conseguenze tragiche sulle vocazioni religiose, ma anche questo
fa parte del “piano”...). Lo stesso errore che sta facendo, ormai da diversi
anni, la scuola. Ma questa è un’altra brutta storia….
Così sulle fondamenta di pietra, come
le ha volute Gesù, è stato interposto un materasso memory (qualcuno ha il
coraggio di chiamarlo il sostegno dello “Spirito Santo”) che cambia forma a
seconda delle nostre “inclinazioni” e posizioni... delle circostanze,
perché il perdono c’è per tutti, indipendentemente dal ravvedimento, non esiste
peccato… tutto è possibile, semplicemente perché tutto è perdonabile, non siamo
noi che pecchiamo ma il contesto che ci fa peccare, come spiegano le “scienze
umane” a cui si chiede, impudentemente, il supporto. Si è volutamente
confusa la realtà oggettiva del peccato con la concezione soggettiva della trasgressione,
mutevole a seconda dell’ambiente, della storia, dei padroni del mondo, di una
malintesa tolleranza di chiaro sapore relativista. Si sta provvedendo a “correggere”
la Scrittura per renderla più gradita alla nostra moderna sensibilità. L’agnosticismo liquido del “Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria
esistenza in questo mondo….”.
RIDATECI
LA CHIESA! La Chiesa fondata sulla roccia, non
l’enigmatica, contorta (come la mimica e il colorito di chi tenta di
spiegarla), raccapricciante, teologia del “SÌ.. PERÒ..”, in bilico tra
scetticismo e relativismo, ma la Scrittura asciutta, chiarita dalla Teologia
Ispirata dei Padri della Chiesa. La Chiesa senza compromessi (quelli lasciamoli
alla politica..). La Chiesa a cui comunicare le nostre miserie, per saperle
discernere e superarle, non per amalgamarle in un liquido scivoloso, fatto solo
di “umanità”, che le incorpori e le renda irriconoscibili, come l’abito dei
sacerdoti. Una Chiesa ad assetto costante che sia riferimento perenne per le nostre
anime fragili, che non si lasci ammaliare dalla modernità, dalla vergognosa sodomia,
dall’evoluzione del nostro pensiero di umani “quasi dei” che si inebriano della
“particella di Dio”. Una Chiesa che concili, senza ambiguità, Misericordia e
Timore di Dio.
Vogliamo ritrovare la Chiesa che “ci faccia ardere il cuore nel petto lungo il nostro cammino…” come potevano testimoniare i fortunati discepoli di Emmaus. Una Chiesa che accolga le nostre
bassezze, senza giustificarle; che corregga i nostri errori, senza
legittimarli; che abbia misericordia dei nostri peccati, senza negoziare tra
perdono e ravvedimento.
Vogliamo vivere al di qua del bene
e del male, per poterli riconoscere, come ci insegna il Catechismo della Chiesa
Cattolica e aspirare ad un “al di là” soltanto per arrivare, finalmente, da
COLUI che ci aspetta. Ma intanto, LO supplichiamo, in questo tempo perduto, “resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al
declino..”.
Claudio Gazzoli - Monterubbiano (FM)