sabato 22 agosto 2020

FORMA E SOSTANZA

 


L’Annunciazione di Simone Martini, degli Uffizi, non è una raffigurazione realistica del momento dell’Annunciazione. Non vi sono rappresentati l’ambiente domestico della modesta casa di Maria, come si può vedere a Loreto, gli umili arredi, le pareti di mattoni. La parete che fa da sfondo è completamente laminata di oro sfolgorante, mentre la scena è incastonata in un’architettura gotica. La forma splendida della pala rivela in modo altissimo la sostanza eccelsa dell’irrompere decisivo di Dio nella storia dell’uomo. La forma stilizzata, sinuosa, armoniosa, sta qui a sublimare la sostanza grandiosa di questo evento nella sua dimensione atemporale. Persino Caravaggio ha avuto bisogno di rinunciare, in parte, al cupo realismo per la sua “Annunciazione”. Tuttavia questo non era più l’uomo del medioevo, ma l’uomo individuo, in attesa di diventare solo “formalmente” individuo che ha, sostanzialmente, perduto il rapporto con il Creatore.

La forma è lo strumento che ci è stato dato, per azione dello Spirito Santo, in duemila anni, per cercare di comprendere la sostanza di Dio, guidandoci in una dimensione non profana, molto diversa dall'ordinario. Ha lo scopo di delimitare la sostanza della fede trattenendola da facili, umane deviazioni.

Non solo, la forma si può dire che “da corpo alla sostanza”. Il corpo e sangue di Gesù nell’eucarestia  sono “accolti” nella forma del pane e del vino. L’olio profumato con il quale Maria di Betania ungeva i piedi di Gesù è la forma che permette di magnificare la sostanza della rivelazione.

La forma liturgica ha lo scopo di avvicinarci a Dio, che a  Mosè dice «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo sacro!». Non si incontra Dio come si incontra un amico, mantenendo i calzari, magari mettendosi comodi, seduti.

L’incontro con Dio deve comportare aspetti, movimenti, parole diversi dalla norma, deve rispondere a precise espressioni che ne determinano la forma sacra.  Come il protocollo rigido delle udienze di persone che rivestono un ruolo importante. Non si va ad incontrare il Presidente della Repubblica in jeans, magari lacerati, con i capelli e la barba incolti…. non si verrebbe ammessi. Questi aspetti formali che fanno parte di un protocollo diventano, nell’udienza con Dio, forma sacra.

Il sacro è la forma terrena del divino. Terrena, non profana, accessibile all’esperienza umana mediante segni rituali che consentono all’uomo di mettersi in contatto con Dio. Nell’antica Roma, il segno principe del sacro era il fuoco accudito dalle Vestali. Ogni profanazione del fuoco sacro comportava la morte. Gesù stesso vi ha fatto ricorso, usando elementi materiali, ma peculiari dell’esperienza umana, quali segni mediatori del rapporto con Dio, forme terrene del divino. Il pane, il vino, l’acqua del battesimo, la terra mescolata alla propria saliva, il balsamo con cui è stato unto il suo corpo.

La liturgia è la forma sacra della rappresentazione del rito dovuto a Dio da parte del popolo. Mentre la preghiera individuale può essere libera, seguire i percorsi intimi del cuore, la preghiera collettiva ha bisogno di una struttura, una forma. Non vi può essere alterazione, manipolazione, soggettivismo. La struttura rigida della liturgia, così come è stata ispirata dalla tradizione, ha lo scopo di guidare coralmente il popolo verso Dio.

La stessa distribuzione dell’Eucarestia ha un forte contenuto di preghiera, non individuale, perché vi interviene il sacerdote, che pronuncia la formula di rito e poi somministra. Pertanto, deve avere una forma liturgica univoca. La deriva post-conciliare e odierna, che lascia libertà ai fedeli di riceverla in piedi, o in ginocchio, sulla lingua o sulla mano, portarla in bocca stando fermi o camminando, è soppressione della forma, svilimento del contenuto eminentemente sacro del gesto liturgico, offesa a Gesù.

Il percorso postconciliare di azzeramento del sacro è dovuto passare per la liquefazione della forma, dalla messa novus ordo, alla liturgia, all’architettura delle chiese, al canto gregoriano.

Bergoglio, che appena eletto rinuncia alla mozzetta rossa, simbolo della somma dignità, ad imitazione del sangue della Passione, proclama che la sua funzione non è quella “sacra” di vicario di Cristo ma quella, solo profana, di leader di una chiesa visibile che ha perduto ogni legame formale e, quindi, sostanziale, con il soprannaturale.

La stessa talare, ormai abbandonata dalla maggioranza dei sacerdoti, è la forma orante, che ordina, difende il corpo consacrato a Dio. L’abbandono della talare è il regalo più spassoso fatto al demonio.

Padre Pio raccontò ad un suo confratello di una sera, in cui era in solitudine e stava pregando: “Sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all’altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori.

Convinto che a riordinare l’altare fosse fra Leone, poiché era l’ora della cena, mi accosto alla balaustra e gli dico: Fra Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l’altare”.

Ma il frate gli rispose e non era la voce di fra Leone, dunque, Padre Pio gli chiese chi fosse: “Sono un vostro confratello, che qui fece il noviziato. L’ubbidienza mi dette l’incarico di tenere pulito e ordinato l’altare maggiore, durante l’anno di prova. Purtroppo, più volte mancai di rispetto a Gesù Sacramentato, passando davanti all’altare, senza riverire il Santissimo, conservato nel Tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio”.

Dopo essersi così spiegato, quel frate disse che il Signore gli aveva concesso di chiedere clemenza, proprio a Padre Pio, perché sarebbe rimasto ancora in Purgatorio, solo fino a quando lui avesse pensato fosse opportuno: “Io, credendo di essere generoso verso quell’anima sofferente, esclamai: vi starai fino a domattina alla Messa conventuale”. Quell’anima urlò: “Crudele!”, poi cacciò un grido e sparì. Quel grido lamento mi produsse una ferita al cuore, che ho sentito e sentirò tutta la vita. Io, che per delega divina avrei potuto mandare quell’anima immediatamente in Paradiso, la condannai a rimanere un’altra notte nelle fiamme del Purgatorio”.

Conviene abbassare l’asticella fino a terra ?

Molte volte, nelle cose dell’uomo, la forma serve a mascherare la vera sostanza. Come la forma reale della democrazia quando serve a mascherare una reale dittatura. Nel rapporto "grave" con il soprannaturale, forma e sostanza sono così intimamente congiunte che non è possibile sminuire la prima senza oltraggiare la seconda.

Qualche settimana fa’, un sacerdote delle mie parti, ad una donna che chiedeva di ricevere la comunione sulla lingua, ha risposto: “ma signora, lei guarda alla forma, è la sostanza quello che conta…”. Certo, dal macellaio, non in chiesa.

La parola "sacerdote" viene dal latino “sacer”, sacro. Nella oggettivazione del Sacro la forma rende possibile la sostanza. Un sacerdote che non capisce questo, semplicemente, non può fare il sacer-dote.

Claudio Gazzoli - Monterubbiano






domenica 16 agosto 2020

DANZE DEMONIACHE

 



Che cosa direbbe San Giovanni Maria Vianney, il santo protettore dei sacerdoti (sic!), il quale affermava che “Il ballo è circondato dal demonio come un giardino è circondato da un muro”, a vedere, oggi, questa profanazione diabolica nel duomo di Napoli ? Che cosa direbbe padre Pio ? Che cosa direbbe lo stesso San Gennaro, vescovo martire, che non si è piegato alle imposizioni del governatore che gli aveva vietato di fare proselitismo e che, per questo, ha avuto la testa tagliata ? Come si suol dire, sconsolatamente, "si stanno rigirando nella tomba".

A parte l’aspetto “estetico” semplicemente disgustoso, è sconcertante, ma anche inquietante, la leggerezza mostrata dal cardinale di Napoli e dai suoi vescovi ausiliari, nel permettere che danze di origine tribale o folcloristica, basate su modelli che nulla hanno a che vedere con il Cristianesimo, possano entrare a far parte di un rito o anche di una preghiera collettiva, in onore di Maria Assunta. Eppure basterebbe poco per avere il Suo gradimento, un semplice rosario.

Ma, sfortunatamente, non si tratta solo di leggerezza, disordine mentale o cattivo gusto. Non è solamente l’ennesimo atto di profanazione avvenuto nelle chiese cattoliche negli ultimi anni. È il punto di arrivo di una totale destrutturazione della nostra religione, cominciata circa sessanta anni fa’ e andata di pari passo con la destrutturazione dell'uomo, del cittadino.  Tale disgregazione aveva lo scopo di traghettare la religione cattolica verso un’altra religione, dove siamo ora. Se si fosse aperto un pertugio sarebbe entrato un turbine impetuoso, è stata demolita, poco alla volta, l'intera cinta muraria. Visto che le cose vanno chiamate sempre con il loro nome, si tratta, palesemente, di APOSTASIA.

L’aspetto più inaspettato, ma solo in apparenza, è vedere che la massa dei fedeli vi partecipa con giubilo, come ad uno squallido spettacolo teatrale, con tanto di riprese col telefonino. Persino due suore non si esimono dal partecipare a questa concitazione, tirando fuori il proprio. A proposito, ma che cosa se ne dovrebbero fare le suore di uno  smartphone ? È la dimostrazione, ma non ce n’era bisogno, l’avevamo già capito, che siamo ritornati allo stesso analfabetismo trovato da San Giovanni Maria, appena arrivato ad Ars, piccolo villaggio vicino a Lione, dove i frutti della rivoluzione e di Napoleone erano evidenti nel totale abbandono, da parte degli abitanti, delle più elementari nozioni del catechismo e nel ritorno allo “stato di natura”, tanto agognato dai giacobini. Oggi la differenza sostanziale è che il nuovo giacobinismo è entrato nella Chiesa con lo scopo di riportare allo “stato di natura” tutto il mondo occidentale. Il nuovo indottrinamento, iniziato con la desacralizzazione della liturgia, a partire dalla Messa Novus Ordo, la rivoluzione architettonica delle chiese con la eliminazione della balaustra per ricevere la comunione in ginocchio, la “imposizione” della comunione sulle mani, le scempiaggini introdotte nella liturgia, ha portato, come abilmente orchestrato, alla perdita della nozione stessa del senso del rapporto con Dio.

San Giovanni Maria Vianney ha riconquistato tutto il popolo di Ars alla religione, riaprendo la chiesa del paese, passandovi tutta le sue giornate e le notti in penitenza, preghiera, adorazione, rigore nella liturgia, continua, incessante dedizione al sacramento della Penitenza, nutrendosi di qualche patata lessa, ammuffita. Questi poveracci non vi riuscirebbero neanche se, per penitenza, si mettessero a leccare tutto il pavimento del duomo di Napoli.


https://gloria.tv/post/oZ9bE7cbDgjN3BgtwGMF7W9iA




tanto per rimanere in tema.........










venerdì 14 agosto 2020

CONDIVISIONE MANIFESTA

 





Mt 7,15-20
Dai loro frutti li riconoscerete

Mi sono recato a messa, in un paese vicino al mio, in una chiesa dove non vado quasi mai. Ovviamente portoni spalancati, tutti rigorosamente in mascherina, tranne due inconsapevoli cagnolini, beati loro.

Mi sono messo in fondo, in piedi e durante la solita predica, misericordiosa e protestante, di noi, buoni e belli, sulla barca, che ci salviamo da soli, perché proprio non ce lo meritiamo di morire annegati…, ho cercato di pensare ad altro, come mi capita quasi sempre. Riflettevo sul fatto che, in fondo, chi si occupa di Apologetica oggi (ovvio che chi scrive è solo un dilettante…), ha la strada spianata perché “ti piace vincere facile eehhh ?”. Ne sparano e ne combinano talmente grosse che è come giocare al gatto col topo…. Pensavo “chissà quale sorpresa oggi…”. Ma è sempre una previsione facile, infatti un signore abbastanza anziano, accompagnato da una signora, è entrato con un cagnolino al guinzaglio e si sono messi a seguire la messa, mentre il loro amico fidato si accovacciava sul pavimento fresco di cotto toscano. Dopo qualche minuto, arrivavano quattro persone, un’intera famiglia suppongo, o forse bisogna cominciare a dire cinque… visto che era con loro un altro cagnolino, un po’ più grande del primo, magari di un’altra “etnia”. Sono entrati dal portone principale, hanno girato e sono usciti, come si fa entrando a sbirciare in un negozio del centro commerciale. Alla fine della messa sono andato dal celebrante, in sagrestia, per chiedergli “ma sono ammessi i cani in chiesa ?”. Lui mi guarda, sorpreso, e mi fa: “mah… dipende, magari è entrato da solo, ha fatto un giro e si è accovacciato..”. “No”, gli rispondo, “sono entrati al guinzaglio accompagnati”. Pensavo di suscitare in lui sconcerto e sdegno, invece scoppiava in una risata che, nel locale alto della sagrestia, in comunicazione con la navata, risuonava beffardamente, come una campana stonata, come l’eco di un ghigno da una caverna infernale. Me ne sono andato….

Quando ero bambino avrebbe provocato una reazione furente da parte del sacerdote con tanto di espulsioni, esecrazioni, cartelli. Ora quella risata sta a sancire la totale perdita del senso del sacro, da parte dei religiosi formati nella nuova chiesa. Proprio ieri, un sacerdote “normale”, molto giovane, mi diceva che, in seminario, non gli hanno mai parlato della liturgia e della celebrazione della Messa. Lui si è preparato da solo per il suo primo Ufficio. Ma, allora, di che cosa parlano nei seminari…. ?!

Ora non hanno più pudore.  Se per più di quaranta anni hanno lavorato, lentamente ma inesorabilmente, quasi di nascosto, ora si vantano di metterci la faccia, per piacere al mondo, compiaciuti e tronfi di una vittoria temporanea, a vomitare scempiaggini colossali.

Come quella del vescovo emerito di Caserta che dichiara: “Moralmente e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici, perché Cristo non è venuto sulla terra per costruire chiese ma per aiutare gli uomini indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità….”. Verrebbe da pensare “ma uomo di quale fede…”.

Pervicacemente sprofondati nella materia, hanno studiato sul vangelo commentato da Karl Marx.

Gesù, sulle rive del lago di Tiberiade, commosso, ha dato il pane a 5000 persone , ma quel pane, creato dal nulla, in un impulso di energia purissima, aveva una porzione di infinito che anticipava quello, infinito, del dono dell’Eucarestia. Gesù preannunciava per loro, nella forma di alimento per il corpo, quell’alimento per le anime, infinitamente più importante, perché eterno. Quel contenuto di infinito che loro hanno completamente ripudiato a favore delle seduzioni verso i corpi, in qualsiasi forma.

Come scrive l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò:

«…il “contenitore-concilio” è stato usato per dare apparente autorevolezza ad un evento volutamente eversivo, esattamente come oggi, sotto i nostri occhi, il Vicario di Cristo è usato per dare apparente autorevolezza ad un’operazione deliberatamente eversiva. In entrambi i casi, il senso innato di rispetto verso la Chiesa di Cristo da parte dei fedeli e del Clero è stato utilizzato come infernale stratagemma – un cavallo di Troia introdotto nella Sacra Cittadella – in modo da dissuadere ogni forma di doveroso dissenso, ogni critica, ogni legittima denuncia…»

Non ci sto. Non mi faccio dissuadere dal “doveroso dissenso” di chi non può sentirsi “in comunione” con una gerarchia che, a partire dal grado più elevato, non mostra più alcun PUDORE, perfino tramutando l’ALLEANZA NASCOSTA di prima in CONDIVISIONE MANIFESTA con le schiere del male.

Non sono in comunione con chi adora idoli pagani; non sono in comunione con il prete che dichiara, spudoratamente, che “le coppie dello stesso sesso, che crescono figli, sono famiglie sante”; non sono in comunione con chi si vanta di organizzare sfilate di moda con paramenti sacri; non sono in comunione con chi profana la Santa Eucarestia;  non sono in comunione con la stragrande maggioranza dei vescovi che non condannano, apertamente ed esplicitamente l’aborto, la sodomia e non difendono, strenuamente, la famiglia, che trasformano le chiese in tendoni da circo, che non richiamano più alla conversione all'unica vera religione, all'unico vero Dio; non sono in comunione con chi proclama un altro vangelo al fine di autogiustificarsi turpemente; non sono in comunione con la gerarchia che, quasi al completo, vuole attuare l’utopia di sostituzione della religione cattolica con la religione universale, servendosi, stoltamente, di altre religioni; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che antepongono la loro fede politica alla fede per la quale si sono consacrati a Dio, dando il loro consenso a partiti che calpestano sistematicamente i principi cristiani, promuovendo leggi nefande; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che, per evitare “ogni forma di doveroso dissenso”, si rendono conniventi, fiancheggiando, volontariamente o inconsapevolmente, ma, davanti all’evidenza la inconsapevolezza non giustifica,  le più efferate derive dell’uomo che si è fatto dio.

Sono in comunione con quei pochissimi religiosi normali, di Santa Romana Chiesa, che vivono dolorosamente questo periodo funesto, pagandone le conseguenze morali e materiali. Sono in comunione, ovviamente, con il Fondatore e Capo della Chiesa, che sembra dormire sulla barca, in balia dell’uragano, aspettando che tutto, ma proprio tutto il putridume venga a galla, a perenne ammonimento della nostra sconfinata miseria.





venerdì 7 agosto 2020

LA NUOVA CONTRORIFORMA DELLA CHIESA in 10 PUNTI. Il parere di un semplice battezzato

 

.............
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
G. Pascoli, X Agosto

Nell’introduzione al primo volume “Confidenze di Gesù ad un sacerdote”, mons. Ottavio Michelini scrive:

Perché Dio ha scelto me? Per confondere i superbi, gonfi di orgoglio per il loro sapere, che di errori, di eresie hanno riempito la Chiesa, avvelenando le anime.

Sì, scemenze, errori , eresie, su Dio, sulla Chiesa, sulla Vergine SS.ma, sulla Rivelazione; Dio è infinitamente semplice e semplici ed umili vuole noi.

" In verità vi dico che se non diventerete semplici come questi piccoli, non entrerete nel regno dei cieli ".

Basta trasformare le cose semplici, nelle cose più complesse, basta coniare nuovi vocaboli, nuove parole, per ostentare il loro sapere e attirare in tal modo su di sé l'attenzione altrui.


La Vergine Maria a Bruno Cornacchiola:

Molti dei miei figli sacerdoti si spoglieranno nello spirito, internamente, e nel corpo, esternamente, cioè gettando i segni esterni sacerdotali. Le eresie aumenteranno. Gli errori entreranno nel cuore dei figli della chiesa. Vi saranno confusioni spirituali, vi saranno confusioni dottrinali, vi saranno scandali, vi saranno lotte nella stessa chiesa, interne ed esterne”.

Fuori della Chiesa, fondata da mio Figlio, c’è buio, c’è perdizione. Tornate, tornate alla fonte pura dell’Evangelo, che è la vera via della Fede e della santificazione, che è la via della conversione(…)”


Suor Lucia scrive tra il 1969 e il ’70:

Il disorientamento è dabolico, non fatevi ingannare…. Il disorientamento è dottrinale, non facciamoci ingannare dalle false dottrine…. E’ un "cancro" nella Chiesa che colpisce i "sacerdoti" e "le anime consacrate" che sono state condotte in errore…. è triste vedere un tale disorientamento, e in tali persone che occupano una posizione di responsabilità; essi sono i ciechi che guidano gli altri ciechi."



La parola che meglio rappresenta il percorso della Chiesa negli ultimi 60 anni è DISUBBIDIENZA. 
Non oso dare un giudizio teologico o “ermeneutico” sui documenti del Vaticano II o entrare nel dibattito in corso, non me lo potrei permettere. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti o, almeno, di quelli che hanno ancora la facoltà di guardare con i propri. 
L’adozione di concetti, processi, modelli derivati dalla politica, nella prassi e nell’organizzazione centrale e periferica della Chiesa, è stata DEVASTANTE, perché la Chiesa non è fatta per evolversi ma per conservare l’INFINITO dono che le è stato dato. 
Con lo scopo di distruggerla dall’interno, hanno trasformato la Chiesa Cattolica in una organizzazione politica, ovviamente di matrice marxista, in un disegno malefico di chiara ispirazione satanica. Una nuova riforma, questa volta, senza separazione, ma nella trasformazione, al seguito delle colossali SCEMENZE della "rivelazione continua".
Dovevano passare almeno 60 anni, per far perdere la memoria a quelli che c’erano, per indottrinare alla nuova religione quelli che non hanno conosciuto la Chiesa pre-conciliare, ai quali nascondono accuratamente ogni più piccola reminiscenza, come la mamma che nasconde le caramelle al bambino, solo che queste non fanno male... Basta guardare quanta difficoltà si trova per far celebrare la messa secondo il rito antico come previsto, peraltro, dal Summorum Pontificum.
Gli ultimi sette anni sono stati infausti ma rivelatori. La Chiesa non può seguire il mondo, in caduta libera lungo l'orbita a spirale verso il buco nero.
È necessaria una NUOVA RESTAURAZIONE. La rivoluzione di Lutero è stata possibile perché in linea con gli interessi dei principi tedeschi nei riguardi degli enormi beni della Chiesa. La rivoluzione postconciliare è stata possibile perché in linea con le aspirazioni del popolo, in un mondo, senza fede, che si stava sempre più modernizzando. Per questo ha potuto attecchire facilmente. Si possono fare innumerevoli esempi, come l’introduzione delle chitarre nella liturgia, che è stata voluta e favorita dalla loro funzionale diffusione nella musica pop contemporanea dove ne costituiva quella cadenza ritmica, profana, che poi è stata introdotta in chiesa.
Ma il popolo di Dio deve capire che non è secondo le proprie gradevolezze o il proprio “piacere” che deve essere fondato il suo rapporto con l’Altissimo, ma secondo il gradimento di Dio, che può anche essere tutt’altro che agevole. Tutto quello che è successo, il totale disastro della Chiesa su tutti i fronti, il crollo delle vocazioni e dei fedeli, la palese apostasia, le rivelazioni private, stanno a dimostrare che Dio non è che abbia tanto gradito. 

Provo ad elencare dieci punti inderogabili di ritorno alla “VERA CHIESA”, alla sua vera, unica missione, convincere l'uomo moderno, superbo e licenzioso, che lo scopo della vita non è seguire le proprie inclinazioni ma fare la volontà di Dio, nella Verità che è solo in Lui.

1              ABROGAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II.

2    Revoca del NOVUS ORDO MISSAE e ripristino della VERA MESSA DI SEMPRE in RITO TRIDENTINO e della liturgia preconciliare. I sacerdoti devono studiare la messa tridentina, in latino.

3     Eliminazione delle “tavole mensa” nelle chiese. Ritorno all’altare e alla configurazione architettonica precedente la furiosa distruzione. Eliminazione dei RIFLETTORI. Ricostruzione delle balaustre per la distribuzione della comunione in ginocchio e sulla lingua, da parte, esclusivamente, dei sacerdoti.

4       Riadozione del catechismo di San Pio X e obbligo, per i sacerdoti, di insegnarlo, loro stessi, ai bambini.

5              Sospensione dell’insegnamento della "religione cattolica........." nelle scuole.

6   Obbligo, per i sacerdoti, di tenere aperte le chiese, di recitarvi quotidianamente la LITURGIA DELLE ORE, di dare la disponibilità costante per la confessione e di riprendere in mano, direttamente, la direzione delle parrocchie. Adorazione Perpetua in almeno una chiesa di ogni diocesi.

7             Obbligo, per tutti i consacrati, di indossare la talare o l’abito proprio dell’ordine di appartenenza e di pronunciare, solennemente, il giuramento antimodernista di San Pio X, pena la riduzione allo stato laicale.

8          Dichiarazione della Chiesa sull’ecumenismo: esiste una sola forma possibile di ecumenismo, che tutte le religioni separatesi in passato rientrino nella Chiesa Cattolica Romana.

9              Ripristino del Santo Uffizio con il compito di bollare, sul nascere, ogni “SCEMENZA” proveniente dai seminari, che devono tornare alla "normalità", dalle università cattoliche, dalle omelie, dagli scritti, nonché dalla derive dei MOVIMENTI RELIGIOSI.

10     ANNULLAMENTO di tutti gli atti e documenti dell’attuale pontificato, riconsacrazione dei luoghi sacri in Vaticano, dopo i raccapriccianti sacrilegi idolatrici e di tutte le chiese profanate a causa delle varie distribuzioni di pizza, balletti, sfilate, dormitori, feste di fine anno.


ci sarebbe l’undicesimo punto, ma non lo metto in elenco, per non dargli troppa importanza:  LA SOPPRESSIONE IMMEDIATA, questa volta senza ripensamenti, dell’ORDINE DEI GESUITI.

Ovvio che sarà persecuzione…. e allora ?

 

 

N.B.

avviso chi volesse fare commenti del tipo: torniamo all’aratro…. o tradizionalista becero conservatore, che , purtroppo non sono nato ieri, conosco il trucco, tenetevi per voi queste baggianate.