giovedì 30 luglio 2020

LA VERA DIVISIONE





Negli ultimi tempi, sempre più spesso, si hanno notizie di vescovi o sacerdoti che richiamano o impediscono a gruppi di fedeli di riunirsi per pregare contro le azioni, divenute istituzionali, contrarie ai comandamenti di Dio e alla dottrina della Chiesa.
«L’ultimo caso, in ordine di tempo (16 luglio 2020), è quello del vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, che ha rimproverato un gruppo di fedeli, riuniti in preghiera per impetrare da Dio il fallimento dell’ideologia omosessualista contemporanea…..  ha, inoltre, replicato che la preghiera non poteva diventare «un motivo di divisione e di contrapposizione» sociale ».
Vorrei, semplicemente ricordare, a questi premurosi e zelanti prelati, che la PRIMA e DECISIVA DIVISIONE, nel popolo dei fedeli, è stata provocata dalla chiesa postconciliare, con il solerte sostegno da parte di quasi tutti i componenti della gerarchia, sciolti come lupi famelici e smaniosi negli ultimi sette anni, che si è “confusa” con il mondo, accogliendone tutte le perversioni, anzi facendole proprie, nell'inclusione senza successiva separazione, dirottando così dalla vera missione che non è “conformarsi al peccato” ma, semmai, opporsi ad esso.
Così quella parte del popolo di Dio che non ha accettato compromessi, perché resistente all’indottrinamento diabolico post-modernista, si sente completamente spaesata e senza guida al cospetto di una chiesa che si prostra davanti agli idoli, conferisce premi a chi incoraggia le pratiche abortive, “santifica” gli eretici, “benedice” le coppie omo, non condanna teologi e cardinali favorevoli alla sodomia, non parla più dei Novissimi, dubita dell’esistenza del demonio e dell’inferno, profana quotidianamente le Sacre Specie, baratta sistematicamente lo spirito con la materia, relativizza i Comandamenti di Dio, fa comunella con le altre religioni, chiude seminari perché i seminaristi si rifiutano di prendere la comunione in mano e molte altre iniquità.
Gesù dice: «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua.» Mt 10,34-36.
Questa è la VERA DIVISIONE, tra chi segue il Magistero di Gesù e chi segue l’affabulazione del mondo.






sabato 25 luglio 2020

TRADIMENTO







Vengo dalla messa di oggi, sabato 25 luglio, in una chiesa a pochi metri dal fiume, con porte spalancate, come si usa quando fa caldo, perché il caldo, in chiesa, proprio non lo si può sopportare, neanche con i ventagli a sventagliare, neanche per lieve condivisione di quello sofferto da Gesù, per lo sforzo immane di trasportarsi una croce pesantissima sulla salita disumana verso il calvario. Ma, con il caldo, non si può partecipare ad una mensa comunitaria. E però almeno venti riflettori accesi per illuminare a giorno l'assemblea degli attori, ad evitare ogni vanitoso, egoistico raccoglimento. Così una moltitudine di zanzare approfittano, partecipandovi pure loro, di procurare una surrogata, irrisoria tortura ai pochi fedeli accorsi.
Il Vangelo di Matteo, in modo analogo a quello di domenica scorsa, richiama, con una metafora chiarissima, in modo categorico, alla conversione totale di ognuno perché «… il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti». Un Vangelo talmente chiaro che ogni commento ne risulta riduttivo,  anche perché il commento lo da Gesù stesso, davanti al quale occorre solo meditare, decidere se far parte dei pesci sistemati nei canestri o di quelli ributtati in mare. Invece, ovviamente, nessun accenno, nella lunga, mielosa omelia del sacerdote in scarpe da ginnastica e casacca a lenzuolo semitrasparente, alla venuta degli angeli, nessun monito all’abbandono del peccato, nessuna esortazione verso la salvezza della propria anima, che poi è la funzione primaria della Chiesa e, dunque, di ogni sacerdote. Solo la “raccolta di ogni genere di pesci” senza alcun cenno alla successiva selezione.
Questo è TRADIMENTO DEL VANGELO, ma non è l’unico. Ce ne sono molti altri e quelli di seguito, brevemente esposti, ne costituiscono solo una minima parte.
TRADIMENTO DELLA MISSIONE
«Gesù disse loro: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.» Mc 16:15-20. Questa è la vera missione. Tutto il resto, se non è DIRETTAMENTE collegato ad essa, viene dal maligno.
Gesù non ha mai preso apertamente posizione nei confronti delle “ingiustizie” sociali, le classi dominanti, le strutture istituzionali, le fazioni politiche. Come ho già detto in passato, Gesù si rivolge all’anima individuale, il suo non è un messaggio “collettivo” e lo dimostra il fatto che la sua “missione” è durata tre anni e si è interrotta non per intervento delle autorità civili, romane o giudaiche, ma per intervento delle autorità religiose.
I sacerdoti dovrebbero pensare, esclusivamente, alla salvezza delle anime. Ma non li trovi mai,  sempre impegnati in qualcos’altro. Il tradimento della missione è talmente evidente ed inimmaginabile, fino a qualche decennio fa, che non ci sono più giustificazioni per alcuno a non riconoscerlo. Ancora 30 anni fa nessuno avrebbe immaginato che il papa e altri prelati si sarebbero prostrati davanti ad idoli pagani, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe immaginato che una signora impegnata in politica, che ha fatto approvare leggi abortiste nel suo paese, sarebbe stata ricevuta in Vaticano con i massimi onori e gli sarebbe stata consegnata una medaglia al merito, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che le nostre chiese e le cattedrali avrebbero potuto ospitare serate di pizza con tanto di cardinali a fare da camerieri e trenini, balletti, pure omo, eppure è accaduto. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il Vaticano avrebbe emesso un francobollo con l’effige del più eretico degli eretici, eppure è accaduto.
TRADIMENTO DELLA PUREZZA
È il tradimento più ripugnante. La copertura data ai serial pedofili omosessuali, agli organizzatori di orge in Vaticano, ai direttori di seminari con tanto di selezione sui ragazzi da portarsi a letto; la promozione concessa a chi fa affrescare cattedrali con immagini che esaltano i rapporti contro natura, manifestano palesemente l’azione del grande affabulatore, pervertitore sulle più elevate cariche della chiesa visibile.
TRADIMENTO DEI MARTIRI
Il premier comunista spagnolo fa spostare la tomba di Franco con la collaborazione del Vaticano, in un rigurgito dell’odio verso la Chiesa, quando decine di migliaia di religiosi e religiose sono morti da martiri, vittima delle violenze dei comunisti nella guerra civile spagnola.
TRADIMENTO DELLA TRADIZIONE
Hanno in odio la nostra cultura, le nostre tradizioni, le nostre origini perché di OSTACOLO al loro progetto satanico. Vogliono farci estinguere, cancellare la nostra progenie, sopprimere i nostri modi di pensare, di essere, di esistere. Stanno attuando un disegno eugenetico alla rovescia per sostituire completamente i nostri geni. Stanno riprogrammando tutte le opere d’arte dedicate a Dio. Basta leggere un qualsiasi libro di testo sulla storia dell’arte,  basta guardare quello che hanno combinato a San Giovanni Rotondo, con il grande, avveniristico, centro commerciale, carico di simboli non cattolici.... che fanno passare per santuario.
TRADIMENTO della LITURGIA DOVUTA A DIO
Poche parole… è talmente evidente il ribaltamento di prospettiva, l’uomo al centro al posto di Dio! Lo hanno capito pure i pochi candelieri rimasti.
TRADIMENTO DEI COMANDAMENTI di DIO a cominciare dal primo…
Non solo non li rispettano ma li riscrivono pure, per poterli poi rispettare al contrario, trasformando in virtù quello che prima era peccato. Ad esempio stanno pensando di riformulare il quarto comandamento che, nella sua attuale enunciazione, risulta grandemente offensivo per le coppie omo e altro… così sarà: “onora genitore 1 e genitore 2” e magari anche genitore 3… È proprio di questi giorni la notizia di un prete che ha benedetto, si fa per dire, una coppia “lesbo”, in comune… (esilarante se non fosse tremendamente tragico…). Ovviamente non è stato sospeso, è ancora prete. Il più brutale, forse unico, attacco alla famiglia nella storia del genere umano. Profondissima quiete e vergognosissima di tutta la gerarchia della chiesa, pur non rischiando il circo con i leoni affamati, magari soltanto la carriera.... Ma forse a loro sta bene così...
TRADIMENTO DELL’ABITO
Lo vedevi, da lontano, come un puntino nero che si avvicinava, riconoscibile, il sacerdote in talare. Ora non lo riconosci neanche se ci sei seduto di fronte, come è capitato a me, in cinque ore di viaggio in treno.
TRADIMENTO DELL’IMPEGNO POLITICO
Il comunisti, in Italia, non avrebbero mai avuto la maggioranza, se non fosse per la confluenza dei “cattolici di sinistra". Appoggiare apertamente un partito che fa approvare leggi opposte alla morale cattolica, solo perché, ma su questo ci sarebbe tanto da discutere, dalla parte dei “poveri”, è connivenza con il nemico, senza alcuna giustificazione. Ora la chiesa visibile è COMPLETAMENTE SOTTOMESSA e, pertanto, CONNIVENTE di questi nuovi comunisti al soldo del NUOVO ORDINE MONDIALE con a capo il grande moloch.
TRADIMENTO DELLA MADONNA
Proprio nel periodo in cui più alta avrebbe dovuto essere l’imitazione della Madre di Gesù, a causa della brutale deriva femminista, la chiesa sistematicamente ne ridimensiona la figura, il compito, l’origine, la natura, addirittura arrivando a sostenere che “abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…“ (repetita juvant).

Non richiamare, sistematicamente, al senso del peccato, al rispetto dei Comandamenti di Dio, è GETTARE PONTI verso la dannazione eterna.
Indicare, costantemente, la strada che porta a Dio è CONSOLIDARE IL MURO che ci difende dall’attacco, impetuoso, del demonio.
Ma non è solo questione di una evidente RESPONSABILITÀ RELIGIOSA, immensa su un piano soprannaturale, perché pone limiti alla possibilità di salvezza per una moltitudine di cattolici. La chiesa visibile, oggi, per avere abbassato l’asticella dei limiti del peccato, fino a terra; per non aver messo in guardia, con la scusa della paura della punizione eterna, soprattutto i giovani, dalle insidie fallaci della modernità; per aver tradito l’impegno educativo dell’insegnamento della RELIGIONE CATTOLICA nelle scuole, per aver elargito il perdono scontato senza pentimento; per aver accolto, come normali, tutte le deviazioni in campo sessuale, per aver rinunciato al ruolo educativo super partes, si assume una RESPONSABILITÀ MORALE smisurata, la stessa responsabilità morale che Gesù pretendeva: «Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!» Mt 18, 6-7.  Legatevi una macina di mulino al collo e, se non le trovate, visto che vanno a ruba nel mercato dell'antiquariato, ripiegate pure su una grossa pietra.

Dove è finita la Chiesa che ammoniva, rinfrancava, guidava, benediceva le nostre anime impure, ignave, confuse ?
Dove sono finiti i sacerdoti veri, riconoscibili, severi, pii ?
Dove sono finiti i sacerdoti che inorridivano davanti al peccato, facendone percepire i confini netti nelle loro infuocate omelie, come quelle del loro protettore (sic!) San Giovanni Maria Viannet ?
Dove è finita la liturgia solenne che il celebrante offriva a Dio alla presenza del Suo popolo ?
Dove è finita la luce delle candele che rischiaravano fievolmente, ma più festosamente di mille riflettori, lo spazio santo della cerimonia ?
Dove è finito il canto gregoriano della messa solenne ?
Dove è finita la messa solenne ?
Dove sono finiti i canti popolari delle funzioni e delle processioni ?
Dove sono finite le processioni ?
Dove sono finite le eccelse adorazioni del Santissimo nel silenzio rispettoso di tutte le chiese ?
Dove sono finiti i rosari che il sacerdote, regolarmente, recitava in chiesa ?
Dove sono finiti i paramenti sacri ?
Dove è finito l’odore santo e inebriante dell’incenso ?
Dove è finito il “sia lodato Gesù Cristo” di ogni incontro con un religioso o religiosa ?
Dove sono finite le risposte semplici, comprensibili, inappuntabili del Catechismo di San Pio X ?
Dove è finita la bisaccia dei frati cercatori, dispensatori di sante benedizioni ?
Dove è finita la tonaca dei sacerdoti, dei quali non sono mai riuscito a vedere neanche il colore dei calzini ?
Dove è finita la balaustra che separava lo spazio dedicato a Dio da quello riservato al popolo e accoglieva i fedeli che ricevevano, in ginocchio, la Santa Eucarestia ?
Dove è finito l'altare, quello vero, di pietra, con il tabernacolo al centro e le reliquie dei santi, in cui si rinnovava il sacrificio della croce ?
Dove è finita la enunciazione chiara, inconfutabile del peccato ?
Dove sono finite le file ai confessionali, a fare pulizia in casa, prima di ricevere l’Ospite atteso ?
Dove sono finiti i Santi, le loro virtù, le loro opere, tenacemente e teneramente nel cuore e nelle parole dei religiosi di un tempo ?
Dove sono finite le chiese, sempre aperte, custodite da sacerdoti sempre presenti, accoglienti la nostra anima in cerca di ristoro ?
Dove sono finite le campane, quelle vere, a cadenzare le nostre giornate profane, a richiamare verso l’alto i nostri pensieri ?
Dove è finita la Santa Messa, quella vera, unidirezionale, senza le penose esibizioni antropocentriche della mensa protestante ?

Non si tratta di nostalgia, sentimento effimero del cuore, ma di RIMPIANTO, tensione dolorosa dello spirito.







domenica 12 luglio 2020

ZELO ALLA ROVESCIA




Lo zelo è l’altra faccia dell’idolatria. Quando ci si allontana da Dio per seguire idoli profani o, peggio ancora, sociopolitici, lo zelo, avvinto dall'ideologia, diventa sempre eccessivo e degenera in interessato servilismo. Tutto finisce poi per essere irragionevole e ridicolo. Stamattina mentre mi recavo a messa, celebrata non dal parroco ma da un sacerdote coadiutore, l'unico normale da queste parti, che non ha paura di distribuire la comunione in bocca, in una chiesa tappezzata di manifesti "apandemici",  stavo dimenticando tutte le prescrizioni delle “autorità” in merito all’ingresso e alle modalità di stare in chiesa. Sono stato richiamato dal “servizio di sicurezza”, in casacca gialla e arancio e mi hanno impedito di entrare senza aver prima “sanificato le mani”, ammonendomi sul fatto che quelle erano disposizioni del vescovo approvate dal prefetto. Tutto bene, i religiosi si attengono, scupolosamente, in modo zelante, alle disposizioni governative, fatte proprie dalla CEI ma, mi chiedo e non glielo vado neanche a dire, tanto sarebbe tempo perso, perché non applicano lo stesso zelo per le disposizioni della Chiesa medesima, per i precetti del Catechismo, per comandamenti di Dio ? Perché tanto zelo per la materia e così poco per lo spirito ?
Tanto per attestare, ma non ce ne sarebbe bisogno, la spaccatura in atto, una signora, al termine della messa, protestava animosamente con il parroco perché il celebrante si permetteva di dare la comunione in bocca.
Non basterebbe l’intero spazio del blog (che poi, in particolare, a questo è dedicato...) per elencare tutte le derive che la chiesa moderna, in modo arbitrario e soggettivistico, sta percorrendo rispetto alla Tradizione, alla Dottrina, alla Sacra Scrittura, ai Comandamenti, in particolare il primo e il sesto e, in definitiva, persino rispetto alle disposizioni della chiesa postconciliare.
Ne cito soltanto una, senza alcun commento (intelligenti pauca), tratta dall’ISTRUZIONE Redemptionis sacramentum della CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI:

«..[172] Spetta al Sacerdote celebrante, eventualmente coadiuvato da altri Sacerdoti o dai Diaconi, distribuire la Comunione e la Messa non deve proseguire, se non una volta ultimata la Comunione dei fedeli. Soltanto laddove la necessità lo richieda, i ministri straordinari possono, a norma del diritto, aiutare il Sacerdote celebrante.[173]
[89.] Affinché, anche «per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al Sacrificio che si celebra»,[174] è da preferirsi che i fedeli possano riceverla con ostie consacrate nella stessa Messa.[175]
[90.] «I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi» e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme».[176]
[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli».[177] Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi.
[92.] Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca,[178] se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli.[179]…»





domenica 5 luglio 2020

CATTOLICI O NIENTE






Prendo spunto dall’articolo del prof. Enrico Maria Radaelli (qui), che mi ha preceduto di qualche giorno, per ribadire un concetto semplice e scontato ma, proprio per questo, ignorato dalla “kultura” dominante. La classificazione delle idee e quindi, in definitiva, del pensiero,  è una delle tecniche di gestione del potere o, almeno, di quella parte del potere che attiene alla formazione e mantenimento della “pubblica opinione”. Un metodo tipico di tutti i regimi totalitari, di destra o di sinistra, che ha lo scopo di ridimensionare e quindi screditare ogni giudizio estraneo al pensiero dominante. Per questo si avvalgono anche di leggi, palesemente anticostituzionali (ma che importanza ha ormai...) volte ad abbattere un principio cardine della rivoluzione dei loro antenati (ma non tanto) giacobini. Sono per la “liberté” del pensiero, ovviamente, ma solo di chi la pensa come loro. Tutto ciò in attesa della riproposizione delle liste di proscrizione.
Così se tu sei un CATTOLICO NORMALE ti dicono che sei tradizionalista, oscurantista, nostalgico, conservatore come sinonimi di retrogrado, reazionario e, ovviamente, fascista. Loro invece, i fari della nuova evoluzione, sono progressisti, moderni, innovatori, riformatori. Queste sono categorie politiche che vanno bene a connotare le tensioni di una pro-loco di paese dove ci si divide tra chi vorrebbe la “sagra de le taiatelle co la papera o la rassegna di poesia dialettale  o ad indicare le correnti in seno ad un partito, come la Democrazia Cristiana di allora (Cristiana ?....) dove la frangia comunista è confluita nel grande partito della sinistra italiana, quello di “Dio, Patria, Famiglia che vita di merda…”, a proporre ed approvare leggi antitetiche rispetto alla dottrina della Chiesa, quella vera.
Finiamola con queste idiozie, tanto non ci caschiamo, diamo alle cose il loro giusto nome. Una mela non è una banana e una lucertola non è una ghiandaia. Se un credente afferma che occorre rispettare i precetti del Catechismo della Chiesa Cattolica per l’atteggiamento da assumere verso le “altre inclinazioni sessuali” non è un  retrogrado oscurantista ma un battezzato di Santa Romana Chiesa.
Così, d’altra parte,  se un vescovo facesse il giro in bicicletta attorno all’altare, con tanto di casula e mitra, non sarebbe, conseguentemente, un progressista, ma semplicemente un cretino e se un altro vescovo si mettesse a cantare le canzoni di sanremo durante una cerimonia non sarebbe per forza un prete moderno, ma soltanto un invasato. Quando un sacerdote, durante l’omelia, afferma che “Cristo è gay…” non è un "entusiasta dello spirito del tempo", è soltanto un malato di mente. Se un professore di teologia dichiara che “vi è una componente erotica nell’Eucarestia” non è necessariamente un innovatore, è soltanto un indemoniato. Se il predicatore della santa casa pontificia sostiene che “noi cattolici abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…” non è un fine teologo, è soltanto, inconfutabilmente, un protestante. Se vi è stata una colossale, iconoclasta, trasformazione delle chiese, alla fine degli anni sessanta, per accogliere la nuova liturgia protestante, non è “visione illuminata della evoluzione del rapporto con Dio”, è puramente furia distruttiva. Se alcuni alti prelati, guidati dal papa, si mettono ad adorare degli idoli di legno, uno dei quali raffigurante una specie di dio Priapo, come quello della casa dei Vettii (povera Madonna di Pompei*), arrivando persino ad atti di prostrazione, questo non è attenzione verso le altre religioni nello spirito di "Dignitatis Humanae", ma qualcosa che supera l'idolatria e, visto anche da chi viene commessa, ha l'impronta del satanismo.
Siamo Cattolici di Santa Romana Chiesa, quella Vera, fondata da Gesù Cristo, chiamati a stare solo, esclusivamente dalla sua parte perché “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” Mt 12,30.



* dalla Novena d’Impetrazione alla Vergine del Rosario di Pompei del Beato Bartolo Longo:
«O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dov’erano adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie…»