domenica 29 marzo 2020

SIMMETRIE METAFISICHE


Dio allora pronunciò tutte queste parole:
 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù:  non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.» Es 20 1,6.

E’ necessaria una premessa. Il metodo statistico è utilizzato in vari campi, dalla fisica, all’ingegneria, alla medicina, alla sociologia. In campo medico esso viene applicato, sotto il controllo di protocolli internazionali, per la sperimentazione dei nuovi farmaci. Si va a verificare se ci sono correlazioni (o dipendenze) statistiche tra la somministrazione di un determinato farmaco e di un placebo (praticamente acqua) a due gruppi di pazienti affetti da una determinata patologia. Se c’è una correlazione statistica tra la guarigione e la somministrazione del farmaco, in presenza di studi che accertano anche una correlazione fisica, allora il farmaco è accettato.
La necessità di un legame fisico, di tipo deduttivo, dimostrato scientificamente, tra i fenomeni, è pertanto alla base di questo tipo di ricerche.
Mi spiego meglio con un esempio. Circa 40 anni fa’ ha cominciato a manifestarsi, in tutto il mondo, la pandemia denominata HIV. Pressoché nello stesso periodo è iniziata e poi si è espansa, prima con i personal computer poi con Internet, la rivoluzione digitale. Tra i due fenomeni, ovviamente, non esiste alcuna correlazione fisica, ma, per il fatto di essersi sviluppati simultaneamente, con caratteristiche di crescita analoghe, esiste tra essi una forte correlazione statistica. Ovvio che la diffusione della malattia AIDS non è stata causata dalla diffusione dei computer. La correlazione statistica, senza il supporto della correlazione fisica, non può garantire la presenza di una dipendenza di causa-effetto tra due o più fenomeni.
Nessuno scienziato che si rispetti, ma anche nessuna persona dotata di buon senso, potrebbe proporre una dipendenza fisica tra la pandemia in atto e certe derive della Chiesa Cattolica, pur se in presenza di una correlazione statistica.
Mi limito a riportare, in modo ovviamente non casuale, alcuni fatti che hanno colpito la mia sensibilità di cattolico, pertanto non condizionato dalle sole spiegazioni fisico deduttive, senza proporre alcun legame tra di essi, senza manifestare le mie idee in proposito.
-  L’altro ieri in una piazza San Pietro vuota e desolata c’è stata la preghiera del Papa. Il vescovo di Latina dichiara: «Piazza San Pietro vuota traboccava di spiritualità». Personalmente non l’ho vista, ma forse non ho l’animo in sintonia… Sarà per la pioggia, l’oscurità, la solitudine, tutto mi è sembrato inquietante e tenebroso, come il finale di un film di genere catastrofico e, come dice un mio amico magistrato, una palese manifestazione di “governare con la paura”.

-  Nell’ottobre dello scorso anno, nei luoghi contigui a Piazza San Pietro, i giardini vaticani, la chiesa di Santa Maria in Transpontina, la stessa basilica di San Pietro, accanto alla tomba dell’Apostolo, si è dato luogo, in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, a vari riti di adorazione, con tanto di preghiere, inchini, prosternazioni, processioni anche da parte di appartenenti ad ordini religiosi, verso idoli pagani tra cui la famosa pachamama.

-  Nella pandemia in atto, Bergamo è al primo posto sia come numero assoluto dei positivi sia come rapporto rispetto al numero di abitanti, circa 7 positivi ogni 100 abitanti, come si vede dal grafico sotto*, aggiornato al 29 marzo 2020:


-  Verso la Pasqua 2018, è il titolo di un opuscolo diffuso dalle Acli di Bergamo, ne hanno parlato La Nuova Bussola Quotidiana, Sabino Paciolla e altri.
L’introduzione è del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi:
«Carissimi, anche quest’anno le ACLI di Bergamo hanno preparato questo testo per accompagnarci nel tempo di Quaresima e ben volentieri scrivo queste righe di introduzione….».
In esso sono presenti la preghiera Luterana, la preghiera Mussulmana, la preghiera Sich,  la preghiera Giainista: «La Pace e l’Amore Universale sono l’essenza del Vangelo predicato da tutti gli Illuminati. Il Signore ha predicato che la serenità d’animo è il Darma»… ognuna seguita dalla recita del Padre Nostro … verso la religione universale.

-  Il libretto SINODO SULL’AMAZZONIA - schede e video per l’animazione e la formazione è edito dalla Fondazione MISSIO, organismo pastorale della CEI presieduto da Mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. A pagina 17 si può leggere la preghiera alla madre terra:

-  Da un articolo di Andrea Zambrano del 14.05.2019 sulla Nuova Bussola Quotidiana, titolato:
BERGAMO   La Curia tifa Pride e stoppa la veglia di riparazione
si legge la seguente premessa:
«A Bergamo una forte pressione della curia stoppa la preghiera di riparazione che si sarebbe dovuta tenere in chiesa dopo il primo Gay Pride orobico. Ripiegheranno con un Rosario, ma non c'è da stupirsi dato che la stessa diocesi ha collaborato con l'organizzazione dell'evento per non farlo coincidere con l'arrivo delle spoglie del Papa Buono. Invece di condannarlo, si è cercato di scendere a patti con i promotori. A farne le spese, come al solito i fedeli: è la legge del più forte.»
«Chi ha orecchi per intendere intenda!» Mc 4,9.

Claudio Gazzoli, ingegnere in clausura forzata
articolo ispirato da una nostra amica infermiera, impegnata nella lotta contro il coronavirus.

* grafico elaborato dall’autore dell’articolo in base ai dati del Dipartimento della Protezione Civile del 29.03.2020


pubblicato da Marco Tosatti sul blog "Stlum Curiae" il 1 aprile 2020:
https://www.marcotosatti.com/2020/04/01/affresco-di-simmetrie-metafisiche-al-tempo-del-coronavirus/

ci sono stati molti commenti....
ho visto che diversi commenti sono di questo tenore: "ma allora tutte le volte che facciamo qualcosa di sbagliato, individualmente o coralmente, davanti a Dio dovrebbe venire per forza la punizione….".
Come ho cercato di spiegare non c’è alcun legame di causa-effetto tra le nostre azioni e la volontà di Dio e faremmo un peccato grave di superbia se pretendessimo di prevederlo. Se nella costruzione di un palazzo non ci si è attenuti, in modo rigoroso, a tutte le regole di progettazione e di esecuzione, questo non provocherà necessariamente il crollo del palazzo stesso. Altrimenti molti dei palazzi costruiti nel periodo dell’esplosione edilizia, dagli anni sessanta agli anni settanta, periodo in cui, ad esempio, le forniture di calcestruzzo non erano soggette ai controlli di oggi, dovrebbero essere rasi al suolo.
Ma le eventuali “manchevolezze” vanno ad incrementare la probabilità dell’evento catastrofico, come si è visto, abbondantemente, nel corso del terremoto, dalle mie parti, del 2016.










lunedì 23 marzo 2020

UNA PANDEMIA SINISTRA



Due settimane fa’, cadeva il primo sabato di marzo. Avendo cominciato, mia moglie ed io, a gennaio, la devozione dei primi cinque sabati, secondo le indicazioni della Madonna a Lucia di Fatima, ci tenevamo a non perdere la messa e la comunione. Qualche giorno prima il vescovo della nostra diocesi di Fermo aveva interdetto tutte le celebrazioni liturgiche, mentre in una diocesi contigua alla nostra veniva lasciata facoltà ai parroci di celebrarle. Ho fatto alcune telefonate e, finalmente, in una parrocchia a circa 40 km da noi, un frate mi ha dato conferma della celebrazione della messa per le ore 17 di quello stesso sabato. Ho chiesto se potevamo fare, magari a celebrazione terminata, la comunione in bocca, spiegandone le ragioni anche legate alla pratica dei primi cinque sabati. La risposta è stata risoluta, sdegnata: “assolutamente no, si fa’ come ha stabilito il nostro vescovo!”. 
Siamo partiti ugualmente per questo bellissimo paese dell’entroterra ascolano, in posizione dominante, dirimpetto ai monti Sibillini. La chiesa era sulla piazza, imponente, con un interno bellissimo di fine settecento ad un’unica navata. Qui sono molte le chiese restaurate internamente nel settecento, tra il barocco e il neoclassico, con risultati non sempre pregevoli, anche perché spesso è andato perduto l’originale aspetto gotico o romanico. 
Ma in questo caso il risultato è maestoso. Uno spazio interno di stucchi bianchi e dorati delimitato da colonne corinzie altissime addossate alle pareti laterali. Sorprende trovare una chiesa così grande e certamente non unica in un paese così piccolo. Poteva avvenire quando Dio era al centro di ogni intenzione dell’uomo. Essendo, allora, i locali più grandi nei nostri paesi, Napoleone, certamente non giacobino ma, sicuramente, anticlericale per procura, pensò bene di utilizzarne diverse come stalle per i cavalli del proprio esercito. Corsi e ricorsi della storia… 
In chiesa eravamo in undici, compresi i quattro della mia famiglia. Il frate, che già ci aveva squadrato, ha tenuto un’omelia, quasi risentita, di venti minuti, per noi pochi fortunati, ricordando che la fede deve esprimersi attraverso le azioni, le opere, la vicinanza ai più deboli, ai poveri, che certe devozioni possono essere belle ma rischiano di essere inutili*, che è necessario includere, cercare il rapporto con l’altro, il tutto con un andamento circolare, ricorsivo e ostinato... nessuna parola sul senso religioso di tutto questo, nessuna parola sul valore soprannaturale della vita umana, nessun parola, ovviamente, sull'anima, entità diventata immaginaria, di cui non parla più nessuno. Poi novanta secondi di Consacrazione. Ma ormai non mi meraviglio più… Sono rigurgiti di ’68, riproponenti il medesimo cliché tornato di moda negli ultimi anni, nella chiesa, anzi letteralmente tracimato dagli anfratti nei quali non poteva più essere trattenuto. 
Ho partecipato a qualche assemblea, in quegli anni funesti, solo per curiosità, rapidamente tramutata in ripugnanza, prima a scuola, poi al primo anno dell’università. Conoscevo quasi tutti i più facinorosi, “rivoluzionari” perdigiorno che vaneggiavano di diciotto politico ed esami di gruppo. Quando parlavano e lo facevano spesso, mettevano sempre lo stesso disco, con le prevedibili tirate sulla lotta di classe, la borghesia, lo stato servo dei padroni e poi “diamo l’assalto al cielo”, “fate l’amore non fate la guerra”, “la vita è altrove”, “mettete fiori nei vostri cannoni”, “vivere senza fermarsi mai e godere senza freni”… si ma di lavorare non se ne parlava mai. Molti di quelli hanno fatto carriera… e i risultati sono sotto gli occhi di tutti o, almeno, di quelli che hanno conservato il privilegio di guardare con i propri. Alcuni, compresi poi i loro nipotini, hanno pensato bene di raccordare Marx e Che Guevara con il Vangelo e di farsi preti o entrare in un ordine religioso. Anche perché questo consentiva a molti di loro di favorire inclinazioni e cogliere opportunità non sempre in linea con madre natura. 
Ma ora tutti i nodi vengono al pettine. La diffusione su scala mondiale di questo virus, in un tempo brevissimo, dimostra che l’umanità non può essere assimilata ai movimenti caotici, rimescolanti dell’atmosfera. Per l’umanità non può valere la “teoria del battito d’ali della farfalla”, corollario della teoria del caos. Le differenze culturali, le aspirazioni dei singoli e dei popoli, le consuetudini, non possono resistere alla spinta globalista, neanche con la prospettiva utopistica della pace universale. E non si capisce perché non dovremmo saper produrre una mascherina, una camicia, o un paio di jeans e perché dovrei comprare una panca prodotta a diecimila miglia di distanza. Il legame con il sessantotto è palese… Titolo di studio per tutti, nessuna differenza di merito anzi i meriti, senza meriti, sono tutti automaticamente innalzati, tutti vorrebbero fare gli impiegati, meglio se nella pubblica amministrazione, tanto poi a produrre materialmente ci pensano i nuovi schiavi, come formiche addestrate, senza neanche un barlume dei nostri criteri di sicurezza sul lavoro, sicurezza sociale, sicurezza sindacale. Ma a noi questo non interessa perché da una parte ci dichiariamo garantisti globali, dall’altra facciamo buon viso a cattivo gioco acquistando prodotti che vengono realizzati senza un barlume delle regole che, ad esempio, riempiono le migliaia di pagine delle nostre leggi sulla sicurezza sul lavoro. Non fa niente se in questo modo facciamo i belli con la pelle degli altri. 
Occorre ribellarsi a questa forzatura della storia appositamente predisposta da coloro che, facendo propria la metamorfosi comunista, vogliono un mondo di uguali, ipocritamente uguali, in cui tutte le distanze sono risolte a favore della loro unica, proficua, grande differenza. 
Questo virus mette a nudo la nuova chiesa, orizzontale, della materia, che aveva già spento il faro che, nella tempesta, da duemila anni, faceva ritrovare la rotta anche a quelli che non volevano guardarlo ma, inconsapevolmente, ne percepivano la presenza. Ora quella luce radiosa è svanita in una miriade di lucciole rossastre disperse in ogni direzione nella nebbia dissolvente della modernità. 
L’ossessione marxista del “popolo” e il rifiuto della funzione sacerdotale, quando il vescovo di Milano benedice “ci benedica Dio onnipotente”… o i sacerdoti si rifiutano di celebrare in assenza del “popolo”. Hanno collettivizzato l’anima individuale in questa contro-rivelazione diabolica, condividendo miti post-tribali e dionisiaci. 
Ossessionati dall'ideologia, sono accaniti combattenti di una rivoluzione ormai manifesta, alfieri di una falsa religione, giacobina e ingannatrice, contro l'anima, contro il soprannaturale, contro il "cielo". Succubi dei poteri forti, ai quali inviano messaggi di sudditanza, in mondovisione, senza vergogna, come l'empia adorazione della Pachamama e con questi "parametri" stanno affrontando l'emergenza coronavirus. Lo si vede dai loro sguardi, anche se si fanno sempre ritrarre sorridenti. Non pronunciano «cheee…eese», mormorano «deviii…..iiil» e lo si capisce perché un sorriso beffardo e stirato circoscrive le loro espressioni, un’ombra malevola ricopre, inesorabilmente, ogni apparenza di infido bagliore. La pelle stirata a malapena nasconde la loro vera natura. Il soprannaturale è solo una parvenza, un simulacro che serve a giustificare tutti i loro disegni terreni. 
Così si soffermano sulle letture che, modificandole, possono assecondare le loro dottrine e invece “censurano” i brani poco funzionali. Come quando Gesù dice ai suoi discepoli:
«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Mc 16,15-18.

O quando dice al paralitico guarito: 

«Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Gv 5,14

Ma basta aprire a caso il messale o il breviario per percepire che quella che ci stanno propinando è un’altra religione. Come le pagine di oggi 23 marzo: 
SALMO 72 
… 
Chi altri avrò per me in cielo? 
Fuori di te nulla bramo sulla terra. 
Vengono meno la mia carne e il mio cuore; 
ma la roccia del mio cuore è Dio, 
è Dio la mia sorte per sempre. 
Ecco, perirà chi da te si allontana, 
tu distruggi chiunque ti è infedele. 
Il mio bene è stare vicino a Dio: 
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, 
per narrare tutte le tue opere presso le porte della città di Sion.


*avrei voluto interromperlo per dirgli: "glielo dice lei, ora, alla Signora, che la Devozione dei Primi Cinque Sabati, che lei stessa ha suggerito a Lucia di Fatima, è inutile ??".








martedì 10 marzo 2020

INFEZIONI VIRALI




Ho letto con interesse l'ottimo articolo di Dom Giulio Meiattini, monaco del monastero benedettino di Noci, in Puglia, che ho l'onore di conoscere personalmente, 
Lucido e implacabile nel rappresentare il contesto storico, antropologico e religioso insieme, in cui è riassunta tutta la nostra desolata vicenda di uomini postmoderni.
Gli ho scritto una mail che riporto integralmente.

Buona sera Don Giulio, ho letto il suo “La paura che uccide e il coraggio che manca” sul blog di Sabino Paciolla. Ho scorso con attenzione e trasporto argomenti che, ovviamente, condivido. Mentre leggevo, almeno tre volte, mi sono ripetuto: “… Sì ma la chiesa che fa ??...”, poi ho trovato la risposta, scontata ma coraggiosa, nelle ultime sei righe.
Mi permetto solo di completare il suo pensiero riguardo a coloro che possono considerarsi eroi: chi ha fatto l’unità d’Italia.. o ha combattuto per la resistenza….  la patria o la libertà valevano più della vita, perché il futuro era un bene superiore al presente, si pensava alle generazioni future (agendo realmente da adulti-genitori) dando la vita per un avvenire che si sarebbe realizzato.
Mio padre, classe 1913, era molto bravo a scuola. Il suo maestro, lo ha bocciato in quinta elementare (oggi andrebbe in galera) pur di tenerselo con sé un altro anno e non farlo andare, anzitempo, lui così giovane e non ancora formato, a fare il muratore. Mio padre e tutti quelli della sua generazione, gente di paese, non intellettuali informati malati di politica, hanno dovuto faticare duramente per “portare a casa la pagnotta”, senza ideali rivoluzionari ma con il desiderio di “costruirsi un futuro”, di metter su famiglia e crescere i figli, con la consapevolezza innata che il futuro “sarà come Dio vorrà”. La solida educazione cattolica costituiva l’essenza del loro stesso essere, l’unico riferimento morale, incrollabile e indiscutibile. Il prete del paese era una presenza rassicurante, insostituibile nel soccorrere i corpi e accompagnare le anime. La religione, il pensiero elevato della propria esistenza, nella liturgia, nelle feste, nella scansione temporale dei giorni a venire. Per loro, non la patria o la libertà valevano più della vita, ma la famiglia, le persone care, i figli. Poi, nell’età migliore, la chiamata alle armi per una guerra non voluta, di cui non riuscivano a capire il senso, per la quale consideravano insensato dare la propria vita. Mio padre aveva una venerazione per sua madre, che ha pregato incessantemente per lui, anche con l’aiuto dell’altro suo figlio sacerdote. Il ritorno, dopo sei anni di prigionia, la emarginazione da parte dello stato dei “veri eroi”, la costernazione per non essere riconosciuto da sua madre, il dover ricominciare tutto daccapo, con caparbietà, sofferenza, con il freddo, la pioggia, l'incertezza del lavoro di allora ma, sempre, all’ombra della Chiesa che non abbandonava, che proteggeva, confortava, accompagnava, e ricordava incessantemente che la precarietà del presente era solo il pegno  per la ricompensa futura. La Chiesa consolante anche quando il divario tra i precetti e l’esperienza era così tragicamente abissale, perché assoluta, immanente, inconfutabile, certa.
Loro sono i miei eroi, non i grandi ideali laici, ma la bellezza dei piccoli grandi disegni della vita.
Questa Chiesa, oggi, non conforta più le anime, non conduce a Gesù, quale unico, infinito traguardo, non parla più al cuore dell’uomo, come faceva il suo Fondatore. Parla alle masse, adula i grandi sistemi, propone soluzioni profane, indica la natura e disdegna il naturale, adora idoli e rimuove i segni sacri.
Questo virus, cattivo e premeditato, forse ci sta riportando alla sorgente, deride i nostri potenti modelli di sviluppo, sta riavvolgendo la pellicola, inopportunamente digitalizzata, del progresso dei corpi a scapito della nostra humanitas oltraggiata.
Il virus modernista, come aveva santamente predetto San Pio X, con la sua conclamata irruzione nei Giardini Vaticani, sta riavvolgendo decenni di derive verso i ripugnanti lidi della carne, per farci ritrovare, a poco a poco, la brezza leggera, avvolgente di Dio. Allora non avremo più paura di morire.
Se è vero che “non si può disturbare una farfalla senza far vibrare una stella” questi due virus letali hanno qualcosa in comune.

non praevalebunt
Claudio Gazzoli


P.S.   spunti di correlazione...






messaggi profetici della Madonna di Anguera n.18 – 6 febbraio 1988:
"Cari figli, non fatevi ingannare dalle cose che, secondo il parere di molti, vi porteranno gioia e felicità come, ad esempio, il carnevale. Cari figli, IL CARNEVALE E’ UNA FESTA DIABOLICA, E CHIUNQUE PARTECIPA A TALE TIPO DI FESTA DA’ UN BUON AIUTO A SATANA. Se desiderate il mio consiglio, vi dico di non prendere parte a questo genere di festa, perché è una celebrazione in cui satana è presente dall’inizio alla fine. Se sapeste cosa può succedere quando andate al carnevale, non ci andreste mai più.
600 - 16 febbraio 1993
Cari figli, sono vostra Madre e vengo dal cielo per dirvi che siete il popolo di Dio, e che per questo dovreste fuggire da ogni male. Chiudete i vostri occhi alle facili seduzioni del mondo, rinunciate alla televisione, FUGGITE DAL CARNEVALE, PERCHE’ IL CARNEVALE E’ UNA FESTA SATANICA E, COME FIGLI DI DIO, DOVRESTE STARE LONTANI DA QUESTE FESTE CHE OFFENDONO IL SIGNORE E ATTIRANO LA SUA IRA SU DI VOI: EGLI POTREBBE ANCHE ANCHE ABBANDONARVI. STATE ATTENTI. ASCOLTATEMI."


ADORAZIONE / PROSTRAZIONE verso idoli pagani nei Giardini Vaticani







Ultimo tango a Buenos Aires

























affreschi "omo" nella Cattedrale di Terni