domenica 30 dicembre 2018

SACRO E PROFANO




il santuario e il manifesto "promozionale" dei frati di qualche settimana fa'...


La notte di Natale è stato riaperto il Santuario della Madonna dell’Lambro, dopo Loreto, il più importante Santuario Mariano delle Marche. Senza entrare nel merito delle ragioni alla base di queste mie perplessità, mi chiedo se sia stato opportuno legare il Santuario, dove la tradizione vuole che la Madonna sia apparsa ad una umile pastorella, ovviamente senza conto in banca,  al quale tutti noi, almeno delle Marche centro meridionali, siamo legati, alla Cassa di Risparmio di Fermo che, per il tramite della sua Fondazione, ha provveduto ai finanziamenti per il restauro. Hanno provato a chiederglielo, alla Signora ? Forse sarebbe stato più appropriato coinvolgere ognuno dei devoti alla Madonna dell’Ambro (almeno qualche decina di migliaia) a dare un'offerta per finanziare gli interventi. La SIGNORA, certamente, avrebbe gradito di piùSarà che, quand'ero bambino, passava nelle nostre case il frate cercatore, umile e pio, con la sua sacca a chiedere l'elemosina. Ma ormai tutto è maaarrkkettinghh...

lunedì 17 dicembre 2018

IL NATALE DI NONNA LISA


Lo aveva cercato invano per tutto il pomeriggio, quel bambinello di terracotta. Glielo aveva regalato suo padre, quando era bambina, acquistandolo da un mercante napoletano che girava con il suo carro trainato da due cavalli malconci. Da allora lo aveva sempre messo nel presepio, che aveva preparato tutti gli anni e, anche se liso e scalfito, pure, solo quello per lei era Gesù Bambino. Lo aveva allestito anche quest’anno, per far felici le due nipotine, nonostante gli acciacchi e l’artrosi che le bloccava le dita ormai deformi. Superati i settant’anni, risentiva dei movimenti di una vita trascorsa senza mai fermarsi, fin da ragazza, neanche con la febbre, perché la "vergara" non deve mai ammalarsi, a lavare, cucinare, pulire, custodire gli animali, quelli spettanti a lei, le pecore, la capretta, le galline e la “viocca” con i pulcini, le oche, le papere, i conigli e poi zappare nei campi e nell’orto, raccogliere la legna in fascine per il forno e il camino, sbiancare le lenzuola di canapa con la cenere, fare il formaggio con il latte di pecora, preparare il pane cotto nel forno, lavorare al telaio, trasportare in testa la brocca dell’acqua per bere e cucinare dalla fontana pubblica, preparare la colazione da portare al campo, con il canestro, il fuoco per le erbe cotte e le patate del pasto serale. Chissà, forse lo aveva messo in un posto diverso dal solito, anche se gli sembrava di averlo riposto insieme a tutti gli altri, nella solita scatola di cartone, con la Madonna e San Giuseppe, di creta dipinta, che lei stessa aveva modellato, in quarta elementare, l’ultima classe da lei frequentata. La faceva sentire orgogliosa, ma anche fortunata, aver imparato a leggere e scrivere,  con il bravo maestro che insegnava anche le arti e i mestieri, facendo costruire trenini a vapore ai bambini, e bambole e pupi alle bambine. Si sentiva spossata, dopo la giornata passata a preparare, per il pranzo di Natale, il brodo di cappone per la stracciatella, la coratella di agnello con le uova, la pizza e il fristingo con i fichi secchi. Aveva anche preparato il pollo, da cuocere, arrosto con le patate, nel forno a legna, la mattina di Natale. Portava con sé un dolore intenso, costante alle anche, che diventava lancinante ad ogni passo, ad ogni piegamento. Ciononostante aveva intenzione di percorrere, a piedi, il chilometro di strada bianca per recarsi alla messa di mezzanotte, all’impossibile ci era abituata.
Guardava sconsolata la mangiatoia vuota e si era decisa a farlo di marzapane, quando d’improvviso, mentre veniva attirata da una goccia d’acqua che stava per cadere dal soffitto,  un cono di luce policroma e vivida, più del sole a mezzogiorno, proveniente dalla mangiatoia, la avvolse e, per un istante infinitesimo del suo tempo, si ritrovò, stupita e incantata, a viaggiare, lei che solo una volta aveva visto il mare, nell’oceano infinito senza tempo della dimensione che solo a Dio appartiene. Continuava a guardare il presepio ma, ora, c’era Gesù bambino vero, vivo, con le braccine alzate a toccare le mani di Giuseppe, i pastori veri, i fuochi veri, le pecore vere, sotto un cielo stellato, sfavillante come lei non aveva mai visto. Poi, attonita eppure serena, il suo sguardo incrociava quello di Maria, provata ma bellissima, come tutte le mamme dopo il parto, avvolta da un incanto paradisiaco. Le sorrise per un attimo che sembrava eterno, avrebbe voluto parlarle ma si sentì svenire, per un momento perse i sensi e si ritrovò seduta, sul pavimento, come se fosse uscita da un lunghissimo sonno, davanti al suo presepio, mentre la goccia colpiva la testa del pastore di cartapesta. Lo guardava sorpresa, ancora confusa, e con quale meraviglia scorse, sulla paglia della mangiatoia, il bambino di terracotta riapparso lindo, luccicante, riverniciato a nuovo.
Ci mise del tempo per riaversi, mentre si incamminava, in quella notte stellata, dopo la pioggia, che solo alla lontana ricordava quella vista poco prima, fredda ma placida, verso la chiesa per assistere alla messa. Si chiedeva perché proprio a lei questo tuffo straordinario nel Mistero, mentre decideva che avrebbe mantenuto il segreto. Non sentiva più il dolore alle anche e non poteva distogliersi da quel sorriso, che sognava di riguardare, magari osservando la statua della Madonna delle Grazie, nel piccolo santuario dove si stava recando e pensava che, ora, poteva anche morire per rivederlo.
Claudio Gazzoli - Monterubbiano


Dedicato a tutte le donne che, con umiltà, come Maria, si sono votate interamente alla famiglia, senza mai alcun segno di vanagloria,  di esibizione, di esteriorità, conducendo una vita che con i modelli odierni sarebbe considerata “sprecata”, che hanno offerto a Dio la propria sofferenza, che allevavano con cura e amore tutti i figli che arrivavano, privandosi di tutto per loro, che solevano dire sempre, davanti alle avversità, “sarà come Dio vorrà”.



domenica 18 novembre 2018

Cambiato anche il PADRE NOSTRO




La Conferenza Episcopale Italiana ha approvato la nuova versione della preghiera del PADRE NOSTRO cambiando la frase: ".. non indurci in tentazione" con ".. non abbandonarci nella tentazione". Ci sono tanti commenti "non allineati" di teologi e studiosi. Suggerisco il seguente di Don Nicola Bux:
http://www.lanuovabq.it/it/padre-nostro-limportanza-della-tentazione

Di seguito un mio commento all'articolo:
https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/11/16/si-vuole-cambiare-il-padre-nostro-per-cambiare-il-senso-della-liturgia/


Durante la messa meno “protestante” a cui riesco a partecipare alcune donne, quando si recita il Padre Nostro, proclamano, da qualche tempo, con enfasi e alzando la voce “… non ci abbandonare nella tentazione”. Mi appare tanto penosa questa esibizione ma altrettanto indicativa di una situazione di fatto. La Messa non è una rappresentazione teatrale moderna dove gli spettatori si sentono anche attori, ai quali il regista spiega il significato più recondito del testo, il contesto della storia, per migliorare la loro performance. E’ la misteriosa riproposizione del mistero sacrificale del figlio di Dio in cui siamo chiamati, indegnamente, a “condividere”. Allora la preghiera non è “per noi”, è “per LUI”, non c’è bisogno che capiamo noi, è DIO che capisce.
Non c’era alcuna urgenza di questa nuova traduzione, se non per ragioni ideologiche, anzi, direi politiche, di adesione al partito, alla squadra del cuore, una specie di rito iniziatorio di appartenenza alla nuova religione, quella dell'uomo di oggi che vuole un dio a sua immagine, sottomesso alla sua infinita, quella sì, ipocrisia.
Forse tra qualche tempo attaccheranno, visto che non è “politicamente corretto”, il numero degli apostoli, affermando che saranno stati almeno 24, per rispetto delle quote rosa e, magari, sostituiranno il vino con la spremuta di melograno, più salutistica.
San Gerolamo, prima di affrontare la traduzione dal testo greco, ha fatto 3 anni di digiuno nel deserto cibandosi di locuste, non di rigatoni alla paiata nelle trattorie vicine al Vaticano. In una sua lettera scrive: «… nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l'ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso..». Davanti al mistero di quelle parole lui ha tradotto in modo perfettamente letterale (eisénkēs con inducas) il testo greco, per rispetto e sottomissione. Come dice Don Alfredo Morselli “pregare non è fare catechesi…”.


p.s. del 02.06.2019 giorno dopo l'Ascensione:
Stamattina, nella chiesa dove vado, di solito, a messa, due manifesti all'ingresso annunciavano la nuova versione del Padre Nostro, con in grassetto, rosso ovviamente, le parti modificate.
Anche la data mi sembra opportuna, della serie "ora che ti abbiamo rimandato a casa, possiamo cominciare, sul serio, a fare come ci pare...".





sabato 10 novembre 2018

IL FALSO PARADISO




 Tutto ciò che è solido si scioglie nell'aria, tutto ciò che è sacro viene profanato e l'uomo è finalmente costretto ad affrontare i sensi sobri, le sue reali condizioni di vita e le relazioni con la sua specie.
Karl Marx

Le due immagini, la prima dal catechismo dei salesiani di Torino, la seconda dall’ultima campagna pubblicitaria di una nota casa di moda (e non solo) italiana, sembrano così vicine, anche se prese da contesti così diversi. Rappresentano entrambe una famiglia composta, ossimoro raccapricciante, da due uomini con relativa prole. Ma quello che più le avvicina non è il contenuto, incontestabile, quanto l’idea che esse sottendono. Si tratta della ostentazione di una conquista, o, per meglio dire, di una vittoria: quella della cultura post-moderna che vuole l’abbattimento di tutte le differenze, soprattutto quelle sovvertite per volere del “nuovo ordine naturale”, propugnato dal principe del mondo, per il tramite delle sue “fondazioni secolari”. Non bisogna lasciarsi ingannare, la campagna pubblicitaria di una grande azienda non viene decisa per caso e neanche con scopi filantropici, culturali o didascalici. Dietro ai notevoli investimenti che la sostengono c’è sempre un interesse di mercato. Lo scopo ultimo è quello di vendere il prodotto ad un maggior numero possibile di acquirenti facendo sì che i contenuti, la forma, i colori, lo stile siano coerenti con esso. La scelta di presentare una famiglia “omo” è motivata dalla consapevolezza che, ormai, la maggioranza della popolazione non solo non ne viene infastidita ma, anzi, intellettualmente ed emotivamente, compiaciuta, al punto da sentirsi attratta verso quel negozio che, in modo così sottile, suggestivo, garbato, seducente delinea le più recondite inclinazioni verso i piaceri senza confini del vagheggiato paradiso in terra. Anche se alcuni tra noi lo rifiutano, occorre ammettere che questo progetto, in occidente, è ormai arrivato a compimento. Ci sono voluti più di tre secoli, con un’accelerazione da missile balistico negli ultimi cinquant’anni, di metamorfosi, solo apparentemente contraddittorie, dall’illuminismo al relativismo passando per il materialismo e il nichilismo, tutte attraverso il percorso ininterrotto della negazione di Dio, anzi della sua sostituzione con l’uomo stesso. La selezione artificiale, descritta da Konrad Lorentz nel suo profetico “Il Declino dell’uomo”, che “accorda la sua preferenza ai caratteri della sottomissione acritica e della arrendevolezza all’indottrinamento” è già in atto, ha già prodotto i suoi effetti, se, sia la copertina del catechismo, sia il manifesto pubblicitario, possono così tranquillamente passare indisturbati al vaglio delle nostre coscienze di credenti e non. Per poter attuare questo disegno occorreva demolire l’unico baluardo, apparentemente incrollabile, costituito dai Dogmi e dai Principi della Fede, custoditi dalla Chiesa Cattolica. Così se il fedele di un secolo fa’ poteva, costantemente, ripararsi sui robusti bastioni che la Chiesa gli offriva, contro gli attacchi della cultura secolare e, anche se rimaneva lontano, nelle paludi del peccato, sapeva di poter contare su un rifugio certo, un riferimento incrollabile, oggi quei bastioni sono completamente sfaldati, come sabbia, non legata, polverizzati dal vento impetuoso della modernità. A chi rivolgerci, dove aggrapparci? A questo proposito si potrebbero fare migliaia di esempi, basta frequentare siti internet non allineati per trovarli, o frequentare le messe di alcune parrocchie limitrofe… Mi è capitato di leggere, in una lettera autografa scritta da un vescovo ad una persona di mia conoscenza, a proposito del termine Transustansazione, la PRESENZA REALE, la conversione della sostanza del pane e del vino nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo (chi di noi credenti può metterlo in dubbio?): «…non si parla più di transustanzazione, la nuova teologia cerca di illustrare il Mistero Eucaristico mediante i concetti di “Transignificazione” (mutazione di significato) e di “Transfinalizzazione” (mutazione di finalità)...». Ma che cos’è questa roba?... Ma perché non se ne stanno buoni, i nuovi teologi, così indaffarati, perché pressati da più parti, ad elaborare la nuova, terrificante, teologia “omo_gender” e magari, per evitare derive malefiche, non prendono in mano il Rosario, tanto non ce la faranno mai ad autogiustificarsi con la Parola di Dio ma solo con l’altra parola, tenebrosa, facilmente riconoscibile. Perché non leggono di più la vita dei Santi? Ecco che cosa scrive San Giovanni Bosco (che si rigira nella tomba... per i suoi Salesiani), in un suo libretto intitolato Il mese di maggio (8° giorno del mese, pag. 56-57): «Nell’Eucaristia Gesù Cristo ci dà il suo corpo, il suo sangue, la sua anima e la sua divinità sotto le specie del pane e del vino consacrati. Questo è il più grande prodigio della potenza Divina. Con un atto di amore immenso verso di noi, Dio trovò modo di dare alle anime nostre un cibo proporzionato e spirituale, cioè la medesima sua Divinità».
Ma siamo poi così sicuri che quello sfondo bucolico, il prato fiorito e la gaiezza che appare nella “famiglia” del catechismo e quell’atmosfera disincantata, sorridente e appagata della “famiglia” pubblicitaria siano il punto di arrivo “dell’uomo che volle farsi Re”? Il Nirvana della religione dell’IO, il paradiso in terra così agognato dai propugnatori della nuova religione?
Non è che per caso questo falso paradiso in terra, ce lo siamo meritato come anticipo dell’inferno vero, noi uomini di poca fede che poco abbiamo fatto per combattere il maligno… in tutte le forme… egualitarismo, materialismo, nichilismo, omosessualità, relativismo, perbenismo politically correct… Forse perché questa illusione ci faceva comodo, il benessere ci faceva comodo, la libertà dei costumi ci faceva comodo, la tolleranza ci faceva comodo, il perdonismo ci faceva comodo, l'ingiustizia ci faceva comodo, l'indulgenza ci faceva comodo. In una specie di processo che si autoalimenta, senza freni, abbiamo abbattuto tutti i tabù… abbiamo preso il posto di Dio per la religione del piacere, sottomettendoci agli idoli effimeri della modernità. Allora Dio ci ha lasciato da soli nel deserto dei godimenti, senza vero appagamento, delle nostre anime sterili che si alimentano solo del vento arido della concupiscenza con tutte le “carni” possibili di questo mondo… e allora “uomo dio” fai da solo!!…questa è la chiesa che ti meriti! Visto che la dottrina Cattolica ti inibisce troppo, fattene una tutta tua… l'edonismo spensierato, la falsa democrazia, la falsa libertà, la falsa uguaglianza, la falsa giustizia, la falsa solidarietà, la falsa carità, la falsa comunicazione, il falso benessere, il falso piacere, la falsa felicità, la falsa moralità, la falsa misericordia...


giovedì 1 novembre 2018

LA CHIESA E L'AMBIENTE

andamento di temperatura, livello del mare,
 precipitazioni nevose, ultimi 150 anni (fonte IPCC)

Uno dei fenomeni che la crisi della Chiesa e della Religione alimenta, è la contrapposizione di schieramenti, ognuno dei quali si ritiene depositario di un bagaglio di teorie di tipo sociale, antropologico, politico, religioso, scientifico, accomunati, in modo spesso arbitrario, da una medesima base ideologica.
Quello che ne viene fuori è una mescolanza di verità e pregiudizi il cui risultato finale è la confusione, proprio quello che vuole chi sta macchinando tutto questo. Così se la Chiesa sposa la causa “ambientalista”, chi vuole una Chiesa “normale”, me compreso, è portato a ritenere che i fatti che riguardano l’ambiente siano frutto di una mistificazione progressista e, pertanto, non credibili.
Penso che su questi temi occorre fare chiarezza, perché altrimenti si rischia, come si usa dire, di buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Non è che un tifoso del Napoli non mangia più la pizza perché piace pure ai tifosi della Roma... e non è che non bisogna dare alcun credito alla produzione di energia con fonti rinnovabili perché piace agli "ambientalisti"...
Così si trovano commenti di questo tipo:
se oggi il clima sembra impazzito, non è solo colpa dell’uomo che produce inquinamento. Certo stiamo facendo la nostra parte. Ma se stanno succedendo tutte queste cose; il motivo principale va ricercato nell’inquinamento spirituale. L’uomo di oggi pensa di essersi sbarazzato di Dio. E’ Lui risponde a questa follia con punizioni meritatissime….
Ho visto due maschi accoppiarsi e volere un bambino”  sconvolgente e vero, ma  non può essere accostato a:
"Ho visto la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e il buco nell’ozono solo negli occhi degli adoratori dell’utopia.....Ho visto uomini sudare d’estate e rabbrividire d’inverno ed essere derisi dagli ambientalisti..".

In questo modo si rischia di delegittimare un problema reale, in merito al quale occorre stare attenti a non lasciarsi condizionare dalle derive ideologiche. Ci sono istituti di ricerca come IPCC, principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, o, in Italia l’ISPRA, che studiano da decenni un argomento il cui approccio può essere solo, esclusivamente, scientifico. Bisogna avere il massimo rispetto per i ricercatori che ci lavorano in modo sicuramente corretto e disinteressato. Purtroppo, nella battaglia giusta per la difesa della nostra religione, ultimamente, si sentono spesso dichiarazioni che tendono a dare a tale fenomeno, di scala planetaria, una valenza filosofica o, ancora peggio, sentimentale. Ma non è con il metodo filosofico che si acquisiscono, elaborano dati empirici riguardanti fenomeni le cui cause sono indagabili solo su base scientifica. L’uomo può condizionare l’ambiente, come è avvenuto negli ultimi 200 anni e, in modo molto più accelerato, negli ultimi 60, ma poi i fenomeni che ne derivano  rispondono a leggi fisiche che, per fortuna, non sono soggette all’ideologia. Se da una parte c’è il rischio che la “causa ambientalista” venga abbracciata da gruppi che fanno capo all’area genericamente chiamata “progressista” e ultimamente anche dalla Chiesa, magari finanziati da chi sta mettendo in atto strategie, di lungo periodo, di indottrinamento e omologazione delle coscienze su scala globale, non bisogna dimenticare che ci sono organizzazioni, altrettanto potenti, che hanno tutto l’interesse a far credere che le ricerche sul cambiamento climatico in atto siano una bufala, che l’uomo non ha alcun potere di influire su scala planetaria e, pertanto, si può continuare a bruciare carbone, petrolio, metano fino al loro naturale esaurimento (ma poi ti dicono che sono risorse infinite…), a proporre la costruzione di nuove centrali nucleari, invece di rivolgerci, in modo definitivo, all’unica risorsa inesauribile che la nostra stella ci regala (non è ambientalismo, è scienza) a sconvolgere l’ambiente con la cementificazione del suolo, a tagliare foreste per farci crescere caffè e canna da zucchero, irrinunciabili alimenti delle anime convertite in apparati digerenti, e non solo, dell’uomo “che volle farsi Re”. La Chiesa e la Religione non c’entrano nulla in tutto questo, a meno che non si vogliano invocare "castighi" dall'Alto che però, essendo straordinari, non dovrebbero avere un'evoluzione secondo le leggi di natura. Non si possono confondere piani di rilevo scientifico con ambiti di tipo puramente antropologico e quindi, per un credente, religioso. Se è vero che negli ultimi due secoli c'è stata una correlazione statistica tra le attività industriali umane e una probabile modificazione del clima, questo non comporta affatto la certezza che la correlazione sia pure fisica. Non è compito della Chiesa trarre conclusioni che appartengono al campo della probabilità. Compito della Chiesa è proclamare la Verità che appartiene alla dimensione della Certezza, perché viene da Dio.
Per chi volesse approfondire può andare sul sito di IPCC da cui è possibile scaricare moltissimi report e grafici:




lunedì 29 ottobre 2018

SINODO DEI GIOVANI

mentre al Sinodo dei giovani si balla... migliaia di giovani, nel mondo, vivono
 nel ricordo straziante della violenza subita da parte di religiosi orchi, perversi e indifferenti

si è concluso sabato scorso, dopo il ballo del venerdì sera, il Sinodo dei Giovani.
Non entro nel merito del documento finale, dico soltanto che è molto simile, nella forma e nella tecnica di comunicazione, ad altri documenti di questo pontificato come Amoris Laetitia: non definire, non entrare nel dettaglio, non argomentare... lasciare alla libera interpretazione. Mi ricorda il modo in cui sono scritte alcune norme di legge... Inoltre non c'è alcun accenno allo SCANDALO DELLA PEDOFILIA e della pratica sessuale ed omosessuale da parte di chi dovrebbe invece dare il buon esempio..

Per l'analisi del testo rimando alle ottime considerazioni di Andrea Zambrano:

e di Aldo Maria Valli:


aggiungo una considerazione un po' più generale:

se c’è una virtù degli educatori, a cui i giovani sono molto sensibili, essa è la CREDIBILITÁ, mentre riescono a percepire qualsiasi segnale di ipocrisia, che della credibilità costituisce l’antitesi. Non siete credibili se non vi cospargete, anche fisicamente, di cenere, da capo a piedi, rendendo pubbliche tutte le ignominiose malefatte della carne, se non “avviate un processo” di totale trasparenza ed estirpazione delle metastasi inopinatamente nascoste, se non “uscite” verso la luce del rispetto rigoroso della tradizione e della Dottrina immutabile della Chiesa, dalle tenebre della profanazione ideologica, dove avete barattato la pura aspirazione verso l’Altissimo con il piacere intellettuale dell’utopia del paradiso in terra. Non siete credibili perché per loro, che sanno essere furbi, non è difficile "sgamare" il vero motivo per cui volete far entrare nella norma quello che è fuori dalla norma naturale e soprattutto dalla norma Divina… Tutte queste comprensioni, indulgenze, condivisioni, contiguità, leziosaggini, affinità, attrazioni, seduzioni, ambiguità, amenità, trasgressioni… i giovani ce l’hanno già, compresi chitarre, balli, sballi, bastoni biforcuti, tatuaggi, piercing, braccialetti… Quello che gli manca, spaventosamente, è quello che voi, con premeditazione “ispirata”, avete soppresso: un riferimento certo, un’alternativa santa, pura, incrollabile e perciò edificante, dove riorganizzare la loro vita e risolvere le loro sconfinate insicurezze.







mercoledì 24 ottobre 2018

ALCUNI COMMENTI PUBBLICATI



Il vescovo di Roma torna a parlare del DUBBIO (incontro con i seminaristi del 16 ottobre scorso) quale categoria del pensiero, metodo per arrivare alla verità: "...la croce del dubbio è una croce, ma feconda. Io non ho fiducia nelle persone che non dubitano mai..." . Ma questa è filosofia...! La FEDE non è psicologia, opinione, intellettualismo è ADESIONE TOTALE A GESU' CRISTO! Ma poi, compito del sacerdote non dovrebbe essere quello di accompagnare, senza esitazioni, la mano di chi è in ricerca a toccare il costato di Gesù?

"Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto" Gv 20,29.


Una tale scrive:

"...Voi siete rimasti al concilio di Trento..... il non dubitare è sintomo di ottusità mentale, mente chiusa, e cuore chiuso.... "

il mio commento:
"porto sempre con me il ricordo di alcune donne di paese, in particolare due sorelle, Maria e Anna, che erano costantemente in chiesa quando, di mattina, servivo la prima messa, come chierichetto. Una delle due non sapeva leggere e scrivere, aveva passato la sua vita a servizio, l’altra sapeva soltanto leggere. Vivevano con una piccola rendita, solo una porzione della pensione minima di oggi, erano povere, con i criteri odierni, ma soprattutto “povere in spirito”, come le vuole Gesù. La loro umiltà ammantava tutte le altre virtù. La loro devozione era semplice ma esemplare, edificante, il loro sguardo luminoso, costantemente rivolto verso un punto all'infinito, lasciava trasparire la genuina tensione verso l’Altissimo. Ora, quando penso a loro, le vedo raggianti, alla destra di Dio. Se le “alte gerarchie” avessero anche solo una porzione di briciola della loro fede immensa, incrollabile, senza neanche una irrilevante apparenza del dubbio, non ci troveremmo nelle condizioni sciagurate, paradossali e senza via d’uscita della Chiesa di oggi. Solo la nuova barbarie della modernità può definire “ottusa” quella fede inarrivabile."






Tiziano: amor sacro e amor profano

Alcune suore domenicane, ad un incontro di Albano:

"... per quanto sia fondamentale la conversione pastorale, siamo convinte che questa non basti. Crediamo che la teologia sia chiamata oggi a ripensare con coraggio, secondo la sua specifica vocazione alla ricerca, le questioni relative al mondo LGBT. Non siamo ingenue; siamo ben coscienti della complessità di tali questioni e sappiamo bene come indebite semplificazioni non giovino a nessuno. Crediamo anche di avere chiare le esigenze radicali che la santità, vocazione di tutti, omosessuali ed eterosessuali, richiede: non siamo certo per quella banalizzazione dell’amore e della sessualità alla quale la morale cattolica si è sempre giustamente opposta. Dal momento però che tale morale non ha a fondamento la paura dell’amore, ma il desiderio di aiutare le persone ad amare di più e ad amare meglio, ci pare doveroso chiederci se, allo stato attuale, essa consenta realmente questo alle persone omosessuali; è legittimo dubitare che sia così. Per questo insieme ad altri stiamo pensando a qualche iniziativa che possa sollecitare nei contesti accademici la ricerca teologica alla luce, come sempre, del Vangelo e dell’esperienza umana, e dunque nel fondamentale ascolto e dialogo con tanti, a incominciare dalle persone omosessuali e dalle loro famiglie”.


il mio commento:
amare di più o amare meglio in che senso ? e poi quale “amore” … eros o agape… che cosa vuol dire che per amare meglio ho bisogno di andarci a letto? ma siamo proprio sicuri che l’amore di cui parla Gesù e tutta la dottrina abbia qualcosa a che vedere con la sessualità? vogliamo proprio cadere nell’equivoco satanico di cui è piena la letteratura anticristiana?... se io sono tenuto ad amare i miei nemici… ci devo andare a letto per esplicitarlo meglio? … Porto tutto il rispetto nei confronti di una persona non vedente… ma questo non vuol dire che se lui avesse il desiderio di prendere il brevetto di pilota di jumbo jet, per amore della sua situazione, bisognerebbe per forza darglielo… questo è impedito dalle norme ma, prima di tutto, dalla ragione e dal buon senso che poi è il codice di natura…. Ma perché queste suore non si occupano di più di preghiera, per la salvezza delle anime, soprattutto delle proprie, visti i presupposti…  Se io amo mia moglie, non devo "amare" nessun altra/o perché vorrebbe dire che ci dovrei andare a letto? non è solo confusione mentale è caos favorito alla grande dall'affabulatore rosso fuoco... Non è che per caso l’amore di cui parla ripetutamente il Vangelo è il riflesso dell’amore di Dio per l’uomo… e non credo che si possa parlare di risvolti sessuali !!?.





giovedì 20 settembre 2018

PAURA DI TESTIMONIARE





PAURA DI TESTIMONIARE
A guardare, stupefatto, il video della “non benedizione” impartita ai giovani a Palermo:

https://www.lalucedimaria.it/la-benedizione-senza-segno-della-croce-di-papa-francesco-ai-giovani-di-palermo-video/

mi è venuta in mente Santa Cecilia e la sua tomba nella chiesa omonima in Trastevere. Luogo di purezza somma dove possiamo portare ad incenerire le nefandezze che avvengono quotidianamente nella nuova chiesa. Ogni 7 giorni circa c'è un martire Cristiano nel mondo. Non possono scegliere, non ne hanno neanche il tempo. Vengono massacrati in attentati, ovviamente senza preavviso. Ai primi martiri veniva data una possibilità, potevano anche far finta di adorare in pubblico i dei pagani per ritornare in privato alla loro fede.
Che cosa lega la commovente e sublime scultura di Stefano Maderno che raffigura Santa Cecilia, riprodotta così come fu ritrovata nella sua tomba, alle facce insolenti che attorniano uno stralunato vescovo di Roma a Palermo, nel video di cui allego il link?
La TESTIMONIANZA, proclamata col coraggio di una FEDE immensa da Cecilia e invece negata per paura, a causa di una fede smarrita, dalla Chiesa di oggi.
In fondo, ragionando con le odierne categorie, ma chi glielo ha fatto fare ad una ragazza bellissima, figlia di una nobile famiglia romana, a rifiutarsi di incensare e NON OFFENDERE la statua dell'imperatore, avendo in salvo la propria vita?
Ho cercato di trascrivere il testo della NON BENEDIZIONE:
“..Vorrei darvi la benedizione, io so che tra voi ci sono giovani cattolici, cristiani, di altre tradizioni religiose, alcuni agnostici, per questo darò la benedizione a tutti e chiederò a Dio che benedica quel seme di inquietudine che è nel vostro cuore: “Signore, Signore Dio guarda questi giovani, tu conosci ognuno di loro, tu sai cosa pensano, tu sai che hanno voglia di andare avanti, di fare un mondo migliore. Signore, fateli ricercatori del bene e di felicità. Fateli operosi nel cammino e nell’incontro con gli altri, fateli audaci nel servire, fateli umili nel cercare le radici e portare avanti per dare frutti, avere identità, avere appartenenza. Signore, Signore Dio accompagna tutti questi giovani nel cammino e benedire tutti, amen”
Poi un gesto di saluto “circolare”, non un segno di benedizione.
Mi chiedo quale benedizione? nessun segno di benedizione… abbiamo superato anche i segni liturgici a favore solo della sola parola? Ma poi la benedizione quale invocazione della grazia di Dio o di un dio di tutti, sincretico, omnireligioso… ?
Quindi il riferimento alla INQUIETUDINE dei giovani: ma la “inquietudine” (dal voc. TRECCANI: l’essere inquieto; stato d’animo turbato, senso di apprensione, di ansia provocato soprattutto da incertezza, timore, preoccupazione) casomai va superata e il capo della Chiesa dovrebbe dire che la inquietudine si dissolve in Gesù, unica soluzione per i nostri timori terreni, le nostre ansie, le nostre preoccupazioni. Questa inquietudine, invece, ha qualcosa di inquietante…
Non poteva mancare il riferimento programmatico al “mondo migliore” ma è proprio questo lo scopo primario dell’essere Cristiani? La felicità si trova ricercando il bene (quale bene ?) o seguendo Gesù.
Alla fine quel gesto “rotatorio” fatto con la mano della benedizione… è per non offendere o si tratta del nuovo segno della nuova religione universale?
Non è che per non oltraggiare qualche agnostico, presente alla messa per dovere o per non dispiacere alla mamma o alla moglie, o qualche curioso ateo o di altra religione, che potrebbe essersi intrufolato, il celebrante non darà più la benedizione finale? o magari rivedremo presto quel gesto rotatorio? O magari non procederà alla consacrazione per non recare fastidio ai celiaci e agli astemi presenti, o non reciterà il credo per non urtare qualcuno che potrebbe non crederci, o, magari, alla fine, trasformare la santa messa in mensa eucaristica per non oltraggiare la moltitudine di cattolici ammaliati, come quelli del “cerchio magico”, dalla dottrina del grande riformatore.
La non benedizione è come il non compleanno nel mondo sottosopra di “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Ormai tutto è “INVERTITO” nel mondo parallelo dell’antimateria (o dell’antispirito). Sarebbe buffo se non fosse tremendamente tragico. Ma forse siamo noi, “cani selvaggi”, che non capiamo, non abbiamo alcuna possibilità di comprendere la logica sofisticata, il recondito contenuto di spiritualità, alla rovescia (ma “alla rovescia” mi ricorda qualcuno…), come molti religiosi conniventi si affannano di spiegarci, della copertina del catechismo per bambini con una coppia omo, dei paramenti sacri indossati da volgari cortigiane fotografate poi in affettuoso abbraccio con chierici impudichi, dei balletti davanti all’altare e tanto altro ancora… Siamo troppo banali e troppo normali. Siamo “piccolo borghesi” fatti di elettroni con carica negativa e protoni con carica positiva.

da ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
“Allora dovresti dire quello a cui credi”, riprese la Lepre Marzolina.
“È quello che faccio”, rispose subito Alice; “almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.”
“Non è affatto la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. “Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!”
– Sarebbe come dire, – soggiunse la Lepre di Marzo, – che «mi piace ciò che prendo», sia lo stesso che «prendo ciò che mi piace?» – Sarebbe come dire, – aggiunse il Ghiro che pareva parlasse nel sonno, – che «respiro quando dormo», sia lo stesso che «dormo quando respiro?».


Per fortuna, nel mondo normale, la CHIESA VERA, prima dell’inversione, ha da dirci parole eccelse. Ne cito alcune, tanto sono “paurosi” e non avranno il coraggio di “martirizzarmi”.
da Evangelii Nuntiandi di Paolo VI   
14. EVANGELIZZAZIONE, VOCAZIONE PROPRIA DELLA CHIESA
"La Chiesa lo sa. Essa ha una viva consapevolezza che la parola del Salvatore - «Devo annunziare la buona novella del Regno di Dio» [34] - si applica in tutta verità a lei stessa. E volentieri aggiunge con S. Paolo: «Per me evangelizzare non è un titolo di gloria, ma un dovere. Guai a me se non predicassi il Vangelo!» [35].  ..... «Vogliamo nuovamente confermare che il mandato d'evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa» [36], compito e missione che i vasti e profondi mutamenti della società attuale non rendono meno urgenti. Evangelizzare, infatti, è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella S. Messa che è il memoriale della sua morte e della sua gloriosa risurrezione"

dal DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II a Toronto VEGLIA CON I GIOVANI Sabato27 luglio 2002:
.Cari giovani, lasciatevi conquistare dalla luce di Cristo e fatevene propagatori nell'ambiente in cui vivete. "La luce dello sguardo di Gesù - è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica - illumina gli occhi del nostro cuore; ci insegna a vedere tutto nella luce della sua verità e della sua compassione per tutti gli uomini" (n. 2715).
Nella misura in cui la vostra amicizia con Cristo, la vostra conoscenza del suo mistero, la vostra donazione a Lui saranno autentiche e profonde, voi sarete "figli della luce", e diventerete a vostra volta "luce del mondo". Perciò io vi ripeto la parola del Vangelo: "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,16).

da MESSAGGIO DI San GIOVANNI PAOLO II PER LA IV GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU'  27 novembre dell'anno 1988:
“….La verità è l'esigenza più profonda dello spirito umano. Soprattutto i giovani sono affamati della verità intorno a Dio e all'uomo, alla vita ed al mondo. Nella mia prima enciclica «Redemptor Hominis» ho scritto: «L'uomo che vuole comprendere se stesso fino in fondo, - non soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali e perfino apparenti criteri e misure del proprio essere - deve, con la sua INQUIETUDINE e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo» («Redemptor Hominis, 10). Cristo è la parola di verità, pronunciata da Dio stesso, come risposta a tutti gli interrogativi del cuore umano. E' colui che ci svela pienamente il mistero dell'uomo e del mondo.
- Hai già scoperto Cristo, che è la vita?
Ciascuno di voi desidera tanto vivere la vita nella sua pienezza. Vivete animati da grandi speranze, da tanti bei progetti per l'avvenire. Non dimenticate, però, che la vera pienezza della vita si trova solo in Cristo, morto e risorto per noi. Solo Cristo è capace di riempire fino in fondo lo spazio del cuore umano. Egli solo dà la forza e la gioia di vivere, e ciò nonostante ogni limite o impedimento esterno….”

Non oso neanche pensare di poter essere degno di COMMENTARE.

Un “cambio di paradigma” o UN CAMBIO DI RELIGIONE !?

p.s. del 15 giugno 2019

"UN CAMBIO DI RELIGIONE."







martedì 28 agosto 2018

LA CHIESA PERDUTA

Simboli celtici sulle casule di vescovi smarriti e imbarazzati a Dublino, quale rito vanno a celebrare...!?

“Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male”    Friedrich Nietzsche.
Mi sento come uno che, tanto tempo fa, ha lasciato la propria casa e, tornato, ha trovato tutto cambiato, le mura, la disposizione dei locali, i pavimenti, l’arredamento.. persino i quadri, anche di soggetto religioso, che adornavano le pareti. Ora è tutto nuovo, moderno, domotico, con le “pareti imbiancate”, confortevole, anonimo e tremendamente gelido. Non solo, hanno sopraelevato l’intero edificio realizzando grandi archi in pietra, grandiose sale convegni per incontri festosi multicondominiali, guidati da leziosi custodi, in jeans attillati, senza livrea, mosaici rosso cangianti, simboli insoliti al posto di quelli religiosi e specchi ovunque, con il risultato di appesantire la struttura minacciandone la stabilità. Non si può abitare, vivere in una casa che non senti come tua. Ti viene voglia di averne una nuova, ma non prima di tentare di demolire quelle spaventose sovrastrutture.
Vorrei capire perché lo hanno fatto. Faccio un lavoro tecnico, applico metodi di analisi dei sistemi complessi, ricerca delle cause e via dicendo. E’ probabile che ne sarò influenzato, nelle considerazioni che seguono, ma niente di più. Sono valutazioni dal “basso”, magari inquiete e indignate, di un semplice condomino battezzato, senza alcuna preparazione “teologica”, solo quella del catechismo, di un signor nessuno a cui i paludati padroni dell’informazione, quelli dell’opinionismo “circolare”, non danno credito alcuno.
Ciò che mi ha più colpito è il modo di argomentare, l’impeto “rinnovatore”, la furia mascherata da sorrisi di circostanza, il modo in cui sono strutturati i discorsi, gli argomenti trattati, che lasciano trasparire la scala dei valori, che non ci hanno detto in modo chiaro, per dissimulare dove ci stanno portando. Riporto due citazioni, tra loro collegate, prese dagli innumerevoli interventi che ho letto.
La prima fa riferimento ad un libro di Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, “Il Crollo Del Noi”, che la Casa Editrice Laterza propone, all’interno di una scheda di 5 libri, rigorosamente “laici” e di orientamento compatibile con quello, noto, dell’editore (ma che ci fa un monsignore…?), sul tema “immigrazione”, dal titolo emblematico “Un solo pianeta, una sola umanità”.
Alla domanda di Famiglia Cristiana, che recensisce il libro, “Il Cristianesimo cosa può offrire?”, mons. Vincenzo Paglia risponde: “«Tutto: contenuti, metodo e stile. E, soprattutto, passione per il mondo e chi lo abita. I cristiani hanno la responsabilità primaria di chinarsi sul mondo e diventare compagni di viaggio di tutti, con la preferenza per quelli che stanno in fondo alla fila sempre e comunque. Non c'è un altro mondo dove rifugiarsi, anzi un cristiano che cerca rifugio per sé e al limite i suoi cari tradisce il Vangelo»”.
Sono tanti i pensieri che si incrociano, leggendo questa risposta. Lascio a chi è più preparato di me il compito di analizzarli. Vorrei chiedere al Monsignore, presidente della Pontificia accademia per la vita:
come padre che cerca, disperatamente, di rimanere non in un rifugio, visto che “non c’è altro mondo dove rifugiarsi”, ma in un ambito cattolico, cercando di resistere alla sistematica, quotidiana, demolizione della “struttura” della nostra religione, del valore del SACRO, dei Sacramenti, dei Comandamenti, del “non di solo pane…”, della FAMIGLIA, a cominciare dall’indottrinamento ideologico della scuola, dove si dovrebbe insegnare una materia che si chiama, ipocritamente, “Religione Cattolica”; che si confronta, ogni giorno, comunque convivendoci, con un mondo quasi del tutto “scristianizzato” e perciò pagano, perché ha fatto un’alleanza con altri dei; che prova, in modo sistematicamente perdente, nel suo ambito, a far applicare i requisiti minimi del senso della Giustizia, ormai sopraffatta dalla prassi del “fatalismo sociologico”; che si impegna a combattere il disordine morale proponendo, in un clima di sopraffazione, l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla Famiglia e sulla VITA;  che tenta di salvare i “suoi cari” dallo tsunami immorale anticristiano che ormai dilaga sulla nostra civiltà, senza in questo avere aiuto alcuno dalla Chiesa odierna... anzi......    STO TRADENDO IL VANGELO ??
Ma poi i cristiani devono farsi “compagni di viaggio di tutti” o, anche, come chiede Gesù “evangelizzatori”? Quando Gesù è stato “compagno di viaggio” ha spiegato le sacre scritture, tanto da far dire ai suoi compagni di percorso “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture? (Lc 24,31)”.
La seconda riguarda alcuni passi della Esortazione “Gaudete et Exultate”:
“26. Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione.
101. Nocivo e ideologico è anche l’errore di quanti vivono diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista. O lo relativizzano come se ci fossero altre cose più importanti o come se interessasse solo una determinata etica o una ragione che essi difendono. La difesa dell’innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al di là del suo sviluppo. Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell’abbandono, nell’esclusione, nella tratta di persone, nell’eutanasia nascosta dei malati e degli anziani privati di cura, nelle nuove forme di schiavitù, e in ogni forma di scarto.[84] Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, spendono allegramente e riducono la propria vita alle novità del consumo, mentre altri guardano solo da fuori e intanto la loro vita passa e finisce miseramente.”
A parte la credibilità della prima affermazione sulla “difesa dell’innocente che non è nato”, quando, nella pratica si dispensano onori ed elogi a chi ha operato a favore dell’aborto o andava in giro a praticare aborti con pompe di bicicletta… sarebbe come dire: la famiglia tradizionale va bene ma altrettanto degna è la famiglia composta da persone che si vogliono bene anche se dello stesso sesso…, la comunione alla persona di fede cattolica va bene ma allo stesso modo anche la persona di fede protestante o buddista ha diritto a ricevere l’ostia consacrata, la chiesa Cattolica va bene ma ci sono tutte le altre religioni, che hanno “segni di Rivelazione”, …la preghiera va bene ma se non è innestata nella società diventa quasi pretenziosa… E’ ovvio che le due affermazioni non hanno la medesima dignità….
Questo modo di costruire le frasi (e l’Ufficio ?) conferisce alla seconda espressione una maggiore importanza che alla prima, anzi ridimensiona la prima.. La preghiera va bene ma… Una mamma non direbbe mai al figlio “la minestrina va bene ma anche il gelato è importante…”; visto che la sua prospettiva è la minestra direbbe “il gelato va bene ma è importante la minestrina…”. Ma la mamma sa bene che per far digerire il secondo deve tollerare anche il primo…. Il cambio di “prospettiva” deforma la scala dei valori in uno scenario in cui l’uomo viene prima di Dio.
La “difesa della vita” ha un valore assoluto non relativo alle altre “vite” o ad altri modi di intenderla. Proprio questa è la peculiarità dell’essere Cristiani, avere un unico riferimento assoluto che rende superfluo qualunque altro parallelo. Non siamo entità parallele che camminano contigue come “compagni di viaggio”, ma convergenti verso l’unica Fonte. Non lasciarsi influenzare troppo dal consumismo è un requisito assoluto non relativo al fatto che se io ho il frigorifero un altro non lo può avere. E’ palese l’abbandono dei principi assoluti e dogmatici a favore del relativismo, una chiara forzatura ideologica, la religione come strumento politico. Valutare la situazione sociale in relazione ad un’altra richiama (solo nel metodo ovviamente....) la struttura della parte introduttiva del manifesto del partito comunista.
Ma l’aspetto, a mio parere, più preoccupante è il ricorso costante ad un artificio retorico molto antico: accusare gli altri di essere quello che chi parla è manifestamente: relativismo, ideologismo, pelagianesimo, gnosticismo….. dalle mie parti si dice “mettere le mani avanti”, solo per citare il modo di dire meno volgare. Sono le loro tecniche di classificazione, mutuate dalla politica, aventi lo scopo, fortemente risuonato dai media, in loro potere, di ridimensionare quando non ridicolizzare. Oggi se uno è normale, in tutti i campi…, ti dicono che sei fascista, nazista, fondamentalista, tradizionalista, ultraconservatore, bacchettone, “ideologico”, nostalgico… quando va bene!
Ora la parola chiave, mutuata pure questa dalla politica, è NORMALIZZAZIONE, rendere normale pure quello che per ovvie ragioni storiche, antropologiche, naturali non lo può essere: i problemi non devono essere risolti ma assimilati. Se una percentuale di ecclesiastici, di gran lunga superiore alla norma, sono omosessuali bisogna rendere “normale” la omosessualità, con tutte le sue funeste conseguenze… se il dialogo con il mondo protestante non va avanti, per ovvie ragioni intrinseche e di quadratura del cerchio, occorre rendere “normale” la loro dottrina sottomettendovi la Dottrina e la Liturgia della Chiesa. Ma il Padre Misericordioso non va alla ricerca del figlio, condividendo con lui le brutture del pascolo dei maiali. Lo attende, sottomesso e pentito, sull’uscio di casa.
Abbiamo barattato, più o meno consapevolmente, la sottomissione a Dio con mille altre sottomissioni, volute e programmate da chi ci vuole “oggetti di consumo” di beni materiali, ma anche di pensieri falsamente nobili, da chi blandisce la nostra vanagloria dandoci l’illusione di essere al centro ma, in realtà, insignificanti meno che formiche. La sottomissione esclusiva a Dio è l’unica che ci rende veramente liberi, che ci dà il coraggio di non inchinarci davanti all’Imperatore di turno. La sottomissione esclusiva a Dio ci protegge dalla barbarie pianificata dei seguaci del nuovo politeismo.
La solerzia interessata di pochi è riuscita, in tutti i campi, lentamente, inesorabilmente, ad ammaliare la maggioranza dei religiosi e dei credenti, in questo decisamente aiutati dai media, in applicazione sistematica del disegno di abbattimento della cultura occidentale di matrice Cristiana, programmato da più di due secoli, ma ora decisamente sotto la spinta di una spaventosa accelerazione. Non si spiegherebbe, ad esempio, la mancanza di una indignazione organizzata e potente (come quella di Gesù al Tempio) per i fatti che accadono quotidianamente… Ho in mente il nuovo catechismo dei salesiani di Torino, con il disegno di una "famiglia omo" in copertina (povero San Giovanni Bosco..!) o la scultura, posta sull’altare, con due uomini che si baciano appassionatamente, che penso abbiano messo in imbarazzo pure Lucifero, che avrà commentato: grandeeeehh.. neanche io ci sarei mai arrivatoooohh!! campagna acquisti azzeccataaaahhh!!…” e fiumi di bollicine saranno corsi da quelle parti, rigorosamente rouge 100%... Una volta tanto alcuni allievi hanno surclassato il maestro.
Non posso nascondere un senso di profondo disgusto e vergogna per tutto questo.  Non è che bisogna tanto girarci intorno, questo si chiama SCANDALO!, perpetrato con il silenzio, ma anche la connivenza, di “coloro che dovrebbero sorvegliare”, i quali farebbero bene a mettersi, da soli, una pietra al collo e gettarsi in mare… (rif. Mc 9,43)  (sulle ragioni per cui così tanti religiosi giustificano oscenamente l’omosessualità ho le mie idee ma, essendo molto crude, non le dirò, perché “tengo famiglia....”. Chi, in ogni caso, volesse capire da dove viene il contesto e si sente “uomo di mondo” può andare a leggere, ma solo, ovviamente, in senso letterale, non semantico…, la lettera di Don Milani a Giorgio Pecorini del 10 novembre 1959).
E’ evidente la volontà di mettere al centro la vita terrena a scapito della prospettiva cristiana della vita eterna. Ma questo è l’obiettivo della politica e dell’evoluzione del pensiero politico/filosofico dell’uomo nuovo. La spinta “ecologica”, tra l’altro da molti malintesa (persone autorevoli scrivono enormi “bufale” con riferimento alla presunta infondatezza del riscaldamento globale e questo accade quando, in modo improvvisato si confonde il sacro con il profano!), è un’ulteriore conferma della prospettiva terrena. I temi religiosi, privati del sacro e permeati di sentimentalismo, a servizio dell’utopia del pensiero unico.
Gesù non ha parlato alle masse, ai gruppi sociali e politici, non ha parlato ai lebbrosi, ai poveri, ai centurioni, ai pubblicani, ai benestanti… ha parlato al lebbroso, al povero, al centurione, al pubblicano, al benestante… ha parlato al cuore di ognuno di quei cinquemila che erano con lui sulle sponde del lago di Tiberiade. Se si fosse rivolto alle masse, ai gruppi sociali, avrebbe fatto un discorso politico, avrebbe confuso Cesare con Dio. La sua vita pubblica sarebbe durata qualche giorno e avrebbe dato a Pilato, grazie ai suoi delatores, non il pretesto, ma la prova per accusarlo di sobillare l’ordine pubblico del protettorato Romano di Giudea, terra più che burrascosa (come riferisce, in modo puntiglioso, Flavio Giuseppe in Antichità Giudaiche) e al confine di un’area molto critica, dove Roma non poteva permettersi disordini (accusa che, qualche anno dopo, sarebbe stata mossa da Tertullo, contro Paolo, a Cesarea, al governatore romano Felice: “abbiamo riscontrato che quest’uomo è come la peste, fomenta sedizioni” - At 24,5. Se fosse stato riconosciuto colpevole Paolo sarebbe stato condannato a morte, secondo la legge Romana).
Pilato invece, nonostante 3 anni di vita pubblica, non lo conosce e, rivolto ai Giudei dice “Quali accuse portate contro quest’uomo?” (Gv 18,29). Poi la sublime risposta “il mio Regno non è di questo mondo” (Gv 18,36), che fa commentare al prof. Aldo Schiavone (Ponzio Pilato, Einaudi 2016): “proprio perché incommensurabile (il regno) rispetto a ogni altra potenza terrena, esso ha un’altra origine, e si sviluppa secondo un progetto che guarda alle cose del mondo da un punto di vista diverso e alternativo, e traccia rispetto a esse un confine che non può mai essere dimenticato”.  Ora questo confine è stato demolito: il modernismo (Papa San Pio X, come si suol dire, si rivolta nella tomba!), di cui la teologia della liberazione costituisce uno dei suoi nefandi corollari, suggerisce ora, a Pilato, il pretesto, stavolta nel rispetto della legge, per crocifiggerlo di nuovo!
Una chiesa che punta alla prospettiva terrena è clamorosamente perdente e destinata all’estinzione. Lo dice il grande storico francese del mondo Greco-Romano Paul Veyne nel suo “Quando l’Europa è diventata Cristiana”: «..se non potessimo fare a meno di individuare dei padri spirituali (dell’Europa), la nostra modernità potrebbe indicare Kant o Spinoza; quando quest’ultimo scrive nell’Etica che “portare aiuto a coloro che ne hanno bisogno va ben oltre le capacità e l’interesse dei singoli; la cura dei poveri s’impone, perciò, alla società intera e riguarda l’interesse comune”, è più vicino a noi di quanto non lo sia il Vangelo.»  Verissimo! in una prospettiva completamente terrena. Le associazioni di solidarietà sono molto più strutturate ed efficienti, anche se le organizzazioni della Chiesa attuale stanno facendo, nell’avvalersi a pieno, molto laicamente, di tutte le opportunità…, passi da gigante.
Se si arriva a fare riferimento ai princìpi degli Stati moderni, per giustificare la recente modifica introdotta nel Catechismo, vuol dire che i modelli dell’uomo, che si è fatto Dio, sono a pieno titolo integrati nella Dottrina: Date a Cesare quel che è di Dio e a Dio quel che è di Cesare! Non voglio entrare nel merito del dibattito, dico solo che pure questo fa parte di una strategia: cominciare dal più “condivisibile” degli argomenti, per poi affrontare tutti gli altri. Se la pena di morte è “sempre” un omicidio, farsi gioco della storia e della tradizione dottrinale è SUICIDIO!!, anche se questo, per il quinto vangelo secondo De Andrè, ora in vigore, non è più peccato! Non so se è già stato scritto (può sembrare andare fuori tema, ma non lo è..), se fosse riuscito l’attentato a Hitler, del luglio del ’44, preparato da componenti dell’esercito e quindi dello Stato Tedesco, ci sarebbero stati qualche milione di morti in meno tra vittime civili e militari, senza parlare di quelli che si sarebbero potuti salvare nei campi di sterminio. Vogliamo parlarne della dignità della vita di questi  milioni di uomini? Tentato omicidio (offesa alla dignità della vita) o atto di eroismo!?
Siamo poi così sicuri che questi modelli, fatti secondo la nostra misura, di uomini del terzo millennio, piacciano pure a Dio? Mi vengono in mente certe musiche sdolcinate e languide, mutuate da musiche profane, che accompagnano, in chiesa, alcuni momenti liturgici, in cui capita di vedere fedeli che ondeggiano con il ritmo lento della melodia, musiche che piacciono tanto a noi, alla nostra moderna sensibilità, transitate, come annota don Nicola Bux, da Santa Cecilia a San Remo. O quei, gustosi, panini “benedetti con la porchetta”, come avviene dalle mie parti, che fanno dire a un bambino del catechismo “ma perché, se sono benedetti in onore di Sant’Antonio, ci mettete la carne di un animale da lui protetto?”  Siamo proprio sicuri che piacciano pure a Dio?
Proprio come scriveva Ludwig Feuerbach in "L’essenza del cristianesimo", anno 1841: “L’uomo sarà felice solo quando avrà finalmente ucciso quel cristianesimo che gli impedisce di essere uomo. Ma non sarà attraverso una persecuzione che si ucciderà il cristianesimo, ché semmai la persecuzione lo alimenta e lo rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in umanesimo ateo con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il Vangelo”.
Qualcuno ha sottolineato la seguente stravagante equiparazione contenuta al punto 61 della esortazione Gaudete et Exultate: .. «che cosa resta, che cosa ha valore nella vita, quali ricchezze non svaniscono? Sicuramente due: il Signore e il prossimo. Queste due ricchezze non svaniscono!».
Ma Gesù ha detto: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà.” (Gv 6,27).
Gesù non ha fondato la Sua Chiesa per favorire, proficuamente, flussi migratori, per sdoganare pratiche contro natura, per organizzare reti di depravati, per risolvere i problemi ambientali, per fiancheggiare movimenti rivoluzionari, per proclamare il “diritto di cittadinanza”, per dissolvere le culture CRISTIANE tradizionali. L’ha edificata per preservare il cortocircuito tra la sua persona e l’anima individuale, che LUI, nei tre anni di vita pubblica, ha mirabilmente acceso; per donare questo vincolo a tutti gli uomini mediante la Evangelizzazione; per raccordare, con i Sacramenti, il nostro tempo finito di umani all’Infinito senza tempo di aspiranti all’eternità. Quando ogni persona di questo mondo lo avrà conosciuto e seguito saranno automaticamente risolti tutti i problemi individuali legati al “cibo che non dura”. Lo spirito viene prima della materia (“chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete” Gv 4,14), ("Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" Mt 6, 31-33). Ognuno di noi sa che l’amore per il prossimo, la cura per i suoi bisogni materiali è fondamentale nella vita di un Cristiano. Ma questo è possibile solo nella misura in cui siamo impregnati della Grazia, che sola può connotare di Assoluto quello che facciamo, guidandolo sul sentiero del Disegno di Dio.   Questo vuol dire mettere al primo posto il SIGNORE. Invertire quest’ordine o, soltanto dargli lo stesso valore, è APPARTENERE AD UN’ALTRA RELIGIONE.
Solo un’adesione perfetta, costante, totale alla dottrina, senza deviazioni moderniste e antropocentriche può rimettere al centro Dio. Ma, da diverso tempo, membri dell’equipaggio, alcuni deferenti e timorosi, i più conniventi, stanno, intenzionalmente, portando la nave verso la tempesta. Sono persone senza storia, anzi senza il senso della storia, della cultura, della tradizione, anche in campo religioso, che hanno barato con sé stessi, sono quelli che “non hanno scelto la parte migliore”. Senza il senso del Sacro. La storia della nostra cultura va di pari passo con la storia della tradizione religiosa. La tradizione e il rispetto della Dottrina sono le sole possibilità per rimanere nel tempo sospeso che ci ha offerto Gesù nell’Eucarestia.
Molti di loro hanno provato ad applicare la loro utopia nel ’68. Mi rendo conto che può sembrare semplicistico, ma “la verità è un discorso semplice...” ed ero scuola e poi all’università in quel periodo “nefasto”. Ricordo che i più facinorosi erano quelli che non avevano voglia di studiare, rosi dall’invidia verso i più meritevoli, che avevano “sgamato” che si sarebbe potuto ottenere tutto senza fare niente. Ora alcuni di quelli che si vantavano di aver letto Il Capitale fino in fondo, che lottavano contro il “sistema” e sono diventati loro stessi “sistema”, vivono in villa con piscina, grazie alle “attenzioni” che la politica post sessantottina e post terroristica ha avuto nei loro confronti. Alcuni e, da allora, molti altri, sono confluiti, malati di ideologia o “delegati”, nella Chiesa, a formare le nuove leve con la Teologia modernista dei seminari. Come dichiara Suor Emmanuel Maillard: “Nei seminari si impara la teologia, ma non si prega, non si impara la devozione alla Madonna, la pratica dell’Adorazione Eucaristica, la meditazione dei misteri del Rosario…”.
Santoni autoreferenziali, sedicenti teologi, religiosi perduti, che hanno emendato la dottrina piegandola alle loro inclinazioni, che si stanno autogiustificando traendo ispirazione dal loro stomaco o da altro...., malati di demonite, come dice il mio amico Don Felice. Ma la Rivelazione, quella che viene dall’Alto, non passa attraverso di loro, semmai l’altra... Ma allora perché rimangono nella Chiesa? È ovvio, per tentare, come da programma, di distruggerla dall’interno, con la trovata della “Rivelazione Continua ispirata dallo Spirito Santo”. Quelli che invece, ingenuamente, ci sono cascati o perché sedotti dalle “favole teologiche” o per realizzazione di sé, dovrebbero sottoporsi, non ad una terapia psicanalitica, che ha già dimostrato, in modo molto autorevole, di essere fallimentare, ma direttamente affidarsi, anche se non ci credono, ad un bravo esorcista.
E’ in corso una campagna, subdola e manifesta insieme, per abbattere la nostra cultura, in ogni campo, per desautorare, anche e soprattutto dall’interno, la Chiesa Cattolica “sostituendo all’Esclusivismo Salvifico Cattolico una stravagante equivalenza di tutte le religioni”, come spiega il prof. Gnerre e confluire tutti verso il nuovo politeismo.
Andrea Carandini, il decano e il più autorevole degli archeologi italiani, chiude il suo libro “Su questa Pietra, Gesù, Pietro e la nascita della Chiesa, Laterza, 2013”, libro, peraltro, molto interessante in senso storico e archeologico, in questo modo, anche profetico:
Francesco, vescovo di Roma venuto dai confini del mondo… è il primo a non ricordare più gli imperatori affacciati dal palazzo sul circo….Roma non è che la più importante delle chiese locali e il suo vescovo il più autorevole, ma nulla di più. Il vicario infallibile che esige obbedienza assoluta e comanda su tutto e su tutti è una versione ipertrofica e alterata di una realtà storica tramontata, alla quale il cristiano autentico non può che ritornare come al fondamento della sua peculiare spiritualità. Lo stesso Vaticano si trasformerà sempre più nel museo dell’assolutismo papale, dal quale il vescovo di Roma cercherà di distinguersi. Chi ha scritto questo testo è un archeologo di Roma, agnostico.”
Questa è la Chiesa come la vuole un agnostico, uno dei soggetti culturali ai quali il Vescovo di Roma è molto “gradito”. Un esperto di pompe idrauliche può anche dire la sua su come dovrebbe essere organizzato un reparto di cardiochirurgia ma… “lascia il tempo che trova..”.  Come la vuole un religioso protestante,  un pacifista immigrazionista, un ecologista mistico, un radical chic, un comunista nostalgico, un transgender, un affiliato alla massoneria o, semplicemente, l’uomo digitale “connesso” del terzo millennio.. lo vediamo già!
Colei, alla quale dovremmo prestare molta più attenzione, se non altro perché è la nostra Madre e Madre della Chiesa, a Don Stefano Gobbi, rivela, il 31 dicembre 1975, ma sembra oggi (Lei ha il dominio sul tempo..):
“...Satana sta tramando in maniera sempre più aperta nella mia Chiesa. Si è ormai associato tanti miei figli sacerdoti, illudendoli con il falso miraggio che il marxismo a tutti propone: l'interesse esclusivo dei poveri; un cristianesimo impegnato solo nella costruzione di una più giusta società umana…”       il 31 dicembre 1987: ..Satana è riuscito a diffondere ovunque la grande apostasia.. e ha portato molti ad allontanarsi dalla verità del Vangelo per seguire le favole delle nuove teorie teologiche...       il 31 dicembre 1997: “l’umanità è caduta in balia di Satana e del suo grande potere, esercitato con le forze sataniche e massoniche; la mia Chiesa è stata oscurata dal suo fumo che è penetrato dentro di essa”.      Ci conviene seguire LEI o Enzo Bianchi ?!
Poi il 27 ottobre 1980: “..da alcuni si è voluto mettere da parte la Vostra Mamma Celeste, proprio nella ingannevole prospettiva di rendere più facile la riunione dei cristiani… non è possibile una vera riunione di cristiani se non nella perfezione della verità.. e la verità è mantenuta integra solo nella Chiesa Cattolica, la quale deve conservarla, difenderla e annunciarla a tutti senza paura.”  Fa venire i brividi questa dichiarazione perché mette a nudo la nostra inadeguatezza. Ma come non ricordare, per chi non la conoscesse, dalla Terza Predica di Avvento del 18 dic 2015, le seguenti parole, del predicatore del papa, a clamorosa dimostrazione del ribaltamento del disegno di Dio della Chiesa attuale: “…voglio solo dire quale mi sembra essere la via per uscire da questa triste situazione circa Maria. Tale via passa per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso…”     Meglio ascoltare LEI o padre Raniero Cantalamessa ?!
Quando ero bambino la Chiesa per noi era pietra, edificazione e riferimento unico della nostra morale. Potevi scegliere di essere dentro o fuori perché si sapeva bene dove era il dentro e il fuori, come attestato nel Catechismo, quello con la copertina normale, oggi indecentemente demolito. La mancanza di un confine netto tra bene e male si riflette pesantemente sulla formazione dei giovani, ai quali ci si appresta a dare un messaggio fatto di comprensione, compromesso, quando, oggi più che mai, avrebbero bisogno soltanto di un riferimento certo: accostare i giovani per “analogia”, quando possono trovare, fuori della Chiesa, mille analogie più stimolanti, invece che per “alternativa”, sta causando e causerà pesanti conseguenze sulla loro formazione (per inciso sta causando anche conseguenze tragiche sulle vocazioni religiose, ma anche questo fa parte del “piano”...). Lo stesso errore che sta facendo, ormai da diversi anni, la scuola. Ma questa è un’altra brutta storia….
Così sulle fondamenta di pietra, come le ha volute Gesù, è stato interposto un materasso memory (qualcuno ha il coraggio di chiamarlo il sostegno dello “Spirito Santo”) che cambia forma a seconda delle nostre “inclinazioni” e posizioni... delle circostanze, perché il perdono c’è per tutti, indipendentemente dal ravvedimento, non esiste peccato… tutto è possibile, semplicemente perché tutto è perdonabile, non siamo noi che pecchiamo ma il contesto che ci fa peccare, come spiegano le “scienze umane” a cui si chiede, impudentemente, il supporto. Si è volutamente confusa la realtà oggettiva del peccato con la concezione soggettiva della trasgressione, mutevole a seconda dell’ambiente, della storia, dei padroni del mondo, di una malintesa tolleranza di chiaro sapore relativista. Si sta provvedendo a “correggere” la Scrittura per renderla più gradita alla nostra moderna sensibilità.  L’agnosticismo liquido del “Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo….”.
RIDATECI LA CHIESA!   La Chiesa fondata sulla roccia, non l’enigmatica, contorta (come la mimica e il colorito di chi tenta di spiegarla), raccapricciante, teologia del “SÌ.. PERÒ..”, in bilico tra scetticismo e relativismo, ma la Scrittura asciutta, chiarita dalla Teologia Ispirata dei Padri della Chiesa. La Chiesa senza compromessi (quelli lasciamoli alla politica..). La Chiesa a cui comunicare le nostre miserie, per saperle discernere e superarle, non per amalgamarle in un liquido scivoloso, fatto solo di “umanità”, che le incorpori e le renda irriconoscibili, come l’abito dei sacerdoti. Una Chiesa ad assetto costante che sia riferimento perenne per le nostre anime fragili, che non si lasci ammaliare dalla modernità, dalla vergognosa sodomia, dall’evoluzione del nostro pensiero di umani “quasi dei” che si inebriano della “particella di Dio”. Una Chiesa che concili, senza ambiguità, Misericordia e Timore di Dio.
Vogliamo ritrovare la Chiesa che “ci faccia ardere il cuore nel petto lungo il nostro cammino” come potevano testimoniare i fortunati discepoli di Emmaus. Una Chiesa che accolga le nostre bassezze, senza giustificarle; che corregga i nostri errori, senza legittimarli; che abbia misericordia dei nostri peccati, senza negoziare tra perdono e ravvedimento.
Vogliamo vivere al di qua del bene e del male, per poterli riconoscere, come ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica e aspirare ad un “al di là” soltanto per arrivare, finalmente, da COLUI che ci aspetta. Ma intanto, LO supplichiamo, in questo tempo perduto, “resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino..”.
Claudio Gazzoli - Monterubbiano (FM)