sabato 21 dicembre 2019

IL VERO NATALE




Lo scorso anno, proprio in quel periodo, aveva preso la varicella e non aveva potuto partecipare alla feste natalizie, l’anno addietro era troppo piccolo per poter ricordare.
Aveva sentito mamma e papà parlare della festa del sole ma non capiva, a scuola si parlava di festa dell’inverno e del sole che riprendeva a salire, avevano preparato una tavolo con molto muschio, una culla con dentro Topolino, poi c’erano molti pupazzetti strani, due maschietti che si baciavano, due femminucce che si accarezzavano, maschietti vestiti da femminucce, famiglie strane con due uomini o due donne, pupazzetti con lo smartphone che chattavano e una grande scritta «W la pace W il mondo nuovo».
La sera di Natale a casa c’erano molti invitati per il cenone con lo scambio dei doni, l’inno alla gioia e altre canzoni. Poi lo zio aveva intonato “imagine” con la chitarra. Si erano sentiti tanto uniti e buoni, calorosi, cordiali, festosi ed erano stati tutti felici. Poi tutti piatti succulenti, con tanti cereali colorati, cucinati in vari modi.  La cena era iniziata con una poesia dedicata alla “madre terra”: «madre terra ti ringraziamo per aver offerto questi doni della vite e del grano, perfezionati dal lavoro dell’uomo, che stasera appagheranno i nostri sensi inebriati dall’amore cosmico».
C'erano tanti cartellini colorati, sull'albero di Natale, con su scritto “W la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, “tutti diritti per tutti”, “libera la tua energia”, “sei il tuo Dio”, “lasciati pervadere dal Cosmo”, ”lgbt è bello”, “W la magnifica Trinità: Liberté, Égalité, Fraternité ”, ma questi non li aveva proprio capiti… non capiva nulla… Le palle colorate però erano belle, emettevano una luce che a guardarla si rimaneva incantati, quasi ci si addormentava.
Aveva sentito dire che a Natale si rievoca la nascita di Gesù, ma lui questo Gesù non lo conosceva proprio. Gli sembrava che una volta ne avesse parlato la maestra di religione, ma poi lo aveva dimenticato perché, piuttosto, preferiva dedicare tanto spazio a personaggi molto più importanti, assieme ad un nome che non sapeva pronunciare, paciamama, ma di questo Gesù, sì forse… Solo un suo compagno di classe gli aveva detto che andava tutte le domeniche in chiesa, con sua madre e suo padre a pregare Gesù, ma lui queste chiese non le aveva mai viste. Gli dava da fare i disegni a casa con tutti profili panciuti di uno che dicevano santo e i mille turbanti di un grande profeta, ma non gli aveva mai dato da disegnare Gesù. Diceva ai bambini che dovevano imparare a conoscere tutte le religioni del mondo così che, da grandi, come avrebbero scelto la professione, avrebbero scelto anche la religione.
Poi la mamma gli aveva spiegato che sì, diverse persone festeggiano il Natale in quel modo, ma noi siamo gente per bene e moderna, per noi il Natale è la festa del ciclo cosmico della vita planetaria che ritorna con la risalita del sole.
A scuola avevano organizzato una festa di Natale. Gli avevano messo un vestito bianco con una coccarda color argento sul colletto e, all’ingresso della sala, davanti ai genitori e parenti, avevano intonato l’Alleluia. Le maestre avevano spiegato a loro che si trattava di un canto gioioso di lode per acclamare il dio dell’universo e della fratellanza universale, la madre terra, il sole che permette il rinnovarsi della vita e il ciclo dell’acqua. Alla fine della festa avevano cantato “Aggiungi un posto a tavola”. Gli era piaciuta molto quella canzone, il suo ritmo, la sua dolcissima melodia a ricordare l’ospitalità verso il diverso da noi, in tutti i modi e sensi che, gli avevano spiegato, lui non poteva ancora capire.
Ma non vedeva l’ora di uscire, con mamma e papà, per tuffarsi nella festa e nelle luminarie della sua città. Ma, in mezzo a quella folla festosa e quei bambini vivaci, sentiva che gli mancava qualcosa. Non era la cioccolata calda o le giravolte sulla pista del ghiaccio, ma neanche il giro sulla giostra e i regali dei babbi natale tutti uguali che dicevano le stesse cose, che avevano le stesse barbe finte. In fondo le mille luci erano simili a quelle del grande centro commerciale, i travestimenti di babbi natale e befane, come a carnevale, gli effetti fantasmagorici di luci e proiezioni, come al cinema e le giostre proprio le stesse del luna park. Lui si guardava intorno a cercare questo Gesù di cui aveva sentito parlare.
Poi, nell’istante in cui la mamma si apprestava a stendere la mano per prendere un pacco dono dalla bancarella, sentì un leggero tocco sulla spalla, si girò e vide un bambino biondo bellissimo, più o meno della sua età, che gli si era avvicinato e lo guardava con un sorriso dolce. Lo prese per mano e lo condusse verso una chiesa, che era proprio dall’altra parte della strada affollata. Il portone era socchiuso e, una volta dentro, si ritrovò a camminare al buio, accompagnato dalla mano calda del bambino. Vide da lontano una luce e, mentre si avvicinava, riconobbe un presepio, molto più grande di quello della scuola con Topolino. Ma questo era diverso, aveva pupazzetti che erano quasi veri, vestiti in modo strano, antico, che facevano mille mestieri.  C’era una grotta che sembrava vera, illuminata dall’interno da una luce dorata con mille riflessi che sfavillavano sul viso di una mamma bellissima, inginocchiata davanti al suo pargoletto, che assomigliava incredibilmente al bimbo che lo teneva per mano. Pareva nevicare, ma non era neve. Sembravano coriandoli dai mille colori che sfavillavano come lucciole e, invorticandosi, componevano un’iscrizione che lui sapeva benissimo leggere: “Gloria all’Unico Vero Dio”. Si sentì tirare la mano verso un sentiero che saliva attorno alla grotta, fino ad una spianata, da dove poteva ammirare un prato meraviglioso con fiori dai mille colori sfolgoranti, come non aveva mai visto prima, parecchi di più di quelli dell’arcobaleno. Sentiva un senso di pace e di compiacimento, molto più di quando lo portavano a gustare la tazza di cioccolata calda, molto più di quando, la sera, la mamma lo abbracciava forte e gli dava la buona notte. Poi all’improvviso si sentì tirare più forte e si ritrovò a volare, non sapeva come, con il bambino biondo che ora aveva riconosciuto come Gesù. Dovevano volare ad una velocità vertiginosa e, cosa strana, non sentiva il vento a premergli sugli occhi come quando filava in bicicletta. Vedeva un’infinità di luci venirgli incontro, degli stessi innumerevoli colori dei fiori, che formavano un lungo tunnel variopinto. Poi d’un tratto sentì la mano del bambino biondo che lo stava lasciando e si ritrovò di nuovo con i piedi per terra a salutarlo, mentre si allontanava con un sorriso complice e dolcissimo. La mamma stava riponendo la scatola nella borsa quando si era voltata per dirgli: «per un attimo mi era sembrato di averti perso, ma dov’eri ?» e il bambino, ancora disorientato ma luminoso:  «mamma, ho visto il Vero Natale ! ».



pubblicato sul blog di Marco Tosatti il 25 dicembre 2019



*Un padre del deserto scattò una foto a Gesù Eucarestia solennemente esposto.
Risultò questa tenera e commovente immagine di Gesù Bambino.










domenica 15 dicembre 2019

SALDI DI FINE STAGIONE





San Giovanni Maria Viannet: “Quando vi accostate alla confessione, dovete capire cosa state per fare; state per schiodare Nostro Signore”

Si spera che sia l’ultima stagione, di questi saldi invasati. Ritorno su un argomento che ha suscitato, qualche giorno fa’, diverse dispute tra i lettori di un noto blog e, inaspettatamente, la solidarietà di alcuni religiosi. Ci ritorno perché un amico mi ha fatto avere la foto di un altro manifesto che si riferisce ad una parrocchia di Civitanova Marche, che come si può vedere, usa le stesse immagini dello spot inventato dal Santuario della Madonna dell’Ambro. Come il copia-copia della pubblicità e della diffusione delle mode più bizzarre così anche quelli che dovrebbero essere i custodi della Rivelazione, si stanno piegando alle tecniche di “markketting” per far ritornare la gente in chiesa.
Sono anche andato a parlare con il padre provinciale dei cappuccini ai quali è affidata la custodia del Santuario, sotto la guida di Frate Mago, famoso prestidigitatore, impegnato in spettacoli da baraccone.  Ma, pur non condividendo, non mi è sembrato particolarmente scandalizzato. Ho potuto constatare una diffusa teoria per la quale “tutto va bene, pur di far ritornare i fedeli…”. Ma a me questa sembra una colossale sciocchezza.
C’è un unico modo per far ritornare la gente nelle Chiese, quello di San Giovanni Maria Viannet, tra l’altro il santo protettore dei Sacerdoti. Nel periodo più spaventoso per la storia della Chiesa in Europa, con il ricordo recente delle persecuzioni e i massacri giacobini e poi napoleonici, arrivato in un paesino completamente scristianizzato, ha ricondotto in chiesa non solo tutti gli abitanti di Ars, ma andavano a confessarsi da lui da tutta la Francia e la Germania, con il rischio di essere rimandati indietro perché non convinto del loro pentimento. Con il rigore della Dottrina, l’assidua dedizione al sacramento della Confessione, a cui dedicava non meno di sedici ore al giorno, anche con la febbre addosso. Con la sua immensa fede, la lealtà verso la tradizione della Chiesa, con le sue cinque patate ammuffite alla settimana  e la tazza di latte caldo che la signora Renard lo obbligava a bere ogni mattina vincendo la sua riluttanza. C’è un solo modo per far ritornare la gente nelle chiese, il rigore assoluto verso il suo unico, insostituibile compito.
Se una catena di negozi decide di fare saldi al 100% uno pensa che sono matti… vorrebbe dire che io vado a prendere quello che voglio e non importa come ci vado… in jeans strappati, in costume da bagno… prendo gratis e me ne vado senza nessuno sforzo, a costo zero.
Ora, con le mie nozioni di Catechismo, so che l’intenzione di non peccare (come Gesù ha ricordato all’adultera), il proposito, la riparazione, il sacrificio, sono tutte cose che ci costano assai, ma che volentieri dobbiamo donare, quindi non è a costo zero ! Ma così è… anche se ora vogliono dirci il contrario, anche se ora è stata eliminata la penitenza.
La grande possibilità che abbiamo, con la Confessione,  che ci vengano perdonati i nostri peccati, anche quelli più efferati, è stata conquistata da Gesù, non con il gioco dei dadi, a cui semmai si dedicavano i soldati romani di guardia sotto la croce, o di prestigio. Non ha avuto sconti, neanche infinitesimi, figuriamoci poi al 100 %… Non solo, le frustate sono state molte di più di quelle previste per la flagellazione romana perché Pilato aveva bisogno di mostrarlo massacrato. Il dono della Confessione è stato conquistato al prezzo della sua infinita sofferenza, della sua infinita umiliazione, per questo dovremmo avere un grandissimo rispetto, per questo Sacramento e per tutti gli altri.
Una volta rimossa la natura divina, si può trattare Gesù come un compagno di viaggio, giocarci a dadi, andarci a comprare le calze in svendita totale al 100%.
Sacrilegio è pretendere che Dio debba apprezzare manifestazioni peculiarmente umane, palesemente ispirate dal maligno. Lo slogan “Black Friday” non è casuale. Abbiamo ridotto le nostre Chiese a luoghi impregnati di umori, super illuminate, come i negozi di un centro commerciale, ma buie di sacralità, animate, ma morte di venerazione, accoglienti per i corpi, ma inospitali per le anime.
La vera tragedia, davanti a queste diffusissime idiozie, è constatare che si è perduta la CULTURA DELLA RELIGIONE. Quel complesso di conoscenze, ricordi, erudizioni, insegnamenti, odori, melodie, che costituiscono la struttura della Religione stessa. Ora si vive alla giornata, si stradice, si inventa, si deforma con lo scopo di far raccordare i princìpi, declassati a derivati, della fede Cattolica, alle discese vertiginose della evoluzione del pensiero contemporaneo. Piegare la Fede per assecondare il mondo.
L’unico parallelo nobile che si può fare, ovviamente solo dal punto di vista antropologico, è quello con l’estinzione della civiltà contadina. Ma mentre in questa lo spirito, quale complesso di pensiero, arte, nozioni, si è piegato umilmente alla materia, per produrre beni primari in modo sempre più efficace ma rispettoso, nella Religione è la materia che si deve piegare allo Spirito. Ora la civiltà contadina è stata soppiantata dalla civiltà tecnologica,  dove lo spirito si piega di nuovo, ma boriosamente, alla materia, per produrre beni di godimento. Ma la Religione non produce “beni di godimento”, la Religione, semmai, prepara il godimento dello spirito.
Il trattore ha preso il posto dei buoi, la semente tecnobiologica di quella selezionata da secoli di perizia contadina, la chimica ha pesantemente rimpiazzato le buone pratiche di rotazione agricola. Un’agricoltura molto più facile e proficua ma molto meno naturale. Così come, di pari passo, la liturgia verso Dio è stata soppiantata dal cerimoniale verso il popolo, le pratiche devozionali dalle inventive sacrileghe di sacerdoti irresponsabili ma empi, ed ora i Sacramenti regrediti a pratiche distributive sulle quali possono anche essere applicate le tecniche di marketing. Una Religione molto più facile ma molto meno Vera.
È bastato un piccolo buco nella rete per far uscire, via via allargato, tutte le pecore. È bastato un buco nella tradizione della Chiesa per far uscire tutta la memoria e rivoluzionare la prassi. Si può dire che l’evoluzione della prassi è andata di pari passo con la sua evoluzione in tutti i campi, dalla scuola alla giustizia , alla gestione del territorio, ai modelli di comportamento dei giovani e degli anziani. La Chiesa ha voluto essere al passo, ma un passo da gambero sul pendio scosceso che porta al dissolvimento.




* le notizie su San Giovanni Maria Viannet sono tratte dal libro "IL CURATO D'ARS" di Francois Trochu.










lunedì 2 dicembre 2019

SACRILEGIO E IDOLATRIA


preghiere all'inaugurazione del totem dedicato alla dea pagana Mater Matuta ad Albenga

festa di beneficenza pro LGBT nella cattedrale di Vienna

riti sacrileghi nei giardini vaticani
In preghiera alla "madre terra" nella Sala Nervi









Santità, Eminenze, Eccellenze, Monsignori, Reverendi
di Santa Romana Chiesa
LO VOLETE SPIEGARE, UNA VOLTA PER TUTTE,
AL POPOLO DI DIO,
DOVE STATE PORTANDO LA CHIESA CATTOLICA ???

...anche a noi pochi, fortunati o sfortunati, che lo abbiamo capito da un pezzo ?





aggiornamento del 27.12.2019
DOVE SIETE, eminenze e monsignori, che avete levato gli scudi a condannare, per strumentalizzazione,  un uomo politico che baciava il Rosario, ora che, il giorno di Natale, è stata compiuta una immane PROFANAZIONE della Vergine Maria, rappresentata in modo volutamente dissacratorio, durante le doglie del parto ?
NESSUNO DI VOI HA ESPRESSO LA BENCHE' MINIMA DISAPPROVAZIONE !!
NESSUNO DI VOI HA CONDANNATO PUBBLICAMENTE IL SACRILEGIO !!

Forse perché sono vostri compagni di partito ?
Forse perché, in fondo, ne condividete l'intendimento ?
Forse perché al Mistero della Verginità non ci credete neanche voi ?

VERGOGNATEVI davanti a DIO e davanti agli uomini di fede !! 
... ma forse questo non vi riesce proprio, visto che avete svenduto la vostra coscienza alle pretese spregiudicate del grande Moloch.