sabato 21 gennaio 2023

DEMOCRAZIA


C'è una Contea, oltre la Terra dei Bipedi, sventurata e senza speranza. È abitata soprattutto da ovini, di tutte le specie, capre, capretti, montoni, pecore, agnelli, che per comodità chiamiamo pecore, e potrebbero condurre una vita felice, in pace tra di loro e con i vicini, ma li soverchia una grande calamità: tutta la regione è infestata dai lupi, che possono identificarsi in due tipi diversi. Il primo tipo è composto dai lupi riconoscibili, famelici e assetati di sangue, sempre a tormentare le pecore al pascolo, ad azzannarle, a punzecchiarle per provocarne la morte. Al secondo tipo appartengono i lupi non riconoscibili, perché travestiti da pecore, ma perfino più voraci dei primi. Sono quelli che detengono, da più di cento anni, il comando della "democratica" Contea. Passano accordi segreti tra le due congreghe, così i primi vengono lasciati agire senza intralci, nei loro sporchi traffici, occupando alla luce del sole tutte le aree riservate al pascolo, sotto gli occhi dei responsabili i quali, sistematicamente, ignorano le segnalazioni delle pecore di continue, reiterate angherie. Non bisogna reprimere sistematicamente, su ogni angolo della Contea, gli atti criminosi, ma dare periodicamente l’illusione della loro decisa opposizione al male, senza far vedere che, invece, lo condividono pienamente.
Avviene così, circa ogni decina di anni, che i capi delle pecore si accordino con i lupi per consentire la cattura di qualche loro capo. Si ma non quelli veri, perché i veri capi di tutta questa organizzazione ultra-criminale, di un super-gruppo che controlla tutti gli altri, non sono riconoscibili, pochi sanno chi siano, si sa solo che, sotto le loro sembianze sono i super-lupi, spaventosi più degli orchi, dotati di poteri inauditi. Solo alcuni, tra i più anziani, conoscono la loro vera identità, ma non possono rivelarla. Sanno pure, perché gli è stato tramandato, che questo piccolo gruppo proviene da quelle pecore, di una razza particolare, che tantissimi anni fa sono state cacciate dalla loro contea e, da allora, trasformatisi in super-lupi, vivono per vendicarsi di tutte le altre razze, perseguendone la totale eliminazione e, per raggiungere questo obiettivo, non si fanno scrupoli ad allearsi con i loro naturali nemici. Odiano l’erba verde delle radure, i fiori di fieno e di erica, l’acqua fresca delle sorgenti.
Così quello che viene catturato è un lupo anziano, che non ha più neanche la forza di ululare, ma questo le pecore non lo sanno. A loro viene detto che, finalmente, grazie al grande senso del dovere dei capi, alla loro dedizione, alla smisurata vocazione verso la “cosa pubblica”, alla religiosa adorazione della “democrazia”, all’amore per le pecorelle e per merito (e questo è vero) del coraggio degli incaricati, l'organizzazione criminale dei lupi è stata finalmente sgominata, così le pecore possono continuare tranquille a brucare l’erba dei prati, anche se, grazie anche all’uso di concimi inebrianti e alle periodiche punture, non si rendono neanche conto che stanno ruminando larve di scarabeo stercorario di colore verde, con le quali gli hanno sostituito l’erba vera.











martedì 10 gennaio 2023

LA CHIESA CAPOVOLTA

 





Nel 390 il vescovo di Milano Ambrogio scrisse all’imperatore Teodosio, che si era macchiato del massacro di alcune migliaia di cittadini di Tessalonica, i quali avevano linciato il capo del presidio della città:
«Ti scrivo non per umiliarti, ma perché gli esempi dei re ti spingano a cancellare dal tuo regno questo peccato. Lo cancellerai umiliando la tua anima davanti a Dio. Non ho verso di te alcun motivo di ostilità, ho timore: non oso offrire il Sacrificio se tu pretendessi assistervi» In pratica gli nega l’Eucarestia. Qualche anno più tardi, facendone l’elogio funebre, disse:
«Sì, ho amato questo uomo che preferì ai suoi adulatori colui che lo riprendeva. Gettò a terra tutte le insegne delle dignità imperiali, pianse pubblicamente nella Chiesa il peccato nel quale lo si era perfidamente trascinato, e ne implorò il perdono con lacrime e gemiti. Semplici cortigiani si lasciano distogliere dalla vergogna, e un imperatore non ha arrossito di compiere la penitenza pubblica, e da allora in poi non un sol giorno passò per lui senza che avesse deplorato la sua mancanza». E stiamo parlando dell’Imperatore!
Ora invece è la Chiesa, nei suoi rappresentanti terreni, che si prostra davanti ai potenti , come il pampero che, con un movimento repentino ed atletico, si è gettato ai piedi, fino a baciargli le scarpe (di pelle… e vernice nera) di un capo di stato islamico, ma questo è solo un episodio di una realtà molto più estesa. O come i vescovi e i sacerdoti che distribuiscono l’Eucarestia ai capi di stato, come Biden, ostinato fautore di una legge che uccide, non migliaia di adulti colpevoli di assassinio, ma milioni di bambini innocenti ogni anno.
Oltre al continuato sacrilegio compiuto nella distribuzione dell’Eucarestia, come gettoni della macchinetta del caffè, per le sanificazioni, le penose esibizioni dell’infilaggio sotto le museruole, senza parlare poi della effettiva predisposizione della totalità dei presenti in chiesa, mentre ai confessionali non si vede mai nessuno… ora abbiamo il capo del governo italiano, quindi un personaggio pubblico, che, alla cerimonia pubblica dei funerali di un ex papa, riceve, per le mani di un sacerdote, l’Eucarestia. Fa niente se convive fuori dal matrimonio (ma tanto ormai la Chiesa non lo considera più un Sacramento…); fa niente se ha dichiarato di non voler abolire né modificare la legge 194, quella che consente l’aborto in Italia, ma di volerla applicare pienamente, in quanto se è vero che dal punto di vista giuridico l’ipotesi della responsabilità oggettiva risulta pretestuosa ed inapplicabile, così non è davanti a Dio.