martedì 17 luglio 2018

EPISODI MINIMI...

Ci sono fatti che mostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto la migrazione della religione Cattolica verso la religione “universalista” non sia in corso ma sia già un fatto compiuto, anche dalle mie parti, come altrove. Potrei riferire di comunioni “servite” da signore, non tanto “straordinarie”, in gonna con lo spacco e tacchi a spillo, come fossero caramelle ai bambini della colonia estiva, omelie dove si ridicolizza chi applica la pratica del digiuno o incontri con i giovani sul vangelo secondo De Andrè e molto altro ancora. Siamo nella nuova religione, solo che non dobbiamo rendercene conto, non bisogna manifestarlo, siamo tutti arrivati, più o meno inconsapevolmente, da parte di alcuni molto consapevolmente e opportunamente, al paese di Bengodi dove “stanno genti che niuna altra cosa fanno che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi”, dove sono buoni anche i cattivi, dove tutto è uguale, senza differenza tra bene e male, dove la luce scintillante del nuovo umanesimo digitale offusca l’inganno di essere nel paradiso in terra, prima della profanazione dell’albero della conoscenza. E’ il risultato dell’indottrinamento acritico, applicato alla religione, proprio come profetizzato da C. Lorentz. Chi potrebbe parlare non parla ! C’era più coraggio del proprio pensiero nella Germania comunista ! Ma non tutto fila liscio, qualcuno non ci sta e, semplicemente, pone domande. Ma le domande sono come frecce micidiali, mirate e diritte. L’unica via di scampo è schivare. I due episodi, di seguito riferiti, sono modi diversi per eludere domande, piccole ma troppo scomode, impertinenti e scorrette, da parte di “…guide cieche, che colano il moscerino e inghiottono il cammello”.
Ieri mattina, 16 lug 2018, in macchina, ascoltavo su Radio Maria la catechesi, in diretta, di Padre Livio. Tralascio ogni considerazione sulla attuale conduzione di questa radio, diffusa in tutto il mondo, di cui sono noti i meriti. Dico solo che ho scritto più volte a Padre Livio, che non si può certamente definire un progressista, senza avere mai risposta, sulla situazione attuale della Chiesa. In una delle sue digressioni, attorno alle 10.10, parlava della natura divina di Gesù, ovvio, della serie “...fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate” G. K. Chesterton. Dopo la catechesi, c’erano le telefonate degli ascoltatori. Si presentava un signore, dall’accento toscano, che in modo tranquillo e rispettoso, riprendeva l’argomento dicendo che, oggi, molti, anche religiosi, parlano di Gesù come fosse un profeta, senza mai professare la sua natura divina. Mentre poi si metteva ad argomentare sulle ragioni di questo fatto, tirando in ballo la Chiesa, furtivamente invocando il sostegno di padre Livio, improvvisamente cadeva, non la linea del telefono, ma la trasmissione. Per radio non si è sentito più nulla, solo i rumori delle interferenze di altre radio. Per circa due minuti vuoto di emissione. Poi, dopo una decina di minuti di musica sacra si ricominciava a sentire, a tratti, la voce del conduttore. Silenzio, poi ripristino del collegamento: Padre Livio dice che c’è stato un problema tecnico, lui parlava ma la sua voce non veniva trasmessa. Nessun accenno alla telefonata, solo una ripresa dei concetti già espressi, i saluti di rito e fine della trasmissione. Solo una fatale combinazione ? Non è la prima volta che mi capita, ascoltando Radio Maria… Chissà che cosa penserà Colei, a cui di certo non manca il coraggio, di cui si è autoproclamato “portavoce”. Padre Livio è un “potente” ma non “rovesciato” dal trono…

In un ospizio per signore anziane, delle mie parti, gestito da suore di un ordine religioso “cattolico romano”, dove mi reco spesso per una persona ivi ospitata, mi è capitato di vedere, affisso in ascensore, un cartello di auguri per le prossime ferie. Il cartello non è altro che una grande foto in cui non è difficile riconoscere il ponte di Mostar. Inquadrata dal grande arco del ponte (un abbraccio ?) la moschea islamica. Incuriosito, ma anche contrariato, chiedo alla suora addetta alla portineria di poter parlare con la Madre Superiora. Al suo diniego motivato dal fatto che “è difficile parlarci..è molto impegnata” e al classico “.. per che cos’era ?..” rispondo che avrei voluto chiederle il motivo di quella foto aggiungendo che mi sarei aspettato, da parte loro, un augurio più in linea con i contenuti della nostra Fede, un richiamo a simboli cattolici… Che cosa ci volete fare, appartengo ad una generazione dove, da bambino, i religiosi e le religiose erano soliti salutare con l’unica formula “sia lodato Gesù Cristo”.. La risposta della suora è stata schietta, chiara, inequivocabile, finalmente in linea con “il vostro parlare sia Si, Si, No, No”: “questa è casa nostra e facciamo quello che ci pare !”.

Intelligenti pauca… Claudio Gazzoli - 17.07.2018 - Monterubbiano (FM)