domenica 18 dicembre 2022

IL TABÙ DELLA VERITÀ

Da qualche tempo ho deciso di non entrare nei ristoranti dove tengono la televisione accesa, ma qualche giorno fa’ non ho potuto farne a meno perché avrei messo in difficoltà alcune persone che erano con me. Così mi è toccato sorbirmi 10 minuti di telegiornale, altrettanti di pubblicità e poi alcuni video di cantanti che pensavo ormai morti e sepolti. Sì, ma che tristezza vedere che non hanno il minimo pudore a fare espressioni, movenze che pure quando erano nel fiore dell’età apparivano patetiche. Però ho potuto sapere che c’è in corso un campionato mondiale di calcio di cui ignoravo pure dove si svolgesse e, quando ho pensato “ma che c’entra!” ho considerato che lì scorrono fiumi di dollari per un “gioco” nel quale mi dicono che un calciatore francese guadagna 100 milioni di euro all’anno e solo per saper dare quattro calci ad una palla di plastica. Un buon motivo per starne alla larga… Dopo l’iniziale sbigottimento in cui mi sono sentito osservato come un Neanderthal con la pelle d’orso e la clava, «come non lo sapevi ?!!... », «no, non lo sapevo», «ma allora non guardi la televisione e non leggi i giornali !», «ehhm, no, non guardo la televisione e non leggo i giornali», «mai seguito il calcio in vita tua ?!», «certo, ho scelto persino di fare l’università nella città della mia squadra del cuore...», «ma allora ?»…. non me la sono sentita di proseguire anche perché non avrebbero capito, ma mi è venuto in mente Qoelet: “un tempo per demolire e un tempo per costruire” e Sant’Agostino: “solo le pietre e gli imbecilli non cambiano mai”.

Ho cercato di non guardarla ma non ho potuto non ascoltarla perché il volume era molto alto e non potevo neanche fare come in chiesa, quando non voglio sentire l’omelia, dove ho imparato a tapparmi gli orecchi e a fare piccole pressioni con le mani per sovrastare gli altoparlanti. Ho provato ad estraniarmi dalle solite discussioni sul calcio, diventato ormai il collante della comunicazione tra persone che, altrimenti, non avrebbero niente da dirsi. Altro che la “seconda navigazione” auspicata da Platone, qui il vento della trivialità soffia costantemente sulle vele spiegate della nave di questa crociera verso il nulla. Ho pensato, ascoltando le parole e alcune immagini della pubblicità e delle canzoni, quale sconfinato oceano ha attraversato l’uomo da quando ero bambino. Il mio era il mondo delle inibizioni, dei tabù, del peccato e tutto ciò aveva un senso se, come sostiene lo stesso Claude Levi Strauss, uno dei padri della moderna antropologia, è grazie ai tabù, in particolare quello dell’incesto, che l’uomo è passato dal “puro stato di natura” alla società umana. Ora tutti i tabù sono stati cancellati, anzi, sono diventati il loro esatto contrario, le licenze, le trasgressioni sulle quali è fondata la nostra epoca, la cultura e persino l’economia. Ma è proprio così? In fondo l’uomo dei tabù non può fare a meno, proprio perché hanno costituito la molla che lo ha affrancato dallo stato animalesco; se vogliamo, per noi credenti, la leva con la quale è risalito dallo stato post Peccato Originale alle prime società organizzate, il riparo subito cercato da Adamo ed Eva per cercare di coprirsi le parti nude, diventate subito imbarazzanti. Non è difficile individuare, per chi ha conservato un barlume di consapevolezza, in questi ultimi tre anni, questo nuovo, gigantesco, innominabile tabù, che consiste nel veto assoluto sul discutere di quello che loro chiamano “vaccino” e di tutte le sue implicazioni sanitarie, politiche, morali, religiose.

Ora, nella società che ha liquidato tutti i tabù originari, emerge enorme, spaventoso, vischioso, contagioso, regressivo, annientatore, soggiogante, ipnotizzate, demoniaco, il tabù della verità.





giovedì 17 novembre 2022

Lettera al vescovo di Novara in merito alla sua disposizione di eliminare le celebrazioni in rito tradizionale di Domodossola e Vocogno.

 



A sua Eccellenza Reverendissima,
Mons. Franco Giulio Brambilla,
Vescovo di Novara
Via Puccini, 11, 28100 Novara.

Eccellenza Reverendissima,
Le scrivo in merito al Suo comunicato del 1 Novembre, in particolar modo riguardo alla Sua disposizione di eliminare le celebrazioni in rito tradizionale di Domodossola e Vocogno, pregandola di rivedere la Sua decisione. Insieme a mia moglie, non potendo partecipare direttamente alla celebrazione della Santa Messa in quanto viviamo ad una distanza di circa 800 km da Vocogno, ascoltiamo ogni domenica l’omelia di don Alberto Secci. Quando possiamo andiamo all’unica messa in rito tridentino delle mie parti, ad un'ora di auto. Pertanto le mie considerazioni hanno un riferimento di ordine generale in merito alla “persecuzione” che la Vera Messa sta avendo in questo tempo infausto.

“Quando possiamo” andiamo a rinfrancarci, mentre le altre domeniche assistiamo alla “mensa”, nella consapevolezza che la partecipazione alla messa “novus ordo” rappresenta per noi l’opportunità di offrire il sacrificio che facciamo ad assistervi.
Lei richiede a questi sacerdoti che "si impegnino a prendersi cura affinché i fedeli partecipino al rito celebrato secondo il Missale Romanum (1962) non con uno spirito alternativo alla forma attuale della Messa romana". Ora, fuori dall'ipocrisia, come posso io non partecipare alla Vera Messa con uno spirito alternativo rispetto alla "forma attuale della messa romana" ? Sarebbe come se, avendo l'opportunità di assistere ad un concerto di Vladimir Horovitz, ci andassi con lo stesso spirito del saggio dei bambini del primo anno di pianoforte.
Ma, eccellenza, che cosa vuole che scegliamo tra un bicchiere di vino purissimo, direttamente dai grappoli delle colline di Galilea, lievitato nei tini di legno di cedro, dai fermenti dell’aria soave dei luoghi che videro il miracolo di Cana, trasformato nel sangue preziosissimo del Sacrificio, e un vinello artefatto, prodotto con le “cartine”, con l’aggiunta di aromi sintetici ed eccipienti velenosi, indecorosamente presentato in faccia al popolo ? Con che cosa vuole che ci dissetiamo se non con l’acqua cristallina delle sorgenti del Giordano, piuttosto che bere acqua inquinata dalle gaiezze sguaiate delle pizzate organizzate nelle vostre chiese, appestata dalle benedizioni dispensate a profusione a coppie sodomite e depravate, dissacrata da balli sconci e squallide canzonette, ammorbata dalle inoculazioni organizzate persino il Sabato Santo, corrotta da una “liturgia” rivolta esclusivamente al popolo invece che a Dio, falsificata dalla soppressione del senso del peccato, profanata dai molteplici sacrilegi verso le Sacre Specie, contaminata, in questi ultimi tre anni, da un profluvio di museruole indossate pure dai celebranti, persino nel momento elevatissimo della Consacrazione ? Vogliamo tornare alla sorgente, costi quello che costi, perché siamo certi che solo lì possiamo trovare Gesù che ci aspetta.
Siamo chiamati, indegnamente, a partecipare al Santo Sacrificio e, nella nostra piccolezza, a collaborare alla instaurazione del Regno di Cristo sulla Terra, come vuole che ci sentiamo quali invitati alla cena di confuse suggestioni protestanti ?
Siamo certi di essere nel giusto a pretenderlo ( e voi lo sapete molto bene…) perché il santo papa San Pio V ce lo ammonisce: nella bolla Quo Primum Tempore (14 luglio 1570), con la quale si promulgò la riforma di questo rito, scrisse, al cap. XII:
«Nessuno dunque, e in nessun modo, si permetta con temerario ardimento di violare e trasgredire questo Nostro documento: facoltà, statuto, ordinamento, mandato, precetto, concessione, indulto, dichiarazione, volontà, decreto e inibizione. Che se qualcuno avrà l'audacia di attentarvi, sappia che incorrerà nell'indignazione di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.». Pertanto questa messa non può essere né vietata né limitata.
No, eccellenza, chiamato a decidere se stare con Gesù, nella persecuzione e nella consapevolezza della mia miseria o con Lutero, tra le gaiezze del mondo nell'illusione della salvezza senza riserve, scelgo ovviamente il Signore, a qualsiasi costo.

In conclusione, La prego di fare un passo indietro, e lasciare a don Stefano e a don Alberto la cura delle anime nei luoghi dove hanno servito il Signore fino ad oggi.
Le conseguenze, se così non fosse, sarebbero disastrose.
Le ricordo che se anche solo un’anima si disperdesse e si allontanasse dalla Fede cattolica, Lei dovrà risponderne davanti a Nostro Signore.

Claudio Gazzoli – Monterubbiano (FM)










sabato 12 novembre 2022

PULITI FUORI, SPORCHI DENTRO (LO SAPO' DE NA OTA)

 




Con quali prodotti si facevano le pulizie di casa, quelle dei panni e quelle personali prima del “progresso”…?
I miei ricordi, negli anni cinquanta, sono molto chiari perché il modo di prepararli e di usarli colpivano la mia immaginazione di bambino. Mia nonna, in campagna, usava la liscivia, per le lenzuola e altri panni bianchi, ottenuta con la cenere e l’acqua bollente. Ricordo poi una grande “callara” dove si facevano bollire tutti gli scarti del maiale, assieme alla soda, per ottenere il sapone, per lavare i panni e per l’igiene personale. Solo all’inizio degli anni sessanta, arrivò la “varichina”, portata da venditori ambulanti. Cenere, soda e sapone hanno costituito, per secoli, gli unici mezzi utilizzati per la pulizia. Oggi, entrando in uno di questi negozi sfavillanti di articoli per la casa, si rimane folgorati dalla varietà di colori, forme, sigle, applicazioni. In uno di questi, grandissimo, dalle parti di Ascoli, ho stimato in circa 3000 le diverse varietà di confezioni sugli scaffali. Una disponibilità in rapporto di 1 a 1000 rispetto ad una volta. Siamo mille volte più puliti ? Noooh, siamo 1000 volte più sporchi; siamo sporchi dei componenti che ci mettono per prepararli, quasi tutti derivati dal petrolio; siamo sporchi delle persuasioni che ci hanno inculcato per acquistarli; siamo sporchi dei benefici che ci procurano, del tempo che ci restituiscono perché li abbiamo dirottati dal sacrificio, sempre gradito a Dio, al godimento verso noi stessi; siamo sporchi delle bellezze effimere e grottesche che ci dispensano, solo apparentemente risplendenti, mentre ci crogioliamo dentro le bruttezze ripugnanti, calviniste, massoniche e anticristiche della modernità.




venerdì 16 settembre 2022

ERA SEMPRE MEIO

 




Certo, ci sono le grandi questioni, la guerra, il covid, l'invasione, la sostituzione etnica, la corruzione, l’energia… ma basta un fatto piccolo, banale, esemplare di una infinità di altri fatti piccoli ma importanti per ognuno di noi, per mostrare il totale disfacimento dello Stato, assente ma presente solo a sé stesso, in cui ormai regna sovrano l’Apparato di una burocrazia crassa, autoreferenziale e comunque funzionale al mantenimento di un potere che passa sopra sistematicamente alle nostre aspirazioni, ai nostri pensieri, alle nostre individuali, ma dell’individuo se ne fregano altamente, sensibilità. Che passa sopra, nientemeno, ma è la prassi, alle stesse leggi che lo Stato stesso si da.
Queste due fotografie non sono la stessa fotografia ripetuta, la prima è del settembre 2021, la seconda del settembre 2022 e riguardano il muro in cemento che fa da parapetto ad una scala che molti ragazzi della nuova scuola media Ugo Betti di Fermo percorrono ogni giorno. Lo scorso anno scrissi alla preside segnalando la presenza di chiodi nel muro, che non erano stati tolti dall’impresa prima della consegna della scuola. Lei mi rispose, ringraziandomi per la segnalazione, che avrebbe provveduto ad avvisare il comune di Fermo per la loro eliminazione. Chissà forse stanno ancora espletando le formalità della gara d’appalto… Ho conosciuto qualche anno fa’... (era sempre meio quanno era meio…..) almeno un paio di presidi lodevoli (su circa 20, il 10% un'aliquota strepitosa) che avrebbero immediatamente incaricato il bidello più volenteroso (e comunque ce n’erano…) che, con un paio di tenaglie, avrebbe in 5 minuti risolto il problema.

Claudio Gazzoli




AGGIORNAMENTO del 19 gennaio 2023
Oggi, andando a prendere mia figlia a scuola ho potuto constatare, con somma meraviglia, che i chiodi sono stati tolti. Un anno e tre mesi...












giovedì 15 settembre 2022

PENSIERI LIBERI 5

 





LA LORO REGINA
Come mai tutte queste lodi sperticate, da parte dei vertici della Chiesa e poi di tutti i gradi del suo esercito sgangherato, passando per padre Livio fino ai parroci, nei confronti della regina Elisabetta II?
Domenica mattina sono rimasto sorpreso, anzi stupito, quando don Marino a Monterinaldo ha ricordato nella preghiera, durante la messa, la regina Elisabetta e mi dicono che padre Livio di Radio Maria ha fatto un panegirico sui meriti di questa esemplare Cristiana. Ovviamente tutti a rimorchio di Bergoglio. Senza tenere minimamente conto, ma non mi meraviglia, che si tratta del capo di una religione eretica, apostata, scismatica che ha procurato danni enormi non solo nel suo paese ma all’umanità intera. Senza tenere minimamente conto che quella religione, che con la religione Cattolica ha in comune solo alcuni riferimenti storiografici, ha costituito le basi della deriva agnostica della nostra società modificando alla radice il nostro rapporto con Dio, relegato ad un ruolo di figurante nel teatrino osceno del mondo che hanno confezionato. Ha contribuito in modo determinante alla degenerazione della morale individuale e collettiva cancellando ogni riferimento, in piena adesione ai disegni degli incappucciati. Padre Livio che elogia questa “esemplare Cristiana” che dice di ispirarsi a Gesù in ogni suo pensiero/azione (quale Gesù ???...), non sottolinea che ciò non è giovato affatto al suo popolo e a tutti i popoli del mondo, travolti dalle dissolutezze che proprio da lì sono venute, in tutti i campi, dalla musica all’uso delle droghe, dal femminismo radicale alla “rivoluzione sessuale”, dalla definizione stessa di "famiglia" all’azzeramento della differenza tra bene e male.
Ho seguito per qualche tempo, in auto, Radio Maria, nelle catechesi serali, poi mi sono reso conto che costituisce, nonostante le straripanti apparenze, uno strumento funzionale al sistema di distruzione della Chiesa Cattolica, anzi, credo che sia stata fondata proprio con lo scopo di aiutare a traghettare il popolo di Dio, se vogliamo la parte più umile e indifesa, verso le paludi di un Ecumenismo dissolutore della Vera Origine della nostra Religione.



COME LE IENE
Chissà se la Regina Elisabetta era a conoscenza dell’incontro organizzato sul suo panfilo privato, il Britannia, il 2 giugno 1992, tra l’alta finanza londinese e americana e i rappresentanti dello Stato con il gota della finanza italiana, da Ciampi a Draghi passando, per la Bonino e udite udite!! Beppe Grillo (chissà cosa ci facevano ?.... ma adesso lo abbiamo capito quale fosse il loro ruolo) ? Domanda oziosa ovviamente perché quell’incontro, proprio dalla Regina Elisabetta e dal suo “entourage” era stato organizzato. Lo scopo era quello di “presentare” ai possibili investitori le privatizzazioni italiane e la prolusione la fece nientemeno ché Mario Draghi, poi incaricato di gestire la svendita. L’impostura per l’Italia si può dire tripla:
1. Come le iene attorno alla carcassa di un elefante i grandi investitori internazionali hanno potuto acquistare a prezzi stracciati i gioielli del patrimonio dello Stato, dall’alimentare alla telefonia, dai trasporti alle assicurazioni.
2. Hanno pagato in dollari o sterline con un notevole ulteriore “sconto” perché subito dopo la non casuale svalutazione della Lira del 30%.
3. La terza fregatura è dovuta al fatto che l’ingresso nell’euro, che avrebbe dovuto portare “enormi benefici” all’Italia, ha provocato invece una svalutazione di quasi il 50% del nostro potere di acquisto vanificando gli incassi delle cosiddette privatizzazioni, circa 130 miliardi di euro, che nel frattempo si erano volatilizzati nel vulcano del debito pubblico italiano. Così ci siamo ritrovati senza capitali e senza soldi.
Gli Inglesi hanno da sempre avuto una predilezione vampiresca per il nostro paese, in particolare, nell’ottocento, per il Marsala e le bellezze della Sicilia, fin da quando hanno aiutato, in modo decisivo, il brigante dalla camicia rossa a conquistare tutto il Sud assieme ai suoi tesori, che al Sud appartenevano, per andare ad evitare la bancarotta dei savoiardi. Non sono riusciti a renderci formalmente loro coloni, come hanno fatto con l'India, il Kenia..., ma lo hanno fatto praticamente, coadiuvati dai loro cugini americani, costringendoci ad aumentare in modo colossale il nostro debito pubblico, per renderci a loro assoggettati, ora pure con la benedizione del pampero adoratore di pachamame, di padre Livio e dei sacerdoti sentimentali ed ingenui. Ma l'ingenuità per un consacrato non è giustificata, perché saper discernere il male dovrebbe essere il suo principale carisma.
No, non pregherò per Elisabetta II, anche perché è probabile che sia del tutto inutile.



IL GRANDE MOLOCH DELLA TELEVISIONE
Il mio colloquio di stamattina con una impiegata di banca, ammetto di essere stato un tantino provocatorio…:
no, non è necessaria la mascherina, ma se vuoi puoi metterla…. “ “allora la metto, per proteggere te…, visto che sono uno di quei criminali no vax” “ma l’hai preso il covid ?” “io no ma mia moglie e mia figlia si” “anche io l’ho preso e pure mio marito ma, per fortuna, noi siamo vaccinati con la terza dose e quindi non abbiamo avuto conseguenze…” “ma scusa, il vaccino non dovrebbe evitare la malattia ?” “vedo che sei poco informato, il vaccino serve ad alleviare gli effetti della malattia !” “ahaaa, io ho fatto il vaiolo e non ho preso il vaiolo, ho fatto il Sabin e non ho preso la poliomelite… alleviare gli effetti della malattia…, e com' è che negli ospedali la maggior parte dei ricoverati per covid sono vaccinati alla terza/quarta dose e alcuni di loro sono morti ?”. Un’espressione di ghiaccio traspare dal suo volto, tra l’indignato e il terrorizzato e poi “allora facciamo questa operazione….”.



CHE COSA HANNO COMBINATO !
Occorre dedicarci un po' di tempo, ma dobbiamo essere PIENAMENTE consapevoli di dove ci stanno portando. Chiesa e Postconcilio pubblica il terzo intervento di José A. Ureta, un intellettuale cileno cattolico, su Desiderio Desideravi (un nome un programma...), la lettera apostolica del giugno di quest'anno sulla Liturgia.
Da sottolineare il fatto che, come indica la stessa Maria Guarini di Chiesa e Postconcilio:
"A tutto ciò si aggiunga che Desiderio Desideravi non contiene da nessuna parte espressioni come "transustanziazione", "presenza reale" o formulazioni analoghe che indichino che «il nutrimento Eucaristico contiene, come tutti sanno, «veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue insieme con l’Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo»... Se è per questo anche la Sacrosanctum Concilium è priva degli stessi riferimenti."
Sacrosantum Concilium è la costituzione apostolica sulla liturgia del CVII, che si rifà a Mediator Dei Enciclica di papa Pio XII.
Ora mentre Mediator Dei parla di Immolazione Incruenta e di Transustanzazione, la costituzione del concilio non ne parla, con buona pace di chi ancora sostiene che la messa Novus Ordo è stata emanata in violazione dei dettami del Concilio.
No, c'è un EVIDENTE piano di protestantizzazione della Chiesa e quindi di azzeramento del Cattolicesimo portato avanti ININTERROTTAMENTE dal Concilio Vaticano II fino ad oggi.





Ci siamo. Dal messaggio della Madonna a don Stefano Gobbi, 31 dicembre 1992:"

- Il quarto segno è l'orribile sacrilegio, compiuto da colui che si oppone a Cristo, cioè dall'Anticristo. Entrerà nel tempio santo di Dio e siederà sul suo trono, facendosi adorare lui stesso come Dio. "Costui verrà a mettersi contro tutto ciò che gli uomini adorano e chiamano Dio. Il malvagio verrà con la potenza di Satana, con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi. Userà ogni genere di inganno maligno per fare del male". (2 Ts. 2, 4-9). "Un giorno vedrete nel luogo santo colui che commette l'orribile sacrilegio. Il profeta Daniele ne ha parlato. Chi legge cerchi di comprendere". (Mt. 24, 15). Figli prediletti, per capire in che cosa consiste questo orribile sacrilegio, leggete quanto viene predetto dal profeta Daniele. "Va, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine.
Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi continueranno ad agire empiamente. Nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le comprenderanno. Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni". (Dn. 12, 9-12).
La Santa Messa è il sacrificio quotidiano, l'oblazione pura che viene offerta al Signore in ogni parte, dal sorgere al tramonto del sole. Il sacrificio della Messa rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena, cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l'orribile sacrilegio compiuto dall'anticristo, la cui durata sarà di circa tre anni e mezzo, cioè di milleduecentonovanta giorni."




I NUOVI MOSTRI
I “grandi”, quelli che col passare degli anni rimangono comunque “grandi”, ci facevano dei giochi crudeli e sadici nelle serate estive alla luce della luna. Ci raccontavano storie di mostri, deformi e ripugnanti, ai quali piaceva frequentare i cimiteri di notte, quando c’era la luna piena. Si nutrivano del sangue dei bambini, ma non andavano tanto per il sottile, ti squartavano e ti divoravano. Poi ci sfidavano a fare il giro del cimitero, entrando da un lato ed uscendo dalla parte opposta. Non ci cascavo perché percepivo che era il frutto della loro fantasia ed avevo la certezza che quei mangiabambini non esistevano nel mondo reale. Non avrei mai potuto immaginare che quegli orchi, molto più efferati, reali anche se travestiti ed irriconoscibili, avrebbero conquistato il mondo e si sarebbero nutriti del sangue dei bambini, anche se in modo, solo apparentemente, figurato.
La prospettiva che ci aspetta dopo il 25 settembre è sconcertante, possiamo solo tentare di difenderci mantenendo la nostra consapevolezza. Tra tutte le efferatezze che porteranno a compimento, con il premuroso consenso della stragrande maggioranza dei preti, delle suore, dei frati, delle monache e dei monaci, che hanno barattato DIO con IDeOlogia, e di tutta la popolazione soggiogata con i giochini dell’immenso baraccone della modernità, quella del cosiddetto “gender” è la più sconcertante, perché, tra l’altro, basata su una MENZOGNA colossale. È la più CRIMINALE perché coinvolge una moltitudine di bambini inconsapevoli che diventeranno l’olocausto sull’altare dei sacrifici umani che “loro”, i nuovi comunisti, hanno allestito in ossequio al moloch ribelle che sembra avere la meglio addirittura sullo stesso Lucifero. Per poter essere più efficaci, dalla più tenera età, anticiperanno l'obbligo scolastico fin dalla scuola materna. I due “inventori”, si fa per dire, di questa sanguinaria ideologia, gli americani John Money e Alfred Kinsey hanno iniziato i loro esperimenti su due bambini gemelli. A distanza di più di quarant’anni uno dei due è morto di overdose e l’altro si è suicidato.



LA PARTECIPAZIONE DEL PAPA, CARDINALI E VESCOVI AD UN RITO DI STREGONERIA IN CANADA
Ne abbiamo combinate tante, da bambini, allora. Per pareti la campagna, per soffitto il cielo, nel giallo spietato dei nostri pomeriggi assolati. Ma se per caso il sacerdote mi avesse visto mentre facevo, assieme ai miei compagni di giochi, un inchino ad una di quelle robacce che ci costruivamo da soli, con vecchi arnesi arrugginiti, qualche pallina di vetro, una pietra dalle forme strane, magari una lucertola rinsecchita, mi avrebbe preso a calci fino a lasciarmi il segno. Poi quando tornavo a casa, mia madre me le avrebbe date di santa ragione. Avrei passato il resto del pomeriggio accovacciato nel sottoscala, poi quando tornava mio padre me le avrebbe ridate con la cintura di cuoio.
Ora invece sono loro i preti, i vescovi, i cardinali e anche più su che fanno gli inchini e le deferenze a queste robacce qua. Verrebbe la voglia di prendere una cintura di cuoio, farli denudare e frustarli fino a fargli dire “nohhh…. non lo faccio più!




IL BIGLIETTO DA VISITA DEL NUOVO PRESIDENTE CEI
Non è solo l’atto in sé, gravissimo, la prima volta in una chiesa italiana e, guarda caso, proprio nella diocesi dell’attuale presidente della CEI (Cloaca Eretici Italiani), tanto grave da sfidare apertamente il progetto di Dio, quasi a volersi sostituire a Lui perché l’uomo post illuminista si ritiene più capace di Lui. L’aspetto più sconcertante, come ho già detto altre volte e non finirò mai di dire, è quello dello SCANDALO. Lo SCANDALO dato ai giovani di quella parrocchia, di quella diocesi e, con la velocità delle notizie di oggi, di tutto il mondo; il messaggio che quella non è solo una possibilità, diciamo corporea, ma una forma d’amore che la Chiesa non solo accoglie (anche se il Catechismo della Chiesa Cattolica dice al punt0 2357 che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati»), ma addirittura benedice, in pompa magna con una concelebrazione in una delle chiese più belle della diocesi di Bologna. Sappiamo tutti come gli adolescenti, soprattutto oggi, siano fragili perché frastornati da un mondo che li tira da tutte le parti, che li ammalia con infinite stramberie; questa “possibilità” caldeggiata dalla Chiesa può contribuire alla loro perversione fisica, relazionale, spirituale, a far entrare la loro vita in un tunnel spaventoso. E sappiamo che cosa Gesù pensa di chi da SCANDALO.

N.B.
ovvio che pure il Catechismo si è evoluto ed ha assunto una "posizione" più malleabile...
Sono stato formato sul Catechismo Maggiore di San Pio X:
966  D.     Quali sono i peccati che si dicono gridare vendetta nel cospetto di Dio?
R.    I peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio sono quattro: 1.° omicidio volontario; 2.° peccato impuro contro l'ordine della natura; 3.° oppressione dei poveri; 4.° fraudare la mercede agli operai.




Un altro sacerdote normale, da Chiesa e Postconcilio, ma vuoi mettere in jeans e felpa così vicini alla gggente.... così lontani da Nostro Signore:
La TALARE
La talare è il simbolo di consacrazione a Gesù Cristo. La talare è un segno di consacrazione a Dio. Il tuo colore nero è segno di lutto. Il prete è morto per il mondo, perché tutto ciò che è mondano non lo attrae più. E' ornata da 33 bottoni davanti, che rappresenta l'età di Nostro Signore. Ci sono 5 bottoni sulle maniche che rappresentano le 5 piaghe di Nostro Signore. Possiede anche 2 tappi laterali che simboleggiano l'umanità e la divinità di nostro Signore. Il prete la indossa con una cintura in vita, simbolo della castità. Alcune possiedono altri 7 bottoni sulla parte superiore del braccio, simboleggiando i 7 sacramenti, con i quali il prete santifica corrobora e conforta i fedeli.
La talare è anche un santo rimedio contro la vanità. Mentre un uomo normale ha bisogno di trascorrere del tempo davanti al suo guardaroba o a uno specchio per controllare se questa giacca si abbina a quella maglietta o se il colore della cravatta è adatto, il prete indossa la sua talare e basta. Non c'è bisogno di chiedere "cosa indosserò oggi?". I tuoi vestiti sono uno?. Ecco perché è anche simbolo di fedeltà e costanza. Nei battezzati, il prete usa la talare Se è un matrimonio: talare ! Se è un compleanno: talare ! E se fosse un funerale? Talare. Nella gioia e nella tristezza, in salute e in malattia... è sempre la stessa cosa. E non poteva essere diverso, poiché il prete è il rappresentante di nostro Signore Gesù Cristo che è lo stesso: ieri, OGGI e SEMPRE!! (Don Franco Pagano)


IL VELO E LA MUSERUOLA
La messa della domenica mattina alla Chiesa della Madonna del Pianto a Fermo, dove, invece di consolarLa, facciamo del tutto per offrirLe nuove occasioni di pianto. Una quarantina i presenti, tutti con la museruola, tranne noi due, mia moglie ed io e una signora seduta in fondo come noi. Notavo che la “museruola”, per le signore, ha sostituito il velo. Indossare il velo è un atto di sottomissione a Cristo, come spiega San Paolo in 1 Cor 11,10, di rispetto per il luogo sacro, e, in un Santuario Mariano, di riverenza alla Signora Padrona di casa. La museruola è simbolo inconsapevole, ma non scagionante, della sottomissione all’uomo, impecoramento disciplinato dietro al grande caprone, metafora della sconcertante omertà imperante.








lunedì 5 settembre 2022

QUANDO LA PEZZA È PEGGIO DEL BUCO

 




A leggere il comunicato della Diocesi di Fermo, in merito alle “esequie” celebrate a Civitanova il 23 agosto per una persona appartenente alla massoneria, si rimane sconcertati, perché dire di questi qua che sono eretici ed apostati significa fargli un complimento, sono parole troppo grosse… Infatti sono primariamente sprovveduti. Mi chiedo infatti se per ogni funerale il parroco deve chiedere il consenso del vescovo o se, come in questo caso, il vescovo è stato avvisato perché comunque c’era qualche sospetto. E qualche sospetto c’era non a causa del manifesto, ma perché questo signore non aveva mai nascosto la sua appartenenza, quale “maestro venerabile” della loggia n. 738 del grande oriente di Fermo. Ma eccellenza, sarebbe bastata una telefonata per avere conferma, visto che i registri della massoneria sono pubblici…, che si trattava della massima carica di quella loggia fermana… e poi a lei glielo avrebbero detto !
Ma la ciliegina sulla torta, va bbè non la torta di mele della nonna…, sta sul commento apparso sul sito della diocesi, dove si legge “Mons Arcivescovo, da pastore, ha inteso usare misericordia affidando al giudizio di Dio il defunto, il resto sono solo polemiche spicciole.” Se la cantano e se la suonano a casa loro. Ormai la “misericordia” (hanno almeno il pudore di usare la m minuscola) è diventata l’antidoto di tutti i veleni, la panacea di tutti i mali. Ma la ciliegina è il ritornello “il resto sono polemiche spicciole” (ma il resto de che...?) che si incontra così spesso ultimamente. Così se il presidente della Pontificia Accademia per la Vita dichiara, in diretta televisiva, che “l’aborto è un pilastro della nostra società”, se il cardinale di Bologna approva la concelebrazione per una coppia omo fatta in una chiesa della sua diocesi, se il papa partecipa, assieme a vescovi e cardinali, ad un rito di stregoneria, se la Chiesa chiede perdono per crimini mai commessi solo per ubbidire al mondo, e non mi dilungo oltre, quando si prova a biasimare, behh, mmhhh... “sono solo polemiche spicciole” !

P.S.
Faccio notare, sul sito della diocesi, la striscia di presentazione in alto, dove uno si aspetterebbe di trovare un'immagine sacra, magari l'Assunta co-patrona della città di Fermo, invece la protagonista indiscussa è la mascherina (o museruola...); sacerdoti, concelebranti, chierici, fedeli, tutti accomunati da questo indumento ormai indispensabile in chiesa, nonostante non sia più obbligatorio fuori. Quindi non più il velo per le donne, la pianeta per i sacerdoti, la cotta per i chierici, l'acqua santiera, le bellissime rappresentazioni dell'arte sacra di cui la nostra diocesi è dotata, ma la universale, assoluta, esaltata, venerata, adorata mascherina.
Ma probrio no ié passa gnientatro pe' l'anima...??! 🤨

https://www.fermodiocesi.it/it/Archivio_Notizie_dalla_Diocesi/art/6519-comunicato-dell-arcivescovo/






martedì 16 agosto 2022

DOVE LA CHIESA FIORISCE

 


La testimonianza di mia moglie Miria, pubblicata da Aldo Maria Valli il 16 luglio 2022.

Testimonianza / Ecco dove la Chiesa fiorisce. E perché

di Miria Ciucci



Ormai da diversi anni ci definiamo cattolici erranti, come pecore senza pastore in cerca di scampoli di Chiesa viva e vera. E dobbiamo essere grati al Signore che, in questa landa spesso desolata, non ci ha lasciati mai troppo tempo senza incontrare qualche luce e qualche piccola oasi che rinfranchi il cuore. Occorre tener desto il desiderio e investire tempo e spesso macinare parecchi chilometri. E così quattro anni fa, si direbbe quasi per caso, ma piuttosto direi per una di quelle che una nostra amica monaca chiama “Dio-incidenze”, siamo approdati a un corso di esercizi spirituali guidati da un sacerdote mai sentito nominare. Ma il tema degli esercizi, “I Novissimi”, ormai completamente sparito da omelie, catechesi e meditazioni, faceva sperare di poter trovare un pastore ancora degno di tale nome. Nello spazio di condivisione finale mio marito disse: “Faccio volentieri trecento chilometri per incontrare un prete normale”. Già, un prete normale, ed è lui stesso a dire, a chi lo definisce speciale, che non fa altro che proporre quello che la Chiesa ha sempre indicato, ma che purtroppo non propone più, se non in qualche oasi sperduta, come appunto Staggia Senese. Mai sentita nominare prima di questa circostanza questa località che non è neanche un comune, ma una frazione di poco più di duemila abitanti. Ma questo è il metodo del Signore, che sceglie sempre ciò che non è degno di nota, anche in luoghi come Betlemme e Nazaret, per manifestare la Sua gloria.
E cosa è mai accaduto in questo luogo? È arrivato un sacerdote che, iniziando col riunire un gruppo di quattro giovani, si ritrova oggi a guidare una comunità viva dove sono presenti anche giovani famiglie che non hanno paura di mettere al mondo dei figli e, udite udite, nascono anche vocazioni alla vita consacrata. Il segreto di tutto questo non sembra essere qualche sbalorditiva trovata pastorale, ma sano nutrimento con la Parola di Dio ed il Catechismo della Chiesa cattolica, con conferenze per conoscere le nostri radici cristiane e mettere in guardia dalle derive che oggi infestano la nostra realtà, con una scuola parentale per proteggere i più piccoli dall’azione di indottrinamento che ormai è lo scopo principale della scuola di Stato. Aria da respirare a pieni polmoni, per cui da tutta Italia molti partecipano agli esercizi spirituali proposti e accompagnano i loro figli al campo-scuola estivo.
Finalmente quest’anno siamo riusciti anche noi a far partecipare nostra figlia al campo-scuola guidato da don Stefano, anche forzando un po’ la mano perché a tredici anni ormai le proposte dei genitori si accolgono con reticenza, per non parlare della fede che si cerca di trasmettere e che a quell’età viene messa in discussione. Ormai da tempo la nostra piccola, che a cinque-sei anni, con entusiasmo, partecipava al rosario in parrocchia, guidando anche la recita di una posta, andava a messa malvolentieri e rifiutava la proposta di approfondire il catechismo con me per supplire a quello piuttosto banale proposto dalla parrocchia, incentrato sui temi più disparati come amicizia, adolescenza, solidarietà e molto poco su Gesù Cristo e la Sua Chiesa, e ci giudicava strani, quando non pazzi e comunque sempre esagerati. L’abbiamo accompagnata in questo luogo meraviglioso in mezzo al bosco, lasciandola, imbronciata e diffidente, tra una quarantina di ragazzini e ragazzine che non conosceva, con la promessa che se non le fosse piaciuto non ci sarebbe tornata più. In una chiesa di un paesino poco distante ho acceso una candela davanti alla statua della Madonna affidando a Lei questa esperienza. Da una parte eravamo certi che il suo cuore potesse essere raggiunto, ma dall’altra la sua resistenza sembrava così forte da non lasciare spazio a troppe certezze sull’esito.
L’esito, devo dire, è stato migliore di ogni più rosea aspettativa. D’altronde come in tutte le cose che fa il Signore. Se all’andata non vedeva l’ora di venir via, quando è arrivato il momento di ripartire non è stato facile convincerla a salutare e andare. Come non ricordare le parole del salmo 125? “Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni”. Se le opere si giudicano dai frutti, come giustamente ci indica Gesù, questa è inequivocabilmente opera Sua. Don Stefano è uno strumento, come tutti gli animatori ed aiutanti che mettono a disposizione il loro tempo per supportarlo. L’impressione che ho avuto riprendendo mia figlia e sentendola raccontare questa esperienza è quella di uno sconvolgimento, un mutamento soprattutto di giudizio, dato dall’incontro con qualcosa di nuovo e affascinante che non aveva messo in conto. Il sentimento più evidente che ha manifestato è la meraviglia. “Mamma, tutta un’altra cosa”. Che cosa? “Praticamente tutto”. “Don Stefano è un sacerdote che crede veramente”: evidentemente quelli incontrati sulla sua strada finora non le avevano trasmesso questa certezza della fede. “Quanto è bello stare tra cristiani”: evidentemente non aveva fatto mai esperienza di comunità cristiana. E a noi genitori, prima scartati come pazzi, si è aperta la possibilità di una revisione del giudizio, perché forse l’esperienza che più l’ha toccata è stata quella di sentirsi a casa, di non sentirsi strana.
La nostra società ormai è talmente scristianizzata che chi prova a proporre davvero la fede si sente un extraterrestre. Normale, visto che Gesù stesso ci ha detto “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Gv 15,18-19). Il problema è che questo accade anche dentro le realtà ecclesiali, spesso pervase e corrotte dal pensiero del mondo, in nome dell’inclusione e della misericordia che si traduce nel non distinguere più il bene dal male per non offendere la sensibilità di qualcuno. È la Chiesa liquida, figlia della società liquida dalla quale non vuole sentirsi odiata. Questo processo però mi fa ricordare un passo della Scrittura: “Come pecore sono avviate agli Inferi, sarà loro pastore la morte” (Salmo 49). Se non si distingue il bene dal male, l’uomo, naturalmente inclinato al male, si farà trascinare inevitabilmente verso il basso.
Il campo-scuola, una full immersion di soli cinque giorni, ma evidentemente intensi, ha aiutato nostra figlia a maturare un giudizio sulla sostanza delle cose, o meglio, a distinguere ciò che ha sostanza da ciò che non ne ha, ciò che ha sapore da ciò che non ne ha. Inaspettatamente al ritorno è stata disponibile a riprendere l’approfondimento del catechismo, non come un peso, come gli appariva le poche volte che ero riuscita a proporglielo, ma con interesse e partecipazione. E non è stata l’esperienza giocosa che molti possono immaginare ad entusiasmarla. Ci ha raccontato la giornata: due ore di gruppo studio la mattina e due ore il pomeriggio. Ragazzini dagli undici ai tredici anni. Se quanto proposto non fosse stato ricco di sostanza sarebbero fuggiti a gambe levate. E poi mi ha colpito un’altra cosa del suo racconto: “Nel tempo libero Don Stefano era spesso presente e potevamo fargli delle domande o parlare”, per cui anche il tempo libero che poteva essere dedicato al gioco veniva magari impiegato ad approfondire qualcosa. E, meraviglia delle meraviglie, il momento più bello? Quello del silenzio. Mezz’ora di silenzio per la riflessione personale ogni giorno. Ce li vedete i ragazzini undici-tredici anni? No, perché nessuno li prende sul serio e nessuno gli propone qualcosa di interessante. È il segno della vittoria sul mondo della nostra fede.
Allora io ho un suggerimento per le alte cariche della Chiesa: smettete di inventare strategie pastorali (ho visto addirittura che sono proposti dei master di pastorale!) e di rincorrere il mondo per allargare le fila dei fedeli che puntualmente invece si riducono. Dice sempre mio marito che qualunque azienda con un minimo di spirito di sopravvivenza di fronte agli evidenti risultati fallimentari di questo metodo avrebbe cambiato strategia. Guardate dove crescono i frutti e proponete Gesù, la Sua Parola e la dottrina di sempre della Sua Chiesa e la vedrete fiorire come a Staggia, dove non è stato seminato altro che questo, e da tutta Italia ce ne andiamo a nutrire. E dove fiorisce la Chiesa si incontra Gesù e il nostro cuore e quello di ogni uomo della terra, che ricerca Lui, in Lui trova pace.









venerdì 12 agosto 2022

LASCIATE STARE I SANTI

 

Carducci, Boudelaire e Manzoni


Il 15 luglio, a Lapedona, vicino a Fermo, durante la festa del patrono, nel corso della processione e poi in chiesa, si intonava l’Inno a San Quirico. Credo che si intoni ancora oggi, ma le feste patronali dei nostri paesi hanno completamente perduto l’antico fervore, oltreché il vero significato. Composto intorno gli anni ’30 del novecento, su una base musicale ripresa dall’Inno a Sant’Antonio di Padova, è formato da cinque quartine di endecasillabi dei quali riporto i primi due versi dell’ultima strofa:
Sacri a te salgano le preci e i voti
Dall’alma schiera dei tuoi devoti.
Tutta la poesia è tecnicamente ineccepibile e rivela la maestria e la preparazione del suo compositore, al quale il verso in rima baciata veniva molto bene. Per questo doveva certamente sapere che, per il primo verso dell’ultima strofa, stava facendo la citazione dell’ultima strofa dell’Inno a Satana di G. Carducci:
Sacri a te salgano
Gl'incensi e i voti!
Hai vinto il Geova
De i sacerdoti.
Così una moltitudine di fedeli, da quasi un secolo, intona, senza saperlo, parte di una poesia che Carducci ha composto in una notte, in odio verso la Chiesa Cattolica, in onore e, dico io, su ispirazione del suo grande protettore. Lo dice Carducci stesso in una lettera al Filopanti: «..l’anima mia, dopo anni parecchi di ricerche e di dubbi e di esperimenti penosi, aveva alla fine ritrovato il suo verbo; e “Verbum caro factum est”». Poi, in altra occasione, precisava: «non è mia intensione combattere il cristianesimo, bensì la Chiesa come entità storica, avida di potere, nemica del progresso e timorosa della libertà di pensiero». Come dice Pietro Gibellini in “Giosuè Carducci Tutte le poesie – Newton Compton”: «Il demonio celebrato nelle balzellanti quartine è il principio stesso dell’essere, inteso come idea MASSONICO-POSITIVISTA... La bellezza della natura, lo sguardo di una donna, le gioie dell’amore e i piaceri del convito, gli ardimenti dell’animo e della mente, l’ispirazione poetica, tutto è ricondotto a Satana».
Non vi sono dubbi che il filo conduttore di quasi tutti gli scrittori della seconda metà dell’Ottocento fosse l’appartenenza alla Massoneria. Sei anni prima di questa composizione, nel 1857, un grande poeta francese, Charles Boudelaire, pure lui FRAMASSONE, pubblicava le Litanie di Satana, di cui riporto la “preghiera” finale:
Gloria e lode a te, Satana, nell’alto
dei Cieli, ove regnasti, e nel profondo
dell’Inferno, ove, vinto, sogni in silenzio!
Fa’ che un giorno la mia anima riposi accanto a te
sotto l’Albero della Scienza, quando sulla tua fronte,
come nuovo Tempio, si spanderanno i rami!.
Quando ci dicono, primariamente a scuola, che la nostra letteratura, ma più in generale la nostra cultura moderna, è figlia dei fermenti “positivi” e romantici dei primi dell’Ottocento che, “finalmente” hanno dato una spallata alla vecchia concezione della vita che la Chiesa aveva inculcato per secoli, tarpando le ali alle “magnifiche sorti e progressive”, dobbiamo ricordare che tutto quello che ha portato alla situazione odierna è stato sistematicamente, oscuramente, implacabilmente pilotato dalla MASSONERIA. E pure per il “padre” della nostra letteratura moderna, della evoluzione della lingua, Alessandro Manzoni, FRAMASSONE anche lui, vale quanto affermato da B. Croce, chiaramente insospettabile,  nel 1941: «Alessandro Manzoni, ricco dei più velenosi succhi dell'illuminismo francese, non vede nel Cattolicesimo se non un umanitarismo sociale con dei riti da godere più che da approfondire…». Sembra scritta per la Chiesa di oggi e, infatti, proprio qui occorreva arrivare.
Ma allora perché inserire, in un inno innocuo del patrono di un paesino irrilevante, un verso il cui senso doveva per forza passare quasi del tutto ignorato ? Per attuare una strategia di lungo periodo che, in tre secoli, gradualmente, impercettibilmente ci ha portato nella landa desolata, ricoperta di cenere, in cui siamo ora, con una tecnica che, come altre volte ho detto, può essere chiamata “drogaggio”. Il drogaggio è il metodo che ha praticamente dato avvio all’elettronica dei semiconduttori e consiste nell’inserire particelle infinitesimali di elementi estranei, ad esempio arsenico, su una base di un materiale molto comune, silicio, mutandone in modo significativo le proprietà elettriche. Esso può essere diretto o esplicito oppure indiretto o subdolo, contaminante e in quest'ultima modalità è stato utilizzato nell'inno. Se si prendono, uno per uno, i documenti del Concilio VII, si può constatare quanto questa tecnica è stata utilizzata in modo diretto, ora possiamo dire, con successo. Se prendiamo, ad esempio, la Costituzione Apostolica NOSTRA AETATE, su di un tessuto certamente in linea rispetto alla tradizione della Chiesa, pur trattando un argomento delicato, ad un certo punto si legge, a proposito del rapporto con tutte le altre religioni: «La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è VERO E SANTO in queste religioni». Ecco l’elemento estraneo, l’arsenico, introdotto per modificare in modo sostanziale la Dottrina millenaria della Chiesa.
L'introduzione di questi elementi estranei ha prodotto un avvelenamento lento del nostro sentire il rapporto con Dio, facendo via via cadere le pecore nel precipizio, come il gregge del pastore Oak, del bellissimo “Via dalla Pazza Folla” di Thomas Hardy.






mercoledì 3 agosto 2022

LO ZELO TEMPESTIVO DEL VESCOVO DI FERMO

 



Un episodio di cronaca locale sollecita il vescovo di Fermo ad emettere un comunicato per far osservare un minuto di silenzio, in sostituzione dell’omelia, durante la messa di domenica. Si tratta di un episodio di violenza individuale che viene, al solito, utilizzato per panegirici di carattere generale. Pertanto un popolo reso completamente remissivo fino all’autodistruzione, che accetta tutto sulla propria pelle, dalla sostituzione etnica alla demolizione totale del proprio passato, dalla omologazione più triviale alla normalizzazione di depravazioni distruttive, fino all’autocommiserazione, fino alla inoculazione coatta, viene trattato, per fini di sporca ideologia, come la più vile delle genie.
Ora a parte il fatto che sarebbe opportuno che tutte le omelie di ogni domenica venissero sostituite dal silenzio, perché il Vangelo trasmette ad ognuno molto di più delle sciatterie che siamo costretti ad ascoltare, io mi chiedo e vorrei chiedere a sua eccellenza, se solo ne avessi la possibilità, perché mai un analogo silenzio non viene adottato per gli italiani che subiscono la medesima sorte, per le chiese che vengono profanate, distrutte, incendiate, per i milioni di esseri umani uccisi, ogni anno, prima di nascere, per le migliaia di cristiani che, ogni anno, vengono massacrati (solo in Nigeria 4.650 l’anno scorso, il 78% dei fedeli ammazzati in tutto il mondo), per la sistematica, costante demolizione della famiglia, così come l’ha voluta Nostro Signore, di cui il festival di Monte Urano costituisce una vicina manifestazione, per lo scandalo delle carnevalate che, nel mese di giugno, molestano le nostre città, per la partecipazione deferente del papa di Santa Romana Chiesa e di una decina di cardinali e vescovi ad un rito di stregoneria, con tanto di evocazione degli “spiriti”, per la manifesta violazione del primo dei Comandamenti di Dio e la conseguente, prevedibile ricaduta su tutto il suo popolo, esattamente come già avvenuto con l'adorazione della pachamama sulla tomba dell'Apostolo ?


P.S. ho postato questo commento sul portale della Diocesi di Fermo, lunedì scorso, ma, ovviamente, non è stato pubblicato. Strano perché loro sono aperti a tutte le "aperture", a tutte le "inclusioni", loro sono "non divisivi".







domenica 31 luglio 2022

LETTERA APERTA AL VESCOVO DI FERMO

Da un'intervista di CRONACHE FERMANE al vescovo di Fermo mons. Rocco Pennacchio sul "FESTIVAL TRANS-FEMMINISTA" di Monte Urano.


La frase finale dell’intervista pubblicata su “Cronache Fermane” è una sintesi del pensiero di don Rocco Pennacchio, come vuole essere chiamato, perché, come il suo diretto superiore, la neo-chiesa rifiuta i titoli che, si badi bene, non sono dei cliché messi lì tanto per abbellimento, ma la designazione di un ruolo che Gesù stesso ha attribuito ai pastori:
«Il FemFest potrebbe aiutarci a prendere coscienza di una realtà che va rapidamente cambiando e che, se non cerchiamo di conoscerla, andrà comunque avanti per la sua strada. Mi dispiacerebbe che questa strada non incrociasse la vita delle nostre comunità cristiane».
No don Rocco, a me non interessa “incrociare” la strada di chi si pone volontariamente fuori dal cammino che Gesù e i padri della Chiesa ci hanno indicato. E non mi interessa neanche conoscere i “dettagli” di questa stramberia. Quello che io voglio, pecora smarrita in questa desolata gola lunare, è che il mio pastore sappia condurre me e le altre pecore fuori dalle secche riarse di erbe velenose, verso pascoli sicuri, di solo trifoglio, in cui nutrire le nostre anime affamate e disorientate. Quello che io mi aspetto da lei è che sia fedele alla promessa fatta durante il rito di consacrazione episcopale, pur nella nuova formulazione di Paolo VI:
«Vuoi custodire puro e integro il deposito della fede, secondo la tradizione che nella Chiesa si è conservata costante e universale fin dai tempi degli apostoli?». E poi «Vuoi dunque, fratello carissimo, adempiere fino alla morte il ministero che a noi è stato trasmesso dagli apostoli, e che noi oggi per mezzo dell’imposizione delle mani trasmettiamo a te con il dono dello Spirito Santo?».
Se lei e tutti quelli come lei non ve la sentite di “adempiere fino alla morte al ministero trasmesso dagli apostoli”, perché ritenete più pressante il mandato della modernità, perché avete paura, non di morire, non se ne parla, ma di fare brutta figura, andatevene dalla Chiesa di Nostro Signore, fondatevi una vostra congrega affiliata a tutte le inclinazioni depravate che si “incrociano” nelle gallerie sotterranee che non vogliamo frequentare.     Claudio Gazzoli











martedì 12 luglio 2022

IL PAPA CHE CI MERITIAMO


Pubblico un mio commento e relative repliche al post di Marco Tosatti che ha avuto il record di commenti, quasi tutti in linea con l'ipotesi che Benedetto XVI sia il vero papa e altre amenità di questo tenore. Il post riguarda la lettera di una suora che si definisce Suor Geltrude.
https://www.marcotosatti.com/2022/07/11/suor-gertrude-se-benedetto-davvero-fu-impedito-allora-il-conclave/


CLAUDIO GAZZOLI

Eppure se non ci fosse non avremmo capito… avremmo continuato apaticamente a vivere la nostra fede piccola piccola in una Chiesa sempre più subordinata, indulgente, umana, tollerante, afona. Ha rimescolato la patina secca del letame depositato da oltre cinquant’anni facendo venir fuori un puzzo insopportabile. Tra le ceneri di una catastrofica esplosione vulcanica spiccano i colori dei fiori. È stato grazie a lui che ho riscoperto la grandezza infinita della Vera Messa contro le sciatterie di quella nuova, il rigore cristallino dei Comandamenti di Dio, la linearità genuina del Catechismo, quello vero, la indispensabile deferenza verso la Tradizione della Chiesa, la inevitabilità della talare, l’importanza della Comunione dei Santi, la ineluttabilità del giudizio di Dio.
I fautori della nullità del conclave che ha eletto questa “sciagura” possono avere tutte le ragioni del mondo ma nulla può cambiare, nella forma e nella sostanza, fino a quando non ci sarà una dichiarazione ufficiale, che può venire solo dai cardinali, su come sono effettivamente andate le cose, tale da considerare nulla quella elezione.
Bergoglio è papa con il nome di Francesco I, con buona pace di chi crede che il vero papa sia l’altro che, per certi versi, è stato peggiore di questo. Non è papa solo per un gruppo di intellettuali che pensano di essere loro a decidere le sorti della Chiesa. Conosco persone di grande fede e umiltà, pure di cuore come chiede Gesù, che non hanno mai letto Michael Crichton o Agatha Christie, che, pur avendo la percezione che “qualcosa non va”, offrono i loro sacrifici e le loro preghiere per il bene della Chiesa, senza minimamente porsi il problema di chi sia il papa vero.
È il papa che ci meritiamo, per la nostra tracotanza, per la vanagloria di sentirci migliori di Dio, per la pretesa di fare a meno dell’anima, per la nostra grettezza nel credere che possiamo modificare le regole che Dio ci ha dato, perché abbiamo accettato, senza fiatare, con pigrizia e, a volte, con tornaconto, con l’illusione di autogiustificarci, la rivoluzione degli ultimi 60 anni, perché non abbiamo fatto nulla quando hanno sconvolto le nostre chiese demolendo i meravigliosi altari, distruggendo le balaustre, perché abbiamo accettato svogliatamente, di assistere a liturgie, omelie, di atei marxisti, pederasti, depravati di ogni perversione, ipocriti, protestanti, idolatri, bestemmiatori, sacrileghi, profanatori. È il papa che ci aiuta a capire da che parte stare, se con il comandante della nave, ubriaco assieme a tutto il suo equipaggio, che oltraggia sistematicamente il codice della navigazione e che comunque siamo tenuti a riconoscere come tale perché non spetta a noi rimpiazzarlo, o con l’Armatore. È il papa che scuote fino alle midolla la nostra tiepidezza, l’assuefazione con la Chiesa mite e buonista degli ultimi 60 anni, di cui BXVI è stato il paladino con la sua distanza abissale tra il dire e il fare, per gli equilibrismi tra modernismo e tradizione, per l’ambiguità di certe aperture, per il suo indecisionismo, per aver rinunciato proprio mentre il nemico minacciava gli ultimi bastioni, per non aver fatto, prima delle proprie dimissioni, comunque inopportune, nomine che avrebbero potuto arginare il fiume in piena dei nemici interni ed esterni. È il papa che ci costringe, non per analogia ma per contrapposizione, a prenderci sulle spalle un infinitesimo del peso di quella croce, costi quello che costi, su quella salita che, prima o poi, anche la Chiesa avrebbe dovuto percorrere.


  • ANDREA CIONCI

    Fantastica, questa me la segno. Il papa persecutore che per contrasto ci riporta alla vera fede. Però è papa a tutti gli effetti. Vada sulla tomba di San Bernardo di Chiaravalle, e gli dica: “San Bernardo mio, ti sei sbattuto inutilmente contro antipapa Anacleto II e antipapa Vittore IV: erano veri papi che riconducevano per contrasto i cattolici alla vera fede”. Grazie grazie grazie.

  • BERENICE

    Grazie Claudio. E’ paradossale ma è così.
    Il Signore sapeva che avevamo bisogno di una cura-urto per la nostra Fede tiepida, e ha permesso questa situazione aberrante per costringerci a cercare la Verità eterna che non soggiace al PANTA-REI, e risvegliare in noi la fiammella vacillante della Fede, spenta e mortificata dalle deviazioni di 60 anni di Dottrina annacquata e morale degradata.
    Colpe dei pastori, colpe del gregge: nessuno è immune, il Signore le misura, cura le ferite e va incontro a chi lo cerca, non a chi si crea idoli consolatori e vane chimere per riempire il suo silenzio, che ci mette a dura prova di fedeltà, come oro nel crogiolo, come servi che attendono il ritorno del Padrone coi “fianchi cinti e le lucerne accese”, qualunque cosa accada.
    Grazie per aver acutamente colto questa realtà soprannaturale dietro il tumulto scenografico e transeunte degli eventi in corso, epilogo drammatico della stagione ANTROPOCENTRICA della Chiesa, avviata dalla sventurata adesione allo SPIRITO DEL MONDO, che l’ha gettata nella caducità come tutte le cose del mondo.




venerdì 24 giugno 2022

LA VERA MESSA - 2







Concordo con quanti sostengono che il Motu Proprio Summorum Pontificum del 2007 di papa Benedetto XVI, assieme ai vari Indulti che lo hanno preceduto, sia stata una pezza assolutamente insufficiente a colmare la voragine provocata dalla adozione della nuova messa da parte di papa Paolo VI, predisposta da una commissione di cui facevano parte almeno cinque teologi protestanti, capeggiata da mons. Annibale Bugnini in forte odore....... di massoneria. Promulgata allo scopo, neanche sottaciuto, di blandire i protestanti in vista di una ipotizzabile riunificazione. Infatti loro non si sono mossi di un dito dalle loro posizioni eretiche, mentre la Chiesa vi è progressivamente confluita nell’ecumenismo a senso unico.
Partecipo, qualche domenica, alla Vera Messa organizzata a Tolentino da parte della confraternita dei Sacconi, devo dire in modo impeccabile e con grande decoro; ma è come se facessi qualcosa di nascosto e non è il nascondimento della persecuzione ma quello dell’aspirazione, legittima per carità, di avere qualcosa che gli altri non hanno, qualcosa di individuale che non tocca l'appartenenza all'intera cristianità. Mi capita di sentirmi come un indiano in una riserva. Non intendo la mia personale gratificazione, imparagonabile a quella evanescente della messa-mensa. È come se cercassi il luogo giusto per non soffrire, per non correre il rischio di vanificare la mia partecipazione con continue critiche, un luogo per evitare di mettermi alla prova. Ho l’impressione che la inevitabile eccezionalità del contesto, e non parlo della messa in sé ma dell’evento, gli tolga quella naturalezza che lo rende unico. E non voglio neanche accennare alla “stranezza” delle persone che vi si incontrano, al clima a volte ai limiti del fanatismo, innaturale....proprio a confermare quello che dico.
Io credo, ma questo è testimoniato da varie rivelazioni, che Gesù ci va ugualmente nelle sacre specie, ma con riluttanza. Voglio dire che mentre nella Vera Messa tutto concorre alla “riproposizione incruenta del Sacrificio”, la liturgia in primis, i paramenti, il silenzio, il decoro, l’ornamento, le parole del messale, la forma della Lettura e del Vangelo che ne fanno prima di tutto preghiere altissime; nella messa-mensa molta parte del contorno, disadorno, desacralizzato, terreno, sembra invece indulgere al Sacrificio in modo cruento. E allora mi chiedo se non dovrei convertire la mia irritazione in sofferenza che partecipa alla contrarietà di Gesù.
Una, due, venti Messe Vere fanno una, due, venti. Tutte le chiese del mondo che celebrano la Vera Messa ne fanno un evento infinito.
È quella l’unica strada, non ce n’è un’altra, se vogliamo, come gli ebrei nel deserto, riconquistare la benevolenza di Dio.





martedì 21 giugno 2022

LA TRIMURTI VATICANA

 



Dopo il francobollo dedicato a Lutero, la moneta dedicata alla Pachamama, con la moneta dedicata al vaccino, il Vaticano ha completato la sua TRIMURTI, ovvero la Trinità alla rovescia.
Ora l'Insediamento... è ultimato.






martedì 14 giugno 2022

ARSENICO E VECCHI MERLETTI

 




Bergoglio ai sacerdoti siciliani, qualche giorno fa:
“A volte portare qualche merletto della nonna va bene, ma a volte. È per fare un omaggio alla nonna, no?”
Solo che non è per fare un omaggio alla nonna... Mi viene in mente il film “Arsenico e vecchi merletti” con Cary Grant, infatti è proprio una battuta all’arsenico… Nel film due anziane zitelle aiutano i loro inquilini a lasciare la vita con il "sorriso sulle labbra" offrendo loro del vino di sambuco corretto con un miscuglio di veleni, come il miscuglio di veleni addolcito con il quale questa Chiesa accompagna una moltitudine di anime all'inferno.
Chi ha la resistenza di leggere la seconda parte dell’Esodo e tutto il Levitico si rende conto che queste parole sono almeno insensate. In questa parte della Bibbia Dio istruisce un popolo di nomadi ignoranti su come allestire la Tenda che doveva contenere l’Arca dell’Alleanza, su come compiere i sacrifici, con una dovizia di particolari che può sembrare esagerata ma che riflette in ogni parola la precisa volontà di Dio che non ha cambiato preferenze per seguire tutte le inclinazioni dell’uomo “moderno”:

Esodo 28
«[2]Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, che esprimano gloria e maestà. [3]Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore. [4]Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l'efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. [5]Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso.»
Il manto
«[31]Farai il manto dell'efod, tutto di porpora viola [32]con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza, che non si lacera. [33]Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro: [34]un sonaglio d'oro e una melagrana, un sonaglio d'oro e una melagrana intorno all'orlo del manto. [35]Esso rivestirà Aronne nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà; così non morirà.»

Come la vole la Liturgia Bergoglio ? magari con il prete celebrante (o presidente dell’assemblea) in jeans strappati e maglietta attillata, molto attillata…, tatuaggi a colori, piercing a ciondoli, che arriva in bicicletta all’altare, pardon alla mensa, con un intermezzo di tango accompagnato dalla sua chitarra e l’ostia portata dal drone mentre i boveri fedeli, si fa per dire, desinano gustando le pizze sulle tavole appositamente imbandite, togliendosi ovviamente la museruola, con l’assistenza alla mensa di due lesbiche che si scambiano sguardi di “pace”, mentre fa da sfondo una povera donna crocifissa in un tripudio di luci multicolori...




venerdì 10 giugno 2022

MOVIMENTI FAVORITI E CONFUSI

 




Molti anni fa…, nel periodo in cui lavoravo a Roma, una domenica mattina andai a trovare alcuni miei amici di queste parti che si trovavano in un grande albergo sull’Aurelia per un convegno di RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO, di cui facevano parte. Arrivai la mattina verso le 9.30 quando erano già tutti riuniti nella grande sala convegni dell’albergo che poteva contenere almeno 2000 persone. La sala, a forma di anfiteatro era affollata e, per fortuna, loro si trovavano dietro, nel punto più elevato. Confesso che il mio stato d’animo era di malcelato scetticismo, ammetto pertanto di esserne stato condizionato. Comunque la cosa durò circa tre ore tra orazioni, testimonianze”, così le chiamano, canti mai ascoltati prima, sotto la guida di alcuni frati e mi stavo davvero annoiando. Poi ad un certo punto si è fatto un lungo silenzio e, mentre mi chiedevo il motivo, ho cominciato a sentire degli strani rumori, simili a mormorii di cui non riuscivo a percepire neanche una parola comprensibile. Uno che mi era abbastanza vicino emetteva dei lamenti simili ai vagiti di un neonato. Poi quello che era cominciato in modo sporadico, a poco a poco, prendeva tutti i presenti, tranne i miei amici che si guardavano bene dal partecipare in mia presenza… Non si può descrivere quello che può essere il risultato di duemila persone che emettono, ciascuno, suoni confusi. Mi sono sentito profondamente a disagio, anche perché il lato comico non riusciva ad avere la meglio su quello paradossale e, rivolto ai miei amici, ho chiesto: “ma che stanno a fa’ !?” “schhhhhh, è lo Spirito Santo che parla attraverso di loro!”. Ricordo di aver risposto “aaahhhhh....”, mentre pensavo che erano tutti fuori di testa. Ora so che quel “caos” prefigurava quello che avrebbe sconvolto la Chiesa a partire proprio da quegli anni, favorito da una frammentazione voluta perché funzionale.
La nascita e lo sviluppo dei movimenti non sarebbero stati possibili prima del CVII. In altri tempi i “fondatori” dei movimenti stessi non avrebbero superato la prima indagine della Santa Inquisizione e alcuni di loro avrebbero alimentato la curiosità morbosa degli astanti di Piazza Campo dei Fiori. Ma servivano al progetto di distruzione della Chiesa, frammentare e dissolvere, dunque sono stati appoggiati, con l’abbaglio che potevano servire ad avvicinare molte persone alla fede. Ora che lo scopo è stato raggiunto devono rientrare nel percorso di normalizzazione, pertanto vengono commissariati.