venerdì 25 maggio 2018

LA "PREVENZIONE" DI STATO


Ho provato ad intervenire nel dibattito seguito alla caduta del tetto dell'Istituto Tecnico "Montani" di Fermo e ai successivi provvedimenti degli Enti proprietari di altri edifici scolastici. E' molto problematico, per un  cittadino qualunque, diffondere critiche circostanziate al sistema. Solo il sistema, di cui ovviamente fa parte la stampa lautamente finanziata dal sistema stesso,  può fingere, dall'interno, di fare critiche con il solo scopo di "lasciare tutto com'è".

Ho insegnato per 4 anni nella scuola in cui è caduta una parte del tetto a Fermo. Quell’edificio scolastico, come molti altri, era stato concepito, come convento di frati. Le aule erano dormitori e hanno mantenuto quasi del tutto la struttura, l’acustica, la vivibilità, di trecento anni fa’. Ambienti ridicoli e obsoleti se confrontati con quelli che le aziende virtuose mettono a disposizione per la formazione dei loro dipendenti. Ora l'ente proprietario ha deciso di chiudere diverse altre scuole, a 2 settimane dalla fine dell'anno scolastico, sottoponendo studenti e genitori a notevoli disagi.
Mi chiedo se la sicurezza oggettiva degli altri edifici sia legata, in qualche modo, magari per “simpatia” o risonanza, a quell’evento o se tali frequenti accadimenti destino, in modo repentino e apprensivo, l’interesse di chi dovrebbe invece vigilare costantemente e, in una parola, prevenire.
La parola “PREVENZIONE” è citata ben 195 volte nelle 925 pagine del Decreto 81/2008 edizione giugno 2016. Si tratta della legge di riferimento riguardante la sicurezza del lavoro che trova applicazione anche nelle attività scolastiche, in considerazione del fatto che sono, comunque, attività lavorative in ambienti considerati, a tutti gli effetti, ambienti di lavoro. Senza entrare in considerazioni di tipo giuridico sull’applicabilità o meno dei requisiti del Decreto agli edifici scolastici, mi preme fare le seguenti considerazioni. Lo Stato obbliga i cittadini al rispetto di una legge che pone la prevenzione al primo posto delle attività che devono essere messe in atto per eliminare il rischio di incidenti o di conseguenze per la salute dei “lavoratori” e quindi "cittadini". Pertanto il principio della prevenzione e della sistematica, oggettiva “analisi del rischio”, che ne costituisce il presupposto, è assunto in modo forte da parte dello Stato quale valore primario per la tutela della sicurezza, in qualsiasi campo. Non dovrebbe quindi essere l’amministrazione Statale, per prima, a dare il buon esempio? Adottare sistematicamente il criterio di intervenire solo a seguito del verificarsi di eventi calamitosi è esattamente il contrario dei principi che lo Stato si è dato, sia, in modo diretto, con leggi specifiche, sia, in modo indiretto, ma molto più autorevole, con la stessa Costituzione. Sarebbe come se un datore di lavoro, denunciato per non avere rispettato gli obblighi di legge, dichiarasse al giudice di provvedere all’analisi del rischio e alla messa in sicurezza delle attrezzature vetuste solo dopo il verificarsi di un incidente grave.. ovvio che si prenderebbe una condanna, senza la minima possibilità di addurre neanche ragioni di tipo economico. LA PREVENZIONE ALL'ITALIANA! Tutto ciò vale anche, ovviamente, per gli eventi sismici o quelli legati al dissesto idrogeologico, la gestione delle strade ed altri. Senza entrare troppo nel merito basterebbe, per esempio, prendersi la carta sismica italiana dell’Istituto Italiano di Geofisica (Istituzione dello Stato e da esso sovvenzionata) o la tabella allegata alle norme tecniche sulle costruzioni, per capire, decidere, programmare, nelle aree a maggiore rischio, gli interventi più urgenti in tema di terremoto, prima che esso “fatalmente” arrivi. Se si fosse adottato tale principio di PREVENZIONE, si sarebbero potute risparmiare tante vite umane.. L’applicazione sistematica del principio di prevenzione può essere un circolo virtuoso anche dal punto di vista della crescita economica di questo sventurato paese. Ma occorrono politiche serie di medio/lungo periodo, non politiche di rattoppo di guai di natura strutturale. Non basta sostituire una finestra rotta, qui è tutto l’edificio che sta crollando mentre, in cantina, si fa baldoria! Bisognerebbe cambiare completamente la cultura dello Stato.
Passare dal particolare al generale, dalla improvvisazione alla preparazione, dal populismo alla responsabilità, dalla farsa al decoro, dall’imprevidenza alla prevenzione sistematica, dallo sfacelo di politiche di parte alla salvaguardia di principi comuni di ordine superiore, da criteri discrezionali a criteri oggettivi, dalla esaltazione alla saggezza.

martedì 8 maggio 2018

I SOCIAL MEDIA E LA MESCHINA DIFFUSIONE DELL'ANONIMATO


Una delle peculiarità dei nostri tempi è la diffusa tendenza, favorita dai social media, all’anonimato. Moltitudini di frequentatori della rete usano inviare mail, commenti, in forma anonima utilizzando uno pseudonimo o il solo nome. A me, che in un sito molto seguito, quello del vaticanista Marco Tosatti, facevo constatare questa pratica, è stato fatto notare che anche il nome e cognome può essere anonimo in quanto omonimo di molti altri. Quando poi ho risposto inviando il mio nome, cognome, indirizzo e codice fiscale sono arrivate le faccette di derisione. Ovvio, persino meschino, col paravento dell’anonimato tutto è concesso.
Ma la cosa interessante è che alcuni prelati del Vaticano usano lo pseudonimo per poter dire la loro sulla situazione, a dir poco paradossale, della Chiesa Cattolica. Forse hanno paura di essere lapidati come San Paolo a Listri ? Forse hanno paura del martirio ? O forse hanno solo paura di perdere la carica !?
Ad uno di questi anonimi, sedicente Pezzo Grosso, evidentemente della Curia Romana, ho inviato un commento, dopo il suo intervento, sulla situazione politica italiana in parallelo con quella della Chiesa, al seguente link:


........anche se esistessero (come esistono) soluzioni evidenti e reali, queste saranno negate e non si permetterà neppure che vengano messe alla prova. L’Italia deve morire, per far vivere altre nazioni. Purtroppo maturo sempre più la cognizione che il nostro paese è stato tradito. Come i fumi di satana sono stati scoperti in Vaticano (da un Papa) e non essendo state risolte le cause, oggi l’incendio non è più controllabile, così i fumi del tradimento e della incapacità continuano a trionfare nel nostro paese da tempo, e si apprestano a produrre anch’essi una catastrofe”

PEZZO GROSSO


L’analogia può andare oltre, Sig. Pezzo Grosso. La lotta ideologica che sta devastando la Chiesa è la medesima che, da decenni, sta facendo morire questo sventurato paese. Non quella chiara e inequivocabile di una volta ma questa, strisciante e subdola, nascosta e “anonima”. “… Di fronte a tanta vergogna un solo rimedio penso ci possa essere, che i capaci e gli onesti scendano alla tutela dello Stato….(Cicerone, Processo contro Verre). Ma i capaci e gli onesti, che pure ci sono, anche nella pubblica amministrazione, sono costretti, loro malgrado, ad un anonimato imposto da chi, incapace e immeritevole, senza rischiare nulla, anzi, impunemente auto deresponsabilizzandosi, si prende la scena per vanagloria, nella millanteria più licenziosa, solo con l’unico scopo di farsi una montagna di “cavoli” propri. Sono personaggi noti, è vero, ma inutili anzi, nocivi, devastanti. Lei invece, Sig. Pezzo Grosso, è un anonimo volontario, pertanto non giustificato, anche perché non rischia “niente” di quello che conta veramente agli occhi di Dio. Quello che lei scrive conta zero, mille anonimi contano zero perché quando diciamo "SI, SI, NO, NO…", per essere coraggio e quindi dare suoi frutti, dobbiamo metterci la faccia, anche per omaggio a Colui che ci ha messo pure la vita.

Claudio Gazzoli – Monterubbiano


.... ovviamente nessun commento o risposta... , gli anonimi non esistono !