giovedì 3 ottobre 2024

UN MONDO FINITO...

Hanno disinnamorato i giovani a questo paese, fin dall’infanzia, nell’indottrinamento della scuola e dei media, alla nostra storia, alla nostra cultura millenaria, alle nostre vere tradizioni, alla nostra nativa identità romano-cristiana.
Come avevano fatto, negli anni post-unitari del cosiddetto Risorgimento, in modo solo apparentemente più violento, usando, in tutto il sud, le fucilazioni, le deportazioni di massa, le prigionie in campi di concentramento iperaffollati, lo sradicamento di intere comunità dai luoghi d’origine, lo smembramento delle famiglie, la violenza fisica sulle donne, la distruzione con il fuoco di interi paesi, la confisca delle terre, l’azzeramento di secoli di pratiche agricole, artigianali, di relazioni, di costumi, di usanze, di senso di appartenenza. Quello che alcuni storici, non allineati, pochi per la verità, non esistano a chiamare genocidio.
Così, negli ultimi anni dell’ottocento fino ai primi del novecento milioni di uomini, donne, bambini hanno lasciato le loro terre per recarsi in luoghi sconosciuti dove non li avrebbero accolti a braccia aperte, ospitati, accuditi, curati, sussidiati e riveriti.
Ora usano modi molto seducenti, che fanno leva sulle aspirazioni più tangibili, sulla navigazione facile a favore di vento, sulle “sensazioni” rapide, proponendo continuamente modelli esteriori, ombre proiettate sul fondo della caverna nella quale sono legati, come quella del mito, senza mai potersi voltare indietro a vedere la luce, anzi pensando di essere nel migliore dei mondi possibili. Altrimenti non si spiegherebbe come un giovane possa recarsi a Shangai senza batter ciglio, anzi sentendosi elettrizzato, o a Sidney o a Toronto, pensando di essere “cittadino del mondo”, credendo di abbracciare l’infinito, senza avere la più pallida percezione che più ti sembra di dominarlo, più diventa irrilevante, passeggero, mentre l’Infinito, quello vero, è tutto da un’altra parte.