venerdì 20 ottobre 2023

PROCLAMARE LA VERITÁ

 

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38 Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». Gv 18, 36-38
Si può dire che la condizione predominante di quel contesto è una smisurata, inaudita menzogna. La menzogna interessata dei Farisei, la menzogna del popolo che avevano radunato, sempre pronto in ogni epoca, anche senza la televisione, a bere quello che i loro capi gli offrono, la menzogna del procuratore, incapace di accettare il dato di fatto, a dimostrazione perenne che la politica è sempre menzogna.
Gesù davanti a Pilato non si nasconde, avrebbe potuto farlo e invece proclama la Verità, ad ogni costo, a costo della sua condanna. Quella verità non è servita a risparmiagli la Passione, ma quella Verità ha costituito l’origine della storia della nostra Salvezza. Una Verità che oltrepassa i limiti del tempo, che rincuora per sempre l’uomo immeritevole.
Senza la Tua Verità siamo amebe in un catino di brodo stomachevole.
Ora gli stessi farisei di allora, crogiolanti nella menzogna; lo stesso potere politico che usa la menzogna come cinico strumento di potere; lo stesso sommo sacerdote che rigurgita bestemmie.
Per la verità c’è sempre un prezzo da pagare, non sarebbe verità se non lo avesse. Ora invece quelli che dovrebbero proclamarla o si nascondono, o bisbigliano. La Verità non può essere nella domanda, la Verità è una risposta.
È più grave NON PROCLAMARE LA VERITÁ O RISCHIARE DI PROVOCARE UNA FRATTURA ? 






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