martedì 14 aprile 2020

PERDONO SENZA PENTIMENTO



Metto le mani avanti. Chi scrive non è un santo. Non può affatto permettersi di biasimare qualcuno per le sue colpe private, né di lanciare la “prima pietra”. Ma occorre fare una distinzione tra peccato individuale e peccato collettivo. Quest’ultimo può essere indotto dai propositi, dalle violazioni, dalle profanazioni di chi governa la Chiesa.
C’è una linearità nella richiesta di grazie a Dio. Come mi hanno insegnato al catechismo, quello prima della “riforma conciliare”, presupposto per la richiesta di benefici è la richiesta di perdono. Presupposto per la richiesta di perdono è il PENTIMENTO. Pentimento, richiesta di perdono, richiesta di grazie è la corretta sequela, insegnata da duemila anni, come dice anche l’Atto di Dolore, quello che vogliono modificare:
mio Dio,
mi pento
e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi
e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono
e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Il pentimento deve pertanto essere accompagnato dal proposito di non ricadere nel peccato.
Può sembrare scontato, nel mondo di oggi, aspettarsi il perdono senza pentimento. Non esiste proprio più il pentimento, tutti sono “inclusi”, dai criminali più efferati ai serial-pederasti, dai sodomiti ai commercianti di carne umana, dai miscredenti ai promotori di atti contro natura. La Chiesa della falsa misericordia senza cauzione perdona e accoglie tutti. Come altri passi del Vangelo “scomodi” si sorvola sulla seconda parte dell’ammonimento di Gesù all’adultera: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Per la prima volta nella storia umana accade che intere popolazioni si trovano costrette in casa. Non era accaduto neanche durante le grandi persecuzioni o invasioni.  È la prima volta, in duemila anni di storia della Chiesa, che viene organizzata e compiuta la profanazione dei luoghi santi del Vaticano; di vedere vescovi di Santa Romana Chiesa che portano in processione idoli profani, nei pressi della tomba dell’Apostolo, nessuno avrebbe potuto neanche immaginarlo, fino a poco tempo addietro.
Compito primario della Chiesa e talmente smisurato da poterlo considerare unico è quello della SALVEZZA DELLE ANIME, che si rivolge ad un tempo infinito della nostra esistenza, davanti al quale ogni problema terreno diventa irrilevante; non quello di proporre modelli economici, politici, ambientali, di impegnarsi ad appoggiare questo o quel partito, di sostenere l’immigrazione di massa e la islamizzazione dell’Europa.
La richiesta di PERDONO da parte della gerarchia, pertanto, non potrebbe essere disgiunta dal PENTIMENTO per tutte le iniquità messe in atto, a partire dal secolo scorso, ma spaventosamente incrementate negli ultimi anni.
«Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori, sappiamo che Tu hai cura di noi», ha detto Bergoglio, in una piazza San Pietro vuota. Il medesimo pontefice, che mostra metodicamente la sua insofferenza verso qualsiasi forma rituale, verso i simboli della Liturgia, verso le espressioni cerimoniali della pietà popolare, che poi costituiscono la storia della nostra cultura, verso i Dogmi Mariani, ha avvalorato, presso i nuovi gruppi politici che si richiamano, neanche troppo vagamente, al marxismo e alle sue espressioni militanti, il modello di una Chiesa che sta dalla loro parte politica, che lotta con loro per l’utopia del “mondo migliore” contro il “capitalismo di sempre”, in una nuova lotta di classe senza quartiere, geografico e culturale. Le manifestazioni di dissenso di questi gruppi verso le esposizioni del Santissimo, verso le poche, ridotte processioni organizzate in questo periodo ne sono la tragica conferma.
NESSUNA RICHIESTA DI PERDONO, NESSUN PROPOSITO DI NON COMPIERE PIÙ TUTTE LE PROFANAZIONI DOTTRINALI E REALI, che fanno ormai parte della prassi della Chiesa di oggi.
Ma proprio qui sta il paradosso. La Chiesa di oggi non può chiedere perdono a Dio per azioni che ormai ne sono diventate costitutive e, pertanto, irrinunciabili. Non può perché non vuole. Non vuole perché non è affatto pentita.
Per chiedere perdono occorre essere fortemente dentro al proposito, occorre avere abbandonato, risolutivamente, la causa stessa del peccato.
-       Questa Chiesa non può chiedere perdono per le offese verso l’Ostia Consacrata che fanno ormai parte della sua prassi consolidata. Tra gli innumerevoli esempi che si possono fare a tal proposito non risulta che sia stato sospeso o, quantomeno, ammonito il teologo che ebbe ad affermare che “c'è una componente erotica nell'eucarestia...”.
-     Questa Chiesa non può chiedere perdono per le abituali profanazioni dei luoghi sacri, dove si organizzano banchetti, feste di fine d’anno, distribuzioni di pizza, danze triviali, corse in bicicletta da parte di prelati, trasporto della particola mediante droni, benedizioni di coppie omo, sfilate di moda, processioni empie, esibizioni di vescovi canterini, esaltazioni di artisti che affrescano dipinti depravati di glorificazione della sodomia.
-     Questa Chiesa non può chiedere perdono per la persistente demolizione della Dottrina e della Tradizione che hanno fatto parte, da duemila anni, del “sensus fidei”* del popolo di Dio.
-   Questa Chiesa non può chiedere perdono per la progressiva trasformazione della Messa da “Memoriale incruento del Sacrificio” a "rievocazione simbolica della Cena", dove sono possibili ogni genere di empietà, nel teatrino che ormai vede protagonisti religiosi e laici.
-   Questa Chiesa non può chiedere perdono per lo smisurato sacrilegio contro il Primo Comandamento, consumato, con il consenso di decine di alti prelati e il silenzio complice di centinaia di migliaia di religiosi, nei sommi luoghi sacri della Cristianità.
Le liturgie di Pasqua celebrate in San Pietro hanno aggiunto sacrilegio a sacrilegio. Sono state fatte senza aver chiesto perdono per la immane profanazione e senza aver proceduto alla successiva RICONSACRAZIONE. Ma questo non è privo di intenzionalità.
Se vi rimane ancora un barlume di coscienza, per il bene dell’umanità intera, ANDATEVENE, dal massimo grado ai cardinali, anzi i cardinaloni, a cominciare da quelli più “grassi”, e poi i vescovi ciclisti, assolutori  dei pervertiti non pentiti, propugnatori della "teologia sodomitica", insofferenti del Sacro. Liberate la Chiesa dai “miasmi dell’inferno”, fondatevi una vostra chiesa “protestante”, ritiratevi in qualche monastero, uno di quelli che non avete ancora soppresso o, semplicemente,  ritornate allo stato laicale, dove potete trovare accoglienza nelle migliaia di organizzazioni neomarxiste, commercianti di uomini per lucro, che stanno attuando il programma della distruzione dell’occidente e quello della “fratellanza universale”.
Solo allora sarà possibile la  RICONSACRAZIONE DEI LUOGHI SACRI,   IL PROPOSITO DI NON CADERE PIÙ NEL PECCATO,  DI NON OFFENDERE PIÙ LO SPIRITO SANTO,   DI NON CONTINUARE AD INGIURIARE LA SOMMA REGINA,  LA RICHIESTA DI PERDONO,   LA SUPPLICA AFFINCHÉ DIO CI LIBERI DA QUESTO FLAGELLO.



* si veda quanto questo documento “Sensus Fidei nella vita della Chiesa” sia profondamente contraddittorio per l’evidente scollamento tra teoria e prassi:









3 commenti:

  1. Non se ne andranno, ma la ringrazio per averlo scritto. Per tutto quello che ha scritto.Grazie ancora, e che il Signore la benedica.

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  2. Ecco un uomo senza paura! Spero che faccia riflettere chi in questo momento approfitta della debolezza umana. Volevo confermare come ci sia accanimento contro quei pochissimi sacerdoti che hanno il coraggio di uscire con il Santissimo! Il venerdì Santo, un parroco e un sindaco con il popolo ben distanziato e con mascherine sono usciti in processione,li hanno aggrediti verbalmente e denunciati.persino i giornalisti del tg sono andati a fargli la morale...mentre le file ai supermercati o dal tabaccaio e ora anche in libreria quelle vanno bene! Grazie Claudio e spero che riaprano le messe per i fedeli abbiamo bisogno della chiesa! non della casa.

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