martedì 10 gennaio 2023

LA CHIESA CAPOVOLTA

 





Nel 390 il vescovo di Milano Ambrogio scrisse all’imperatore Teodosio, che si era macchiato del massacro di alcune migliaia di cittadini di Tessalonica, i quali avevano linciato il capo del presidio della città:
«Ti scrivo non per umiliarti, ma perché gli esempi dei re ti spingano a cancellare dal tuo regno questo peccato. Lo cancellerai umiliando la tua anima davanti a Dio. Non ho verso di te alcun motivo di ostilità, ho timore: non oso offrire il Sacrificio se tu pretendessi assistervi» In pratica gli nega l’Eucarestia. Qualche anno più tardi, facendone l’elogio funebre, disse:
«Sì, ho amato questo uomo che preferì ai suoi adulatori colui che lo riprendeva. Gettò a terra tutte le insegne delle dignità imperiali, pianse pubblicamente nella Chiesa il peccato nel quale lo si era perfidamente trascinato, e ne implorò il perdono con lacrime e gemiti. Semplici cortigiani si lasciano distogliere dalla vergogna, e un imperatore non ha arrossito di compiere la penitenza pubblica, e da allora in poi non un sol giorno passò per lui senza che avesse deplorato la sua mancanza». E stiamo parlando dell’Imperatore!
Ora invece è la Chiesa, nei suoi rappresentanti terreni, che si prostra davanti ai potenti , come il pampero che, con un movimento repentino ed atletico, si è gettato ai piedi, fino a baciargli le scarpe (di pelle… e vernice nera) di un capo di stato islamico, ma questo è solo un episodio di una realtà molto più estesa. O come i vescovi e i sacerdoti che distribuiscono l’Eucarestia ai capi di stato, come Biden, ostinato fautore di una legge che uccide, non migliaia di adulti colpevoli di assassinio, ma milioni di bambini innocenti ogni anno.
Oltre al continuato sacrilegio compiuto nella distribuzione dell’Eucarestia, come gettoni della macchinetta del caffè, per le sanificazioni, le penose esibizioni dell’infilaggio sotto le museruole, senza parlare poi della effettiva predisposizione della totalità dei presenti in chiesa, mentre ai confessionali non si vede mai nessuno… ora abbiamo il capo del governo italiano, quindi un personaggio pubblico, che, alla cerimonia pubblica dei funerali di un ex papa, riceve, per le mani di un sacerdote, l’Eucarestia. Fa niente se convive fuori dal matrimonio (ma tanto ormai la Chiesa non lo considera più un Sacramento…); fa niente se ha dichiarato di non voler abolire né modificare la legge 194, quella che consente l’aborto in Italia, ma di volerla applicare pienamente, in quanto se è vero che dal punto di vista giuridico l’ipotesi della responsabilità oggettiva risulta pretestuosa ed inapplicabile, così non è davanti a Dio.









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