
FRAGMENTA di Claudio Gazzoli ------- «….Di fronte a tanta vergogna un solo rimedio penso ci possa essere, che i capaci e gli onesti scendano alla tutela dello Stato e delle sue leggi» Cicerone, processo contro Verre. -------- Stiamo svendendo il nostro paese alle potenze del male, alleate di traditori maldestri e tracotanti, in una utopia senza Dio, sotto il patrocinio del principe delle tenebre. Possiamo fare da soli, in un nuovo Rinascimento, con DIO AL CENTRO.
domenica 30 giugno 2024
La PRIVACI (PRAIVASI)
sabato 8 giugno 2024
L.E.F. CASINÒ
Campeggia in lontananza, smisurato, una via di mezzo tra un centro commerciale e un santuario (mi ricorda qualcosa che ho già visto, dalle parti di San Giovanni Rotondo..., ma questo è molto più grande), di colore rosso cupo con riflessi violacei ed una grande scritta luminosa, verde kryptonite: L.E.F.
È il casinò più grande del mondo, con migliaia di sale da gioco, parchi giochi, sale per adunanze, teatri e palestre. Mi trovo a passare di qui, arrivato per altri scopi e, incuriosito, chiedo ad un signore dall’aria stralunata vestito tutto colorato che sopraggiunge camminando veloce verso la meta:
«Scusi, ma dove va così di fretta !»
«devo cercare di arrivare tra i primi, per gustarmi proprio tutto».
«Ma perché, che cosa c’è ?».
«Domani abbiamo il grande gioco, è un’occasione da non perdere anche perché capita solo una volta ogni anno o due».
«Quindi sogna di vincere !».
«Ohh no ! Non si può vincere. Al baccarà vince sempre il banco, perché le carte non vengono mescolate, sono sempre nella stessa sequenza. Alla roulette escono sempre gli stessi due numeri, il 6 e il 17».
«Allora basta puntare su uno di questi due, prima o poi uscirà !».
«Ehh no ! Noi possiamo puntare su ogni numero che vogliamo, tranne questi due. Su quei numeri possono puntare solo gli “eletti” che invece vincono sempre !».
«Ma allora, scusi, che senso ha ? puntate pur sapendo di non poter mai vincere !».
«Vede, non è importante vincere ma PARTECIPARE ! Poi il premio non è la vittoria ma la “LEF spremuta” che la nostra triade ci porge, dopo aver fatto un profondo inchino e baciato il pavimento, all’uscita dalla grande sala. Si tratta di un concentrato di quella che ci beviamo tutti i giorni. Questa è fantastica, col suo colore rosso brillante che la fa assomigliare alla spremuta di melograno ed un sapore unico, incredibile. Pensi che ci fa sentire diversi, intorpiditi, appagati. Non so descrivere la sensazione ma sembra toglierci persino la fatica di pensare, perché è come se qualcuno pensasse per noi ! ».
«Aahhhh!».
«Perché non si accoda pure lei ?».
«Oohhh no grazie, io ce l’ho già la mia Triade e poi sono di un’altra Contea !».
Claudio Gazzoli
Scritto in occasione delle elezioni di giugno. L.E.F.: ovviamente la triade rivoluzionaria, liberté.............
lunedì 3 giugno 2024
ROMA, IL DISFACIMENTO DOPO LA DECADENZA
Ero alloggiato in una struttura in zona Prati gestita da suore, quasi tutte di colore. Buona l’ospitalità, come ho espresso alla suora di turno prima di ripartire, aggiungendo: “solo un appunto che riguarda quei mosaici con gli occhi neri della vostra cappella”, “perché che cos’hanno che non va ?”, “conosce un certo Marko Rupnik ?”; la risposta è stata una fragorosa risata. Me ne sono andato, avrei voluto dirgli che mi sembrava inopportuna, ma non avrebbe capito, mentre quella risata era assolutamente rivelatrice del livello di percezione della situazione da parte dei religiosi, e pure questo fa parte della storia.
Premetto che amo questa città e non perché ci ho vissuto quattro anni, questo semmai sarebbe un buon motivo per odiarla, ma perché Roma rappresenta l’inizio e la fine, dove la forza delle cose travalica l'evanescenza della memoria, l’inarrivabile apogeo di tutto il cammino umano, la città eterna come ha voluto Nostro Signore, che ha scelto di nascere nel corso e nel territorio del suo impero, dove ha chiesto che si recassero Pietro e Paolo per fondare la Sua Chiesa, quella Eterna e Indistruttibile.
Avevo osservato la sua decadenza fiera, negli anni ottanta, quando ci vivevo, ora ne sperimento dolorosamente l’aggressione assecondata e il disfacimento, il luogo di ritrovo della bruttezza, la preda lacerata di gabbiani, islamici e cinesi. Roma, la città più agognata, ha subito nove invasioni nel corso della sua storia; in quella dei Visigoti del 410, Alarico, entrato in città, ben difesa dalle possenti mura Aureliane, grazie ad alcuni traditori che, di notte, gli avevano aperto le porte, aveva ordinato di risparmiare i luoghi di culto e tutti coloro che vi si fossero rifugiati. Ora i traditori sono all’interno della città, nelle sue stesse istituzioni particolari e nazionali, negli stessi luoghi della cristianità.