lunedì 30 dicembre 2024

NOTTE DI NATALE

Non voglio riferire il nome del monastero dove sono stato a messa la notte di Natale, anche se è facilmente individuabile (almeno da chi mi conosce...), perché, in fondo, “jé voio vene a queste monache”, infatti penso che sono, molto inconsapevolmente, parte del sistema nei confronti del quale, anche volendo, possono fare niente. Il dramma, ma è più una pantomima, è che loro pensano di aver fatto bene a chiamare un’arpista ed una violista a riempire l’atmosfera di musiche mielose e languide, come la ninna nanna di Brahms (ma che ci’azzecca?) che invitano a dondolarsi al ritmo lento della musica. Perché il popolo deve sentirsi bene la notte di Natale, magari pure quelli che ci vanno solo quella notte a messa, perché Gesù è venuto per renderci più buoni.
Poi arriva l’omelia del prete, ormai molto anziano e curvo, che si trascina fin sull’altare. A braccio, in una patetica evocazione di rigurgiti sessantottini, “festeggiamo anche la seconda venuta di Nostro Signore che verrà, come promesso, a prenderci tutti e portarci con Lui e a trasformare la Terra in paradiso”. Mi domando “ma dove l’avrà letto?”; magari "a Giudicare i vivi e i morti", come dovremmo sapere tutti. Al momento della comunione vedo una mamma, molto solerte nei confronti delle figlie adolescenti, che per tutta la messa stavano sbracate sulla sedia tra il telefonino e il soffitto (su di loro quella musica non fa alcun effetto...), ad obbligarle a fare la comunione. Erano davanti a me quando, presa l’Eucarestia nelle due specie, ritornavano al banco ridendo tra loro e masticando, con evidente disgusto, il sapore acre del vino.

Non mi meraviglia ormai che tutto avvenga al contrario, in un mondo al contrario, in una società al contrario, in una scuola al contrario, in una educazione al contrario, in una Chiesa al contrario. La notte di Natale non siamo tenuti a suonare la ninna nanna a Gesù, che non è un bambino come tutti gli altri, non Lo dobbiamo dondolare, questo lasciamolo alla Mamma, Lo dobbiamo Adorare, come fecero, ignoranti e puzzolenti, i pastori e lasciamo che gli Angeli riempiano l’aria, come in quella capanna solitaria, di musiche celestiali.
Se togliamo il mistero alla notte di Natale, per farla come piace a noi uomini inclini ai sentimentalismi, la facciamo diventare una parodia di sapore protestante, mentre ha tutti gli elementi di un Dramma infinito.

 

 

 


giovedì 19 dicembre 2024

MAGICO NATALE

 

La rivoluzione tragicomica, ovvero come ti islamizzo pure il Natale.
Da molti anni ormai, direi dagli anni ’60, il periodo natalizio è diventato la vetrina di tutte le trivialità del consumismo, delle cose e dei cervelli. Questo, solo questo, è il motivo per cui non la sopprimeranno. Negli ultimi anni tuttavia appare evidente la volontà dei soliti... di trasformare la festa del Natale in altro, con lo scopo primario di farne cancellare il Vero Significato. Entrando in un grande centro commerciale campeggia la scritta, sopra una piramide di panettoni, pandori, torroni, spumanti..., “MAGICO NATALE”. Ora Fermo, la città dei balocchi, prende spunto dalla leggenda di Aladino che, pur essendo ambientata in Cina, ha riferimenti chiaramente mussulmani. Si affannano nella ricerca di temi che possano accomunare tutti... per la grande ammucchiata che stanno preparando. Ora il genio della lampada, poi chissà quale diavoleria...
La “magia” è diventata il collante del mondo contraffatto delle lusinghe post-rivoluzionarie. Avendo eliminato Dio, occorre sostituirlo con un surrogato che, pure se ridicolo, svolge egregiamente il suo compito di sorgente di tutte le illusioni dell’uomo cloroformizzato. Non è sufficiente non metterci piede.
Non mi meraviglia affatto che tra gli sponsor ci siano la Regione Marche e l’Unesco. Mi sarei aspettato pure la Curia di Fermo, tanto per completare il quadro.
No ! Il Natale non è magico, il Natale è VERO.

 

 

 

martedì 10 dicembre 2024

LA FESTA DELLA MADONNA DI LORETO (La Madonna de li cuppitti)

Ricordo, da bambino, la sera del 9 dicembre, quando tutto il paese si prodigava nella raccolta della legna da ardere “pé lu focaró”. Ricordo lo sfavillio delle luci dei falò accesi nelle campagne e nei paesi vicini, quasi a gareggiare in intensità, per rievocare il passaggio della Casa della Madonna di Loreto, portata in volo dagli Angeli.
Ieri sera, mentre abbiamo acceso un piccolo falò a causa della legna bagnata, nella campagna intorno non ho visto una sola luce, se non quelle dei soliti lampioni. Ma la Madonna non ci abbandona, è unicamente Lei ad illuminare questo buio nero come il carbone, cupo come una galleria senza sbocco, fetido come una discarica di carcasse a cielo aperto.