Si sta verificando, in merito al previsto Ponte Sullo Stretto di Messina, la medesima eccitazione che non prevede il dissenso, ammenoché non provenga dalla solita congrega ideologica dominante, alla quale è concesso anche di avere una dialettica interna così da convalidare le virtù della “democrazia”. Hanno già pronto l’antidoto che consiste nella “classificazione” delle opinioni per poterle delegittimare e, in un certo senso, ridicolizzare. Questa tecnica l’abbiamo già imparata, non ci caschiamo ! Se sei contrario a farti bucare, ti chiamano “no-vax”, se consideri il “riscaldamento globale” la più grande menzogna del secolo, ti dicono che sei un ignorante individualista, se sei contrario al ponte sullo Stretto ti dicono che sei contro il progresso; tutte espressioni che rientrano sotto l’abusata formula di “complottista”.
Tra i vari contributi letti in rete, in particolare mi ha colpito questa frase, che giudico emblematica perché purtroppo esprime un sentire diffuso; fa parte di un articolo scritto da Vincenzo Rizza, il 19 agosto, pubblicato sul blog Duc in Altum di Aldo Maria Valli. Ho inviato questo articolo, di tenore opposto, al dott. Valli, ma non è stato pubblicato. E' stato pubblicato invece dal dott. Tosatti, giornalista di grande professionalità e coraggio, sul suo blog.
«In realtà ritengo sia preferibile avere un ponte che cade gloriosamente piuttosto che restare per sempre inchiodati ai traghetti che cadono a pezzi un po’ per volta e ad una civiltà che rifiuta ogni forma di progresso, senza infrastrutture e senza futuro. Il ponte, insomma, non è un capriccio».
Mi piacerebbe chiedere all'autore di questo post, semmai ne avessi l'opportunità, se questo desiderio rimarrebbe valido qualora, su quel ponte, si trovassero lui e la sua famiglia.
Ebbene sì, si tratta di un capriccio. Un capriccio dei più perniciosi in un paese che, ormai da decenni, va avanti a forza di “capricci” rivestiti di un manto ideologico, haimé, a senso unico.
Faccio l’ingegnere e, anche se non passo le mie giornate a progettare ponti, so di che cosa si sta parlando. Ci sono due generi di ragioni per le quali sono contrario a questa realizzazione, quelle che direttamente coinvolgono la costruzione e quelle indirette. Farò un cenno alle prime per poi enumerare le seconde, anche se, ovviamente, si tratta di una semplificazione molto schematica.
Come giustamente ha già scritto qualche collega e qualche autorevole geologo, quando si progettano opere di questo tipo, "ardite", non si può far ricorso alle Norme Tecniche sulle Costruzioni per definire le specifiche di progetto in termini di azioni sismiche. Occorre tener conto, non delle sollecitazioni più probabili, ma di quelle massime che possono essere previste in base alla sismicità del luogo e alla storicità degli eventi sismici. Qualcuno ipotizzava accelerazioni massime orizzontali di 0,9-1,0 g; in poche parole se avvenisse un terremoto di questa intensità, le forze orizzontali, che agirebbero sulla struttura, sarebbero corrispondenti al suo peso. È bene chiarire che nessuna delle costruzioni antisismiche, realizzate in questo paese in base alle normative più recenti (e più restrittive) potrebbe resistere ad un terremoto di questo tipo. Questo solo per far capire i termini del problema relativo alla resistenza sismica.
Allora, con riferimento alle ragioni “dirette”, mi chiedo:
- quali azioni sismiche sono state considerate nella progettazione ?
- è stato sufficientemente valutato l’eventuale spostamento relativo massimo prevedibile (e rotazione) delle aree interessate dalle fondazioni dei piloni, in caso di un evento sismico analogo o superiore a quello del 1908 ?
Abbiamo tanti primati in questo paese, tra cui quella che è considerata la più grande catastrofe ingegneristica della storia: il 9 ottobre 1963 l’invaso del Vajont viene “invaso” appunto da un’enorme frana, provocando un’onda distruttiva. Certo che la diga in c.a. ha resistito, ma l’evento disastroso si è avuto ugualmente perché non erano state considerate tutte le condizioni che potevano verificarsi in quel contesto, di cui lo stesso nome faceva intravedere la criticità. Allora, dati questi e molti altri precedenti…, anche recenti, c’è da fidarsi ?
Ed inoltre:
- siamo proprio così sicuri di riuscire a contenere, visto che non sarà possibile impedire, gli interessi illegittimi che un investimento economico così ingente attirerà e non solo da parte di quelle forze enormi già purtroppo presenti?
“Una civiltà che rifiuta ogni forma di progresso, senza infrastrutture e senza futuro”. Ma chi l’ha detto che questa “civiltà” rifiuta ogni forma di progresso ! Siamo stati, agli albori dell’aeronautica, i primi al mondo a proporre soluzioni tecniche e realizzare velivoli innovativi. Grazie alle intuizioni e agli esperimenti di una mente geniale siamo stati i primi a realizzare la prima trasmissione senza fili, che poi ha dato origine al mondo “digitale” in cui oggi siamo immersi (anche se questo non lo considero un grosso progresso…) e negli anni sessanta, in un’azienda virtuosa, allora importante, è nato il primo “personal computer”. Il fatto è che non abbiamo più queste capacità, semplicemente perché ce le hanno tolte con un’azione sistematica mirata che, senza scendere nei dettagli, ha trasformato la formazione in indottrinamento, l’entusiasmo in indifferenza, la consapevolezza in incoscienza, il sacrificio in rinuncia.
E veniamo alle ragioni indirette di cui le citate “infrastrutture” costituiscono il principale riferimento, anche perché di competenza del medesimo Ministero che caldeggia questa realizzazione. Curioso (eufemismo) che a guidare questo ministero ci sia un tale che anni fa’ caldeggiava rumorosamente la secessione del Nord dall’Italia ed invece ora propone addirittura uno strepitoso ponte per unire di più l’intera nazione. Chissà perché questo interessamento travolgente della Lega ad un ponte che unisca la Sicilia alla Calabria? Chissà perché...? Metamorfosi immaginabile della politica.
Mi chiedo, ma coloro che sono così entusiasti di quest’opera colossale, in quali strade circolano con le loro auto ? In quali ospedali hanno messo piede, se, sfortunatamente, ne avessero avuto bisogno ? In quali scuole mandano i loro figli ? Quali periferie (o centri storici ormai…) frequentano ? E mi riferisco, ovviamente alle persone comuni, perché non credo che gli "eletti" si metterebbero in una coda di 28 ore, al pronto soccorso di un ospedale; mentre starebbero in prima fila all'inaugurazione delle loro opere. Ovvio che la realizzazione di un’opera come questa darebbe luogo ad un’impressionante attenzione mediatica per anni, con una capacità di attirare consensi imparagonabile a quella del potenziamento delle condizioni operative del pronto soccorso ospedaliero. Ci sono criteri puramente oggettivi che devono guidare le scelte di chi governa perché prioritari, prima ancora degli interessi prettamente politici. Ogni volta che ho provato a parlare ad un politico di "criteri oggettivi" ho visto la stessa espressione del bambino che guardava ET la prima volta. Il modo di procedere della politica, che conosciamo in questo paese da almeno 165 anni, è tipico dell’evoluzione naturale, direi strutturale, della democrazia, come sapevano bene i pensatori greci che consideravano, appunto, la demagogia la peggiore delle forme di governo.
Se a casa ho il tetto sfondato e le finestre sfasciate non mi metto a ridipingere le pareti o a realizzare un terrazzo sospeso per asciugare i panni al sole. Non ho molta frequentazione delle strade del Norditalia, ma significativa di quelle del centro sud e posso testimoniare, senza tema di smentita, che molte strade provinciali, ma anche alcune di quelle statali e delle autostrade, sono in condizioni pessime, direi disastrate, per quanto riguarda il fondo stradale, le frane non gestite, la segnaletica orizzontale e verticale, gli incroci, l’adeguatezza rispetto ai volumi di traffico e alle velocità. Si chiama SICUREZZA e la sua gestione da parte degli organi competenti dello Stato, si chiama PREVENZIONE. Dico solo, per i non addetti, che questa parola “prevenzione”, che lo Stato obbliga ai soggetti privati e pubblici, si trova citata circa ottanta volte nella legge di riferimento sulla sicurezza del lavoro ma che può essere considerata un riferimento assoluto per tutte le problematiche che riguardano la sicurezza. E mi chiedo "lo Stato non dovrebbe dare per primo il buon esempio?". Ora, quanta PREVENZIONE si potrebbe mettere in pratica con questa cifra smisurata (ma certamente destinata a lievitare nel tempo…, come dimostrano altre opere colossali già realizzate, vedi Alta Velocità) di 17 miliardi di euro ? Quanti chilometri di “alta velocità” si potrebbero fare, magari tra Palermo e Napoli, che potrebbero abbattere di almeno 5 ore i tempi di percorrenza per Roma, e non di soli 40 minuti. Quante autostrade (cito solo, perché lo frequento purtroppo, il tratto “terribile” Pedaso-Ortona) si potrebbero rinnovare ? Quanti centri storici si potrebbero mettere in sicurezza sismica e renderli vivibili con i criteri di oggi ? Quante pattuglie delle forze dell'ordine si potrebbero creare così da non doversi sentire più rispondere "ci dispiace... non abbiamo la pattuglia disponibile !". Quanti “pronti soccorsi” degli ospedali, ormai in condizioni che fanno venire gli incubi solo a pensarci, si potrebbero riorganizzare. E, per ragioni di spazio, non voglio dilungarmi oltre.
Dico soltanto che il “futuro” di questo paese non passa di sicuro per il ponte sullo Stretto (perché allora non realizzare un ponte con la Sardegna ?), ma sulla riscoperta (o scoperta) di una identità, di una tradizione che ora vogliono cancellare, di una abnegazione che ha fatto risorgere questo paese dalla catastrofe della seconda guerra, quando donne e uomini (tra cui mio padre) si sono rimboccati le maniche indipendentemente dalle loro convinzioni politiche - che comunque nella maggioranza delle persone, non erano contaminate dall’ideologia – per dare ai loro figli un futuro dignitoso.
Non mi attrae il futuro tecnologico, quello organizzato dai padroni del mondo, subdolamente occultati dai sistemi cosiddetti “democratici”, che può essere conseguito solo a detrimento della nostra anima, per una legge naturale di compensazione. L’unico futuro possibile, per questo paese, è ritornare alle radici cristiane che accomunavano i suoi abitanti, di ogni casata, etnia, lingua, costume, cittadinanza, rimuovendo lo spesso strato di fetidi sedimenti massonico-risorgimentali che le hanno soffocate. Ma questo è possibile, ad un prezzo molto alto, solo dopo aver toccato il fondo del precipizio. L’alternativa è la nuova barbarie.
Il futuro che primariamente mi interessa non passa attraverso il ponte sullo Stretto o per gli altri “ponti” auspicati fino a poco tempo fa’, ma anche ora…. Il futuro a cui aspiro passa su un ponte lunghissimo in salita, ormai logorato e cadente, carico di ostacoli e macerie, che potrà condurmi, molto indegnamente, verso l’Eterno.
Claudio Gazzoli, ingegnere
https://www.aldomariavalli.it/2025/08/19/opinione-perche-dico-si-al-ponte-sullo-stretto
Grazie Ing. Gazzoli per queste sue belle e intelligenti considerazioni sul "problema" del ponte sullo Stretto. Tralascio le mie impressioni sulla tecnicità della realizzazione, da lei sapientemente elencate, perché non ne sono competente, e invece mi compiaccio di avere sempre pensato, da persona semplice ma di buon senso, che quest'opera fosse un azzardo idiota solamente a pensarla, e che soltanto gente di pochi scrupoli, arrivisti, assetati di fama o altro abbia potuto metterla in campo.
RispondiEliminaIo, da sola, a pensarla così nella cerchia di molti amici e conoscenti, guardata e additata come antica, retrograda, nemica del progresso!!
è in buona compagnia, anche mia moglie ed io siamo guardati e additati come antichi, retrogradi, nemici del progresso ed altro, molto altro...
EliminaMa non c'è problema, è il destino della Verità:
Vangelo Lc 12, 49: "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera"