mercoledì 17 aprile 2019

L'incendio di Notre-Dame



Alcuni commenti all'incendio di NOTRE-DAME, da me pubblicati su:
https://cronicasdepapafrancisco.com/2019/04/15/il-magnificat-di-paul-claudel-a-notre-dame/

Dall’omelia del vescovo di Roma della Domenica delle Palme: “Una forma sottile di trionfalismo è la mondanità spirituale, che è il maggior pericolo, la tentazione più perfida che minaccia la Chiesa (De Lubac)” e poi:
Ai piedi della croce, Maria ripensò alle parole con cui l’Angelo le aveva annunciato il suo Figlio: «Sarà grande […]; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32-33). Maria sul Golgota si trova di fronte alla smentita totale di quella promessa: suo Figlio agonizza su una croce come un malfattore. Così il trionfalismo, distrutto dall’umiliazione di Gesù, è stato ugualmente distrutto nel cuore della Madre; entrambi hanno saputo tacere.

Se non ho capito male, facendo riferimento a quello che mi è stato sempre insegnato, le parole dell’Arcangelo Gabriele avrebbero un tono trionfalistico. Questo sarebbe possibile solo se il Figlio che veniva annunciato fosse solo un uomo. Quanti sovrani, condottieri, tiranni abbiamo visto cadere sotto le spietate rappresaglie della storia incuranti dei tracotanti trionfalismi con i quali si erano annunciati. Questo voler costantemente piegare il Mistero alle categorie del mondo e di, velatamente, soffermarsi sulla "esclusiva" natura umana di Gesù, come sta proponendo una parte della Chiesa di oggi, non è “mondanità spirituale e la tentazione più perfida che minaccia la chiesa"? Maria è l’unica che ha capito che quella infinita sofferenza (che non era solo sofferenza umana) non è la “smentita totale di quella promessa”.

Senza minimamente voler accennare ad un legame tra queste parole e l’incendio della cattedrale di Notre-Dame, come si fa a non considerare questo immane evento come una metafora dell’incendio che imperversa nella Chiesa ?



Il presidente francese dice che ricostruiranno Notre Dame “più bella e più attraente di pria…”. Che cosa riedificheranno, le mura, le vetrate, i pilastri, le volte, il contenitore. Ma del contenuto, a loro, atei, anticristiani, acattolici, pronipoti dei giacobini che già l’avevano distrutta portandone via per sempre il contenuto, quello vero, la bellezza, quella vera, di Nostra Signora, che cosa mai interessa ? Loro che da più di 250 anni ne hanno profanato la vera intenzione, verso la Signora che per la Francia ha avuto, in quegli stessi anni, una predilezione mirabile, rimpiazzando le Virtù Teologali con le tre “false” virtù rivoluzionarie. Lei, che ha una preferenza per le grotte maleodoranti, con una predilezione particolare per l’odore di pecora, non sa che farsene della loro “bellezza”.
Quale grande imbarazzo dover dichiarare al mondo la ricostruzione di quello in cui non credono ! Non sarebbe meglio spianare il luogo, ormai sconsacrato, e costruirci un grande, sfolgorante centro commerciale, alla maniera di quello lì vicino, progettato dallo stesso grande architetto, rinomato esperto di centri commerciali mimetizzati e allegorici, come quello realizzato da noi a San Giovanni Rotondo? Pensi, Sig. Presidente, quale grande avvenimento sarebbe l’inaugurazione, più prestigiosa di quella della Tour Eiffel, alla presenza di papa Bergoglio a consacrare il luogo ai simulacri dorati e abbaglianti di liberté, egalité, fraternité, ad aspergerli con pioggia di champagne d’annata e concedere a tutto il mondo lì presente la sua planetaria benedizione circolare ?



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