domenica 15 dicembre 2019

SALDI DI FINE STAGIONE





San Giovanni Maria Viannet: “Quando vi accostate alla confessione, dovete capire cosa state per fare; state per schiodare Nostro Signore”

Si spera che sia l’ultima stagione, di questi saldi invasati. Ritorno su un argomento che ha suscitato, qualche giorno fa’, diverse dispute tra i lettori di un noto blog e, inaspettatamente, la solidarietà di alcuni religiosi. Ci ritorno perché un amico mi ha fatto avere la foto di un altro manifesto che si riferisce ad una parrocchia di Civitanova Marche, che come si può vedere, usa le stesse immagini dello spot inventato dal Santuario della Madonna dell’Ambro. Come il copia-copia della pubblicità e della diffusione delle mode più bizzarre così anche quelli che dovrebbero essere i custodi della Rivelazione, si stanno piegando alle tecniche di “markketting” per far ritornare la gente in chiesa.
Sono anche andato a parlare con il padre provinciale dei cappuccini ai quali è affidata la custodia del Santuario, sotto la guida di Frate Mago, famoso prestidigitatore, impegnato in spettacoli da baraccone.  Ma, pur non condividendo, non mi è sembrato particolarmente scandalizzato. Ho potuto constatare una diffusa teoria per la quale “tutto va bene, pur di far ritornare i fedeli…”. Ma a me questa sembra una colossale sciocchezza.
C’è un unico modo per far ritornare la gente nelle Chiese, quello di San Giovanni Maria Viannet, tra l’altro il santo protettore dei Sacerdoti. Nel periodo più spaventoso per la storia della Chiesa in Europa, con il ricordo recente delle persecuzioni e i massacri giacobini e poi napoleonici, arrivato in un paesino completamente scristianizzato, ha ricondotto in chiesa non solo tutti gli abitanti di Ars, ma andavano a confessarsi da lui da tutta la Francia e la Germania, con il rischio di essere rimandati indietro perché non convinto del loro pentimento. Con il rigore della Dottrina, l’assidua dedizione al sacramento della Confessione, a cui dedicava non meno di sedici ore al giorno, anche con la febbre addosso. Con la sua immensa fede, la lealtà verso la tradizione della Chiesa, con le sue cinque patate ammuffite alla settimana  e la tazza di latte caldo che la signora Renard lo obbligava a bere ogni mattina vincendo la sua riluttanza. C’è un solo modo per far ritornare la gente nelle chiese, il rigore assoluto verso il suo unico, insostituibile compito.
Se una catena di negozi decide di fare saldi al 100% uno pensa che sono matti… vorrebbe dire che io vado a prendere quello che voglio e non importa come ci vado… in jeans strappati, in costume da bagno… prendo gratis e me ne vado senza nessuno sforzo, a costo zero.
Ora, con le mie nozioni di Catechismo, so che l’intenzione di non peccare (come Gesù ha ricordato all’adultera), il proposito, la riparazione, il sacrificio, sono tutte cose che ci costano assai, ma che volentieri dobbiamo donare, quindi non è a costo zero ! Ma così è… anche se ora vogliono dirci il contrario, anche se ora è stata eliminata la penitenza.
La grande possibilità che abbiamo, con la Confessione,  che ci vengano perdonati i nostri peccati, anche quelli più efferati, è stata conquistata da Gesù, non con il gioco dei dadi, a cui semmai si dedicavano i soldati romani di guardia sotto la croce, o di prestigio. Non ha avuto sconti, neanche infinitesimi, figuriamoci poi al 100 %… Non solo, le frustate sono state molte di più di quelle previste per la flagellazione romana perché Pilato aveva bisogno di mostrarlo massacrato. Il dono della Confessione è stato conquistato al prezzo della sua infinita sofferenza, della sua infinita umiliazione, per questo dovremmo avere un grandissimo rispetto, per questo Sacramento e per tutti gli altri.
Una volta rimossa la natura divina, si può trattare Gesù come un compagno di viaggio, giocarci a dadi, andarci a comprare le calze in svendita totale al 100%.
Sacrilegio è pretendere che Dio debba apprezzare manifestazioni peculiarmente umane, palesemente ispirate dal maligno. Lo slogan “Black Friday” non è casuale. Abbiamo ridotto le nostre Chiese a luoghi impregnati di umori, super illuminate, come i negozi di un centro commerciale, ma buie di sacralità, animate, ma morte di venerazione, accoglienti per i corpi, ma inospitali per le anime.
La vera tragedia, davanti a queste diffusissime idiozie, è constatare che si è perduta la CULTURA DELLA RELIGIONE. Quel complesso di conoscenze, ricordi, erudizioni, insegnamenti, odori, melodie, che costituiscono la struttura della Religione stessa. Ora si vive alla giornata, si stradice, si inventa, si deforma con lo scopo di far raccordare i princìpi, declassati a derivati, della fede Cattolica, alle discese vertiginose della evoluzione del pensiero contemporaneo. Piegare la Fede per assecondare il mondo.
L’unico parallelo nobile che si può fare, ovviamente solo dal punto di vista antropologico, è quello con l’estinzione della civiltà contadina. Ma mentre in questa lo spirito, quale complesso di pensiero, arte, nozioni, si è piegato umilmente alla materia, per produrre beni primari in modo sempre più efficace ma rispettoso, nella Religione è la materia che si deve piegare allo Spirito. Ora la civiltà contadina è stata soppiantata dalla civiltà tecnologica,  dove lo spirito si piega di nuovo, ma boriosamente, alla materia, per produrre beni di godimento. Ma la Religione non produce “beni di godimento”, la Religione, semmai, prepara il godimento dello spirito.
Il trattore ha preso il posto dei buoi, la semente tecnobiologica di quella selezionata da secoli di perizia contadina, la chimica ha pesantemente rimpiazzato le buone pratiche di rotazione agricola. Un’agricoltura molto più facile e proficua ma molto meno naturale. Così come, di pari passo, la liturgia verso Dio è stata soppiantata dal cerimoniale verso il popolo, le pratiche devozionali dalle inventive sacrileghe di sacerdoti irresponsabili ma empi, ed ora i Sacramenti regrediti a pratiche distributive sulle quali possono anche essere applicate le tecniche di marketing. Una Religione molto più facile ma molto meno Vera.
È bastato un piccolo buco nella rete per far uscire, via via allargato, tutte le pecore. È bastato un buco nella tradizione della Chiesa per far uscire tutta la memoria e rivoluzionare la prassi. Si può dire che l’evoluzione della prassi è andata di pari passo con la sua evoluzione in tutti i campi, dalla scuola alla giustizia , alla gestione del territorio, ai modelli di comportamento dei giovani e degli anziani. La Chiesa ha voluto essere al passo, ma un passo da gambero sul pendio scosceso che porta al dissolvimento.




* le notizie su San Giovanni Maria Viannet sono tratte dal libro "IL CURATO D'ARS" di Francois Trochu.










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