San Giovanni Maria
Viannet: “Quando vi accostate alla
confessione, dovete capire cosa state per fare; state per schiodare Nostro
Signore”
Si spera che sia l’ultima stagione, di questi saldi invasati. Ritorno su un argomento che
ha suscitato, qualche giorno fa’, diverse dispute tra i lettori di un noto blog
e, inaspettatamente, la solidarietà di alcuni religiosi. Ci ritorno perché un
amico mi ha fatto avere la foto di un altro manifesto che si riferisce ad una
parrocchia di Civitanova Marche, che come si può vedere, usa le stesse immagini
dello spot inventato dal Santuario della Madonna dell’Ambro. Come il
copia-copia della pubblicità e della diffusione delle mode più bizzarre così
anche quelli che dovrebbero essere i custodi della Rivelazione, si stanno
piegando alle tecniche di “markketting” per far ritornare la gente in chiesa.
Sono anche andato a parlare
con il padre provinciale dei cappuccini ai quali è affidata la custodia del
Santuario, sotto la guida di Frate Mago, famoso prestidigitatore, impegnato in
spettacoli da baraccone. Ma, pur non
condividendo, non mi è sembrato particolarmente scandalizzato. Ho potuto
constatare una diffusa teoria per la quale “tutto va bene, pur di far ritornare
i fedeli…”. Ma a me questa sembra una colossale sciocchezza.
C’è un unico modo per far
ritornare la gente nelle Chiese, quello di San Giovanni Maria Viannet, tra l’altro
il santo protettore dei Sacerdoti. Nel periodo più spaventoso per la storia della
Chiesa in Europa, con il ricordo recente delle persecuzioni e i massacri giacobini
e poi napoleonici, arrivato in un paesino completamente scristianizzato, ha
ricondotto in chiesa non solo tutti gli abitanti di Ars, ma andavano a
confessarsi da lui da tutta la Francia e la Germania, con il rischio di essere
rimandati indietro perché non convinto del loro pentimento. Con il rigore della Dottrina, l’assidua
dedizione al sacramento della Confessione, a cui dedicava non meno di sedici
ore al giorno, anche con la febbre addosso. Con la sua immensa fede, la lealtà
verso la tradizione della Chiesa, con le sue cinque patate ammuffite alla
settimana e la tazza di latte caldo che la
signora Renard lo obbligava a bere ogni mattina vincendo la sua riluttanza. C’è
un solo modo per far ritornare la gente nelle chiese, il rigore assoluto verso
il suo unico, insostituibile compito.
Se una catena di negozi
decide di fare saldi al 100% uno pensa che sono matti… vorrebbe dire che io
vado a prendere quello che voglio e non importa come ci vado… in jeans
strappati, in costume da bagno… prendo gratis e me ne vado senza nessuno sforzo,
a costo zero.
Ora, con le mie nozioni di
Catechismo, so che l’intenzione di non peccare (come Gesù ha ricordato
all’adultera), il proposito, la riparazione, il sacrificio, sono tutte cose che
ci costano assai, ma che volentieri dobbiamo donare, quindi non è a costo zero
! Ma così è… anche se ora vogliono dirci il contrario, anche se ora è stata
eliminata la penitenza.
La grande possibilità che
abbiamo, con la Confessione, che ci
vengano perdonati i nostri peccati, anche quelli più efferati, è stata
conquistata da Gesù, non con il gioco dei dadi, a cui semmai si dedicavano i
soldati romani di guardia sotto la croce, o di prestigio. Non ha avuto sconti, neanche
infinitesimi, figuriamoci poi al 100 %… Non solo, le frustate sono state molte
di più di quelle previste per la flagellazione romana perché Pilato aveva bisogno
di mostrarlo massacrato. Il dono della Confessione è stato conquistato al
prezzo della sua infinita sofferenza, della sua infinita umiliazione, per
questo dovremmo avere un grandissimo rispetto, per questo Sacramento e per
tutti gli altri.
Una volta rimossa la natura
divina, si può trattare Gesù come un compagno di viaggio, giocarci a dadi,
andarci a comprare le calze in svendita totale al 100%.
Sacrilegio è pretendere che
Dio debba apprezzare manifestazioni peculiarmente umane, palesemente ispirate
dal maligno. Lo slogan “Black Friday” non è casuale. Abbiamo ridotto le nostre
Chiese a luoghi impregnati di umori, super illuminate, come i negozi di un
centro commerciale, ma buie di sacralità, animate, ma morte di venerazione,
accoglienti per i corpi, ma inospitali per le anime.
La vera tragedia, davanti a
queste diffusissime idiozie, è constatare che si è perduta la CULTURA DELLA
RELIGIONE. Quel complesso di conoscenze, ricordi, erudizioni, insegnamenti, odori,
melodie, che costituiscono la struttura della Religione stessa. Ora si vive
alla giornata, si stradice, si inventa, si deforma con lo scopo di far
raccordare i princìpi, declassati a derivati, della fede Cattolica, alle discese
vertiginose della evoluzione del pensiero contemporaneo. Piegare la Fede per
assecondare il mondo.
L’unico parallelo nobile che
si può fare, ovviamente solo dal punto di vista antropologico, è quello con
l’estinzione della civiltà contadina. Ma mentre in questa lo spirito, quale
complesso di pensiero, arte, nozioni, si è piegato umilmente alla materia, per
produrre beni primari in modo sempre più efficace ma rispettoso, nella
Religione è la materia che si deve piegare allo Spirito. Ora la civiltà
contadina è stata soppiantata dalla civiltà tecnologica, dove lo spirito si piega di nuovo, ma boriosamente, alla
materia, per produrre beni di godimento. Ma la Religione non produce “beni di
godimento”, la Religione, semmai, prepara il godimento dello spirito.
Il trattore ha preso il
posto dei buoi, la semente tecnobiologica di quella selezionata da secoli di
perizia contadina, la chimica ha pesantemente rimpiazzato le buone pratiche di
rotazione agricola. Un’agricoltura molto più facile e proficua ma molto meno
naturale. Così come, di pari passo, la liturgia verso Dio è stata soppiantata
dal cerimoniale verso il popolo, le pratiche devozionali dalle inventive
sacrileghe di sacerdoti irresponsabili ma empi, ed ora i Sacramenti regrediti a
pratiche distributive sulle quali possono anche essere applicate le tecniche di
marketing. Una Religione molto più facile ma molto meno Vera.
È bastato un piccolo buco
nella rete per far uscire, via via allargato, tutte le pecore. È bastato un
buco nella tradizione della Chiesa per far uscire tutta la memoria e
rivoluzionare la prassi. Si può dire che l’evoluzione della prassi è andata di
pari passo con la sua evoluzione in tutti i campi, dalla scuola alla giustizia
, alla gestione del territorio, ai modelli di comportamento dei giovani e degli
anziani. La Chiesa ha voluto essere al passo, ma un passo da gambero sul pendio
scosceso che porta al dissolvimento.
* le notizie su San Giovanni Maria Viannet sono tratte dal libro "IL CURATO D'ARS" di Francois Trochu.
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