venerdì 14 agosto 2020

CONDIVISIONE MANIFESTA

 





Mt 7,15-20
Dai loro frutti li riconoscerete

Mi sono recato a messa, in un paese vicino al mio, in una chiesa dove non vado quasi mai. Ovviamente portoni spalancati, tutti rigorosamente in mascherina, tranne due inconsapevoli cagnolini, beati loro.

Mi sono messo in fondo, in piedi e durante la solita predica, misericordiosa e protestante, di noi, buoni e belli, sulla barca, che ci salviamo da soli, perché proprio non ce lo meritiamo di morire annegati…, ho cercato di pensare ad altro, come mi capita quasi sempre. Riflettevo sul fatto che, in fondo, chi si occupa di Apologetica oggi (ovvio che chi scrive è solo un dilettante…), ha la strada spianata perché “ti piace vincere facile eehhh ?”. Ne sparano e ne combinano talmente grosse che è come giocare al gatto col topo…. Pensavo “chissà quale sorpresa oggi…”. Ma è sempre una previsione facile, infatti un signore abbastanza anziano, accompagnato da una signora, è entrato con un cagnolino al guinzaglio e si sono messi a seguire la messa, mentre il loro amico fidato si accovacciava sul pavimento fresco di cotto toscano. Dopo qualche minuto, arrivavano quattro persone, un’intera famiglia suppongo, o forse bisogna cominciare a dire cinque… visto che era con loro un altro cagnolino, un po’ più grande del primo, magari di un’altra “etnia”. Sono entrati dal portone principale, hanno girato e sono usciti, come si fa entrando a sbirciare in un negozio del centro commerciale. Alla fine della messa sono andato dal celebrante, in sagrestia, per chiedergli “ma sono ammessi i cani in chiesa ?”. Lui mi guarda, sorpreso, e mi fa: “mah… dipende, magari è entrato da solo, ha fatto un giro e si è accovacciato..”. “No”, gli rispondo, “sono entrati al guinzaglio accompagnati”. Pensavo di suscitare in lui sconcerto e sdegno, invece scoppiava in una risata che, nel locale alto della sagrestia, in comunicazione con la navata, risuonava beffardamente, come una campana stonata, come l’eco di un ghigno da una caverna infernale. Me ne sono andato….

Quando ero bambino avrebbe provocato una reazione furente da parte del sacerdote con tanto di espulsioni, esecrazioni, cartelli. Ora quella risata sta a sancire la totale perdita del senso del sacro, da parte dei religiosi formati nella nuova chiesa. Proprio ieri, un sacerdote “normale”, molto giovane, mi diceva che, in seminario, non gli hanno mai parlato della liturgia e della celebrazione della Messa. Lui si è preparato da solo per il suo primo Ufficio. Ma, allora, di che cosa parlano nei seminari…. ?!

Ora non hanno più pudore.  Se per più di quaranta anni hanno lavorato, lentamente ma inesorabilmente, quasi di nascosto, ora si vantano di metterci la faccia, per piacere al mondo, compiaciuti e tronfi di una vittoria temporanea, a vomitare scempiaggini colossali.

Come quella del vescovo emerito di Caserta che dichiara: “Moralmente e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici, perché Cristo non è venuto sulla terra per costruire chiese ma per aiutare gli uomini indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità….”. Verrebbe da pensare “ma uomo di quale fede…”.

Pervicacemente sprofondati nella materia, hanno studiato sul vangelo commentato da Karl Marx.

Gesù, sulle rive del lago di Tiberiade, commosso, ha dato il pane a 5000 persone , ma quel pane, creato dal nulla, in un impulso di energia purissima, aveva una porzione di infinito che anticipava quello, infinito, del dono dell’Eucarestia. Gesù preannunciava per loro, nella forma di alimento per il corpo, quell’alimento per le anime, infinitamente più importante, perché eterno. Quel contenuto di infinito che loro hanno completamente ripudiato a favore delle seduzioni verso i corpi, in qualsiasi forma.

Come scrive l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò:

«…il “contenitore-concilio” è stato usato per dare apparente autorevolezza ad un evento volutamente eversivo, esattamente come oggi, sotto i nostri occhi, il Vicario di Cristo è usato per dare apparente autorevolezza ad un’operazione deliberatamente eversiva. In entrambi i casi, il senso innato di rispetto verso la Chiesa di Cristo da parte dei fedeli e del Clero è stato utilizzato come infernale stratagemma – un cavallo di Troia introdotto nella Sacra Cittadella – in modo da dissuadere ogni forma di doveroso dissenso, ogni critica, ogni legittima denuncia…»

Non ci sto. Non mi faccio dissuadere dal “doveroso dissenso” di chi non può sentirsi “in comunione” con una gerarchia che, a partire dal grado più elevato, non mostra più alcun PUDORE, perfino tramutando l’ALLEANZA NASCOSTA di prima in CONDIVISIONE MANIFESTA con le schiere del male.

Non sono in comunione con chi adora idoli pagani; non sono in comunione con il prete che dichiara, spudoratamente, che “le coppie dello stesso sesso, che crescono figli, sono famiglie sante”; non sono in comunione con chi si vanta di organizzare sfilate di moda con paramenti sacri; non sono in comunione con chi profana la Santa Eucarestia;  non sono in comunione con la stragrande maggioranza dei vescovi che non condannano, apertamente ed esplicitamente l’aborto, la sodomia e non difendono, strenuamente, la famiglia, che trasformano le chiese in tendoni da circo, che non richiamano più alla conversione all'unica vera religione, all'unico vero Dio; non sono in comunione con chi proclama un altro vangelo al fine di autogiustificarsi turpemente; non sono in comunione con la gerarchia che, quasi al completo, vuole attuare l’utopia di sostituzione della religione cattolica con la religione universale, servendosi, stoltamente, di altre religioni; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che antepongono la loro fede politica alla fede per la quale si sono consacrati a Dio, dando il loro consenso a partiti che calpestano sistematicamente i principi cristiani, promuovendo leggi nefande; non sono in comunione con tutti quei religiosi e religiose che, per evitare “ogni forma di doveroso dissenso”, si rendono conniventi, fiancheggiando, volontariamente o inconsapevolmente, ma, davanti all’evidenza la inconsapevolezza non giustifica,  le più efferate derive dell’uomo che si è fatto dio.

Sono in comunione con quei pochissimi religiosi normali, di Santa Romana Chiesa, che vivono dolorosamente questo periodo funesto, pagandone le conseguenze morali e materiali. Sono in comunione, ovviamente, con il Fondatore e Capo della Chiesa, che sembra dormire sulla barca, in balia dell’uragano, aspettando che tutto, ma proprio tutto il putridume venga a galla, a perenne ammonimento della nostra sconfinata miseria.





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