domenica 4 luglio 2021

IL GIRO DELLE MESSE

 


«Mi accusano di essere preconciliare, ma poi mi consolo, sapendo che lo era pure Gesù»
(Card. Giacomo Biffi)


Questa sera il prete a messa, a Monterubbiano, dopo aver rimarcato che la nuova traduzione del Padre Nostro è "finalmente più significativa perché Dio non ci butta giù dalla rupe per tentarci", dopo aver invitato calorosamente a scambiarci degli sguardi, ha salutato, dopo la benedizione, con "buona serata, buona domenica, buona settimana", mancava solo buona cena, buona nottata, buona gita... Ormai "buona serata" ha preso il posto di "buona sera", ne rappresenta l’evoluzione antropologica, esprime qualcosa di più allargato, valori nuovi, trasgressioni, serate al lume di candela o, semplicemente, a riscaldarsi al tepore licenzioso del caminetto-televisione... non più la “sera” immagine mistica di Foscolo o l’atmosfera pacata e devota dell’Angelus di Millet, ma la “serata” intrigante e velatamente trasgressiva dell’appagamento dei sensi. Ma dopo la Benedizione che cosa aggiungere? Non ci basta uscire dalla Chiesa con la Benedizione che viene da Dio, vogliamo PROFANARLA con la "nostra" benedizione.


Cerco di cambiare spesso chiesa, così mi dimentico delle stramberie che ho visto, prima di riprendere il giro, lo faccio unicamente per assolvere al precetto. Comunque ieri sera mi aspettavo che, almeno alla messa per il Corpus Domini, si avesse un maggiore rispetto verso l’Eucarestia. Così non è stato. La chiesa del giro, stavolta, è quella di San Francesco a Fermo, dove hanno portato la statua della Madonna del Pianto, per la chiusura a “tempo indeterminato”, anche se loro dicono per lavori di restauro, del santuario a Lei dedicato. Quella a cui ho assistito costituisce la prova generale della messa, protestante ovviamente, celebrata da una donna prete. Una signora in tailleur bianco, pare che questo sia l’indumento scelto per le celebranti… ha fatto praticamente tutto lei. Sì perché, a parte l’omelia su cui è bene stendere un pietoso tendone da circo e i due minuti della consacrazione (in cui tra l’altro proprio il Vangelo di oggi mette in evidenza il cambiamento delle parole del canone, dove “per molti” è diventato “per tutti”, come richiesto dai precetti della religione universale), questa signora in tailleur bianco è stata il vero attore della cerimonia. Dalle letture, rigorosamente con la maschera, data la pericolosa distanza di circa quindici metri della persona più vicina, alle intercessioni per i “nostri politici”, passando per il servizio all’altare, la raccolta delle offerte, il trasporto della pisside, opportunamente tenuta ben nascosta nella cappella laterale, fino alla distribuzione della comunione, ovviamente, rigorosamente sulle mani, a cui mi sono ben guardato di partecipare, mentre l'altro frate, custode della chiesa, passeggiava lungo le navate. Il tutto con una sobrietà, una magniloquenza, una disciplina da vera sacerdotessa della nuova religione.


Il giro delle messe questa mattina è toccato alla chiesa dei Cappuccini di Fermo. Mi sono messo in fondo, nell’ultima delle cappelle laterali, ma senza pace perché fino ad oltre la lettura del Vangelo continuava ad entrare gente dai portoni, ovviamente, spalancati, fino all’arrivo di un signore con cane al guinzaglio, che mi si è messo a fianco, inducendomi a cambiare posto.
Il frate celebrante ha esordito con il “pregiudizio” e non mi ci è voluto molto per capire dove volesse andare a parare. Pure la “spina nelle carni” di San Paolo, della Lettera ai Corinzi, non era altro che il pregiudizio nei suoi confronti in quanto annunciatore di una novità. Come Gesù che facendo il "mestiere più miserabile del mondo" (ma come, si festeggia l'anno di San Giuseppe Artigiano...) veniva deriso dai suoi stessi compaesani. Come il pregiudizio di tutti quelli (ma io “tutti quelli” non li vedo…) che ancora non accettano il concilio VII, che ha comportato il rinnovamento totale della Chiesa, l’esplosione dello Spirito Santo, finalmente una nuova teologia, una ventata di novità che parlano all’uomo di oggi, non a quello di ieri (la Chiesa che, ovviamente, per duemila anni non ci aveva capito proprio nulla...). Poi prende un libretto da una mensola sotto il pulpito e, agitandolo in aria, grida: “questo libretto di preghiere è blasfemo, sono preghiere che offendono Gesù, non dovete utilizzarlo…”. I soliti venti minuti di predica… che non finiscono mai e venticinque secondi di consacrazione, poi la solita distribuzione delle Ostie Consacrate come caramelle ai fedeli mascherati che le "infilano" da sotto la maschera (come è ovvio ma a me sembra "esteticamente" sgradevole) dicendo "il Signore Gesù" e non "Il Corpo di Cristo" come prescritto dal Messale Romano (almeno quello seconda edizione…), ma pure questo è frutto del VII.
Alla fine della messa sono andato in sacrestia a chiedergli: “mi scusi padre, lei ha agitato un libretto blasfemo, potrei conoscerne il titolo, così evito di cadere nel peccato, se mi dovesse capitare di leggerlo? ”, e lui neanche troppo sorpreso: “non glielo dico il titolo, sono preghiere contro la misericordia di Dio…”, “sì, ma se è un libretto blasfemo, perché lo tenete in chiesa? ”. Avrei voluto enumerare qualche migliaio di pratiche “frutto” del VII, come la benedizione delle coppie omo o l’adorazione della pachamama, fatta anche da un suo confratello, ma ovviamente mi sono solo limitato a: “anche i cani in chiesa sono frutto del VII? ” e lui “Lei è un FONDAMENTALISTA…”. “No, non sono fondamentalista, sono solo Cattolico Romano. Dovreste tutti vergognarvi” e li ho lasciati alle loro miserie, che sono sicuramente opposte alle mie, che hanno il terrore della Giustizia di Dio.



P.S.
C'E' UNA SOLA VIA D'USCITA DA QUESTO CATACLISMA, DA QUESTO CIRCO DI SALTINBANCHI NELLA CARNE: TORNARE INTEGRALMENTE, PIENAMENTE ALLA CHIESA DI SAN PIO X.
Sarebbe ora che qualche cardinale o qualche vescovo ammettesse il totale fallimento della Chiesa Postconciliare e  dichiarasse che la chiesa di Santa Marta è completamente scismatica e riprendesse in mano la VERA CHIESA DI NOSTRO SIGNORE. Con buona pace di qualche centinaio di migliaia di religiosi e religiose che, consapevolmente o inconsapevolmente, ma senza più giustificazione, stanno servendo la sinagoga di satana.









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