venerdì 17 settembre 2021

LA VIA DELLA PERSUASIONE

 


«Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà» (Lc 9,24)

Pubblico uno stralcio della lettera che un parroco delle mie parti ha scritto ai suoi fedeli. Non voglio palesarne il nome semplicemente perché non mi interessa il singolo sacerdote, nei confronti del quale posso anche provare un sentimento, neanche troppo coinvolgente, di cristiana pietà. Inoltre questo documento è molto simile ad altri documenti che circolano in questi giorni, tutti, ovviamente, ispirati alla lettera della CEI “Curare le relazioni al tempo della ripresa” reperibile su:
Mi interessa, invece, mostrare una linea di pensiero e di azione della Chiesa che, a mio modesto parere, è distante anni luce dalla sua originaria missione.

….La Conferenza dei vescovi italiani invita a vaccinarsi e io con lei Con una lettera inviata a tutti i vescovi ad apertura dell’anno pastorale, la Presidenza della CEI fa suo l’appello del Papa a favorire la scelta di vaccinarsi come un atto di responsabilità sociale e invita i singoli vescovi a richiamare i fedeli a tale responsabilità: senza porre obblighi, mantenendo aperta la riflessione, puntando sul convincimento delle persone, mirando comunque all’adesione più ampia possibile alla vaccinazione.
Vaccinazione come atto d’amore. L’appello del Papa al quale richiama la Cei è quello del videomessaggio ai popoli dell’America Latina del 18 agosto 2021, nel quale affermava che «vaccinarsi, con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto di amore; e contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore: amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli» […]. Finora l’obbligo vaccinale [posto dalle competenti autorità dello Stato] riguarda solo alcune circoscritte categorie di lavoratori. La normativa civile attuale non prevede l’obbligo vaccinale né richiede la certificazione verde per partecipare alle celebrazioni o alle processioni né per le attività pastorali in senso stretto: catechesi, doposcuola, attività caritative […]. La tematica è complessa e la nostra riflessione dovrà rimanere aperta.
L’appello del Papa, tuttavia, interpella le coscienze di tutti e, soprattutto, di chi è impegnato nell’azione pastorale delle nostre comunità. Siamo, dunque, chiamati a rispondere per primi a “un atto di amore” per noi stessi e per le comunità che ci sono affidate.
Da parroco, presbitero e cittadino condivido la lettera della presidenza della Cei. Avverto in essa la tonalità calda dei richiami in materia di pandemia che sono venuti dalla Cei negli ultimi mesi, dopo che il presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, è passato per la terapia intensiva e ha rischiato di morire. Condivido in particolare l’invito a procedere per la via della persuasione.
Ogni decisione riguardante il proprio corpo e la sua cura va lasciata alla persona, fatta salva la possibilità per la comunità di prevedere degli obblighi di salute pubblica: lo stabilisce la Costituzione all’articolo 32 [Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge]. Ma nulla dovrà essere obbligato, da qualsiasi altra autorità, oltre le disposizioni legali.
Intendo così, in chiave attiva, promuovere e favorire quella che chiamo “via della persuasione”: è bene che ognuno che ne sia convinto, se ne faccia promotore. Evitando le polemiche, cercando le parole capaci di convincere…..

VACCINAZIONE COME ATTO D’AMORE (o d’ammore…)
Ma voi che parlate sempre d’amore… che vi sciogliete all’amore - per inciso ho sempre pensato che dell’amore non bisognerebbe “parlare” - che accogliete con amore i peccatori, tutti ma proprio tutti, bestemmiatori, idolatri, eretici, ladri, usurai, fedifraghi, assassini, adulteri, depravati, sodomiti, pedofili. Voi che siete sempre così accoglienti nei confronti delle coppie omosessuali, degli abortisti, dei demolitori della famiglia, dei sostenitori dell’eutanasia, perché non riservate una parvenza di attenzione per i poveri fedeli smarriti che hanno più di qualche perplessità ?
PRIMO: sull’efficacia del vaccino, anche con riferimento alle mutazioni, visto che sono ormai centinaia i riferimenti a pubblicazioni, dichiarazioni, articoli di eminenti ricercatori che, peraltro, mettono in evidenza la inopportunità di procedere alla vaccinazione di massa con l’epidemia in corso.
SECONDO: sui rischi per la salute di giovani e adulti per gli effetti di medio-lungo periodo che non sono stati affatto indagati con la scusa dell’urgenza per la mortale pandemia che provoca il decesso in meno dell’1 % dei casi.
TERZO: sulla immonda cancellazione di ogni riferimento alle cure domiciliari che possono, come dimostrato da organizzazioni di medici attive in Italia e all’estero, curare la malattia, se affrontata per tempo, di quasi il 100% dei contagiati.
QUARTO, ma non ultimo in ordine di importanza: in merito all’origine del materiale biologico con cui vengono realizzati questi cosiddetti vaccini e diversi altri farmaci, direttamente o indirettamente connessi con cellule derivanti da feti abortiti, come ammettono anche le stesse case farmaceutiche.
So che quest’ultimo argomento, che dovrebbe essere per voi di gran lunga il più importante, è invece il più imbarazzante. Per voi che, in stragrande maggioranza, date il vostro favore, condividendone l’ideologia, e poi il vostro voto, al partito che non solo si è prodigato per far approvare e poi favorire la legislazione abortiva in questo paese, ma che ultimamente ha legalizzato la più satanica delle pratiche con l’uso della pillola abortiva.

LA VIA DELLA PERSUASIONE
Perché non usate più la PERSUASIONE, come Gesù voleva, quella della conversione, della evangelizzazione ?
NON È VOSTRO COMPITO persuadere le persone a farsi vaccinare. Ne abbiamo già abbastanza di pressioni ed avvertimenti con metodi solo apparentemente più sottili di quelli della Gestapo e della Stasi.
È vostro compito persuadere i fedeli a confessarsi, ad accostarsi frequentemente ai sacramenti, ad avere rispetto per il sacro, ad applicare sistematicamente i Comandamenti di Dio.
È vostro compito organizzare adunanze di preghiera, di adorazione, di recite del Santo Rosario, per chiedere perdono a Dio per gli atti spaventosamente sacrileghi compiuti dalla Chiesa nell’ottobre del 2019, solo pochi mesi prima della comparsa di questa cosiddetta pandemia, per supplicarne la fine, per implorarne il perdono.
È vostro compito persuadere i cardinali, i vescovi i “presbiteri” ad abbandonare le pratiche peccaminose così diffuse nelle alte gerarchie.
Ma voi, tra l’anima e il corpo, avete scelto il corpo ed anche per ragioni che non è il caso di ricordare qui, dato che l’argomento è tremendamente serio. Se aveste privilegiato le vostre e le altrui anime potevate persuaderle, incessantemente, ad operare per trovarsi monde davanti a Dio, perché, per il Signore, morire per covid non è più eroico di morire di tumore, di malaria, di infarto, di embolia, di vecchiaia. Se aveste scelto l’anima potevate tentare di persuadere voi stessi a rinunciare fortemente alla concupiscenza, all’eresia, all’apostasia, all’ideologia, all’idolatria, alla pachamama.
Per questo sciatto servilismo, motivato anche da quella roba che si chiama otto per mille, state oltraggiando il vostro Unico Padrone che non vi chiede affatto di inocularvi il cosiddetto vaccino, che ha la sua remota origine in pratiche sacrificali pre-colombiane.
Si vede lontano mille miglia che la vostra è solo un’adesione ideologica ad un progetto che viene da molto lontano e che trova ora, per una serie di circostanze storiche sincronicamente favorevoli, la sua piena attuazione, facendovi ignorare la principale motivazione della vostra missione. Gli apostoli hanno pensato alla salvezza dei propri corpi la notte in cui a Gesù hanno inflitto centinaia di colpi di flagello e, come loro, state deviando su percorsi sicuri da quella salita che, invece, è alla base della nostra civiltà. Ma poi loro tutti hanno riabilitato questo tradimento nella catarsi liberatoria del martirio. E al martirio, anche se quello meno cruento dello spirito, siamo tutti chiamati quale segno irrilevante di partecipazione al Calvario. È questa dimensione che avete completamente dimenticato a favore di una effimera, vacua dimensione moderna della vita.
Invece di usare espressioni, parole, riferimenti alla tradizione della Chiesa, alla Dottrina perenne, usate un linguaggio tipico di quello strumento che ha prodotto il degrado morale e culturale di questo paese, mentre dai vostri pulpiti non ammonite più, non correggete il peccato, non esponete più la morale cattolica ma la morale della televisione, che ormai declama esclusivamente la propria verità. Ma la Verità non è quella del Pilato di turno che ti deride sfaldandone lo stesso significato. La verità non è nei teatrini delle vostre parrocchie, nelle omelie pronunciate nelle vostre chiese trasformate in sale da ricevimento, nelle tenebre della accondiscendenza con il mondo. La Verità è unicamente quella di Gesù, testimoniata al prezzo di un sacrificio immane che ora voi state turpemente calpestando. È la Verità testimoniata da decine di migliaia di martiri che non si sono piegati ai dictat dell’imperatore, che non hanno creduto alle sue lusinghe, che non si sono prostrati ai piedi dei suoi simulacri, come state facendo ora voi ai piedi di un potere inappellabile, molto più tenebroso delle pur oscure facce che lo rappresentano. La Verità è persecuzione, oltraggio, derisione, martirio. La Verità è su quella salita spaventosamente dolorosa del Calvario. Non c’erano punti di ristoro su quella salita, né barellieri, né medicamenti, né antidolorifici, né sieri falsamente miracolosi, né rianimatori. Non c’era la croce azzurra, ma una pesante croce latina di legno di colore rosso sangue.
Questa verità va cercata nell’esperienza condivisa dei medici che sono rimasti fedeli al loro giuramento, che non si sono fidati della vulgata ufficiale, che sono stati sospesi dai rispettivi albi solo per aver fatto il proprio dovere. Va rintracciata nelle dichiarazioni dei ricercatori onesti, nelle notizie che bisogna andarsi a cercare, nelle contraddizioni dei grandi mezzi di comunicazione e dello zelo paradossale e untuoso di tutti i religiosi allineati.
Eppure c’è ancora qualche vescovo che ha conservato integra l’anima e la coerenza verso la sua unica missione. Monsignor Athanasius Schneider ad una donna statunitense che, per essersi rifiutata di fare il vaccino, ha perduto il proprio posto di lavoro:
«Oggi fai le valigie dal tuo posto di lavoro, e mentre fai le valigie, il tuo tesoro viene trasferito nella stanza che Gesù ti ha già preparato nel Regno dei Cieli». Sarà per malanimo, ma mi viene da pensare a quali anfratti sta invece preparando il principe delle tenebre per questi parroci-presbiteri-cittadini.

Claudio Gazzoli










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