giovedì 17 agosto 2023

LA SAGRA SACRA

 




Sembra uno scioglilingua, un ossimoro, un'apparente contraddizione, perché il “sacro”, da “tutto quello che è dovuto a Dio”, è diventato “tutto quello che è dovuto all’uomo” e, in definitiva, al suo depravato suggeritore.
La Chiesa non ha più la forza, né la volontà, per far onorare aspetti, circostanze che riguardano quello che dovrebbe essere il suo principale, se non unico, privilegio, l’esercizio, la custodia del Sacro, in tutte le sue forme. Lo si è visto con la sottomissione prona, ma anche condiscendente, ai decreti governativi nella cosiddetta pandemia, arrivando addirittura a sospendere la Santa Messa il giorno della Pasqua di Nostro Signore. Questo avviene quando si accettano i soldi dello stato, 8 x 1000 e molto altro, come ho potuto constatare domenica mattina 6 agosto a Loreto dove si stavano eseguendo, in un palazzo apostolico di lato alla Basilica, i lavori di ristrutturazione. Così se gli organizzatori di una sagra decidono di utilizzare una chiesa come cucina per preparare la polenta, se il sacerdote non fa nulla di risolutivo per evitarlo, allora vuol dire che un piatto di banale polenta, di maialino con le patate o di salciccia sulla brage, hanno ormai surrogato la loro stessa forma prosaica per elevarsi a modelli di costume “sacrosanti” e irrinunciabili della religione che ha sostituito il culto dovuto a Dio.
Quando ero bambino, almeno ancora nei paesi delle mie parti, ogni festa popolare era una festa religiosa che prevedeva la parte liturgica e la parte festosa, ma quest’ultima non era mai disgiunta dalla prima. La banda musicale accompagnava la processione e poi teneva il concerto, i fuochi d’artificio chiudevano la festa e manifestavano un omaggio al Santo Patrono, mentre la chiesa restava aperta per tutta la sera per consentire ai fedeli di onorare le reliquie del Santo. L’unica eccezione, ma solo apparentemente, era il carnevale. Ma in effetti, almeno “in provincia”, anche il carnevale non era altro che il contraltare della festa religiosa, quasi che la trasgressione potesse rendere più consapevole il pentimento e la maschera al di sotto della quale si dissimulava il lato oscuro della nostra coscienza, più manifesta l’intenzione purificatrice della cenere dell’inizio di Quaresima.
La profanazione delle chiese non l’hanno iniziata loro. Una persona molto anziana del mio paese, molto tempo fa, mi disse che suo nonno gli raccontava una storia che aveva saputo, a sua volta, da suo nonno. Nel corso della Campagna d’Italia le truppe napoleoniche utilizzarono la chiesa di San Lorenzo, una grande chiesa ad unica navata, come una stalla per i cavalli. Il puzzo vi rimase per almeno cinquant’anni. Loro erano i rivoluzionari post-giacobini guidati dal massone Napoleone. Le profanazioni di oggi sono figlie delle profanazioni di allora.
Non dovremmo frequentare le sagre, nessuna sagra, perché derivano dall’estromissione di Dio, di cui ci faremmo complici. Hanno semplicemente sostituito il vitello d’oro con una moltitudine di modelli di maiale di cui le salsicce sono solo la parte meno indigeribile.





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