Il nuovo comandante che prende in mano la nave, con gravissime falle nella carena, provocate dagli scogli e dai fondali sui quali, ignobilmente, per impudenza, negligenza, insolenza, inettitudine, volontà di autodistruzione o distruzione preordinata, il precedente comandante, assieme a quasi tutto il suo equipaggio di alcolizzati ed invasati, ha portato la nave, dovrebbe individuare, quale indifferibile, la riparazione delle falle, visto che le pompe non riescono più ad estrarre l’acqua e la nave rischia l’affondamento con tutti i suoi passeggeri.
I malanni che, ormai da diversi decenni, affliggono la Chiesa non hanno tutti lo stesso valore. Appartengono ad una scala gerarchica sulla quale ai primissimi posti ci sono, come è ovvio, i problemi che si riferiscono alla sfera spirituale, anche perché è in quella sfera che avviene la vera battaglia. Tra questi, limitandomi a quello che occupa il primo posto, vi è il continuato SACRILEGIO compiuto verso le Sacre Specie, migliaia di volte al giorno. Tale sacrilegio riguarda sia l’aspetto della riverenza dovuta e del modo in cui vengono trattate le Sacre Specie, sia la disposizione d’animo di chi si accosta alla Santa Eucarestia. Questo Sacrilegio continuato (voragini nella carena della nave) alimenta la metastasi in corso e costituisce un processo in crescita continua, autoalimentato, di per sé irreversibile.
Allora, qui le cose sono due:
- o il comandante (Vicario di Cristo) riconosce che questo è l’accidente da affrontare SUBITO e per esso non occorrono procedure, documenti di duecentocinquanta pagine, impegni economici, corsi di formazione, compromessi politici o il terrore di sembrare “divisivi”; bastano due righe, come: “l’Eucarestia deve essere distribuita SOLO dal sacerdote, con l’assistenza di un chierico per il piattino, rigorosamente in bocca, al ricevente opportunamente inginocchiato ed in stato di assenza di peccato mortale”;
- oppure non ritiene che questo (e diversi altri dello stesso ordine) sia un problema e crede più urgente raddrizzare, con discrezione, i quadri sulle pareti delle cabine, ma allora non è adatto al ruolo di comandante.
Gesù non si è recato dai custodi del Tempio ad esporre umilmente che quel mercato, tra l’altro nel cortile antistante il tempio vero e proprio, era inopportuno e che, evitando di apparire troppo divisivi, occorreva convincere i mercanti a spostarsi poco più in là. Gesù è stato “rigido” e quella severità gli è costata il supplizio della croce.
C’è una separazione infinita tra le cose del mondo, di sviluppo irrimediabilmente orizzontale, governate e quindi soggiogate dalla politica, con tutti i suoi tentacoli, e le cose dello spirito, di sviluppo eminentemente verticale. Prima della soppressione forzata del potere temporale del papa, i liberal/massoni sostenevano, strumentalmente, che il papa dovesse occuparsi esclusivamente delle cose dello spirito. Ma i papi di allora riuscivano a contemperare la parte spirituale e quella temporale, anche perché quest’ultima discende direttamente dalla prima. Ora che non esiste più, per i motivi che sappiamo, il potere temporale, paradossalmente i papi si occupano quasi esclusivamente delle sostanze corporee; anzi si preoccupano di piegare lo spirito sotto le forche caudine del mondo. Il Vicario di Cristo non deve aver paura di offendere gli uomini, deve avere il terrore di offendere Dio.
Troppo estremo ?
«Fatto pertanto un flagello con cordicelle, li scacciò tutti dal tempio con le loro pecore e buoi» Giov 2:15. Ma che cosa se ne faceva Gesù di una frusta di cordicelle, non è buona “per rovesciare i tavoli” !
«Ma Gesù le rispose: Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» Luca 10,41-42.
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