giovedì 1 novembre 2018

LA CHIESA E L'AMBIENTE

andamento di temperatura, livello del mare,
 precipitazioni nevose, ultimi 150 anni (fonte IPCC)

Uno dei fenomeni che la crisi della Chiesa e della Religione alimenta, è la contrapposizione di schieramenti, ognuno dei quali si ritiene depositario di un bagaglio di teorie di tipo sociale, antropologico, politico, religioso, scientifico, accomunati, in modo spesso arbitrario, da una medesima base ideologica.
Quello che ne viene fuori è una mescolanza di verità e pregiudizi il cui risultato finale è la confusione, proprio quello che vuole chi sta macchinando tutto questo. Così se la Chiesa sposa la causa “ambientalista”, chi vuole una Chiesa “normale”, me compreso, è portato a ritenere che i fatti che riguardano l’ambiente siano frutto di una mistificazione progressista e, pertanto, non credibili.
Penso che su questi temi occorre fare chiarezza, perché altrimenti si rischia, come si usa dire, di buttare via il bambino assieme all’acqua sporca. Non è che un tifoso del Napoli non mangia più la pizza perché piace pure ai tifosi della Roma... e non è che non bisogna dare alcun credito alla produzione di energia con fonti rinnovabili perché piace agli "ambientalisti"...
Così si trovano commenti di questo tipo:
se oggi il clima sembra impazzito, non è solo colpa dell’uomo che produce inquinamento. Certo stiamo facendo la nostra parte. Ma se stanno succedendo tutte queste cose; il motivo principale va ricercato nell’inquinamento spirituale. L’uomo di oggi pensa di essersi sbarazzato di Dio. E’ Lui risponde a questa follia con punizioni meritatissime….
Ho visto due maschi accoppiarsi e volere un bambino”  sconvolgente e vero, ma  non può essere accostato a:
"Ho visto la desertificazione, lo scioglimento dei ghiacciai e il buco nell’ozono solo negli occhi degli adoratori dell’utopia.....Ho visto uomini sudare d’estate e rabbrividire d’inverno ed essere derisi dagli ambientalisti..".

In questo modo si rischia di delegittimare un problema reale, in merito al quale occorre stare attenti a non lasciarsi condizionare dalle derive ideologiche. Ci sono istituti di ricerca come IPCC, principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, o, in Italia l’ISPRA, che studiano da decenni un argomento il cui approccio può essere solo, esclusivamente, scientifico. Bisogna avere il massimo rispetto per i ricercatori che ci lavorano in modo sicuramente corretto e disinteressato. Purtroppo, nella battaglia giusta per la difesa della nostra religione, ultimamente, si sentono spesso dichiarazioni che tendono a dare a tale fenomeno, di scala planetaria, una valenza filosofica o, ancora peggio, sentimentale. Ma non è con il metodo filosofico che si acquisiscono, elaborano dati empirici riguardanti fenomeni le cui cause sono indagabili solo su base scientifica. L’uomo può condizionare l’ambiente, come è avvenuto negli ultimi 200 anni e, in modo molto più accelerato, negli ultimi 60, ma poi i fenomeni che ne derivano  rispondono a leggi fisiche che, per fortuna, non sono soggette all’ideologia. Se da una parte c’è il rischio che la “causa ambientalista” venga abbracciata da gruppi che fanno capo all’area genericamente chiamata “progressista” e ultimamente anche dalla Chiesa, magari finanziati da chi sta mettendo in atto strategie, di lungo periodo, di indottrinamento e omologazione delle coscienze su scala globale, non bisogna dimenticare che ci sono organizzazioni, altrettanto potenti, che hanno tutto l’interesse a far credere che le ricerche sul cambiamento climatico in atto siano una bufala, che l’uomo non ha alcun potere di influire su scala planetaria e, pertanto, si può continuare a bruciare carbone, petrolio, metano fino al loro naturale esaurimento (ma poi ti dicono che sono risorse infinite…), a proporre la costruzione di nuove centrali nucleari, invece di rivolgerci, in modo definitivo, all’unica risorsa inesauribile che la nostra stella ci regala (non è ambientalismo, è scienza) a sconvolgere l’ambiente con la cementificazione del suolo, a tagliare foreste per farci crescere caffè e canna da zucchero, irrinunciabili alimenti delle anime convertite in apparati digerenti, e non solo, dell’uomo “che volle farsi Re”. La Chiesa e la Religione non c’entrano nulla in tutto questo, a meno che non si vogliano invocare "castighi" dall'Alto che però, essendo straordinari, non dovrebbero avere un'evoluzione secondo le leggi di natura. Non si possono confondere piani di rilevo scientifico con ambiti di tipo puramente antropologico e quindi, per un credente, religioso. Se è vero che negli ultimi due secoli c'è stata una correlazione statistica tra le attività industriali umane e una probabile modificazione del clima, questo non comporta affatto la certezza che la correlazione sia pure fisica. Non è compito della Chiesa trarre conclusioni che appartengono al campo della probabilità. Compito della Chiesa è proclamare la Verità che appartiene alla dimensione della Certezza, perché viene da Dio.
Per chi volesse approfondire può andare sul sito di IPCC da cui è possibile scaricare moltissimi report e grafici:




Nessun commento:

Posta un commento