martedì 6 agosto 2019

LA GRANDE ABBUFFATA…. sulla tavola del male assoluto


la scena finale del film MISERIA E NOBILTÁ

Con questo caldo va via anche la voglia di riflettere. Apprendo, stamattina, che in una chiesa è stata invitata  la più “grande” abortista italiana, a parlare di diritto all’aborto e di migranti. C'ero caduto, ma è una notizia datata, come capita di solito su siti non controllati. Il fatto è avvenuto nel 2017 e, ad andarlo a rileggere, colpiscono gli applausi finali dei “fedeli” (fedeli a chi!!!) presenti.

Avevo scritto, su questo, un articolo pubblicato da Marco Tosatti, lo scorso anno:


Questo però mi da lo spunto per fare alcune brevi considerazioni, perché non è che, nel frattempo, dal 2017, le cose siano cambiate nelle nostre chiese, anzi, è accaduto di tutto e di più…. balletti omo, cenoni di fine anno, pranzi per i “poveri”, spettacoli di musica profana, conferenze di esaltazione della cultura ateo marxista, sermoni di predicatori di altre religioni, vescovi che arrivano all’altare in bicicletta o che cantano canzoni del festival (di San Remo... un santo ma è solo un caso...), ostie consacrate trasportate da droni, esibizioni danzanti di frati e suore…
TUTTO QUESTO E' STATO RESO POSSIBILE DALLA RADICALE, FURIOSA, TRASFORMAZIONE DELLA FORMA E DELLA ORGANIZZAZIONE DELL’INTERNO DELLE CHIESE, A PARTIRE DALLA RIFORMA VOLUTA DA PAOLO VI DELLA NUOVA MESSA, ESATTAMENTE 50 ANNI FA, FUNZIONALE ALLA RADICALE METAMORFOSI DELLA SOSTANZA STESSA DELLA LITURGIA.
In una chiesa ante ’69 (tutto è avvenuto in quegli anni) non sarebbe stato possibile organizzarci altro che non la Sacra Liturgia.
Quando si entrava in chiesa, era chiaro, comprensibile a tutti, il termine ultimo, in senso figurato e reale, della disposizione architettonica del luogo. Senza interruzione, materiale e visiva, lo sguardo, oltrepassando le file dei banchi, la balaustra, l’altare, era attratto dal tabernacolo, dove tutto si compie e tutto si chiarisce, nella sospensione del tempo e dove lo spazio si allarga all’infinito. Solo il Sacro può colmare questa abissale distanza con le nostre miserie. Poi tutto è cambiato. Il naturale percorso verso l’Altissimo è stato bruscamente e materialmente interrotto, con effetti, a volte disastrosi, all’architettura e alla bellezza delle nostre chiese. La mensa, per “ovvie” motivazioni ecumeniche, ha preso il posto dell’altare ed è stata collocata ad intercettare quel percorso naturale. Non solo, quella linea ideale ora parte dall’uomo e ritorna all’uomo, con il celebrante a fare da sponda. Dio assiste, dietro alle spalle del celebrante, alle esibizioni, a volte penose, dell’uomo piccolo che ha voluto imitarlo.
La nuova disposizione, sostituendo l'orientamento monodirezionale, ascendente, con quello multidirezionale, orizzontale, ha ridimensionato sempre più il contenuto sacro della liturgia e ha dato avvio ai mille abusi di oggi.
Il cambio di struttura era funzionale al conseguimento dell'obiettivo di liquefare la Religione. O meglio, al fine di perseguire l'obiettivo, occorreva sovvertire la struttura. Occorreva preparare il terreno, tramutare prima fisicamente, poi nella prassi, la Casa di Dio nella "casa del popolo".
La progressiva sostituzione della sacralità somma della liturgia con la profanazione sistematica dei gesti liturgici (vedi ad esempio la distribuzione dell’Eucarestia), la “emarginazione” fisica e ideale del Santissimo, hanno reso possibile aprire le porte delle chiese ad una varietà estrema di rappresentazioni che nulla hanno a che vedere con il rapporto esclusivo, rispettoso, sottomesso dell’uomo con Dio.
Ma non bastava cambiare la geografia, bisognava cambiare la geologia, la natura stessa del terreno su cui è fondata la religione, o almeno la morale religiosa,  la percezione del peccato o meglio la sua esatta definizione, il confine tra bene e male, il concetto stesso di bene e di male. Ora siamo arrivati al punto in cui non solo non c’è più differenza, perché allora il male sarebbe almeno riconoscibile, ma viene enfatizzato solo il male, che ha preso, ovviamente, senza più sbarramenti, il sopravvento, nella forma di male assoluto, il male nella forma più elevata e infima insieme, che non ha bisogno di definizione e perciò sfuggente, informe, a volte persino camuffato da bene e pertanto adulato, glorificato, idolatrato. La perdita, voluta, di qualsiasi riferimento perché l'unico riferimento è l'uomo stesso. E' come una nave che per orientarsi abbandona i riferimenti esterni, il campo magnetico terrestre, la stella polare, il sistema di navigazione satellitare, per adottare, ad unico orientamento, una direzione disegnata sulla parete della cabina di pilotaggio. Al di là della follia, pura sottomissione a lucifero.
Da bambini, la nostra prima educazione, faceva acquisire la consapevolezza di questa differenza. Ora verrebbe considerato plagio!
Per educazione, formazione ricevuta e pratica… so che cosa vuol dire peccato, dal quale non posso dire di essere fuori, ma lo so riconoscere, quando voglio, lo so allontanare, perché ho avuto la fortuna di mantenere inalterato questo filtro, anche a costo della emarginazione. Ora invece questo filtro è stato completamente eliminato.
Come dice uno che si firma "Mino" in un commento alla parabola del Buon Samaritano: la Chiesa "ha preferito andare dietro al brigante, lasciando quel poveretto dell’uomo moderno, che tanto amava, a morire di stenti per la strada".
Quello che preoccupa non sono tanto le manifestazioni che avvengono nelle chiese e in altri luoghi, ma gli applausi della moltitudine chi vi assiste, che non si sdegna, anzi si sente a casa, inebriata, stordita, posseduta come dalle luci sfolgoranti e i suoni  martellanti di un grande centro commerciale.
Sciami di  religiosi smaniosi e inquieti, in connubio tra attivismo marxista e doveri dell’ufficio religioso, suore e monache confuse e frustrate, vescovi tronfi del loro ruolo demolitore, torme di militanti depravati e degeneri, quasi come i bambini che, per metterli alla prova gli si mette davanti grandi barattoli di cioccolato, aperti, con invitanti biscotti da spalmarcelo sopra, prima sospettosi, circospetti, cauti poi negli ultimi anni sempre più impetuosi, a recinto spalancato, verso la mensa della grande abbuffata, come quella, del finale, sublime, del grande film di Totò, Miseria e Nobiltà.




E' importante leggere la lettera che i cardinali Ottaviani e Bacci scrissero a Papa Paolo VI scongiurandolo di non dare corso alla riforma:

Per una interessante disamina delle varie, attuali, manifestazioni del MALE ASSOLUTO, che Silvana De Mari chiama "gesti anticristici" si veda:

Magistrale sintesi di Aldo Maria Valli dell'ultimo libro del prof. Stefano Fontana sul totale PREDOMINIO DEL RELATIVISMO nella morale Cattolica (?):








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