Lo zelo è l’altra faccia dell’idolatria. Quando ci si
allontana da Dio per seguire idoli profani o, peggio ancora, sociopolitici, lo
zelo, avvinto dall'ideologia, diventa sempre eccessivo e degenera in interessato
servilismo. Tutto finisce poi per essere irragionevole e ridicolo. Stamattina
mentre mi recavo a messa, celebrata non dal parroco ma da un sacerdote coadiutore, l'unico normale da queste parti, che non ha paura di distribuire la comunione in bocca, in una chiesa tappezzata di manifesti "apandemici", stavo dimenticando tutte le prescrizioni delle “autorità” in merito all’ingresso
e alle modalità di stare in chiesa. Sono stato richiamato dal “servizio di
sicurezza”, in casacca gialla e arancio e mi hanno impedito di entrare senza
aver prima “sanificato le mani”, ammonendomi sul fatto che quelle erano
disposizioni del vescovo approvate dal prefetto. Tutto bene, i religiosi si attengono,
scupolosamente, in modo zelante, alle disposizioni governative, fatte proprie
dalla CEI ma, mi chiedo e non glielo vado neanche a dire, tanto sarebbe tempo
perso, perché non applicano lo stesso zelo
per le disposizioni della Chiesa medesima, per i precetti del Catechismo, per comandamenti
di Dio ? Perché tanto zelo per la materia e così poco per lo spirito ?
Tanto per attestare, ma non ce ne sarebbe bisogno, la spaccatura in atto, una signora, al termine della messa, protestava animosamente con il parroco perché il celebrante si permetteva di dare la comunione in bocca.
Tanto per attestare, ma non ce ne sarebbe bisogno, la spaccatura in atto, una signora, al termine della messa, protestava animosamente con il parroco perché il celebrante si permetteva di dare la comunione in bocca.
Non basterebbe l’intero spazio del blog (che poi, in particolare, a questo è dedicato...) per elencare
tutte le derive che la chiesa moderna, in modo arbitrario e soggettivistico, sta
percorrendo rispetto alla Tradizione, alla Dottrina, alla Sacra Scrittura, ai
Comandamenti, in particolare il primo e il sesto e, in definitiva, persino
rispetto alle disposizioni della chiesa postconciliare.
Ne cito soltanto una, senza alcun commento
(intelligenti pauca), tratta dall’ISTRUZIONE Redemptionis sacramentum della CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E
LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI:
«..[172] Spetta al
Sacerdote celebrante, eventualmente coadiuvato da altri Sacerdoti o dai
Diaconi, distribuire la Comunione e la Messa non deve proseguire, se non una
volta ultimata la Comunione dei fedeli. Soltanto laddove la necessità lo
richieda, i ministri straordinari possono, a norma del diritto, aiutare il
Sacerdote celebrante.[173]
[89.] Affinché, anche «per mezzo dei segni, la
Comunione appaia meglio come partecipazione al Sacrificio che si celebra»,[174]
è da preferirsi che i fedeli possano riceverla con ostie consacrate nella stessa
Messa.[175]
[90.] «I fedeli si comunicano in
ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi» e
confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in
piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita
riverenza, da stabilire dalle stesse norme».[176]
[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da
ricordare che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li
chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal
diritto la proibizione di riceverli».[177] Pertanto, ogni cattolico battezzato,
che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la
semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio
oppure in piedi.
[92.] Benché ogni fedele abbia sempre
il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca,[178]
se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la
conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il
Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi,
tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia
davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le
specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita
la santa Comunione sulla mano dei fedeli.[179]…»
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