Prendo spunto dall’articolo del prof. Enrico
Maria Radaelli (qui),
che mi ha preceduto di qualche giorno, per ribadire un concetto semplice e
scontato ma, proprio per questo, ignorato dalla “kultura” dominante. La classificazione
delle idee e quindi, in definitiva, del pensiero, è una delle tecniche di gestione del potere o,
almeno, di quella parte del potere che attiene alla formazione e mantenimento
della “pubblica opinione”. Un metodo tipico di tutti i regimi totalitari, di
destra o di sinistra, che ha lo scopo di ridimensionare e quindi screditare
ogni giudizio estraneo al pensiero dominante. Per questo si avvalgono anche di
leggi, palesemente anticostituzionali (ma che importanza ha ormai...) volte ad abbattere
un principio cardine della rivoluzione dei loro antenati (ma non tanto)
giacobini. Sono per la “liberté” del pensiero, ovviamente, ma solo di chi
la pensa come loro. Tutto ciò in attesa della riproposizione delle liste di
proscrizione.
Così se tu sei un CATTOLICO NORMALE ti dicono che sei tradizionalista, oscurantista,
nostalgico, conservatore come sinonimi di retrogrado, reazionario e, ovviamente,
fascista. Loro invece, i fari della nuova evoluzione, sono progressisti,
moderni, innovatori, riformatori. Queste sono categorie politiche che vanno
bene a connotare le tensioni di una pro-loco di paese dove ci si divide tra chi
vorrebbe la “sagra de le taiatelle co la papera o la rassegna di poesia
dialettale” o ad indicare le correnti in
seno ad un partito, come la Democrazia Cristiana di allora (Cristiana ?....)
dove la frangia comunista è confluita nel grande partito della sinistra
italiana, quello di “Dio, Patria, Famiglia che vita di merda…”, a proporre ed
approvare leggi antitetiche rispetto alla dottrina della Chiesa, quella vera.
Finiamola con queste idiozie, tanto non ci caschiamo, diamo alle cose il loro giusto nome. Una
mela non è una banana e una lucertola non è una ghiandaia. Se un credente afferma
che occorre rispettare i precetti del Catechismo della Chiesa Cattolica per l’atteggiamento
da assumere verso le “altre inclinazioni sessuali” non è un retrogrado oscurantista ma un battezzato di
Santa Romana Chiesa.
Così, d’altra parte, se un vescovo facesse il giro in bicicletta attorno
all’altare, con tanto di casula e mitra, non sarebbe, conseguentemente, un progressista, ma semplicemente
un cretino e se un altro vescovo si mettesse a cantare le canzoni di sanremo
durante una cerimonia non sarebbe per forza un prete moderno, ma soltanto un invasato. Quando un sacerdote, durante l’omelia, afferma che “Cristo è gay…” non è un "entusiasta
dello spirito del tempo", è soltanto un malato di mente. Se un professore di
teologia dichiara che “vi è una componente erotica nell’Eucarestia” non è
necessariamente un innovatore, è soltanto un indemoniato. Se il predicatore
della santa casa pontificia sostiene che “noi
cattolici abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli
protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…” non è
un fine teologo, è soltanto, inconfutabilmente, un protestante. Se vi è stata una
colossale, iconoclasta, trasformazione delle chiese, alla fine degli anni
sessanta, per accogliere la nuova liturgia protestante, non è “visione illuminata
della evoluzione del rapporto con Dio”, è puramente furia distruttiva. Se alcuni alti prelati, guidati dal papa, si mettono ad adorare degli idoli di legno, uno dei quali raffigurante una specie di dio Priapo, come quello della casa dei Vettii (povera Madonna di Pompei*), arrivando persino ad atti di prostrazione, questo non è attenzione verso le altre religioni nello spirito di "Dignitatis Humanae", ma qualcosa che supera l'idolatria e, visto anche da chi viene commessa, ha l'impronta del satanismo.
Siamo Cattolici di Santa Romana Chiesa, quella Vera,
fondata da Gesù Cristo, chiamati a stare solo, esclusivamente dalla sua parte
perché “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde”
Mt 12,30.
«O Vergine
Immacolata e Regina del Santo Rosario, tu, in questi tempi di morta fede e di
empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre
sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dov’erano
adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi
dappertutto i tesori delle celesti misericordie…»
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