domenica 5 luglio 2020

CATTOLICI O NIENTE






Prendo spunto dall’articolo del prof. Enrico Maria Radaelli (qui), che mi ha preceduto di qualche giorno, per ribadire un concetto semplice e scontato ma, proprio per questo, ignorato dalla “kultura” dominante. La classificazione delle idee e quindi, in definitiva, del pensiero,  è una delle tecniche di gestione del potere o, almeno, di quella parte del potere che attiene alla formazione e mantenimento della “pubblica opinione”. Un metodo tipico di tutti i regimi totalitari, di destra o di sinistra, che ha lo scopo di ridimensionare e quindi screditare ogni giudizio estraneo al pensiero dominante. Per questo si avvalgono anche di leggi, palesemente anticostituzionali (ma che importanza ha ormai...) volte ad abbattere un principio cardine della rivoluzione dei loro antenati (ma non tanto) giacobini. Sono per la “liberté” del pensiero, ovviamente, ma solo di chi la pensa come loro. Tutto ciò in attesa della riproposizione delle liste di proscrizione.
Così se tu sei un CATTOLICO NORMALE ti dicono che sei tradizionalista, oscurantista, nostalgico, conservatore come sinonimi di retrogrado, reazionario e, ovviamente, fascista. Loro invece, i fari della nuova evoluzione, sono progressisti, moderni, innovatori, riformatori. Queste sono categorie politiche che vanno bene a connotare le tensioni di una pro-loco di paese dove ci si divide tra chi vorrebbe la “sagra de le taiatelle co la papera o la rassegna di poesia dialettale  o ad indicare le correnti in seno ad un partito, come la Democrazia Cristiana di allora (Cristiana ?....) dove la frangia comunista è confluita nel grande partito della sinistra italiana, quello di “Dio, Patria, Famiglia che vita di merda…”, a proporre ed approvare leggi antitetiche rispetto alla dottrina della Chiesa, quella vera.
Finiamola con queste idiozie, tanto non ci caschiamo, diamo alle cose il loro giusto nome. Una mela non è una banana e una lucertola non è una ghiandaia. Se un credente afferma che occorre rispettare i precetti del Catechismo della Chiesa Cattolica per l’atteggiamento da assumere verso le “altre inclinazioni sessuali” non è un  retrogrado oscurantista ma un battezzato di Santa Romana Chiesa.
Così, d’altra parte,  se un vescovo facesse il giro in bicicletta attorno all’altare, con tanto di casula e mitra, non sarebbe, conseguentemente, un progressista, ma semplicemente un cretino e se un altro vescovo si mettesse a cantare le canzoni di sanremo durante una cerimonia non sarebbe per forza un prete moderno, ma soltanto un invasato. Quando un sacerdote, durante l’omelia, afferma che “Cristo è gay…” non è un "entusiasta dello spirito del tempo", è soltanto un malato di mente. Se un professore di teologia dichiara che “vi è una componente erotica nell’Eucarestia” non è necessariamente un innovatore, è soltanto un indemoniato. Se il predicatore della santa casa pontificia sostiene che “noi cattolici abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato…” non è un fine teologo, è soltanto, inconfutabilmente, un protestante. Se vi è stata una colossale, iconoclasta, trasformazione delle chiese, alla fine degli anni sessanta, per accogliere la nuova liturgia protestante, non è “visione illuminata della evoluzione del rapporto con Dio”, è puramente furia distruttiva. Se alcuni alti prelati, guidati dal papa, si mettono ad adorare degli idoli di legno, uno dei quali raffigurante una specie di dio Priapo, come quello della casa dei Vettii (povera Madonna di Pompei*), arrivando persino ad atti di prostrazione, questo non è attenzione verso le altre religioni nello spirito di "Dignitatis Humanae", ma qualcosa che supera l'idolatria e, visto anche da chi viene commessa, ha l'impronta del satanismo.
Siamo Cattolici di Santa Romana Chiesa, quella Vera, fondata da Gesù Cristo, chiamati a stare solo, esclusivamente dalla sua parte perché “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” Mt 12,30.



* dalla Novena d’Impetrazione alla Vergine del Rosario di Pompei del Beato Bartolo Longo:
«O Vergine Immacolata e Regina del Santo Rosario, tu, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei, soggiorno di morti pagani. Da quel luogo dov’erano adorati gl’idoli e i demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi dappertutto i tesori delle celesti misericordie…»









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