domenica 13 dicembre 2020

OLTRE L'INDECENZA

 


Questa accozzaglia di figuri che, con una violenza al nostro intelletto di uomini normali, vorrebbero chiamare “presepe”, ma che invece sembra riprodurre icone di statue precolombiane, in piena sintonia con l’inebriamento amazzonico della chiesa, rappresenta il punto di arrivo di un percorso studiato a tavolino, dove proprio niente è casuale, in quest’anno in cui invece tutto sembra esserlo, ma non lo è affatto. Lo smantellamento della nostra natura primordiale, l’abrogazione definitiva del legame tra il presente e la storia, la demitizzazione del sogno, la delegittimazione della persuasione, la frantumazione del buon senso, la cancellazione furiosa della tradizione, la mortificazione diabolica della pietà popolare. Vogliono sostituire, non solo in campo religioso, i nostri archetipi di pensiero e di immaginazione con i modelli astratti dell’utopia nefasta della "nuova creazione". Non mi interessa chi lo ha realizzato e neanche chi lo ha ideato. Penso invece a chi lo ha commissionato e a chi ha approvato la sua installazione nella piazza simbolo e centro della cristianità, che piuttosto dovrebbe avere una decenza commisurata al suo ruolo. Ormai quello che a noi comuni mortali appare ovvio non lo è per queste menti singolari che hanno ricevuto dal loro interlocutore privilegiato una apparente superiorità. E questo vale per l’opportunità, per il valore simbolico, per la sacralità, per il messaggio, per l’importanza, in quel luogo e nei ricoveri delle nostre anime smarrite, dell’altissima rievocazione. Gesù non è moderno, è ETERNO. Aldo Maria Valli ha colto nel segno sottolineando: “…se poi avete con voi un bambino, impeditegli di guardare. Potrebbe restarne segnato”. Non credo ci fosse ironia in questa espressione ma, piuttosto, consapevolezza della smisurata offesa fatta soprattutto ai bambini, alla loro innocente immaginazione, per la quale Maria, Giuseppe e Gesù bambino dovrebbero, ovviamente, avere i contorni familiari della dolcezza, della bellezza genuina e umile, della purezza compiuta. Devono avere l’affinità naturale con le nostre sembianze, esaltata dalla santità. Solo che a loro dei bambini non interessa l’innocenza… San Francesco, a cui dicono di rifarsi, piange mortificato a guardare questa mostruosità. Come ho già espresso altrove, per lo scandalo che stanno sistematicamente dispensando, farebbero bene a legarsi una macina di mulino al collo e gettarsi in mare, nel tentativo di mitigare il supplizio, in virtù di un pur tardivo pentimento.

Non il simbolo rassicurante del Santo Natale ma totem dell’antinatale dell’antichiesa dell’anticristo.

Claudio Gazzoli

 

P.S.

Dedicato agli intellettuali, fini dicitori, sempre equidistanti, che ci chiedono, petulantemente, le prove.



il vero presepe... che fa venire le crisi epilettiche al diavolo e ai suoi emuli.......









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