domenica 30 luglio 2023

APOSTASIA

 

Il Vangelo di oggi, che “separa i cattivi dai buoni”, separa anche la parte cattiva dalla parte buona della Chiesa. Anzi, la parte cattiva non è più la Chiesa di Nostro Signore ma un’altra religione affiliata ai poteri demoniaci del mondo, ai padroni di tesori e di perle che, come gli idoli, “hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non odono, hanno naso ma non odorano”. In un’atmosfera sventagliata, amplificata e led-illuminata, trasandata e discinta, qualcosa di “sacro” lo si può solo immaginare, magari con l’aiuto di un’opera concepita quando la Chiesa era la Vera Chiesa, come la bellissima pala d’altare della Incoronazione di Maria di Vincenzo Pagani, immaginando di essere lì quando la Messa era la Vera Messa, la luce era quella filtrata dai finestroni, la voce proveniva da chi la pronunciava, il sacerdote era davvero l’Alter Christus, la chiesa era affollata, l’organo accompagnava il canto, quello vero, l’incenso ne riempiva l’aria e ne disegnava la luce e Dio ne era soavemente appagato.

Tutte le volte che ho dovuto ascoltare il commento a questo Vangelo, negli ultimi anni, compreso quello del papa all’Angelus del 26 luglio 2020 (che non ho ascoltato ma letto sulla rete), mai una volta è stata richiamata e commentata la seconda parte, che spiega la prima, il senso vero e, in definitiva, la ragione della Rivelazione di Nostro Signore e della stessa esistenza della Sua Chiesa: “Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”. Queste parole affilate come la spada di un legionario, risolutive, chiare come il sole, sono agli antipodi del percorso neo-protestante della Chiesa di oggi, pertanto fanno finta di nulla e, disciplinati, affiliati, ubbidienti ci parlano amenamente di tesori e di perle senza il minimo accenno a quello che dobbiamo fare per guadagnarceli. Proni come il frate francescano davanti alla pachamama, sicuri di sé, sono convinti che non dovranno rispondere a nessuno, se non al mondo di cui hanno una mortale paura.





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