martedì 9 marzo 2021

QUELLO CHE AVREBBE FATTO GESÙ CON LA PACHAMAMA

 




Maria Cecilia Baij (1694-1766) è stata una mistica, madre badessa del Monastero delle Benedettine di Montefiascone, a cui Gesù dettò il manoscritto “Vita interna di Gesù Christo mentre visse in terra”. Si tratta di un’opera monumentale in cui si parla, tra l’altro, dell’infanzia di Gesù e della “fuga in Egitto”. Durante questo viaggio, Gesù chiedeva a suo padre di far cadere a terra tutti gli idoli che incontrava:

«All’atto di entrare nei luoghi dove erano i simulacri dei demoni, essi cadevano a terra e si fracassavano. Prima di entrarvi, però, pregavo il Padre mio di degnarsi di gettare a terra tutti quegli idoli che erano adorati da quei popoli. Mi prometteva di farlo il Padre mio ed io stavo con il grande desiderio di entrarvi presto. Cadevano i simulacri, la gente non sapeva da dove ciò venisse e ne restava molto meravigliata. Io pregavo il Padre mio di illuminare le loro menti e far loro capire che quelli non erano il dio che essi dovevano adorare».

Occorre costantemente ribadirlo, perché quasi tutta la nomenclatura fa penosamente finta di dimenticarlo o ridimensionarlo, mostrando in questo la propria connivenza, l’adorazione della pachamama dell’ottobre 2019, opportunamente interrotta da un ragazzo ispirato che si sono affrettati a condannare e che sta continuando ancora in altre forme, quali il continuato degrado e banalizzazione della liturgia, è stata la più grande profanazione e offesa a Dio dai tempi del vitello d’oro. Personalmente ritengo che ci sia un legame tra questo smisurato sacrilegio e il definitivo squarcio della voragine materiale, fisica, morale, spirituale, antropologica di quanto stiamo vivendo.

Claudio Gazzoli






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