«I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari
sono più scaltri dei figli della luce.» Lc 16,8
Nell’intervista rilasciata dal Pontefice emerito
Benedetto XVI al Corriere della Sera si legge: "la rinuncia è stata una
“scelta difficile” ma presa in piena coscienza e credo di aver fatto bene”.
La solitudine del monastero non fa per lui.
“Credo di aver fatto bene”, allora vuol dire che
approva la situazione catastrofica della Chiesa di oggi dopo 8 anni di
bombardamento a tappeto sulle rovine dei precedenti 50. Allora vuol dire che la
ragione delle dimissioni stava nella volontà di affidare a qualcun altro, non
uno qualsiasi ma uno messo lì da accordi extra conclave, il compito di dare
quell’assalto finale che lui non si sentiva di condurre. Allora vuol dire che
l’uomo venuto dalla “fine del mondo” ha fatto un buon lavoro. Allora vuol dire
che: o è connivente, o dice cose che altri gli suggeriscono essendo ancora
sotto ricatto, oppure… dovrebbe, data l’età, riposarsi….
Ho assistito in diretta, alla famosa Via Crucis
dell’aprile 2005, condotta dal cardinale Ratzinger quando, essendo papa Giovanni
Paolo II impossibilitato a presenziare, furono lette le sue meditazioni.
Settima Stazione:
“..Distruggi il potere delle ideologie, cosicché gli uomini
possano riconoscere che sono intessute di menzogne”
Nona Stazione: “..Quante volte la sua Parola viene
distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta
sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio,
dovrebbero appartenere completamente a lui!”
Bene, ora siamo nel pieno del potere delle ideologie
alle quali aderisce in TOTO la Chiesa che lui ha lasciato in balia dei lupi,
senza aver fatto nulla per mondarne la sporcizia.
I figli di questo mondo invece, ma anche figli delle
tenebre, come il furfante abilissimo lodato dal padrone, hanno usato ad arte la
propria scaltrezza. Hanno agito in modo parallelo e sistematico, nella società
come nella Chiesa. Con un’azione costante, sotterranea, ovviamente concertata, i
“comunisti”, già ai tempi della “guerra fredda”, ma poi dopo la plastica di
facciata post muro di Berlino, nella
micidiale metamorfosi della forma che nulla mutava della sostanza, in modo vischioso,
facendo leva sull’appagamento dei sensi, riuscendo persino ad alterarli, nella
musica, nel teatro, nel cinema, nell’arte, hanno conquistato tutti i luoghi del
potere, dai partiti, tutti, in senso trasversale, anche quelli, apparentemente conservatori,
alla magistratura, dalla scuola alla pubblica amministrazione e, con l’occupazione
completa di tutti i mezzi di informazione pubblici e privati, facendo a questi
ultimi “offerte che non potevano rifiutare”, sono riusciti persino a stravolgere
la percezione di sé della gran parte della moltitudine, del proprio intelletto,
del proprio corpo. In pochi anni hanno attuato una vera e propria “mutazione
genetica artificiale” favorendo “i caratteri della sottomissione acritica e
della arrendevolezza all’indottrinamento” (Konrad Lorenz – Il declino dell’uomo),
fino ad arrivare alla dittatura del “pensiero unico” di oggi.
Contestualmente, nella Chiesa, si sono infiltrati nei
seminari, favoriti da certe smanie irrefrenabili, hanno conquistato le più alte
cariche, hanno indetto un Concilio inopportuno, barattando la dimensione
politica della Chiesa sul piano internazionale con lo scopo infinito della
propria missione. Hanno contaminato la purezza con la depravazione, la bellezza
con la trivialità, l’armonia con la dissonanza, la perfezione con il caos. Poi, dopo
aver “blindato” il Collegio cardinalizio, hanno condotto l’attacco finale eleggendo
il proprio mandatario.
Sono di un comune vicino al paese natale di papa Sisto
V, che difese strenuamente la Chiesa dagli attacchi interni ed esterni, senza
scendere a compromessi con il mondo, con un’azione energica di sostegno della
Tradizione, senza buonismo, ipocrisie, mediazioni, cedimenti, nella
consapevolezza che la pietra fondante è una base inattaccabile. La fermezza non
è succedanea della sana Dottrina.
Per la distanza abissale tra il dire e il fare, per
gli equilibrismi tra modernismo e tradizione, per l’ambiguità di certe
aperture, per il suo indecisionismo, per aver rinunciato proprio mentre il nemico minacciava gli ultimi bastioni, per non aver fatto, prima delle proprie dimissioni, comunque inopportune,
nomine che avrebbero potuto arginare il fiume in piena dei nemici interni ed
esterni, mettendo da parte il sentimentalismo che, peraltro, non mi appartiene,
da semplice battezzato, credo che Benedetto XVI, alfiere dei semimodernisti tenacemente aggrappati all’ermeneutica della discontinuità, sia uno dei papi peggiori della storia della
Chiesa.
Claudio Gazzoli
Grazie prof.Gazzoli, è la prima volta che leggo un tale commento riguardo Ratzinger.
RispondiEliminaHo avuto il Suo stesso pensiero già alla notizia delle dimissioni. Pur trovando sempre e solo considerazioni a sostegno della scelta papale, nulla è riuscito a farmi cambiare idea.
"Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia oppure no" S.Teresa Benedetta della Croce.
Orietta.