venerdì 1 settembre 2023

DEMOCRAZIA, ovvero l'altra faccia della RIVOLUZIONE

 


Sia Trump che la “premier” di questo infelice paese, pur essendo o apparendo “conservatori”, sono favorevoli o “non sfavorevoli” all’aborto. Per ragioni ideologiche ? nohh; per la difesa dei cosiddetti “diritti delle donne” ? nohh; esclusivamente per ragioni di consenso elettorale. Questa è la democrazia. Per poter vincere le elezioni occorre condividere le opinioni della maggioranza degli elettori, anche quando queste sono false, efferate, contronatura, infondate, interessate, perché, tra l’altro, queste “opinioni” sono state create artificialmente da quegli stessi che poi chiederanno a loro il voto. Ma non abbiamo inventato nulla di nuovo, questa modalità di esercizio del potere nell’antica Grecia veniva chiamata Demagogia. Per ovvie ragioni di costruzione del consenso, in un sistema a suffragio universale, non può esserci democrazia senza demagogia, essa ne costituisce la struttura, il codice genetico. Non è un caso che Aristotele, nella sua “Politica”, non usa il termine “demagogia” ma solo “democrazia”, per indicare la peggiore di tutte le forme di governo. Si potrebbero fare decine di altri esempi, ne cito solo alcuni, lo Stato sociale (socialcomunista, comunista...), il cosiddetto “reddito di cittadinanza”, il 110%, la cosiddetta parità di genere.
Bisogna riconoscere che il Movimento Sociale Italiano, da cui vengono, volenti o nolenti, quelli di Fratelli D’Italia, che ora fanno i salti mortali per rinnegare il passato pur di farsi riconoscere “progressisti”, prese una posizione molto chiara sia nei confronti dell’aborto, sia nei confronti del divorzio.

Dal sito “Barbadillo”:
L’11 aprile 1985, Giovanni Paolo II, durante un’udienza partecipata da 30 mila persone, si avvicinò a 16 parlamentari europei dell’ultradestra, Capeggiati dall’italiano Giorgio Almirante e dal francese Jean-Marie Le Pen, rivolgendo loro le seguenti parole: “Continuate il vostro combattimento contro l’aborto in conformità alla dottrina della Chiesa e continuate a combattere contro la decadenza dei valori morali in Europa“. Questo episodio, il cui ricordo farà certo storcere il naso a qualche benpensante anima pia, è però sintomatico dell’assenza di pregiudizio da parte di Giovanni Paolo II, che anche in quell’occasione preferì lasciare da parte ogni tipo di retropensiero, per puntare dritto all’essenza di una questione basilare.









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